
Un pastore protestante e un vescovo cattolico condividono in questo vibrante dialogo epistolare un'urgente preoccupazione comune: che il vangelo non sia tenuto prigioniero dalle istituzioni che lo annunciano. Due uomini di fede che si scoprono "fratelli di spirito" tratteggiano, in un'appassionata condivisione ecumenica, un'autentica comunione che li porta a osare una parola audace, insieme critica e costruttiva, per una chiesa al servizio del mondo, che si lascia sconcertare dagli incontri e dalle sfide attuali. "Se desideri una chiesa rinnovata, capace di camminare con passione e umiltà insieme alle donne e gli uomini di oggi; se sogni chiese e religioni in dialogo per rinnovare il loro modo di essere 'comunità generative' per la società; se sogni chiese 'in uscita', appassionate dell'umano; se credi alla serietà del dialogo... questo è proprio un libro che fa al caso tuo" (dalla "Prefazione" di Derio Olivero).
A partire da incontri personali, e dalle sue letture bibliche e filosofiche, Jean-Paul Vesco testimonia molteplici dimensioni dell'amicizia. Ci racconta com'è nata l'amicizia nella sua vita, come ne ha accettato il rischio - e il gusto. L'amicizia crea un forte legame, al di là delle differenze generazionali, culturali e religiose. E l'amicizia è anche al cuore della fede cristiana. Ci invita a comprenderlo lo stesso Gesù in più occasioni, come per esempio quando, prima della sua Passione, dice: «Vi ho chiamato amici».
L'insegnamento di Gesù e della Tradizione sull'alleanza nuziale e la sua indissolubilità autorizzano un'altra disciplina, oltre a quella attuale, più aderente alla dottrina classica e più adeguata alle condizioni contemporanee. Questa la tesi di Vesco. Le sue considerazioni su matrimonio e seconda unione sono sostanziate di grande lucidità, concretezza e buon senso. Sono una testimonianza di sapienza pastorale. Costituiscono un tassello indispensabile e decisivo nel dibattito attuale, in vista della seconda fase del Sinodo dei vescovi.