
La logica dell'anima propone una filosofia mistica della conoscenza come via d'uscita dalle aporie dell'essere. Partendo dall'ipotesi euristica etsi Deus daretur, il testo esplora il rapporto tra Essere ed Esistente, mostrando come la logica classica sia insufficiente a comprendere questa relazione. L'autore introduce il concetto di "psiche-logia", una logica che integra la dimensione razionale con quella esperienziale e spirituale dell'esistenziale. Attraverso un dialogo critico con pensatori moderni e contemporanei, tra i quali Severino, Pareyson, Gadamer, Derrida e Deleuze, vengono delineati i limiti della logica formale e la necessità di un approccio che riconosca la priorità della relazione sull’identità. L'analisi dell'aporia parmenidea del non-essere e dei dialoghi aporetici platonici conferma questa esigenza. La proposta finale è una logica mistica relazionale che, superando il dualismo cartesiano, concepisce l'esistenziale come unità psico-fisica originaria, dove corpo e anima sono modalità complementari di manifestazione dell'Essere.
This book conducts a philosophical analysis of two influential psychological perspectives on emotion research: Arnold’s appraisal theory of emotions and Fredrickson’s broaden-and-build theory of positive emotions. The overarching aim is to illuminate the intrinsic value of (positive) emotions within the framework of human flourishing.
In contemporary scholarship, there is a growing acknowledgment that flourishing depends not only on objective, meaningful activities and circumstances, as emphasized by Aristotle, but also on subjective personal life evaluations, where emotional well-being plays a crucial role. This recognition sets the stage for the comprehensive exploration that follows.
The study delves into Magda Arnold’s theory, addressing fundamental questions about the nature and unique role of emotions, the meaning of positive emotions, and their relationship to flourishing. Critical elements of Arnold’s theory, including appraisal, self-ideal, referentiality, emotional education, and conative and physiological aspects, are explored. Arnold’s distinctive contribution lies in coining the term “appraisal” and integrating psychological, neurophysiological, and philosophical perspectives on emotion.
The analysis of Barbara Fredrickson’s conceptualization of positive emotions as discernible pleasant affective states, such as love, joy, gratitude, and serenity, comprehends her broaden-and-build hypothesis. It underscores the impact of positive emotions on flourishing, focusing on love as a central emotion that broadens thought-action repertoires, fostering perceptions of social connection and self-expansion.
This research aims to harmonize the philosophical insights from Arnold’s work with the latest updates from Fredrickson’s research, presenting an avant-garde perspective on how emotion contributes to flourishing. The analysis, rooted primarily in phenomenological insights, extends beyond the boundaries of the authors’ theories.
In conclusion, the book offers a nuanced understanding of the intricate relationship between emotion and flourishing, contributing a unique perspective to contemporary discussions in the field.
Pía Valenzuela, born in Santiago, Chile, currently serves as a teaching fellow of ethics at the Universidad Panamericana in Mexico. Her teaching experience includes delivering courses on applied ethics at the Faculty of Law and Business Studies, Catholic Institute in Slovenia, and general ethics at the Universidad de los Andes in Santiago, Chile. Prior to her teaching career, she dedicated her time to researching natural law. As a member of the research group “International Law and Religion,” she actively contributed to the project “Intellectual History of International Law: Religion and Empire” (2013-2017) at The Erik Castren Institute, University of Helsinki, Finland. While maintaining a persistent interest in ethics, her focus shifted to moral, positive, and philosophical psychology. She developed a keen interest in the interdisciplinary dialogue between philosophy and psychology, particularly in their perspectives on emotion. Currently, her research revolves around the intricate relationship between emotion, virtue, and flourishing, specifically emphasizing positive emotions. Pía Valenzuela participates in several professional organizations, including the European Philosophical Society for the Study of Emotions (EPSSE), Società Italiana di Psicologia Positiva (SIPP), and the Network for Research on Morality (NRM), among others. She actively contributes to the research group Human Flourishing at the Pontifical University of the Holy Cross in Rome and is associated with Magda Arnold’s Scholars.
Che differenza c'è tra danzare per far piovere, e schiacciare un tasto per illuminare uno schermo? In entrambi i casi, un movimento del nostro corpo fa accadere qualcosa. Nel primo caso, la danza della pioggia si rivolge a una qualche divinità e il dispositivo che ne attiva l'intervento è il nostro corpo. Nel secondo caso il dispositivo è un prolungamento del corpo. Norbert Wiener, matematico, sottolineava, già negli anni Cinquanta del Novecento, la pericolosa e facile identità tra religione e tecnologia. È dunque ragionevole domandarsi oggi quanto politiche culturali prive di immaginazione abbiano allontanato la tecnologia dalla scienza, trasformandola in una fede che ha i propri sacerdoti, i black fridays di festa, gli eretici, gli atei e i martiri da social network.
