Chi videro i contemporanei di Gesù? Quale persona incontrarono veramente? Cosa colpiva della sua personalità, del suo carattere, del suo modo di parlare e di vivere? Di certo, qualcosa deve essere successo in quell'angolo del mondo che era la Palestina di duemila anni fa; qualcosa di eccezionale, di unico e sconvolgente tanto da suscitare odio e amore contemporaneamente. Il libro di Paolo Sacchi, grande esperto di letteratura intertestamentaria e ottimo divulgatore, offre al lettore un incontro di straordinaria effi cacia con la persona dell'ebreo Gesù, come in un film girato in presa diretta abitando giorno per giorno i luoghi, le abitudini, i protagonisti del suo tempo. Un'indagine su Gesù dall'esito sorprendente, realizzata secondo una prospettiva inedita dal più grande giudaista italiano vivente.
In questo volume si cerca di collegare le Scritture bibliche dell'Antico e del Nuovo Testamento con la ricerca filosofica che ha mosso l'intera civiltà occidentale nel corso del Novecento, ponendosi domande relative ai tragici avvenimenti della Seconda Guerra Mondiale e dell'Olocausto. Figura centrale in questa riflessione è André Neher (1914-1988), autore del capolavoro filosofico L'esilio della parola. Dal silenzio biblico al silenzio di Auschwitz, intellettuale ebreo per nascita e per scelta, dal profilo culturale ricchissimo: studioso di eccezionali competenze bibliche e giudaistiche e allo stesso tempo uomo di grande sensibilità, attento alle questioni filosofiche più urgenti e brucianti che la nostra contemporaneità ha posto e pone sotto i nostri occhi.
Se per il mondo ebraico Mosè è «il nostro maestro», per il pensiero dei Padri della Chiesa rimane una figura centrale. Il libro raccoglie e analizza le principali testimonianze del mondo ebraico antico e della Chiesa delle origini mostrando i punti di convergenza delle interpretazioni dell'uno e dell'altra. Il patrimonio scritturistico condiviso dà vita a un dialogo interpretativo interessante e fecondo. L'autore adotta la vita di Mosè come filo conduttore facilitando la lettura dell'opera. Emergono osservazioni che aiutano ad andare oltre la cortina del testo e a cogliere aspetti teologici e spirituali di rilievo, anche per l'oggi.
Anche se è citato più di mille volte fra Antico e Nuovo Testamento, di Davide si ricordano, di solito, pochi e stereotipati momenti (il duello con Golia, l'adulterio con Betsabea ecc.). Eppure, la lettura delle fonti giudaiche e quelle cristiane getta una luce diversa sul figlio di Iesse. I testi qui raccolti, provvisti di introduzione e di commento, riflettono sulle origini oscure e problematiche di Davide, sui tormentati rapporti familiari, sulla sua attività di pastore che lo avvicina a Mosè e sull'adulterio con Betsabea che causerà una serie di interminabili punizioni e penitenza prima del glorioso ingresso in paradiso. Nell'esegesi cristiana poi l'adulterio di Davide con Betsabea genera una notevole riflessione sul rapporto fra peccato e penitenza che raggiunge una grande e attuale profondità spirituale.
