Il volume raccoglie una serie di meditazioni (1996-2020) rivolte a chiunque desideri intraprendere un cammino di fede alla luce dello spirito del Bell'Amore. I testi sono chiamati «Punti luce» perché, messi l'uno accanto all'altro e armonizzati fra loro, rappresentano tanti punti di un unico itinerario di luce, che vuole condurre a Dio personalmente e comunitariamente. Oggetto delle meditazioni sono passi del Nuovo Testamento, ricorrenze dell'anno liturgico e temi o concetti fondamentali per la vita cristiana. Ogni Punto luce è preceduto da una breve lettera di presentazione e si chiude con uno slogan che costituisce il proposito pratico da vivere.
Non è un trattato sulla preghiera, ma piuttosto una narrazione su di essa. L'Autore ne parla a partire da figure, immagini, passi dell'Antico e del Nuovo Testamento e ne "racconta" i vari aspetti (silenzio, ascolto, tipi di preghiera...) attingendo ai Salmi, al Padre nostro, al Magnificat e ad altri versetti famosi, citando spesso anche maestri spirituali di ieri e di oggi. Il titolo si riferisce all'episodio della Genesi (cap. 24) in cui Rebecca dà da bere al servo di Abramo - giunto a cercare una moglie per Isacco - e ai suoi dieci cammelli. Un libro indispensabile, capace di coinvolgere e suscitare nuove consapevolezze
Nella vita tutti attraversiamo, prima o poi, momenti in cui ci sentiamo bloccati, scoraggiati. E arrendersi sembra essere la diretta conseguenza di motivazioni lasciate andare... Quando si perdono le motivazioni si volatilizza anche l'entusiasmo per andare avanti, magari perché siamo delusi o perché non ci sentiamo capiti. Il profeta Elia ha vissuto e affrontato queste dinamiche, cercando di recuperare, con fatica, lo slancio per portare a compimento la propria vita e annunciare la parola di Dio. In questo tempo, confrontarci con questa figura può essere un esercizio spirituale per ritrovare coraggio. Ogni capitolo del libro comprende un commento a un testo del ciclo di Elia, un approfondimento su una tematica specifica emersa dal racconto e si conclude con alcune domande per aiutare la meditazione.
L'esperienza del distacco segna la nostra vita fin dall'inizio, quando si lascia il grembo materno per entrare nel mondo, e poi la contraddistingue fino alla fine: i figli divenuti adulti che lasciano i genitori; il cambiamento di lavoro o di città; la fine di una relazione, e così via fino al distacco irreversibile della morte. Nel congedo è sempre racchiusa la promessa di qualcosa di nuovo. Esaminando le diverse esperienze di distacco da qualcosa o da qualcuno, queste pagine invitano a riflettere su come i momenti di perdita possano trasformarsi in opportunità per sviluppare nuove capacità per una vita buona: il dolore della separazione può rinnovare l'esistenza e aprirla a una nuova prospettiva.
È soprattutto il Vangelo di Marco a caratterizzare il ciclo liturgico dell'anno B. I commenti alle letture della domenica, delle Solennità e di alcuni momenti-forti dell'anno accompagnano il cammino di fede dei credenti attraverso la liturgia. In questo anno del ciclo liturgico emerge in modo del tutto particolare la figura di Gesù. Un discorso immediato, ma incisivo e provocatorio, quello che fa l'autore, aiutando così il lettore ad accogliere la scrittura nella propria vita come lo specchio su cui ci si deve riflettere se ci si vuole dire cristiani. Il libro, utile per uso personale di ogni credente, è altresì adatto per sacerdoti o per i gruppi liturgici che vogliano approfondire la parola.