Una biografia spirituale di Antonio Rosmini.
Evitando gli scogli della lettura ideologica dei filosofi, o, all'opposto, della mera riproduzione fotografica di alcune tesi di ciascuno di essi, questa Storia della filosofia si caratterizza per tre ragioni. Essa fa sorgere il pensiero dei singoli filosofi dal dialogo con le altre voci culturali, ivi comprese molte minori, non sempre adeguatamente considerate da opere analoghe; espone in modo serrato, eliminando decisamente ogni inessenzialità; si pone così, ad un tempo, come rigorosa esposizione ed interpretazione. Una storia della filosofia diventata un modello per la chiarezza e l'essenzialità nell'esposizione, il rigore nel riferimento costante alle fonti, la capacità di mettere a confronto il pensiero dei filosofi con le altre espressioni culturali della loro epoca. In questo volume, lo sviluppo del pensiero filosofico dell'età contemporanea, dal primo Ottocento alle grandi scuole del Novecento.
"Della capacità di Sofia Vanni Rovighi di cogliere in sinossi, e di far dialogare in un fitto argomentare, autori moderni e contemporanei con filosofi antichi e medievali, come Aristotele, Anselmo e Tommaso, sono eloquente testimonianza i tre volumi degli Elementi di filosofia. Qui non c'è traccia della chiusura (e di un certo dogmatismo) che talora caratterizza anche manuali prestigiosi: la consonanza con l'impostazione tomistica passa per il confronto con autori moderni e contemporaei, che talora contribuiscono a illuminare o meglio precisare le tesi sostenute. Il tutto poi fa emergere quella "scommessa per la ragione" su cui la Vanni tante volte insiste." (Michele Lenoci)
"Della capacità di Sofia Vanni Rovighi di cogliere in sinossi, e di far dialogare in un fitto argomentare, autori moderni e contemporanei con filosofi antichi e medievali, come Aristotele, Anselmo e Tommaso, sono eloquente testimonianza i tre volumi degli Elementi di filosofia. Qui non c'è traccia della chiusura (e di un certo dogmatismo) che talora caratterizza anche manuali prestigiosi: la consonanza con l'impostazione tomistica passa per il confronto con autori moderni e contemporaei, che talora contribuiscono a illuminare o meglio precisare le tesi sostenute. Il tutto poi fa emergere quella "scommessa per la ragione" su cui la Vanni tante volte insiste." (Michele Lenoci)
"Della capacità di Sofia Vanni Rovighi di cogliere in sinossi, e di far dialogare in un fitto argomentare, autori moderni e contemporanei con filosofi antichi e medievali, come Aristotele, Anselmo e Tommaso, sono eloquente testimonianza i tre volumi degli Elementi di filosofia. Qui non c'è traccia della chiusura (e di un certo dogmatismo) che talora caratterizza anche manuali prestigiosi: la consonanza con l'impostazione tomistica passa per il confronto con autori moderni e contemporaei, che talora contribuiscono a illuminare o meglio precisare le tesi sostenute. Il tutto poi fa emergere quella "scommessa per la ragione" su cui la Vanni tante volte insiste." (Michele Lenoci)
La nuova edizione di un classico che costituisce ancora un modello nel cammino della filosofia. «Un testo chiaro e agile [...], ma egualmente rigoroso e ben strutturato nell'impostazione, che risulta sistematica, cioè organica, ma non rigida e men che meno dogmatica, come si potrebbe temere da un breve manuale, per di più di ispirazione scolastica. In effetti, questo testo conserva le caratteristiche che ormai lo hanno reso [...] un vero classico e che condivide con altri studi di Sofia Vanni Rovighi, sia quelli dedicati alla storia della filosofia, sia, soprattutto, quelli in cui si argomenta una prospettiva teoretica». (Michele Lenoci)
Il problema della conoscenza ha costantemente interessato la riflessione di Sofia Vanni Rovighi da un punto di vista sia storiografico, sia teoretico. In questo volume ne coglie le diverse formulazioni e le differenti soluzioni proposte nell’intero arco della storia della filosofia e ricorre a una lettura diretta degli autori citati, spesso ascoltando anche le voci degli interpreti più autorevoli. Vengono così passati in attenta disamina i filosofi della Grecia classica e dell’età ellenistica, gli autori del Medioevo e i rappresentanti più rilevanti dell’Umanesimo e del Rinascimento, per poi soffermarsi sugli esponenti che tanto influsso hanno esercitato sul pensiero moderno: da Bacone, Galileo e Cartesio a Locke, Berkeley e Hume, sino a Leibniz, Kant e agli idealisti, fatti criticamente rivivere in Italia dal neohegelismo e in particolare da Gentile. Dalla fenomenologia di Husserl, tanto apprezzata nel metodo e nei suoi esiti, al neorealismo inglese e americano e al pragmatismo, sino a Russell, Wittgenstein, Schlick e il neopositivismo. Il capitolo conclusivo, dedicato alla neoscolastica e al neotomismo, mette in luce come, di là dalle apparenze, la corrente sia molto variegata e frastagliata, caratterizzata da nette differenze e opposizioni polemiche. Una analisi originale per chiarezza e rigore di un tema fondamentale per la ricerca filosofica: il rapporto tra il pensiero, la realtà e la verità, da sempre oggetto di accesi dibattiti.
