La crescita esponenziale e inarrestabile del Web, ha provocato una modificazione degli stili di vita, dei processi della conoscenza, delle stesse necessità e aspettative delle persone; ha originato un mutamento nei rapporti quotidiani, nel modo di pensare e di sentire. Questo incide in profondità sui processi formativi: vi si colloca come risorsa ma anche come sfida alle forme del passato e, al tempo stesso, come minaccia per i suoi esiti ancora incerti e imprevedibili. Occorre ripensare la formazione, a qualunque livello.
Il testo tratta della formazione alla vita consacrata e del Web, per evidenziare i limiti e le opportunità che si creano non solo nel vivere sociale, ma anche nell’ambito della vita religiosa.
Dopo un primo capitolo sulle prospettive della formazione in senso generale, viene affrontato il tema:
la comunicazione digitale: una sfida per la formazione i formatori e le innovazioni tecnologiche il podcasting e «santificazione della mente» In quest’ultimo capitolo viene presentato il tema nella sua applicazione
metodologica attraverso una piccola indagine esplorativa sull’utilizzo del Podcasting come strumento di formazione, realizzata con un gruppo di giovani consacrate.
Destinatari
Formatori e animatori in primis. Ma anche tutti i religiosi, specialmente i giovani.
Autore
Pina riccieri, Figlia di San Paolo, attualmente vive a Roma, impegnata nella pastorale vocazionale e nell’animazione formativa. Ha compiuto gli studi di scienze religiose presso l’Università Gregoriana e di psicologia presso l’Università degli Studi di Roma «La Sapienza». Ha frequentato l’Istituto Superiore per Formatori. Ha conseguito il dottorato in psicologia dell’educazione alla Pontificia facoltà di scienze dell’educazione «Auxilium». È iscritta all’albo professionale dell’Ordine degli psicologi della Regione Lazio.
Punti forti
Attualità della tematica.
È il primo lavoro sulla tecnologia del podcasting utilizzata per scopi formativi nella vita religiosa.
È una proposta di formazione permanente on line per la vita consacrata.
Il volume raccoglie le relazioni del Corso Triennale di Formazione per Formatrici organizzato dall’Usmi nel 2010. La formazione religiosa è presentata come una sfida teologica verso un futuro, radicato nel tempo di Dio – tempo positivo e carico di speranza di una vita nuova.
I relatori ci aiutano a riflettere sull’argomento dal punto di vista biblico, teologico, spirituale, e di accompagnamento. Essi invitano a considerare la realtà di oggi, che, sappiamo, presenta molte ombre, ma con la mente e il cuore orientati – con determinazione – verso un domani che, dobbiamo ricordare, sarà preparato soltanto dall’oggi.
La formazione ha bisogno di essere sempre piuÃÄ attenta alla crescita integrale delle persone, percheÃÅ possano rispondere alla chiamata a essere sapienti testimoni della Buona Novella. In un mondo dove i rapporti intergenerazionali e interculturali, spesso, sono conflittuali, i consacrati devono rendere visibile la realtaÃÄ evangelica di un mondo piuÃÄ solidale e fraterno, nella collaborazione, per il bene comune.
Allora il tempo di oggi, chronos, diventeraÃÄ kairoÃÅs, tempo di Dio.
Punti forti
I relatori sono tutti molto noti nell’ambito della vita religiosa. Una visione realistica delle difficoltà di oggi, ma nella fede che ci apre alle possibilità di un domani che appartiene a tutti.
EÃÄ una forte sollecitazione a tutti i religiosi per una crescita in una vita di fiducia, radicata in Dio.
Destinatari
Tutti coloro che hanno la responsabilità diretta della formazione sia iniziale come pure continua e per chi, in generale, è attento al mondo dei giovani e alla realtà della direzione spirituale. Il testo è utilissimo anche per tutti i religiosi perché non si limita alla formazione degli altri, ma guarda alla propria e offre una visione positiva del futuro della vita cristiana.
Autori
Giuseppina Alberghina, già superiora generale delle Suore di Gesù Buon Pastore, collabora ora all’Ufficio Formazione dell’USMI nazionale.
Fabrizio Pieri, studioso di Teologia biblica e di Teologia spirituale, docente all’Istituto di Spiritualità della Pontificia Università Gregoriana di Roma. Dirige corsi di esercizi spirituali.
Marina Štremfelj, del Centro Aletti di Roma. Specializzata in Missiologia e Spiritualità delle Chiese Orientali, è attiva in corsi di direzione spirituale e di formazione, oltre che nell’organizzazione di corsi di esercizi spirituali.