"Un elemento di originalità che caratterizza il volume è certamente il rimando non soltanto ad esegeti e autori moderni, na anche - e abbondante, oltre che ben selezionato - ai Padri della Chiesa, in Oriente e in Occidente. Si avverte il respiro dei due polmoni della Chiesa, secondo un'espressione adoperata da Giovanni Paolo II" S. E. Card. Marcello Semeraro
Il percorso ideato dall'Autore ha il suo punto di partenza nel significato etimologico del vocabolo «battesimo», cioè «immersione». Così, dopo alcune precisazioni di base, egli ne studia le due componenti costitutive come sono esposte negli scritti neotestamentari, soprattutto dall'autore che lo ha maggiormente ripensato, cioè Paolo di Tarso. Si tratta, in concreto, di due immersioni complementari: una personale in Cristo e una comunitaria nella chiesa. La prima consiste in un'assimilazione spirituale a Cristo nella sua identità di salvatore, basata sulla sua morte e risurrezione. La partecipazione alla sua persona costituisce il battezzato in una condizione oggettiva di nuova creatura e di santità, da cui deriva la necessità di un corrispondente impegno morale. La seconda immersione avviene nella comunità ecclesiale. L'inserimento in essa offre al battezzato la possibilità di appartenere al corpo di Cristo, animato da un incomparabile amore agapico e da una variegata ministerialità dei diversi membri. Dall'esame dei testi biblici e di quelli patristici, confrontati con le testimonianze letterarie del mondo greco e romano, emerge come la parola, la fede e il battesimo siano alla radice della multiforme novità sul piano dell'essere e dell'agire di quanti non nascono ma diventano cristiani.
Una delle certezze più diffuse nella nostra civiltà occidentale è la mela del peccato originale. Eppure essa non è presente nel racconto biblico. Chi ha messo la mortifera mela nel giardino dell'Eden? Quando nacque questa diceria e perché si è diffusa? Smontare un mito del genere appare un'impresa impossibile. Ormai le varie ipotesi sulla sua origine (greca, celtica, latina...), benché tra di loro alternative, si sono alleate, quasi a sostenersi a vicenda. L'autore, nei panni di un investigatore, segue gli indizi e ascolta i testimoni che consentono di ricostruire com'è nata questa opinione. Con un rigoroso metodo filologico seleziona e analizza l'abbondante materiale raccolto alla fine del volume, ma presenta in modo semplice e accattivante la ricostruzione dell'indagine. I problemi affrontati stimolano anche una serie di osservazioni sul metodo storico e filologico. Questa riflessione è un invito alla cautela di fronte alle opinioni comuni e alle ricostruzioni storiche. I cosiddetti "dati- non sono fatti oggettivi, ma sono costruiti secondo una precisa visione del mondo, di cui a volte neppure lo stesso storico è consapevole. I colpevoli della mela sembrano gli studiosi, ma forse loro stessi sono stati ignare vittime del caso.
«Va' dove ti porta il cuore». Questo consiglio dei Padri del deserto è divenuto il titolo fortunato di una scrittrice contemporanea, ma nella tradizione patristica esso ha fatto coppia con una famosa dichiarazione di Sant'Agostino che diceva: «Ama e fa' quello che vuoi». L'intento di questa introduzione alla spiritualità dei Padri della Chiesa arriva al termine di una serie di volumi che contribuiscono a scoprire il Sapore dei Padri della Chiesa nell'esegesi biblica con specifico riferimento al metodo e ai contenuti della lettura spirituale della Bibbia così come essa veniva letta durante il primo millennio della storia della Chiesa segnato dalla presenza dei monaci e delle monache nella triplice forma di vita cenobitica, vita eremitica e vita idioritmica. L'autore ha elaborato un metodo di lettura non soltanto della Bibbia, ma anche del mistero che si cela nel cammino del credente verso la santità. Il lettore viene iniziato al gusto della vita spirituale percorrendo le quattro tappe del «mistero della mandorla». Egli ha l'opportunità di crescere in una progressiva intimità con la parola di Dio, fino a che, per Sua grazia, avrà interiorizzato il testo a tal punto da trasformare la propria vita in una pagina in cui la parola di Dio si fa carne e si rende leggibile a tutti.
