
In occasione dei cento anni dalla nascita di Gianni Rodari, ecco un saggio ricco di sorprese, diviso in tre parti. La prima è una biografia che ripercorre vita e opera dell'autore nei suoi aspetti più significativi. La seconda analizza l'opera di Rodari attraverso dei percorsi tematici che rimettono al centro di possibili percorsi di lettura i grandi valori e le idee di infanzia e società che attraversano i suoi testi: pace, uguaglianza economica e sociale, fratellanza, solidarietà, etica, valore del lavoro, rispetto per l'infanzia, fiducia nel futuro e altri. Viene così messa in luce l'idea di utopia come capacità di vedere le criticità della realtà e del presente e immaginare, anche attraverso l'invenzione fantastica, un futuro migliore. La terza indaga titoli di altri autori contemporanei capaci di proseguire i percorsi di lettura individuati tra i testi di Rodari e di suscitare un dialogo aperto, oggi, tra adulti e bambini sui temi e sui valori centrali per l'autore.
In occasione dei cento anni dalla nascita di Gianni Rodari, proponiamo un saggio ricco di sorprese, diviso in tre parti. La prima è una biografia che ripercorre vita e opera dell’autore nei suoi aspetti più significativi. La seconda analizza l’opera di Rodari attraverso dei percorsi tematici che rimettono al centro di possibili percorsi di lettura i grandi valori e le idee di infanzia e società che attraversano i suoi testi: pace, uguaglianza economica e sociale, fratellanza, solidarietà, etica, valore del lavoro, rispetto per l’infanzia, fiducia nel futuro sono alcuni di questi fili tematici fondamentali. Viene così messa in luce l’idea di utopia come capacità di vedere le criticità della realtà e del presente e immaginare, anche attraverso l'invenzione fantastica, un futuro migliore. La terza e ultima parte indaga titoli di altri autori contemporanei capaci di proseguire i percorsi di lettura individuati tra i testi di Rodari e di suscitare un dialogo aperto, oggi, tra adulti e bambini sui temi e sui valori centrali per l’autore.
"Si staglia, sullo sfondo di questo libro affascinante, il ritratto di una donna complessa, caparbia e geniale, ostinata e anticonformista, appassionata di un bambino, il “padre dell’uomo”, da capacitare, rendere autonomo attraverso “il fare bene”, da non coartare, da liberare in tutte le sue multiformi possibilità di crescita. A benefi cio suo e dell’umanità intera".
(Dalla prefazione di Andrea Bobbio)
Maria Montessori (1870-1952), medico, neuropsichiatra infantile, pedagogista, filosofa ed educatrice. Una delle donne italiane più celebri nel mondo, grazie al metodo educativo che prende il suo nome e a cui si richiamano molte scuole, istituzioni e progetti formativi.
In questo libro conosciamo la biografia di Maria Montessori: la vita unica e attivissima di una donna che si è guadagnata il rispetto del mondo scientifico con il proprio impegno, genialità e competenza.
Inoltre, l’autrice ci presenta tutti i punti di forza della visione dell’infanzia e del metodo educativo montessoriano. Scopriamo così fino a che punto la lezione della grande pedagogista fa parte della moderna scienza dell’educazione e cosa deve ancora essere realizzato del suo vasto progetto.
Valeria Rossini, è professoressa associata di Pedagogia generale e sociale presso il Dipartimento di Scienze della Formazione, Psicologia, comunicazione dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”. Si occupa di pedagogia dell’infanzia e di formazione dei docenti. Tra i suoi articoli e pubblicazioni citiamo Educazione e potere. Significati, rapporti, riscontri (Guerini, 2015) e Convivere a scuola. Atmosfere pedagogiche (FrancoAngeli, 2018).
Leggere questo libro è in qualche modo salire sull'argine che divide chi usurpa la terra da chi ne è usurpato. Pagina dopo pagina, a Sud e a Nord dell'equatore, padre Alex ripete e amplia il medesimo appello di sempre: a impegnarsi - come donne e uomini affamati di giustizia - e ad affidarsi - come figli di un Dio che ascolta il grido degli orfani e delle vedove. «Come fai a presentare uno così... un Francesco d'Assisi solido come un faggio trentino, capace di farsi carico del peso della disperazione altrui senza esserne schiacciato, capace di farsi megafono del grido muto degli inascoltati del mondo» (Marco Paolini).