Massimo Grilli, docente di Nuovo Testamento all’Università Gregoriana di Roma.
Beppe Roggia, salesiano, eÃÄ docente di Metodologia pedagogica presso la UniversitaÃÄ Pontificia Salesiana (UPS).
Samuela Rigon, formatrice delle suore francescane dell’Addolorata, psicologa e docente presso l’Istituto Superiore per Formatori e la Pontificia Università Antonianum.
Dopo l’effervescenza del periodo conciliare e i tentativi ed esperimenti di rinnovamento, la vita consacrata si è ritrovata a vivere un tempo d’inverno e anche di confusione. Le vocazioni diminuiscono, i membri delle comunità religiose invecchiano, la secolarizzazione prende sempre più piede. Quale futuro può ancora esserci per i consacrati, quale il loro ruolo nel mondo d’oggi?
Secondo l’autore, proprio nelle radici della loro identità, guardate e comprese con occhi nuovi, i religiosi riscopriranno i fondamenti perenni che danno senso alla loro presenza: tutti gli aspetti tipici della vita consacrata, dai voti alla vita comune, dalla spiritualità all’azione apostolica sono rivisti alla luce della fede che sola dà senso e efficacia a una esistenza che fa da controspecchio alla deriva della società: fede, speranza e carità rimangono i carismi da condividere con il mondo.
punti forti
La vita consacrata è considerata nella totalità dei suoi aspetti. Quindi anche la maturazione umano-psicologica Vita consacrata sempre in rapporto al mondo: passione per Dio e passione per gli altri è un po’ lo slogan
destinatari
Tutti i consacrati e consacrate.
autore
René Stockman, religioso dei Fratelli della Carità ha svolto il suo apostolato nell’educazione (è stato preside nella Scuola superiore)e come responsabile di un ospedale psichiatrico. Eletto poi superiore provinciale, e successivamente superiore generale della sua congregazione, ha avuto il modo di conoscere la vita consacrata nella sua concretezza nelle diverse parti del mondo. E non solamente quella della propria congregazione, ma anche quella di altri istituti con cui i suoi confratelli collaboravano. Ha sempre affrontato con decisioni i problemi che si ponevano offrendo sempre soluzioni «aggiornate», ma ben fondate, sempre su una profonda identità religiosa. È autore di molti libri sulla vita consacrata.
Il momento attuale, per la vita consacrata, non è certo dei migliori, almeno dal punto di vista vocazionale. In una cultura ritenuta post cristiana la vita consacrata sarebbe insignificante. Dove, invece, è ancora presente un bisogno di senso, lì il consacrato ha ancora un suo posto preciso e il compito di riconoscere e indicare, da uomo spirituale quale è, quella nostalgia di Dio nascosta nel profondo di ogni cuore anche in chi la nega.
punti forti
Argomento sempre pregnante e talvolta oggi «angosciante».
La scrittura è immediata e la notorietà dell’autore è simbolo di qualità.
destinatari
Consacrati e consacrate, chi si interroga sul rapporto fede-mondo e
vita consacrata-chiesa.
autore
Amedeo Cencini, sacerdote canossiano, è docente dei corsi di Formazione permanente e di Problematiche psicologiche della vita sacerdotale e religiosa, oltre che di Accompagnamento personale: aspetti teorici e pratici, al corso dei Formatori Vocazionali presso l’Università Salesiana. Insegna libertà e maturità affettiva nel celibato consacrato alla Scuola di teologia e diritto organizzata dalla Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e Società di Vita apostolica, di cui è consultore. Conferenziere molto richiesto, è autore di numerose opere, presso vari editori cattolici. Tra queste ricordiamo la trilogia sul celibato, quella sulla vita fraterna, per le Paoline (Com’è bello stare insieme... Come rugiada dell’Ermon... Come olio profumato), la collana «I quaderni di padre Cencini» con gli ultimi: Mi fido... dunque decido e L’arte del discepolo
In dieci freschi capitoli, stimolato spesso dalla poesia, l’autore invita a mantenere desti tutti i sensi dell’anima – e del corpo! -, vigile il cuore, e ascoltare così il cuore di Dio e quello del mondo d’oggi. Solo così riusciremo a rompere gli ormeggi che ci tengono fermi, legati, e la vita consacrata potrà navigare nell’ampio mare dell’amore di Dio e dei fratelli.
Altrimenti noi religiosi... «possiamo finire per diventare come funzionari sotto naftalina, che masticano preghiere come se fossero cicche».