Di Giuseppe non si registra una sola parola. Il suo nome si perde tra genealogie, la sua persona si ritrae per lasciare spazio al mistero; i suoi passi si interrompono all'improvviso. Diventa quindi necessario decifrare nomi e circostanze, colmare i vuoti narrativi, rendere eloquenti i silenzi. È quanto si sono proposti i sei autori, lavorando in stretto contatto e secondo le proprie competenze. Trattandosi di un'opera scritta a più mani, accoglie una varietà di approcci e di prospettive metodologiche indicando soluzioni agli interrogativi che nascono da un'attenta lettura del testo. Ciò permette di apprezzare la vera statura di Giuseppe: in sintonia con la prospettiva generale del primo vangelo, la sua grandezza consiste in un fare che esprime adesione piena alla volontà di Dio. Al culmine della sequenza dei giusti, egli persegue la via della giustizia e, aprendosi alla volontà di Dio, mai in regola con la logica simmetrica umana, accoglie il Messia d'Israele e lo custodisce così da donarlo alle genti.
Il racconto della Torah si apre con la narrazione di un omicidio, segno della violenza ontologica radicata nell'uomo. Caino e Abele hanno il compito di rappresentare ciò che vi è di più universale nella natura umana. L'Autore mostra come alcune tradizioni interpretative abbiano favorito una lettura tipologica e ideologica in cui i due fratelli sarebbero la prefigurazione di un antagonismo eterno tra ebraismo e cristianesimo. Ma un'attenta analisi di altre tradizioni esegetiche rivela come il racconto della Genesi sia più complesso di quanto sembri e sia imperniato su un dialogo tra i due fratelli abbozzato dal primo, neppure tentato dal secondo. Abele, che tutti aspiriamo a incarnare, è anche colui che non si è mai interessato di suo fratello. La domanda del dialogo deve essere posta all'Abele che è in noi, perché è lui che, nonostante le sue presunte virtù, non rivolge uno sguardo a suo fratello. L'impellente interrogativo «Dov'è Caino, tuo fratello?» può, quindi, riassumere lo spirito del percorso che qui si propone, provando a far dialogare due tradizioni esegetiche, ognuna delle quali ambisce ad essere la discendenza di Abele.
Abramo ha avuto un’indiscussa centralità nella tradizione ebraica e in quella cristiana. Proprio per questo ognuna delle due tradizioni ne ha evidenziato quegli aspetti che considerava più congeniali e significativi. Momenti salienti della vita del patriarca, come la vocazione, la benedizione, la circoncisione e l’aqedah di Isacco, nonché tematiche come l’osservanza della Torah, sono stati interpretati secondo istanze teologiche e prospettive religiose diverse. Tuttavia, uno sguardo più attento ai testi permette di rinvenire fili comuni e di scovare prestiti da una tradizione all’altra. Se ne deduce che la realtà delle relazioni tra ebrei e cristiani nei primi secoli, anche e forse soprattutto dal punto di vista esegetico, era molto più aperta a contatti reciproci di quanto lasci credere l’applicazione rigida e precoce del modello della separazione tra le due strade. Anche in questo senso Abramo si dimostra «padre di molti».
Inesauribile è la tematica relativa all'Eucaristia. Dalla dimensione biblica a quella storica, dalla realtà liturgica a quella spirituale, dai riflessi nella cultura e nei vari contesti dell'arte e dell'architettura, il mistero eucaristico rivela insieme a una diffusa complessità anche la capacità di realizzare quell'incontro unico tra Dio e il suo popolo nelle variegate pieghe della storia e dell'animo umano. Ed è proprio un incontro con la storia della salvezza quello dispiegato nei diciassette percorsi di conoscenza e di approfondimento del mistero eucaristico, racchiusi nel volume. A partire dalla più antica testimonianza sull'Eucaristia, l'Autore offre un itinerario attraverso il metodo della lectio divina. Muovendosi da quanto prefigurato già nel libro della Genesi, si attraversa l'intera vicenda storico-salvifica per giungere fino alle prospettive offerte dal libro dell'Apocalisse. Icona portante e filo conduttore è l'episodio di Emmaus che costituisce il costante punto di riferimento, come metodo e come contenuti, per chiunque voglia riconoscere il Maestro «nello spezzare il pane».
