
Il presente contributo ha lo scopo di realizzare un sintetico "identikit alimentare" delle produzioni alimentari siciliane di qualità, individuando accanto alle eccellenze già note (prodotti DOP e IGP) o ad alcuni prodotti dall'eco internazionale (i cannoli, la cassata, la pasta con le sarde ecc.) altre produzioni non altrettanto conosciute ma meritevoli certamente di un approfondimento, di una maggiore diffusione della loro conoscenza e di una valorizzazione che potrebbe contribuire, nello specifico, ad un maggiore sviluppo del Sistema agro-alimentare isolano e, più in generale, a quello socio-economico della Sicilia.
Il volume raccoglie contributi in forma di short paper presentati in occasione del Convegno finale realizzato nell'ambito delle attività di ricerca del Progetto di ricerca di Rilevante Interesse Nazionale (PRIN) 2007-2009 "Mobilità del turismo regionale incoming. Aspetti socio-economici dei comportamenti e delle motivazioni" del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca (MIUR). Il progetto è stato incentrato sull'analisi del turismo all'interno delle aree territoriali della Sicilia e della Sardegna. Lo studio è stato condotto con riferimento all'analisi delle motivazioni, dei comportamenti di spesa e del livello di soddisfazione dei turisti.
Un manuale molto pratico, scritto da due esperti di risorse umane, per indirizzare e guidare nella ricerca di un lavoro. Si rivolge a un pubblico molto vasto, per essere di aiuto sia al neo diplomato che al manager. Una guida in cui gli autori hanno distillato una professionalità quotidiana, volta ad ottenere risultati molto concreti, secondo metodiche consolidate. Con un'attenzione particolare a tutte le forme di sostegno al lavoro messe in campo in questi anni da Caritas, diocesi di Milano e Acli.
Una società più giusta e più stabile secondo Dewey si fonda su un individualismo capace di sviluppare le singole personalità. Una distratta superficialità e il rapido cambiamento dei riferimenti simbolici sociali indotti dalla comunicazione di massa hanno inibito lo sviluppo dei valori morali e sminuito la capacità dei singoli di comunicare e collaborare. Questi saggi furono scritti da John Dewey nel 1929, mentre incalzava la più grave crisi economica americana, e sono ancora profondamente attuali, per le numerose analogie con l'odierna crisi dell'economia occidentale. Il pensiero di Dewey si adatta assai bene all'urgenza dei nostri tempi; alterna amarezza e speranza e indaga sulle opportunità da cogliere per una nuova prospettiva morale e sociale: un nuovo individualismo, che infonda una responsabilità sociale pienamente consapevole della forza dei propri valori e della propria autonomia.
La leadership non è solo ciò che possiamo immaginare in modo superficiale. Nel sentire questa parola, pensiamo a capi di stato o di governo che muovono nazioni, capitani d'azienda che lanciano sul mercato prodotti che cambiano le nostre vite, generali al comando di eserciti sul campo di battaglia. Si pensa che la leadership consista in un amalgama di ambizione, carisma, abilità, competenze, soldi, e del dono di essere al posto giusto nel momento giusto. Certamente questi sono talenti e qualità di cui approfittare al massimo, ma nessuno di questi è l'essenza della leadership. L'essenza della leadership è il carattere. La leadership non è riservata a un'élite. Non è una vocazione per pochi ma per molti. Capi di stato e professori di scuola, direttori d'azienda e donne di casa, capi di stato maggiore e infermieri, tutti fanno uso della leadership. La leadership è poi una questione di virtù e la virtù è un'abitudine acquisita con la pratica, si può affermare, senza timore di sbagliare che nessuno nasce leader, ma si diventa leader attraverso l'allenamento e la pratica. Non tutti possono diventare presidenti, primi ministri o vincere il Premio Nobel per la letteratura o giocare da attaccanti nel Real Madrid. Tutti però possiamo crescere in virtù e la leadership non esclude nessuno.