Punti forti
Uno sguardo a tutto tondo alla vita consacrata oggi, nell’orizzonte del futuro, attraverso uno stile fresco, attuale, poetico. Il testo è condotto da una consapevolezza della realtà attuale, combinata con una positività verso un futuro dove la vita consacrata sarà diversa, ma «sarà».
Destinatari
Tutti i consacrati e consacrate e per i sacerdoti: è affrontato il tema
del rapporto Chiesa/vita consacrata.
Autore
Alejandro Fernández Barrajón è nato in un villaggio della Mancha, la terra di don Chisciotte. Il contatto con la natura, fin da piccolo – la sua era una famiglia di pastori – lo fece entrare in sintonia con Dio: nel contatto con essa sperimenta Dio senza ostacoli. Ancora molto giovane è entrato nell’Ordine dei Mercedari, dove fu poi formatore dei seminaristi e successivamente Superiore Provinciale. È stato anche Presidente della Conferenza dei Religiosi di Spagna. La vita religiosa è per lui una autentica «passione» a cui ha consacrato il meglio della sua creatività, della sua riflessione, della sua vita. Ripete frequentemente che non si può comprendere la sua vita al di fuori di essa. È una personalità dai molti talenti: scrittore, pittore, musicista. L’arte è per lui una espressione privilegiata, come la natura, per sperimentare Dio e lasciarsi sedurre da lui. Le sue riflessioni sgorgano dall’esperienza e dalla vita che condivide con tanti religiosi e religiose: con loro, egli dice, si sente come un pesce nell’acqua.
Il tempo di invernoin cui viviamo chiama la vita consacrata a tornare con coraggio alle radici della propria identità,così come il magistero conciliare le ha indicate: riscoprire di essere un dono dello Spirito attraverso il quale Dio stesso vuole sempre di nuovo rianimare la Chiesa e spingerla nell’avventura della missione.È per questo che la vita consacrata oggi non può che essere un coraggioso laboratorio dello Spiritoe di umanizzazione,in cui sperimentare e testimoniare che è ancora possibile vivere radicalmente il Vangelo nel nostro tempo. Il percorso si articola in quattro tappe: l’assunzione delle sfide del nostro tempo,non casualmente definito invernale;la riaffermazione della vita consacrata come irruzione dello Spirito nella vita della Chiesa;una lettura d’insieme delle varie forme di vita consacrata colte come vero e proprio laboratorio dello Spirito;una presentazione delle possibili sfide antropologichedel nostro tempo,tra le quali emergono con forza quelle della santità e della cultura. “Che cosa vuol dirci il tempo d’inverno in cui ci troviamo a vivere? In una parola,antica ma sempre nuova,è un appello appassionato a tornare all’essenziale della vita cristiana.”
AUTORE
Alessandro Andreini, nato a Firenze nel 1965, è presbitero della Comunità di San Leolino. Laureatosi in Filosofia a Firenze nel 1994,nel 2000 ha conseguito il dottorato con una tesi sul pensiero etico di Bonhoeffer sotto la guida di Bruno Forte,tesi che è stata successivamente pubblicata con il titolo Dietrich Bonhoeffer. L’etica come confessione (Paoline, 2001). Ha svolto gli studi teologici presso la Facoltà Teologica dell’Italia Centrale ed è ora docente di Catholicism presso la Gonzaga University di Firenze.La sua ricerca si concentra particolarmente sulla comprensione delle prospettive del concilio Vaticano II.
Carmelo Mezzasalma, nato a Ragusa nel 1945,si è laureato in Filosofia a Firenze.Poeta, saggista e critico letterario, ha pubblicato numerosi studi di letteratura, teologia e musicologia,in varie riviste italiane e straniere,con un attenzione particolare alla mistica carmelitana. Ha fondato e guida la Comunità di San Leolino,che si dedica al dialogo tra fede e cultura, con una riflessione attenta all’esperienza della santità cristiana, promuovendo seminari, convegni e attività culturali presso l’omonima Pieve nel Chianti,in diocesi di Fiesole.È docente di Letteratura poetica e drammatica presso l’Istituto Superiore di Alti Studi Musicali «L. Boccherini» di Lucca.
Il volume raccoglie le relazioni dell'ultimo anno del Corso Triennale di Formazione per Formatrici organizzato dall'Usmi.
Testimonianza viva di un cammino possibile verso l'Unità, nell'oggi di Dio e del mondo. L'avventura di Grandchamp: quando l'incontro con l'altro, con altre comunità ecclesiali, religiose e monastiche, diviene feconda, allora si aprono cammini di speranza per la Chiesa e per il mondo.