Il piccolo libretto di Qohelet, "scandaloso- gioiello biblico, sembra scardinare tutte le nostre certezze e consegnarci a un pessimismo disperante. Che legame ci può essere tra questo libro della Bibbia e Gesù? A tale interrogativo vuole rispondere il presente volume. Partendo da un'intuizione fondamentale dei Padri della Chiesa - «il nostro Ecclesiaste è Cristo» -, l'autore ci propone una rinnovata lettura cristiana di Qohelet, intendendola più o meno così: l'uomo Gesù Cristo si è confrontato con le domande e i problemi lasciati aperti da Qohelet. Li ha affrontati, pensati, solo in parte risolti, anzi spesso li ha trasformati in nuove domande, ben sapendo che l'autore di questo libro si rivolgeva «a tutta la creazione e al mondo intero riguardo ad argomenti comuni a tutti». Un particolare cammino di lettura di Qohelet poco battuto ma, come ben dimostra Ludwig Monti in questo volume, capace di aprire sentieri inediti di riflessione in vista di una lettura cristiana, dunque umana, di Qohelet. E, di conseguenza, dell'esistenza tout court, perché tra i libri biblici Qohelet è tra quelli più moderni, o forse eterni, nel tratteggiare il mestiere di vivere.
«Dio ha scritto un libro stupendo le cui lettere sono la moltitudine delle creature presenti nell'universo». Partendo da questa affermazione di san Giovanni Paolo II, il Card. Ravasi ci propone nel presente volume un affascinante viaggio, in sette tappe, all'interno del creato così come è raffigurato dalle Sacre Scritture. Il cammino non può che aprirsi sull'orizzonte della creazione che squarcia il silenzio del nulla attraverso la parola creatrice di Dio. La seconda tappa è rischiarata dalla creatura primordiale, la luce. Viene poi introdotta l'altra realtà primigenia, l'acqua, il cui flusso naturale e simbolico intride tante pagine bibliche. Troviamo poi i monti, che assumono profili diversi nella struttura geografica e storica. La quinta tappa si affaccerà su un panorama verdeggiante, quello della vegetazione. La sesta sarà, invece, popolata dagli animali con il loro legame con gli umani. Nell'ultima verrà imbandita una mensa col cibo che, in senso non materialistico ma simbolico, definisce l'umanità con le sue varie esperienze personali e comunitarie. Un volume che, oltre a fare proprio il grido di allarme lanciato da papa Francesco con l'enciclica Laudato si' sulla cura della casa comune, vuole essere anche un forte invito alla speranza in un periodo così arduo.
Questo volume, esamina il materiale riportato nei capitoli iniziali dei quattro Vangeli: vi si prendono in considerazione i racconti della nascita di Gesù e degli eventi ad essa correlati; il battesimo di Gesù e il suo rapporto con Giovanni Battista; le tentazioni del diavolo nel deserto. Singoli capitoli tematici sono dedicati alla missione profetica di Gesù, al rapporto tra Gesù e i suoi discepoli, all'inizio del conflitto tra Lui e i suoi oppositori. Nel volume si tenta anche di tracciare il ritratto di Gesù come emerge dai Vangeli, di esaminare il suo modo di vivere e i tratti fondamentali del suo carattere. In questo libro, l'analisi dei testi evangelici è preceduta da una breve storia e analisi dello stato attuale della disciplina neotestamentaria, e anche dalla descrizione delle fonti utilizzate.
Una serie di dieci volumi per riscoprire l’Antico Testamento libro dopo libro. L’approccio dei volumi, approfondito ma accessibile, fornisce una perfetta guida per chi intende conoscere meglio gli scritti che rappresentano le radici della fede cristiana, grazie a un’opera imperdibile da leggere e conservare. Gli autori – teologi e biblisti di alto profilo – sono garanzia dell’accuratezza dei contenuti.