Il profondo mutamento di questi ultimi anni nella concezione del capitalismo è certamente dovuto al ripetersi di recessioni e crisi, l’ultima delle quali, a partire dal 2007, andrebbe collocata in una fase cruciale di transizione di un processo pendolare che, in meno di cent’anni, ha visto per ben tre volte capovolto il rapporto tra "mano invisibile" del Mercato e "mano visibile" dello Stato. La tesi degli autori è che l’ultima è una crisi sistemica, che si inquadra, tra l’altro, in una fase di trasformazione epocale del sistema internazionale, con la fine del predominio occidentale. Il perno dell’economia mondiale, infatti, si è da tempo spostato in Estremo Oriente, nell’Asia confuciana (Giappone, Cina e Corea in primis). Proprio da una lettura non convenzionale dell’evoluzione del rapporto tra Stato e Mercato in quest’area culturale e geoeconomica, con l’emergere e l’affermarsi di uno "Stato sviluppista", si possono trarre elementi conoscitivi e spunti di riflessione sul mutamento del modello di sviluppo occidentale, uscendo dalle secche, in cui si è regolarmente caduti, nel passato e nel presente, di un rapporto meramente oppositivo tra Stato e Mercato.
In Friuli Venezia Giulia è diffusa la percezione di un contrasto fra la rappresentazione della condizione socioeconomica data dalle informazioni fornite da fonti statistiche ufficiali e l'esperienza quotidiana di problemi e situazioni sociali concreti. È questo il motivo che ha spinto ad approfondire la conoscenza della realtà regionale, senza preconcetti e senza tesi da dimostrare a priori, bensì attenendosi ai dati ufficiali, articolati sui tre grandi temi dell'economia e del lavoro, dei principali problemi sociali e dell'innovazione. Anche se non esauriscono la complessità che caratterizza la regione, i numeri riportati possono tuttavia costituire una utile base di partenza per alimentare la discussione e il confronto sulle criticità del Friuli Venezia Giulia e sulle azioni da intraprendere per il suo sviluppo. In questo senso il volume si rivolge ai decisori politici, agli operatori economici e sociali e a quanti sono interessati a progettare il futuro di questo territorio.
La monografia esamina i diversi aspetti statistici ed economici della Legge regionale 47 del 1996 relativa alla riduzione dei carburanti nella regione Friuli Venezia Giulia. Tre le esperienze di ricerca legate alla manovra analizzate: lo studio sulle fasce e sul sistema di sconti in fase di avvio; la stima dell'impatto finanziario sui bilanci regionali del primo decennio di applicazione della normativa; l'indagine sulla mobilità, nazionale e transnazionale, delle famiglie per l'acquisto di carburanti per autotrazione verso Slovenia, Austria e Veneto. Carburanti, statistiche e prezzi sono il filo conduttore del volume, che ribadisce la validità dell'approccio quantitativo come supporto alle decisioni razionali dell'operatore pubblico.
Uno studio approfondito e rigoroso che, attraverso una lettura storica di lungo periodo, va a dimostrare come la famiglia interpretata nella sola chiave economicistica, come "società a responsabilità limitata", con tutte le funzioni (dalla fedeltà dei coniugi al desiderio di avere figli) relegate in un'ottica di mercato, ha un inevitabile destino: la progressiva disintegrazione. L'analisi si basa sul confronto di diversi modelli politico-istituzionali: dal socialismo al sistema capitalistico, con uno sguardo alla crisi attuale e alla finanziarizzazione dell'economia che ha ulteriormente sconvolto gli equilibri socio-demografici, insieme ai valori e alla bioetica. Ma se la famiglia rappresenta un valore (anche) economico, questo si fonda su beni e capacità non misurabili secondo i criteri dell'economia tradizionale. Per comprenderla, "l'impresa famiglia", bisogna tenere conto anche di concetti come dono, beni relazionali, capitale sociale, felicità.