Oggi, con la comunicazione interpersonale, uno stile relazionale e comunicativo più spontaneo si fa sentire più intensamente nelle comunità il desiderio di una comunicazione più profonda tra i membri. La mancanza e la povertà di dialogo interpersonale hanno generato un indebolimento della fraternità, giungendo a creare vere e proprie situazioni di isolamento e solitudine. In questo clima di crescente individualismo, la comunicazione dei beni spirituali è diventata, ovviamente, più difficile e impopolare. In questo testo si cerca di comprendere le cause che hanno generato questa situazione e la alimentano, ci si sofferma sulla dimensione interpersonale della comunicazione nella comunità. Un cammino interpretativo e pedagogico, fondato su un approccio biblico e filosofico. L'enfasi è sulla parola, grazie alla quale siamo persone, nell'incontro o nella negazione dell'altro, nella comunione o nel conflitto. Partendo da una precisa panoramica della cultura attuale, e dopo aver presentato la persona, creata per comunicare, i vari capitoli analizzano la comunicazione e la vita fraterna, la comunicazione e la relazione e quindi come educarci alla comunicazione. Un excursus finale approfondisce l'aspetto filosofico dell'argomento.
La situazione attuale della vita consacrata, con la sua sterilità e le sue crisi, rivela una sua non corrispondenza con i piani di Dio e le esigenze profonde del cuore umano che anela a una salvezza. Essa è condizionata dalla cultura occidentale, radicata in un concetto dell'"io" assoluto che può intessere solo rapporti di utilità, distruggendo quegli stessi diritti umani e tanti valori umanistici di civiltà vera che pure aveva prodotto. La Chiesa ha ritenuto per molto tempo di potere coniugare cristianesimo e cultura occidentale, e ha così edulcorato il vangelo e reso difficile il suo annuncio. La vita religiosa, nel bene e nel male è stata parallela alla occidentalizzazione del cristianesimo e ha gradatamente perso la sua carica profetica. Abbiamo bisogno di una nuova concezione antropologica. Potremmo dire: passaggio dall'"io" al "sé", dall'essere alla relazione. Non più "Io sono", ma "Io siamo"; più conforme alla visione cristiana che vede la profonda identità di Dio nella Relazione, nella Comunità Trinitaria: è l'ecclesiologia del Vaticano II. Il religioso è colui che incarna questo uomo nuovo, questo nuovo cristiano: il principio-segno della possibilità di vivere il Vangelo e quindi di annunziarlo senza tradirlo e senza edulcorarlo. Il testo di F. Scalia è attuale e provocatorio. Richiama la vita consacrata alla sua radicalità.
La felicità, quella duratura e concreta, è l'obiettivo più vero che la persona umana custodisce e rincorre con tutte le sue energie. Se l'obiettivo è chiaro, non sempre lo sono i mezzi e le strade per raggiungerlo. Che cosa è la vera felicità? Esiste davvero la possibilità di essere felici? Ci sono elementi indicatori di un percorso o maestri capaci di illuminarlo? Come riconoscerli? Sono interrogativi che in queste pagine possono trovare, se non una risposta, almeno piste utili. Il volume è scritto da un monaco certosino e indirizzato ai giovani che intendono abbracciare la vita monastica; è una riflessione intensa e molto concreta sul significato essenziale della vita.
Per il cristiano la vita è un sentiero da percorrere e Gesù ne è la meta, il compagno di viaggio. Questo tragitto non si delinea come una strada piana e senza pericoli; al contrario, ai tracciati pianeggianti si alternano tratti scoscesi e in salita dove la meta sembra farsi sempre più lontana. Per di più, esso si snoda lungo due burroni: da una parte sta il precipizio dell'orgoglio, dall'altra quello dell'umiliazione. Ma, come suggerisce A. Bissi, vi è una alternativa: l'integrazione che tiene insieme gli opposti attraverso l'umiltà e la fiducia: la prima nasce da una oggettiva percezione della propria persona, dalla presa di coscienza della nostra finitezza. La seconda pone le basi per ogni sano sviluppo, dà il coraggio di vivere e sperare. Queste facoltà così essenziali per la crescita e il benessere, animate dall'azione dello Spirito, operano in noi trasformazioni profonde, fanno di noi delle nuove creature, la cui identità più vera consiste nel sentirsi peccatori amati. Peccatori, perché fragili, deboli, bisognosi e anche orientati al male, alla morte; e tuttavia amati, perché destinatari della misericordia di un Dio che ha assunto su di sé il nostro peccato per farci partecipare pienamente alla sua vita.