Una serie di dieci volumi per riscoprire l’Antico Testamento libro dopo libro. L’approccio dei volumi, approfondito ma accessibile, fornisce una perfetta guida per chi intende conoscere meglio gli scritti che rappresentano le radici della fede cristiana, grazie a un’opera imperdibile da leggere e conservare. Gli autori – teologi e biblisti di alto profilo – sono garanzia dell’accuratezza dei contenuti.
Paolo Merlo ha conseguito il dottorato in Teologia e in Vicino Oriente antico. Insegna Esegesi dell’Antico Testamento presso la facoltà di Teologia della Pontificia Università Lateranense di Roma e Storia dell’Antico Testamento al Pontificio Istituto Biblico.
Una serie di dieci volumi per riscoprire l’Antico Testamento libro dopo libro. L’approccio dei volumi, approfondito ma accessibile, fornisce una perfetta guida per chi intende conoscere meglio gli scritti che rappresentano le radici della fede cristiana, grazie a un’opera imperdibile da leggere e conservare. Gli autori – teologi e biblisti di alto profilo – sono garanzia dell’accuratezza dei contenuti.
Paolo Merlo ha conseguito il dottorato in Teologia e in Vicino Oriente antico. Insegna Esegesi dell’Antico Testamento presso la facoltà di Teologia della Pontificia Università Lateranense di Roma e Storia dell’Antico Testamento al Pontificio Istituto Biblico.
In queste pagine Mario Cucca aiuta i lettori a entrare in ascolto con quanto i profeti Isaia e Geremia hanno detto e quanto hanno da dire al mondo contemporaneo. Chi si accosterà a queste pagine troverà quindi alcuni criteri di lettura profetica che si propongono di affiancare il contatto diretto con le pagine della Bibbia. Introduce i lettori a Proverbi, Siracide, Sapienza in maniera non convenzionale e più consona all'etimologia del termine (intro-ducere, portare dentro), invitando chi legge a entrare nel testo, ad attraversarne gli snodi tematici e ad appropriarsi dei contenuti. La serie a cui appartiene il volume è pensata come un'introduzione ai libri della Bibbia attraverso un commento consapevole dei maggiori apporti dell'esegesi contemporanea. Non lasciando mancare elementi di originalità, le pagine che seguono optano per la lettura diretta di alcuni passi biblici che, come punti di accesso privilegiato, consentono uno sguardo all'insieme del maestoso edificio della Scrittura.
In questo volume Paolo Merlo introduce i lettori a Cronache, Esdra, Neemia e Maccabei in maniera non convenzionale e più consona all'etimologia del termine (intro-ducere, portare dentro), invitando chi legge a entrare nel testo, ad attraversarne gli snodi tematici e ad appropriarsi dei contenuti. La serie a cui appartiene il volume è pensata come un'introduzione ai libri della Bibbia attraverso un commento consapevole dei maggiori apporti dell'esegesi contemporanea. Non lasciando mancare elementi di originalità, le pagine che seguono optano per la lettura diretta di alcuni passi biblici che, come punti di accesso privilegiato, consentono uno sguardo all'insieme del maestoso edificio della Scrittura.
In queste pagine Mario Cucca aiuta i lettori a entrare in ascolto con quanto i profeti Isaia e Geremia hanno detto e quanto hanno da dire al mondo contemporaneo. Chi si accosterà a queste pagine troverà quindi alcuni criteri di lettura profetica che si propongono di affiancare il contatto diretto con le pagine della Bibbia. Introduce i lettori a Proverbi, Siracide, Sapienza in maniera non convenzionale e più consona all'etimologia del termine (intro-ducere, portare dentro), invitando chi legge a entrare nel testo, ad attraversarne gli snodi tematici e ad appropriarsi dei contenuti. La serie a cui appartiene il volume è pensata come un'introduzione ai libri della Bibbia attraverso un commento consapevole dei maggiori apporti dell'esegesi contemporanea. Non lasciando mancare elementi di originalità, le pagine che seguono optano per la lettura diretta di alcuni passi biblici che, come punti di accesso privilegiato, consentono uno sguardo all'insieme del maestoso edificio della Scrittura.
