
Più volte ristampata e tradotta in un numero crescente di paesi, quest'opera è una rilettura originale della storia contemporanea, dove l'analisi critica del revisionismo storico - a cominciare dalle tesi di Nolte sull'Olocausto e di Furet sulla rivoluzione francese - si intreccia con quella di una serie di fondamentali categorie filosofiche e politiche come guerra civile internazionale, rivoluzione, totalitarismo, genocidio, filosofia della storia. Questa edizione ampliata analizza le prospettive del nuovo secolo. Da un lato il revisionismo storico continua a riabilitare la tradizione coloniale, com'è confermato dall'omaggio che uno storico di successo (Niall Ferguson) rende al tramontato Impero britannico e al suo erede americano, dall'altro vede il ritorno sulla scena internazionale di un paese (la Cina) che si lascia alle spalle il "secolo delle umiliazioni". Sarà in grado l'Occidente di tracciare un bilancio autocritico o la sua pretesa di essere l'incarnazione di valori universali è da interpretare come una nuova ideologia della guerra?
Una riflessione sulle condizioni di vita delle società complesse contemporanee mostra come l'eredità liberale dell'Illuminismo si sia alla fine imposta con successo contro la parte totalitaria di questa stessa eredità. Nelle nostre società, paradossalmente, l'indipendenza dal sapere degli esperti aumenta, smentendo tutte le teorie tecnocratiche fondate sulla inarrestabilità della trasformazione della politica in puro dominio. Il peso del Common Sense aumenta, così come cresce la necessità di "autodeterminazione morale" da parte dell'individuo e dunque il ruolo e l'importanza di realtà primarie e insostituibili come la famiglia. Se alla fine Orwell ha avuto torto, perché ciò è avvenuto? Nella risposta a queste domande il presente libro svela le nuove forme della politica dopo l'Illuminismo, attraverso saggi su politica e religione dopo l'Illuminismo, Karl Jaspers e il moralismo politico, sulla critica delle teorie tecnocratiche, sul significato illiberale del '"68", e sulla "politica simbolica".
Il saggio delinea un Platone erede e testimone di una antica "sapienza mediterranea", che trova nella cultura sacerdotale egizia la sua origine e il suo fulcro. Chiave di volta è l'Epinomide, il quale affronta ed esprime l'essenza della filosofia platonica: "dobbiamo fare in modo di non lasciare incompiuto ciò che abbiamo intrapreso e di fare chiarezza dal principio alla fine". Momento cruciale, nell'interpretazione del testo, è il "passo matematico", la cui comprensione implica la conoscenza e il coordinamento degli spunti presenti in tutta l'opera platonica. Matematica. Vengono individuati differenti livelli di matematica: i Logismi o "matematismi divini" a noi preclusi nella loro essenza; la matematica ideale o incorporea; la geometria (dei filosofi), con la quale sono indagati astronomicamente i fenomeni celesti; la matematica comune o dianoetica, caratterizzata da unità indifferenziate e praticata da bottegai, mercanti e architetti. Filosofia. Compito del filosofo è trovare la ragione di quel che, per il fatto di essere, ha una sua ragion d'essere. Pur nell'ambito della dialettica, la via privilegiata, attraverso cui l'uomo può giungere alla comprensione dei Principi che reggono l'ordine cosmico, è, per Platone, quella "matematica". Armonia. L'impossibilità di "padroneggiare" i Numeri di Dio e la scoperta che la ratio divina procede in modo diverso rispetto alle nostre aspettative si traducono nella comprensione che "vero" è unicamente il metro divino.
Agli "ideali ascetici" Friedrich Nietzsche ha notoriamente dedicato una durissima requisitoria nella terza dissertazione della sua Genealogia della morale. Eppure, ad un'analisi più dettagliata, non è possibile ritrovare, in questo testo, neanche una singola occorrenza della parola "ascesi". È davvero possibile che il filosofo (e filologo classico) di Röcken abbia omesso casualmente una parola come askesis, tanto centrale per il pensiero filosofico greco, dal suo scritto polemico? Oppure il concetto di ascesi va interpretato in maniera differente rispetto a quello di "ideale ascetico", andando così a creare una costellazione teorica più complessa rispetto a quella che sembra configurarsi in un primo momento? Il presente lavoro si ripropone di effettuare una ricostruzione e discussione critica delle molte declinazioni dell'ascetismo presenti nel pensiero di Friedrich Nietzsche, tanto nelle opere a stampa quanto nei frammenti postumi: dall'ascesi greca di Pitagora e Orfeo, passando per quella (talvolta valorizzata, talvolta criticata) di Schopenhauer, fino ad arrivare alla decostruzione dell'ideale ascetico nella Genealogia della morale verranno prese in considerazione quelle che andranno a configurarsi come le molte ascesi di Nietzsche.
Esiste la libertà? Tanti sono i motivi che spingerebbero al pessimismo. Si può credere che in mezzo agli ostacoli della vita e alle mille costrizioni psicologiche e sociali, possa continuare a vivere la forza dell'essere liberi fino a diventare amore autentico? La sfida di questo libro è questa e desidera proporre un sì convinto e un invito a vivere in una libertà piena e senza paure.
