
Quest'opera non vuole avere la pretesa di essere un nuovo commento al libro di Qohèlet, ma un tentativo di lasciarsi provocare da una voce critica in un tempo di crisi, una sua attualizzazione in un tempo di scetticismo, di incertezza non dissimile dalla nostra postmodernità... In questa stanca stagione postmoderna la situazione di precarietà nella quale è venuta a trovarsi l'esistenza umana interpella e inquieta la coscienza credente. Per la fede cristiana solo in Gesù di Nazareth si può trovare la luce necessaria per illuminare la condizione dell'uomo... Il dialogo con Qohèlet, letto con occhio femminile consente di esplorare le possibilità di dare senso alla realtà attraverso la dimensione del dia-logos e, conseguentemente, dell'apertura all'altro, della gratuità del dono.
Quest'opera offre riflessioni sulla speranza cristiana, il tema dell'Anno Santo 2025. Essa non solo non è aliena dalla realtà storica, ma la integra nella tensione escatologica verso «i cieli nuovi e la terra nuova» (2Pt 3,13). Il cristiano si fa interprete di speranza per il mondo: la sua speranza si dilata fino ad abbracciare il gemito della creazione. Queste riflessioni aiutano a rendere il Giubileo un Anno Santo caratterizzato dalla speranza che non tramonta e a rendere la testimonianza credente lievito di genuina speranza, annuncio di «cieli nuovi e terra nuova».
Nel libro vi è l'essenziale di quanto riguarda il Battesimo, con molte indicazioni e spiegazioni di segni e simboli battesimali.