Sebastiano Pinto introduce i lettori a Giobbe e Qoelet in maniera non convenzionale e più consona all'etimologia del termine (intro-ducere, portare dentro), invitando chi legge a entrare nel testo, ad attraversarne gli snodi tematici e ad appropriarsi dei contenuti. La serie a cui appartiene il volume è pensata come un'introduzione ai libri della Bibbia attraverso un commento consapevole dei maggiori apporti dell'esegesi contemporanea. Non lasciando mancare elementi di originalità, le pagine che seguono optano per la lettura diretta di alcuni passi biblici che, come punti di accesso privilegiato, consentono uno sguardo all'insieme del maestoso edificio della Scrittura.
In questo volume Sebastiano Pinto introduce i lettori a Salmi e Cantico in maniera non convenzionale e più consona all'etimologia del termine (intro-ducere, portare dentro), invitando chi legge a entrare nel testo, ad attraversarne gli snodi tematici e ad appropriarsi dei contenuti. La serie a cui appartiene il volume è pensata come un'introduzione ai libri della Bibbia attraverso un commento consapevole dei maggiori apporti dell'esegesi contemporanea. Non lasciando mancare elementi di originalità, le pagine che seguono optano per la lettura diretta di alcuni passi biblici che, come punti di accesso privilegiato, consentono uno sguardo all'insieme del maestoso edificio della Scrittura.
Sebastiano Pinto introduce i lettori a Proverbi, Siracide, Sapienza in maniera non convenzionale e più consona all'etimologia del termine (intro-ducere, portare dentro), invitando chi legge a entrare nel testo, ad attraversarne gli snodi tematici e ad appropriarsi dei contenuti. La serie a cui appartiene il volume è pensata come un'introduzione ai libri della Bibbia attraverso un commento consapevole dei maggiori apporti dell'esegesi contemporanea. Non lasciando mancare elementi di originalità, le pagine che seguono optano per la lettura diretta di alcuni passi biblici che, come punti di accesso privilegiato, consentono uno sguardo all'insieme del maestoso edificio della Scrittura.
L’autore affronta il tema della fragilità in chiave biblica, da genesi ad apocalisse, passando per i salmi e Paolo. La riflessione sfocia in un invito a riappropriarsi del senso della fragilità della vita, senza la quale non ci sarebbe nemmeno la libertà umana. Questa fragilità, che tanto infastidisce in quanto Tange continuamente tutti con aspetti di vario genere, sia umani che cosmici, in realtà è la con di ti o sine qua non per vivere un’esperienza di libertà, dove non si è automi, predeterminati solo a fare il bene, ma soggetti che, nell’ambito della storia, possono scegliere di vivere con creatività, con sentimento, con fantasia. Pensato e composto prima della diffusione del coronavirus, aiuta a individuare percorsi di salvezza anche in mezzo a situazioni negative.
L'autore ripercorre le omelie di Origene, Padre della Chiesa Orientale, sugli scritti biblici di Geremia, sottolineandone meticolosamente i numerosi aspetti spirituali. L'approccio sapienziale al testo rende l'opera una lettura approfondita e rilevante, mettendo in risalto il pensiero di Origine, figura dal ricchissimo lascito teologico e filosofico, in rapporto con il Profeta Geremia e il suo ruolo nelle Scritture.