Vangelo è ogni "buona notizia", è Gesù stesso che desidera salvare l'umanità di ciascuno da un fallimento. La Chiesa, comunità dei credenti in Cristo, ha ricevuto la missione di trasmettere il suo messaggio rivoluzionario lungo i secoli. Lo ha fatto come ha saputo e potuto, anche, a volte, travisando l'annuncio di salvezza; perché in alcuni casi è meglio addomesticare il Vangelo, meglio fare sconti sulle sue chiamate. Il libro mette in luce alcuni testi evangelici dei quattro evangelisti che, attraverso interpretazioni di compromesso, hanno perduto nella vita quotidiana la loro incisività. Ogni lettore dovrà chiedersi: il mio incontro con la Parola ha fatto nascere la persona nuova, capace di rendere più umana la vita di tutti e possibile la pace?
L'autore ci accompagna nel libro di Giona. È novella? Forse! Una favola esemplare, necessaria per la crescita. E il valore principe è guardare l'altro con occhio amichevole. È una parabola? Perché no! È capace di mostrare verità essenziali che richiedono un giudizio da parte del lettore. È una caricatura? Vuol ridere e far ridere; sorridendo si dicono verità troppo penose per essere dette seriamente. È una parodia satirica? Precisamente! Riconosce, in mezzo alla fiera delle debolezze umane, una velata amabilità. La storia di Giona è tutto insieme, una tavola psicologica della condizione umana. Giona assomiglia a tutti: trascina alla luce anche quello che nessuno vorrebbe fosse visto, soprattutto la nostra durezza e rigidità, il nostro risentimento. Giona ci serve per l'autoconsapevolezza: è qualcosa di noi che resta indigesto persino a noi stessi.
La vita quotidiana, pur nella sua routine, nasconde una particolare bellezza che si offre però ha chi ha occhi capaci di scrutare in profondità. Queste pagine ci invitano a entrare delicatamente in quella terra fertile che è la nostra esistenza di tutti i giorni, per scoprire in essa i segni inconfondibili del Regno. Margarita Saldaña è convinta che i trent'anni di Gesù a Nazaret costituiscono un luogo privilegiato dove il divino e l'umano si danno uno speciale appuntamento. Se Dio ha scelto di sporcarsi le mani con il nostro fango, ciò significa che la nostra terra è il vero luogo di chiamata e invio. Attraverso un linguaggio vivace e una narrazione ricca di riferimenti alla vita quotidiana, il testo offre pennellate accurate per rivisitare la storia stessa come terra fertile in cui trovano posto angeli e demoni, scandali e miracoli, esodo e utopia.
A chi consigliare Il profumo del Natale? Chi potrebbe valorizzare le sue pagine? Una famiglia che volesse prepararsi al Natale mettendo insieme spiritualità e tradizioni. Dai canti, ai piatti tradizionali italiani ed europei, l'Autore propone un itinerario lungo 25 giorni perché ognuno possa riscoprire il senso del Natale, il grande dono dell'Incarnazione, e vivere così la pienezza di una festa che può riunire insieme grandi e piccini. In famiglia, durante l'Avvento, si può leggere la riflessione quotidiana, poi si può recitare la preghiera conclusiva. Vengono suggeriti dei canti, di cui viene spiegato il senso e l'origine, con cui arricchire il momento di incontro insieme. Seguono poi di giorno in giorno alcune curiosità, riti, simboli e tradizioni culinarie, che di solito arricchiscono case, strade, comunità.
Comincia il nuovo ciclo di commenti alle letture della domenica, delle Solennità e di alcuni momenti-forti dell'anno liturgico, per accompagnare il cammino di fede dei credenti attraverso la liturgia. Un discorso immediato, ma incisivo e provocatorio - che esprime la cordialità del rapporto che l'Autore riesce a stabilire con i suoi interlocutori (studenti, parrocchiani o amici) dà alla sua esperienza fascino nella semplicità, aiutando così il lettore ad accogliere la Sacra Scrittura nella propria vita come lo specchio su cui ci si deve riflettere se ci si vuole dire cristiani. Utile per uso personale di ogni credente, è altresì adatto per sacerdoti o per i gruppi liturgici che vogliano approfondire la Parola.