Di famiglia e di educazione la Modernità occidentale si è costantemente interessata nei modi più diversi. La famiglia è stata inquadrata in una "narrazione di perdita" di funzioni, relegandola a mero fatto privato senza più alcuna reale rilevanza sociale. L'educazione, a contrario, è stata immaginata come la risorsa fondamentale della modernità, quell'insieme di processi formali che avrebbero permesso agli individui sia di cogliere le innumerevoli opportunità sociali che andavano sempre più velocemente creandosi (un ascensore) sia come meccanismo che avrebbe permesso a chiunque di proteggersi dai pericoli di emarginazione e retrocessione sociale (un cuscinetto di protezione). In questi saggi il sociologo Niklas Luhmann ci racconta una storia ben diversa. La famiglia moderna non perde affatto le sue funzioni sociali, bensì le cambia e diventa uno spazio-tempo sempre più rilevante per i processi di inclusione sociale e di generazione delle persone. L'educazione elabora la sua funzione di ascensore, ma non più solo verso l'alto e si trasforma in un contesto di formazione altamente rischioso per gli individui ormai costretti a scegliere le loro "carriere" rendendosi responsabili di fallimenti sempre più probabili. Ne deriva una riflessione altamente sorprendente che può aiutare il lettore a osservare in modo diverso cosa sta realmente accadendo oggi nella nostra società.
Il Lukàcs della maturità, in particolare quello legato all'esperienza de La distruzione della ragione, è stato di fatto dimenticato se non addirittura rimosso. L'assunzione di un modello di storia hegelianeggiante e di razionalità "forte" in controtendenza con le prese di posizione giovanili, quando Lukàcs si trova a difendere con estremo rigore una forma radicale di "etica della convinzione", in polemica contro coloro che vogliono sovrapporre ad essa una "mitica" dimensione storica che non risolverebbe nessuno dei problemi che si pongono alla coscienza individuale, è stata drasticamente e in maniera semplificatoria liquidata come una comprensione acritica dello status quo. La rilettura dell'irrazionalismo filosofico, pur nel suo estremismo e nei suoi limiti, rimane tuttora una denuncia imprescindibile in un momento storico in cui la voce della filosofia sembra essere assente dal dibattito sulla contemporaneità. La distruzione della ragione continua ad essere un'opera di straordinaria attualità per la coerenza rivendicata sulla commensurabilità compiuta tra opzioni teoriche e comportamenti pratico-politici, una coerenza, purtroppo, oggi troppo spesso disattesa. Con un'introduzione di Elio Matassi.
Trattato di etica filosofica per le facoltà di filosofia. Il testo, con linguaggio piano, introduce lo studente di filosofia, che affronta riflessivamente per la prima volta la problematica etica, dentro tematiche obbiettivamente assai difficili.
Il volume esamina il ruolo delle virtù nel pensiero di uno dei principali filosofi liberali, John Rawls, un tema ancora non sufficientemente indagato a più di cinquant'anni dalla pubblicazione del suo A Theory of Justice. Rawls fa affidamento, in particolare, su due tipologie di virtù: cooperative e individuali. Le prime sono quelle forme di eccellenza la cui presenza nel corpo sociale è imprescindibile affinché una democrazia possa funzionare correttamente e conservarsi stabile nel tempo; sulle seconde invece si fonda il processo di avvicinamento del singolo al proprio ideale di vita buona. L'analisi del ruolo di queste due categorie di condotta nella riflessione del filosofo statunitense, delle loro interconnessioni e dei loro effetti sulla collettività costituisce l'obiettivo del libro, il quale invita il lettore a osservare la teoria della giustizia di Rawls anche come una teoria delle virtù cooperative e individuali: relazionali, ordinarie e, allo stesso tempo, imprescindibili.
In questa edizione vengono pubblicate e commentate due opere di estrema rilevanza: - Il Discorso circa il stato degli Hebrei et in particolare dimoranti nell'inclita Città di Venetia (1638); - Il Socrate ovvero dell'humano sapere (1651).
Il filosofo Simone Luzzatto fu uno dei maggiori rabbini della Venezia ebraica del Seicento. Le sue notevoli conoscenze in campo storico, politico, filosofico, scientifico e la sua padronanza dei testi della tradizione ebraica ne fecero uno studioso straordinariamente importante. In questa edizione vengono pubblicate e commentate due opere di estrema rilevanza: 1) Il Discorso circa il stato degli Hebrei et in particolare dimoranti nell’inclita Città di Venetia (1638), che ha goduto di un notevole successo nella letteratura e filosofia modernocontemporanea, è un trattato storico-politico sia sulla condizione degli ebrei veneziani sia sulle dottrine dell’ebraismo dell’epoca. Un’opera moderna che tralasciando il motivo tradizionale della protezione politica degli ebrei si incentra maggiormente sul tema politico, economico e sociale dell’utilità dei gruppi all’interno della società. La discussione della condizione degli ebrei nella città moderna viene fondata sul loro ruolo all’interno della società. 2) Il Socrate overo dell’humano sapere (1651) è l’opera della maturità filosofica di Luzzatto: alla luce dell’orientamento scettico a lui contemporaneo, l’autore discute le possibilità che l’intelletto umano ha di conseguire un sapere solido. Socrate è il protagonista dell’opera la cui tesi centrale è che la ragione umana per orientarsi in maniera giusta ha bisogno di essere guidata dalla illuminazione divina. Il Socrate di Luzzatto è la prima opera di filosofia scettica scritta da un autore ebreo.