
Elena Kostioukovitch racconta una storia culturale inedita della Russia postsovietica, per comprendere la nascita e la diffusione di un pensiero pericoloso che ha trovato in Vladimir Putin il suo alfiere, fino all’invasione dell’Ucraina. È la dottrina dell’Universo Russo - uno stato ideale dove riunire tutti i popoli russi "geneticamente superiori" - una teoria alimentata dagli scritti di studiosi come Anatolij Fomenko e Aleksandr Dugin, celebrati in patria ma discussi dalla comunità scientifica internazionale. Per scoprire il lato irrazionale dello stesso leader russo Putin, e i suoi legami con un certo "assolutismo magico", l’autrice si muove tra invenzioni storiografiche, falsificazioni, cospiratori di regime, in un libro abitato da personaggi che sembrano usciti da un romanzo d’appendice, e che invece stanno riscrivendo oggi la storia di tutta l’Europa.
Viktor Zieman, quarantenne colto, poliglotta e un po' sciupafemmine, fa l'archivista: è specializzato nel ritrovamento di manoscritti perduti, falsificati, occultati. Il suo mestiere è salvaguardare la memoria, portare alla luce la verità. Improvvisamente, alla vigilia della sua partenza per la Fiera di Francoforte, riceve una telefonata: un'improbabile agenzia letteraria bulgara vuole vendergli i manoscritti del nonno, Semyon Zalusski, colui che nei primi sette giorni di maggio del 1945 ritrovò i tesori della pinacoteca di Dresda trafugati dai tedeschi, rischiando nell'impresa la sua stessa vita. Ora Viktor ha solo una settimana per recuperare i preziosi documenti legati alla storia della sua famiglia, una storia avvolta nel mistero. Ed ecco che ha inizio una rocambolesca avventura in cui passato e presente, suspense e comicità fluiscono senza sosta l'uno nell'altro in un vortice che coinvolge non solo il mondo dell'editoria, ma anche giornalisti, agenti del KGB e mafia russa.