«Di tutte le Scritture sacre - diceva Origene - i Vangeli sono le primizie, e tra i Vangeli la primizia delle primizie è il Vangelo di Giovanni», un Vangelo che si rivolge in modo specifico a coloro che già credono, perché possano continuare a credere, a prendere posizione all'interno di quel grande processo contro Gesù, che l'evangelista racconta e che continua a ripetersi nella storia. Queste pagine accompagnano il lettore a prendere in mano la sua risposta di fede, il suo decidere in profondità da che parte stare, il suo passare interiormente dal desiderio al dono, dalla ricerca alla consegna, dalle tenebre alla luce. Il commento spirituale all'intero Vangelo di Giovanni si chiude, per ogni brano, con L'ora sesta: uno spazio fatto di domande grazie alle quali, ognuno, sostando sulla Parola, può conoscere meglio anche se stesso.
Il testo, molto semplice nello stile e linguaggio, ma profondo e ben documentato, ci propone un esercizio di «memoria» di quanto ci hanno comunicato i quattro evangelisti per vivere e testimoniare l'appartenenza a Gesù. Questa esperienza nasce dalla contemplazione della Parola e dalla fede. Ripercorrendo le parole di Gesù traspaiono: «il primato dell'azione buona» che coinvolge il pensare, il sentire, il volere e il pregare e «il primato del dono», poiché nulla ha senso se non nella totale gratuità e dedizione. Il libro termina con un capitoletto dedicato alle Parole di Gesù che vengono costantemente riproposte oggi e in ogni tempo attraverso l'Eucaristia.
L'autore entra nel Vangelo di Marco con lo stesso stupore dei primi discepoli; come chi un giorno torna in una chiesa solo con la speranza che, improvvisamente, Qualcuno arrivi e lo sorprenda. Il libro ripercorre tutto il Vangelo di Marco, dall'inizio alla fine. Il primo Vangelo racconta una buona notizia (evangelo), perché è il racconto di un incontro con il Figlio di Dio e il suo annuncio. La fede di Marco è sorella gemella di fiducia: per iniziare a leggere e conoscere questa storia bisogna credere, fidarci di chi ce la racconta. Per questo il commento, che accompagna tutto il testo, racchiude in sé sollecitazioni provenienti da tutta la Bibbia, ma anche dalla storia, dalla cultura e soprattutto dalla vita.
Gli autori scoprono un Vangelo nascosto e restano affascinati da ciò che rivela loro. La Parola che da sempre abbiamo tra le mani, ha bisogno di essere letta in una nuova prospettiva per farne scaturire tutta la carica di novità e di trasformazione della vita. Ripercorrendo alcuni aspetti dell'Antico Testamento e della vita e parole di Gesù, si evidenziano gli aspetti di liberazione dalle abitudini, da un certo modo di intendere la religione. L'importanza della lettura e della pratica comunitaria, sociale e attenta ai poveri che il Vangelo suggerisce, è data dal fatto che gli uomini, immagine di Dio, hanno la possibilità di trasformare la realtà e vivere in terra come in cielo.
Attraverso i commenti alle letture della domenica, delle Solennità e di alcuni momenti-forti dell'anno liturgico, il testo accompagna il cammino di fede del credente. Lo stile discorsivo, ma incisivo e provocatorio, di don Alberto Vitali - unito alla profondità con cui accosta la Scrittura - aiuta il lettore ad accoglierla nella propria vita come lo specchio su cui si deve riflettere se ci si vuole dire cristiani. Tipico di don Alberto è l'apertura al popolo delle periferie: gli emarginati, gli immigrati, i «non considerati» dalla società, gli esclusi, secondo lo spirito di papa Francesco Utile per uso personale di ogni credente, è altresì adatto per sacerdoti o per i gruppi liturgici che vogliano approfondire la Parola.