Il martirio di un sacerdote nella Polonia comunista. A 35 anni dalla morte, non è stata ancora fatta chiarezza sull'omicidio del sacerdote polacco Jerzy Popie?uszko. La sua vicenda scosse l'opinione pubblica mondiale e costrinse la Polonia comunista a istituire il primo e unico processo contro uomini dei servizi segreti nei Paesi del Patto di Varsavia. Secondo alcuni analisti il suo omicidio fu un colpo decisivo al successivo sgretolamento della cortina di ferro. Questo libro racconta la vita di Popie?uszko e fa uso di materiale inedito come i documenti della Stasi, l'archivio personale di Giulio Andreotti, la Positio per la causa di beatificazione, l'Archivio segreto vaticano, e l'archivio del Partito comunista italiano.
"Non è ancora stato scritto un libro che descriva l'esperienza della vita di sant'Ambrogio [...] manca un testo che presenti l'umanità del santo, trasformata dall'azione dello Spirito: mi piacerebbe leggere un libro così!-: queste sono le parole che Benedetto XVI ha detto all'autore in un colloquio privato, avvenuto il 16 settembre 2015 nel Monastero Mater Ecclesiae in Vaticano. Il testo, presentando il cammino di conversione di Ambrogio da uomo del mondo a uomo di Dio, mostra l'umanità del vescovo trasfigurata pienamente dall'amore di Dio, attraverso l'azione delle tre virtù teologali: fede, speranza e carità. Il libro, dunque, non è una biografia di carattere storico; riguarda, invece, il cammino esperienziale di Ambrogio, il quale, lasciandosi plasmare dallo Spirito Santo, è diventato padre della Chiesa milanese e dono prezioso per la Chiesa universale.
In un passaggio cruciale della storia della Chiesa e dell'Italia, nel pieno del processo di unificazione, due giovani cattolici danno vita a un'associazione di laici che diventerà l'Azione Cattolica. Il senso di tale impresa è rivolto, insieme alla difesa della Chiesa, alla formazione spirituale e culturale delle persone, unita a un coraggioso impegno sociale e civile, volto a rilanciare il ministero del Papa e la sua missione universale. Protagonista della vicenda è Giovanni Acquaderni, fondatore con Mario Fani della Società della Gioventù Cattolica: cresciuti nel clima dell'intransigenza, essi sanno guardare avanti, impostando un nuovo rapporto con la modernità. Acquaderni, accanto al contributo decisivo dato alla guida dell'Opera dei Congressi, è fondatore e animatore di molte iniziative, dal Credito romagnolo all'Avvenire d'Italia. Egli diventa così punto di riferimento per una lunga stagione che vede l'avvio della presenza organizzata del laicato cattolico, impegnato a "fare gli italiani", con un decisivo contributo per quella "educazione popolare- capace di tradursi in servizio ecclesiale e politico. Un altro volto del Risorgimento che si proietta nella storia italiana fino ai giorni nostri, secondo quanto il Concilio Vaticano II ha disegnato per la natura della Chiesa e la missione del laicato.
Il 16 aprile 1879 moriva Bernadette Soubirous. Chi era? La figlia di un mugnaio sfrattato, una pastorella, una testimone di un fatto sconvolgente che la superò da ogni lato; una ragazza che decise di scomparire dopo i giorni delle apparizioni, facendosi suora e infermiera; una ragazza che, ancora giovanissima, si ammalò gravemente di un male che la portò alla morte. Molto è stato detto di lei, ma la verità si cela in queste pagine, scritte ormai da quasi cinquant’anni, ma che restano le più decisive sul senso e il destino della piccola veggente di Lourdes e sulla profezia della Vergine della Grotta di Massabielle. Dopo una lunghissima indagine sulle pagine lasciate da Bernadette e dai testimoni, René Laurentin – il maggiore studioso della storia delle visioni mariane – ci ripresenta tutte le parole di Bernadette, trasparenti e semplici come lei stessa, dal suo letto di morte, volle che fossero tramandate, quando disse: «Quanto più semplice si scrive, tanto meglio; infiorare le cose vuol dire snaturarle».
RENÉ LAURENTIN (19-10-1917) è uno degli specialisti più noti di mariologia; consultore delle commissioni preparatorie e poi esperto durante lo svolgimento del Concilio Vaticano Il, è stato l’interprete, il mediatore, l’arbitro di tutti i dibattiti e delle conseguenti decisioni che sono state prese in merito allo sviluppo della dottrina e della pietà su Maria negli ultimi 70 anni.
Il volume racconta la vita di Marianna Fontanella - la Beata Maria degli Angeli - , vissuta a Torino dal 1661 al 1717; monaca Carmelitana nel monastero torinese di Santa Cristina, ebbe doni straordinari e le vicende della sua vita si intrecciano con quelle di Casa Savoia. La biografia ripropone la sua testimonianza a quattro secoli dalla sua morte ed è arricchita da documenti inediti frutto della ricerca storiografica dell'autrice.