Sofia Vanni Rovighi (1908-1990) ha insegnato a lungo all’Università Cattolica di Milano Storia della filosofia medievale, Storia della filosofia e Filosofia teoretica. Tra le sue pubblicazioni per l’Editrice La Scuola: Storia della filosofia contemporanea (1985), Storia della filosofia moderna (1994), Elementi di filosofia (nuova ed. 2013), Istituzioni di filosofia (nuova ed. 2015). Per Scholé ha curato: Leibniz, Monadologia (2021, tredicesima ed.) e Galileo Galilei, Le idee filosofiche, il metodo scientifico (terza ed. 2021).
«Conosci te stesso» era l'invito dell'Apollo Delfico, che ha innervato tutta la filosofia greca, ben consapevole che ogni conoscenza è vana senza questa, fondamentale. Percorrendo con coraggio e onestà la via del distacco, la filosofia - "esercizio di morte" come la definisce Platone - giunse così alla scoperta della luce che sempre risplende, non alla superficie, ma nelle profondità dell'anima. È proseguendo coerentemente su questa via che la mistica cristiana, obbedendo al precetto evangelico a rinunciare a sé stessi, completò l'invito delfico aggiungendovi: «e conoscerai te stesso e Dio». Anche se nomina non sunt res, niente infatti si addice meglio che il nome di Dio alla luce che esperimentiamo nell'"uomo interiore", essenza dell'anima nostra, quando essa ha fatto il vuoto di ogni accidentale elemento egoico. È giunto probabilmente il tempo che, dopo la morte di Dio e la conseguente perdita di ogni fondamento, l'uomo contemporaneo, naufrago nel mare magnum di vane teologie e psicologie, recuperi l'esperienza di verità della filosofia antica e della mistica cristiana, ritrovando così la conoscenza essenziale: quella di sé stesso e di Dio.
Che cosa succede dopo la morte? Tutto si riduce in polvere oppure qualcosa sopravvive e continua a esistere in un'altra forma o dimensione? Sono domande su cui ci si interroga dalla notte dei tempi. Questa indagine, resa in forma di dialogo tra due studiosi di formazione, competenze e punti di vista assai diversi - di tipo scientifico Massimo Polidoro e di tipo filosofico Marco Vannini -, nasce dal desiderio di capire se esistano elementi sufficienti a sostegno della credenza in un possibile aldilà. Numerose sono le forme che ha assunto l'idea di una vita oltre la morte nelle varie culture: dall'aldilà dei faraoni egizi all'oltretomba scuro per gli antichi greci e romani, dal limbo in attesa di una resurrezione per gli ebrei alla visione di inferno e paradiso per cristiani e musulmani e, parallelamente, in Oriente, un aldilà visto come luogo di transito per anime che si reincarnano fino a raggiungere la pace o l'annullamento nel nirvana. Accanto a un'ampia e documentata ricostruzione storica, una parte significativa di queste pagine è dedicata all'analisi dello spiritismo e della parapsicologia, le cui pratiche - evocazione di fantasmi, tavolini che volano e messaggi spiritici - sono qualcosa di concreto, che è stato possibile indagare, ma dei quali ancora nessuno ha dimostrato il reale verificarsi al di là di ogni dubbio. Così come nessuno ha ancora potuto dimostrare che le visioni e i racconti di chi si trova in fin di vita siano orizzonti aperti sull'aldilà.