Questo libro è come un tessuto. I fili si intrecciano, come anche nell'Apocalisse. Un andirivieni di immagini, sensazioni ed emozioni. Ti sembra di essere già in Paradiso e invece ti ritrovi bruscamente sulla Terra. Gioia e dolore si sovrappongono, così come nelle più normali trame della vita. Un ampio spazio è lasciato anche per farci dialogare con il tempo presente. Dopo essersi soffermata sulle problematiche dell'ekklesia - cioè delle Chiese - con i suoi chiaroscuri, l'Autrice mostra come questi sono gli stessi chiaroscuri del nostro tempo. Ci aiuta poi a scoprire i principali protagonisti: angeli, animali, colori, numeri e buchi neri, per terminare con lo scoprire - togliere il velo! - colei che aleggia, la Divina Presenza.
Commentando il Vangelo secondo Luca, don Paolo Scquizzato chiude la trilogia delle sue pagine scelte. Scelte per offrire all'uomo e alla donna credente una feritoia da cui scoprire la parola di Dio, Dio e se stessi. Con le sue pennellate decise seppur sfumate l'Autore attraversa tutto il Vangelo di Luca, commentandone oltre 60 brani, pagine scelte appunto, facendo emergere come fosse un filo rosso l'invito alla trasformazione e, più precisamente, a quel lasciarsi trasformare da Colui che ci abita, dal Divino che, riempiendo vuoti e ombre, ci rende manifestazione della sua stessa vita. L'incontro con la Parola non ci chiede di cambiare, di diventare più buoni, ma di lasciarci abbracciare dalla Vita per diventare semi di vita nella storia.
L'Autore, nella sua esperienza di evangelizzazione itinerante, dal Nord al Sud Italia, ha constatato che «il nostro desiderio, pur nella diversità del vissuto personale, tende in modo esplicito o implicito all'Amore infinito». Il tema del Paradiso, «senso ultimo della vita», sembra riscuotere un profondo interesse: «L'ho trattato» - dice l'Autore - «in ambienti diversi, dalle parrocchie ai circoli culturali. Più volte mi è stato chiesto dai partecipanti, adulti e giovani, di pubblicarne i contenuti in un libro, riportando però anche i testi dei vari autori da me citati. La varietà culturale dei partecipanti, credenti e non credenti, in ricerca del "senso ultimo", spiega la trattazione poliedrica».
C'è una tentazione che serpeggia da sempre. È quella di fare da soli. Anche nella formazione, nell'educazione, nel diventare grandi. Vale per tutti. Anche nella formazione del prete, che è insieme uomo e credente prima che ministro. E non da solo, ma dentro una Chiesa, con dei compagni di viaggio, in una realtà, che sono da accogliere. La formazione dei preti non si interrompe mai e non è una questione solo individuale o di «seminario», ma interessa tutta la vita e tutti gli attori in gioco: il prete, il presbiterio, il vescovo, perché ha una valenza collettiva e fraterna. Afferma l'autore: «Vale la pena darsi tempo e voglia per pensarci sempre di più come "presbiterio" e sempre meno come "presbitero", più al "plurale" che al "singolare", meglio insieme che da soli perché, solamente come corpo, sapremo affrontare gioie e dolori, fatiche e traguardi e accompagnarci reciprocamente». Guida e caratterizza questa riflessione «ad alta voce» una metafora musicale: quella dell'orchestra, del coro. Il prete dovrebbe essere non un solista stonato ma un orchestrale accordato che suona la sinfonia del Maestro assieme agli altri.
Un viaggio attraverso le case che Maria ha abitato durante la sua esistenza. La sua memoria biblica, infatti, si apre con una casa (Nazaret) dove è un angelo a parlare e si chiude con una casa (Gerusalemme) dove a parlare sono il vento e il fuoco. La casa non è soltanto l'abitazione, ma anche il luogo dove accadono gli eventi decisivi della vita: la metafora consente quindi il passaggio dall'edificio all'interiorità di chi vi abita. La casa è Maria stessa. Raccolta e ospitale (caratteristiche proprie di ogni abitazione), Maria sarà casa di Dio. Creatrice di relazioni, nelle sue case elabora e trasmette un'arte di vivere che insegna a non smarrire la polifonia dell'esistenza e degli affetti.