
La pubblicazione ha come oggetto lo studio di un particolare tipo di documenti, le cosiddette Carte Dotali. Tali Carte costituivano dei documenti contrattuali stipulati tra la famiglia della futura sposa e lo sposo, quindi tra due famiglie, che sotto forma di giuramento si impegnavano a "dotare" i coniugi di determinati beni per condurre la loro vita matrimoniale. Queste Carte, nella maggior parte dei casi, erano redatte davanti ad un notaio, alla presenza di uno o più sacerdoti e di un certo numero di testimoni. Scopo della ricerca è quello di approfondire il valore di questi contratti, sia dal punto di vista civile che religioso e quindi stabilire se non rappresentassero in qualche modo il momento di incontro tra la celebrazione religiosa e quella civile; inoltre, cogliere gli elementi per tentare una riflessione teologica e morale, a partire dalla prassi matrimoniale che si svilupperà dopo il Concilio di Trento.
Il presente volume raccoglie gli studi e le ricerche della Congregazione delle Cause dei Santi, svolti nell'ambito dello Studium, la scuola istituita nel 1984, dall'allora Santo Padre Giovanni Paolo II, destinata alla formazione specifica dei postulatori e collaboratori, interni ed esterni, della Congregazione. In particolare il manuale risulta organizzato in tre sezioni, rispettivamente di carattere teologico, storico-agiografico e giuridico. Nella prima viene trattato il concetto di santità, dal suo significato ai segni che la caratterizzano, fino al tema della vita spirituale, con ampi riferimenti a fenomeni mistici e soprannaturali. La sezione storica prende in esame il concetto primitivo di culto, le procedure canoniche di accertamento della santità realizzate attraverso i secoli, la letteratura agiografica e il suo sviluppo storico, e infine si sofferma sul concetto di Positio, il suo significato, la sua storia e le strutture schematiche. La sezione di carattere giuridico ripercorre invece l'intero tracciato inquisitoriale e investigativo in ambito diocesano, passando poi alla procedura attuata nella fase romana dalla Congregazione. L'intento del Dicastero, dunque, è stato quello di raccogliere in un unico manuale la propria attività di ricerca e di studio, creando così un sussidio di lavoro per delegati vescovili, promotori di giustizia, postulatori e collaboratori.
L’istituzione dello Studium presso la Congregazione delle Cause dei Santi risale al 2 giugno 1984. In tale data il Santo Padre Giovanni Palo II approvò e confermò un Decreto dello stesso Dicastero, con il quale veniva istituita una scuola particolare, lo Studium appunto, destinata alla formazione specifica dei postulatori, dei collaboratori e di quanti prestavano la loro opera e la loro collaborazione alle attività interne ed esterne della Congregazione, nonché di coloro che erano chiamati a svolgere i compiti di delegati vescovili o di promotori di giustizia o di notai presso i tribunali diocesani o eparchiali per la preparazione e l’istruzione delle Inchieste principali o rogatoriali relative alle Cause dei Santi.
Il presente manuale, giunto oggi alla quarta edizione, è uno strumento di rapida consultazione per i problemi che possono emergere nella trattazione delle molteplici Cause e che necessitano di una sollecita soluzione.
Valutare la perfetta inquadrabilità delle cause di canonizzazione all'interno del diritto processuale canonico costituisce il fine primario della presente ricerca dottorale. Che le cause di canonizzazione siano sempre state considerate un processo lo dimostra la storia, lo sostiene la redazione codiciale piano-benedettina e lo conferma l'inclusione del can. 1403 all'interno del Libro VII del Codice vigente. L'analisi delle clausole del canone de quo ha rivelato come esse costituiscano lo strumento meta-processuale per l'interpretazione delle medesime cause e come il verbo applicare, comune ad altri canoni (1691 §3, 1728 §1), sottenda un delicato processo giuridico che, previa una valutazione della natura rei da parte del giudice, renda possibile servirsi di istituti di pari natura come, nel caso, quelli di natura giudiziale. A dimostrare la giudizialità di tali cause - e, conseguentemente, la loro "specialità" a livello processuale - vi sarebbero alcuni principi caratterizzanti la normativa peculiare: il realizzarsi di un contraddittorio sostanziale, la piena parità delle parti, il diritto di difesa e l'indipendenza del giudice. È proprio tale natura formale, unita al carattere di pubblicità, a rendere possibile l'applicazione non solo di istituti giuridici propri del contenzioso ordinario, ma anche di altri presenti nel Codice, salva sempre la clausola restrittiva di riferimento.