Il Decalogo è un testo fondamentale della tradizione cristiana. Ma come è possibile pretendere che un testo così antico abbia ancora rilevanza oggi, in un contesto sociale, culturale e valoriale molto diverso? Non si rischia di continuare a proporre, nel catechismo e nella predicazione, un pezzo d'antiquariato che non ha più alcun rapporto con la realtà? Provare a rileggere i comandamenti nel loro contesto anticotestamentario riserva però diverse sorprese circa la loro attualità e la loro efficacia. Con un linguaggio accessibile, questo libro offre le chiavi per comprendere i testi e i contesti del Decalogo, basandosi sui risultati della più moderna ricerca esegetica. Rivolto in particolare a quanti lavorano nell'ambito della pastorale, che potranno trovarvi spunti per rinnovare il loro approccio ai comandamenti, sarà utile anche a chiunque voglia interrogarsi sulla questione fondamentale di cosa può essere «bene» nella molteplicità delle esperienze che la vita ci pone di fronte.
Alfeev dedica questo libro agli eventi che, nell’arco di pochi giorni, costituirono la fine della storia terrena di Gesù Cristo, Figlio di Dio e Figlio dell’Uomo. Che cosa ci dicono gli evangelisti degli ultimi giorni, ore e minuti della vita di Cristo? Come descrivono la sua resurrezione? Perché le loro narrazioni di questi eventi sono così diverse tra loro e quanto sono affidabili? Che significato ha la morte di Gesù per i cristiani e perché la Resurrezione di Cristo costituisce la festa più importante della Chiesa cristiana? Perché la storia degli ultimi giorni della vita terrena di Cristo continua da venti secoli ad esercitare un influsso spirituale ed emotivo così potente su milioni di uomini? Un libro che si propone di dimostra che Gesù Cristo è contemporaneamente Dio e uomo.
Sul Padre Nostro sono stati scritti innumerevoli commenti, fin dall'antichità. Quelli degli ultimi anni hanno cercato di mettere in luce la ricchezza delle differenti espressioni della preghiera del Signore, offrendo mirabili luci sul suo testo, sul suo sfondo giudaico, sulla sua ricca teologia. Tuttavia questi lavori hanno una caratteristica comune: dopo aver mostrato somiglianze e differenze fra la versione di Matteo e quella di Luca, procedono al commento della forma lunga, quella matteana, limitandosi a notare le diversità della redazione lucana. Questo commento al Padre Nostro è interamente fondato su una scommessa: valorizzare la versione di Matteo e quella di Luca nella loro ricchezza e singolarità. Le due versioni sono comprese ciascuna all'interno del proprio contesto immediato e tenendo conto della visione teologica del rispettivo evangelista. Il Padre Nostro diventa così un caleidoscopio attraverso il quale ammirare la multiforme ricchezza dell'annuncio di Gesù. Davvero, come dicevano i Padri, la preghiera del Signore è la sintesi di tutto il Vangelo.
Fin dal giubileo della misericordia (2016), papa Francesco aveva pensato a una domenica da dedicare «interamente alla parola di Dio, per comprendere l'inesauribile ricchezza che proviene da quel dialogo costante di Dio con il suo popolo» (Misericordia et misera 7). Quella intuizione si è tramutata in realtà con la domenica della Parola istituita con un documento che nel titolo (Aperuit illis) richiama le parole rivolte dal Risorto ai discepoli incamminati verso Emmaus. Con l'acutezza del biblista che lo contraddistingue, l'Autore illustra gli orientamenti delineati da papa Francesco in continuità con la tradizione magisteriale più recente. Inoltre evidenzia quelle che considera peculiarità proprie di papa Francesco: la Bibbia come libro del popolo, l'ispirazione in azione continua tra l'autore umano e la comunità in ascolto, l'inscindibile relazione tra la Scrittura e la Tradizione, l'impulso della Scrittura verso la carità o l'amore per il prossimo. Aperuit illis inizia con il cuore dei discepoli di Emmaus e termina con la Parola che abita nel cuore umano per essere messa in pratica: il presente volume illumina il senso delle tappe di questo percorso nella consapevolezza che si «impara a conoscere il cuore di Dio dalle parole di Dio» (Gregorio Magno).