
L'era della globalizzazione e della cooperazione internazionale è ormai da tempo in declino, un processo che negli ultimi anni ha subito una drammatica accelerazione. Da oltre un decennio, ci troviamo a fronteggiare una serie di crisi senza precedenti che stanno ridisegnando gli equilibri globali: prima la crisi finanziaria, poi quella migratoria, seguite dalla pandemia, e infine le guerre in Ucraina e in Medio Oriente. Di fronte a questa crescente incertezza, le nazioni tendono a ritirarsi in se stesse, un atteggiamento reso evidente dal ritorno dei populismi, dall'intensificarsi dei conflitti regionali e dalla crescente ostilità tra le potenze mondiali. Ci muoviamo in uno scenario internazionale di straordinaria complessità, dove cooperazione e competizione si intrecciano in modo inestricabile. In questo contesto, l'interdipendenza globale, fondata su un intricato sistema di interessi economici e commerciali, si rivela una lama a doppio taglio: da un lato, è fonte di prosperità e pace; dall'altro, genera insicurezza e tensioni crescenti. Allo stesso tempo, non esiste più una semplice dicotomia tra democrazia e autocrazia: il panorama politico odierno è fatto di mille sfumature di grigio, dove le certezze del passato cedono il passo a nuove, e spesso inquietanti, realtà. In questo libro, Nathalie Tocci ci conduce attraverso le fasi che hanno determinato la progressiva chiusura del mondo aperto al quale eravamo abituati. Attraverso una lucida analisi del passato recente, mette in risalto le profonde contraddizioni che caratterizzano il nostro tempo, invitandoci a riflettere sulle sfide che ci attendono e sulla necessità di imparare a convivere con la complessità del presente: «perché se c'è una cosa certa è che il mondo entrerà sempre più nelle nostre vite, anche quando vorremmo tenerlo fuori».
La crisi finanziaria, quella dei flussi migratori, l'ondata nazional-populista, la pandemia, la guerra e la crisi energetica. L'Italia e l'Europa appaiono sempre più schiacciate da una catena di emergenze legate tra loro a doppio filo e da quella più devastante di tutte, la crisi climatica, così drammatica da indurci a ignorarla, ma che segnerà le nostre vite e soprattutto quelle dei nostri figli. Spento un incendio ci si affretta ad arginare il fuoco successivo, adottando spesso soluzioni contraddittorie tra loro. L'invasione russa dell'Ucraina ha riportato in primo piano la questione della sicurezza energetica, con il rischio di accantonare la transizione ecologica, pilastro cardine del Green Deal europeo. Ma, come spiega Nathalie Tocci in queste pagine, è proprio riconciliando sicurezza e transizione energetica che l'Unione europea sta rilanciando il processo di integrazione dopo quasi vent'anni di stagnazione. La transizione ci sarà e non sarà l'ultima, è solo più complessa e richiede una visione strategica che tenga conto degli impatti sociali ed economici. E consideri le conseguenze geopolitiche: sul piano interno (il rischio di diseguaglianze crescenti con impatto sui populismi in Europa), a livello regionale (nel Mediterraneo, soprattutto con Paesi vicini nel Nord Africa), e a livello planetario (con le tensioni tra Usa e Cina destinate ad aumentare). Una «missione possibile» con cui l'Italia può tornare a essere protagonista internazionale e l'Europa uscire rafforzata.