In questo volume vengono presentati i risultati dei lavori della Commissione "Chiesa e Stato in Svizzera" istituita dalla Conferenza dei Vescovi Svizzeri nel dicembre 2008. Tutti i contributi si basano sulla convinzione che il sistema svizzero di corporazioni pubbliche è di notevole valore ma che può e deve essere oggetto di miglioramenti. Ciò vale non solo rispetto all'ecclesiologia del Concilio Vaticano II, ma anche e soprattutto alla luce dei nuovi sviluppi del diritto ecclesiastico. In realtà, si sta diffondendo un po' ovunque in Europa il cosiddetto "diritto delle regioni", ovvero un diritto pubblico o privato dello Stato che riguarda appunto le regioni e non solo le Chiese. Pertanto, il presente studio si dimostra di grande interesse non soltanto per la Svizzera, e di immediato riflesso per la Germania e l'Austria, ma anche per gli altri paesi europei, in vista di una maggiore conoscenza di tali problematiche e di un utile aggiornamento nel campo del diritto ecclesiastico.
Il volume, curato da Libero Gerosa, contiene i contributi di Hans Feichtinger, Philippe Gerdaz, Martin Grichting, Yvo Hangartner, Claudius Luterbacher-Maineri, Paul Weiber, Rudolf Wurmli, cui si aggiungono quelli dello stesso curatore.
Il diritto dell'economia appare, nel tempo, presente, "inafferrabile", per: la vastità e varietà dei campi delle attività economiche organizzate in mercati ed oggetto di regolazioni; la sconfinatezza di molti mercati; la velocità dei mutamenti dei sistemi di regole, che "inseguono" le trasformazioni dei mercati, dovute alla telematica, alle evoluzioni tecnologiche e scientifiche ed anche alla geopolitica. Rapide e contraddittorie sono, quindi, le dinamiche dei diritti dei tanti mercati, tra gli interessi economici ed i tentativi dei pubblici poteri, ai vari livelli, di "controllarle". Di qui il titolo del libro ed il tentativo dell'autore di avvicinarsi con metodo giuridico aperto e sincretistico, ma non descrittivo, alle dinamiche in atto.
Si tratta di un'opera di grande prestigio, che approfondisce e spiega il tema di cui al titolo con acutezza di analisi e sintesi didattica.
Ne risulta un volume di grande utilità sia a scopo universitario, perchè offre una spiegazione autorevole e chiara, sia a scopo scientifico, perchè offre uno spaccato autorevole della dottrina sul punto.
In questa nuova edizione, ai puntuali aggiornamenti legislativi, dottrinali e giurisprudenziali, l'autore ha cercato nei limiti del possibile di semplificare il discorso sulel fonti del diritto italiano eliminando i passaggi non più attuali della relativa problematica ma mantenendo intatta la struttura della precedente edizione e, in particolare, la sua articolazione in parti, sezioni, sottosezioni e paragrafi.
Sempre allo scopo di rendere il testo più scorrevole ed anche più breve l'autore ha preferito eliminare del tutto le note, che ne appesantivano la lettura, antenponendo a ciascuna sezione una bibliografia essenziale per eventuali approfondimenti, ivi indicando gli autori e le opere di riferimento per l'autore.
I richiami fatti nel testo ai diversi autori devono riferirsi alle opere citane nella biliografia della sezione o sottosezione.
L'operatore del diritto si trova ormai sempre più frequentemente disorientato di fronte al materiale normativo che il legislatore riversa di continuo sulle sue spalle, dovendo inseguire per ogni dove i testi delle leggi, le loro modifiche e le modifiche delle modifiche senza riuscire a ricondurre a sistema tutto quel materiale. Si tratta dello sforzo che il giurista, giorno per giorno, deve compiere per dare coerenza al mondo che lo circonda e per orientare le proprie azioni.
Uno sforzo grande che non implica un raggiungimento certo del risultato ma che richiede comunque un tentativo nella speranza di raggiungerlo.
Il 1° gennaio 2009 è entrata in vigore la nuova legge sulle fonti del diritto dello SCV, n. LXXI, promulgata il 1° ottobre 2008 da Benedetto XVI: una riforma nel segno della continuità che sostituisce la precedente legge del 1929 e definisce l'architettura istituzionale del sistema giuridico vaticano in cui, accanto alle norme emanate dalle autorità dello Stato, trova applicazione diretta il diritto canonico, che è anzi il primo criterio interpretativo dell'intero ordinamento. La presente ricerca prende in considerazione il complessivo sistema delle fonti del diritto oggettivo applicabile, alla luce della riforma operata da Benedetto XVI con la promulgazione della legge n. LXXI del 2008, nell'ambito di un processo di adeguamento sistematico dell'ordinamento giuridico vaticano, cominciato qualche anno prima con l'emanazione della nuova legge fondamentale dello SCV del 26 novembre 2000. Il libro ha quindi l'utilità pratica di presentare in termini aggiornati la definizione di un sistema giuridico assolutamente peculiare, in cui concorrono fonti emanate direttamente dal legislatore vaticano e fonti eteronome che, per volontà sovrana, trovano applicazione nello SCV pur provenendo da altri ordinamenti giuridici.
<<Opera di capitale importanza, essa e' da considerarsi con certezza uno dei volumi più' importanti della canonistica contemporanea ed è destinata a rimanere pietra fondamentale nella letteratura giuridoco-teologica>>.
Vedi Recensione in: RTLu (3/2005) pag. 518.
<<Senza dubbio l'autore e' giustamente e unanimemente riconosciuto come uno dei più' grandi esperti, se non probabilmente il maggiore specialista, del diritto costituzionale canonico in genere e soprattutto del diritto della vita consacrata>>.
Ibidem, pag. 515.
L'interesse eccezionale delle Institutiones di Gaio è giustificato da diverse ragioni; tra le principali si possono citare l'enigma concernente la figura dell'autore, la straordinaria preservazione del testo pressoché integrale dell'opera di un giurista dell'epoca classica (caso praticamente unico), le circostanze del ritrovamento del palinsesto. Tuttavia il punto centrale resta il fatto che le Institutiones Gaiane ci trasmettono l'unica visione di insieme delle forme del diritto romano classico e repubblicano, delle genuine radici, cioè, del formante giuridico, che costituisce senza dubbio il contributo più significativo e rappresentativo della civiltà romana alla costituzione della cultura occidentale.
Le leggi delle XII Tavole, compilate da una commissione di dieci esperti (decemviri) negli anni 304-305 dalla fondazione di Roma (451-450 a.C.), rappresentano la codificazione del diritto romano operata nel periodo in cui l’oligarchia patrizia dominava quasi incontrastata.
Scritte con brevità e speditezza, costituiscono il più insigne codice arcaico della sapienza giuridica romana: in esse rifluisce e si determina il succo del diritto consuetudinario tradizionale e si fissano i doveri dei cittadini troppo spesso compromessi nella lunga lotta di classe tra patrizi e plebei. Proprio per questo, tale legislazione è da considerarsi la più grande creazione del genio di Roma, in forza della quale i Romani ebbero la possibilità di affrontare il grandioso compito di amministrare ed unificare il loro immenso dominio e diffondere nei popoli assoggettati quel grande tesoro di umanità e di civiltà del quale sono intrise le lettere latine. Il compito viene splendidamente riassunto dal genio di Virgilio:
“tu regere imperio populos, Romane, memento
... pacisque imponere morem,
parcere subiectis et debellare superbos (Eneide VI, 851-53).
Il testo, esposto in una forma arcaica con molte incertezze sintattiche e frequenti scambi di soggetto, ci offre il più remoto esempio di un periodare breve e secco ed il primo memorabile tentativo di prosa latina.