In un mondo avvezzo ai sensazionalismi, in cui si tende a vivere sempre più per se stessi, Antonietta Guadalupi è senza dubbio una figura in controtendenza. Donna coraggiosa, innamorata di Gesù, annunziatina e Assistente Sanitaria dell'Istituto Nazionale dei Tumori, ha reso la sua vita «del tutto normale, senza apparentemente far nulla di straordinario», un dono continuo a Dio e agli altri. Il suo eroismo è quello feriale di tanti padri e madri di famiglia, volontari, laici e consacrati che si consumano per un presente logorante ma gravido di futuro: un chicco di grano seminato con semplicità evangelica nella terra brulla delle nostre storie complesse. Questo libro raccoglie la sua biografia, molti degli scritti, le testimonianze di chi l'ha conosciuta come amica e infermiera amorevole.
Un medico, un missionario, un uomo coraggioso e mite, sostenuto da una fede incrollabile. Padre Giuseppe Ambrosoli aveva deciso da ragazzo che avrebbe vissuto da comboniano al servizio dei poveri e che per questo avrebbe lasciato il suo paese, Ronago (CO), gli affetti e l'azienda familiare. Destinazione: Uganda. Partito nel 1956 con la nave Africa, dopo un avventuroso percorso su una jeep in mezzo alla savana, trovò a Kalongo, ai piedi di quella che è chiamata la Montagna del Vento, un dispensario per la maternità, una piccola capanna con il tetto di paglia. Nel giro di pochi anni, grazie alla sua caparbietà, alla grande capacità di medico e sacerdote, allo spirito manageriale ereditato dalla famiglia, quel piccolo centro divenne un grande ospedale. Ma la guerra civile irrompe nella vita dell'ospedale, stravolgendola. L'ordine di evacuazione è perentorio e padre Giuseppe, costretto in sole 24 ore ad organizzare la carovana di pazienti, medici e infermieri, lascia Kalongo senza tornarvi mai più. Lui, medico al servizio dei più poveri, muore a Lira, isolata dalla guerra, senza la possibilità di essere curato. Tutto finito? No. L'ospedale di Kalongo, protetto dai suoi abitanti, dopo tre anni rinasce e prosegue la sua opera di cura dei più vulnerabili. Quella storia di dedizione al prossimo e caparbietà umana continua ancora oggi con la Fondazione voluta dalla famiglia Ambrosoli e dai missionari comboniani, che hanno raccolto l'eredità di padre Giuseppe per dare sostegno e continuità ad un miracolo d'amore. Como, Milano, Kalongo. Migliaia di chilometri di distanza, rumori e odori diversi, ricchezza e povertà. Ma padre Giuseppe e la sua opera hanno ridotto le distanze, unito l'Ospedale e la Fondazione, i medici ugandesi e i volontari italiani, il bisogno di ricevere e la voglia di dare. Premessa di Mario Calabresi. Prefazione del card. Gianfranco Ravasi.
Madre Brigida Maria Postorino (1865-1960), alla fine del diciannovesimo secolo, iniziò a radunare intorno a sé un gruppo di giovani donne che volevano condividere con lei il cammino alla sequela di Cristo. Nacque in tal modo l'Istituto delle Figlie di Maria Immacolata, il cui scopo - oltre alla santificazione dei membri - era l'aiuto alle persone più bisognose, come l'infanzia abbandonata e povera. A questa infanzia abbandonata cui era precluso un avvenire migliore, Madre Brigida Maria, forte del suo amore alla Vergine Immacolata che la portò a superare fatiche e sofferenze di ogni tipo, offrì la possibilità di ricevere un'istruzione adeguata e quindi un futuro più sereno.
Una biografia dalla lettura agevole, che ripercorre in maniera esaustiva e suggestiva la breve ma articolata avventura umana e spirituale di uno straordinario testimone del laicato cattolico italiano della prima metà del secolo scorso: Teresio Olivelli. "Iscritto all'Azione Cattolica e alla Fuci, non volle separare la sua fede dalla vita pubblica, per questo non esitò ad inserirsi dentro tutte le realtà umane, anche nel fascismo e nella resistenza, per essere testimone di un agire evangelicamente fecondo e portare il suo contributo di credente nella costruzione della città dell'uomo. Nel corso della sua vita di studente, docente, alpino, resistente e deportato, visse i momenti difficili e dolorosi guidato dall'amore assoluto per Dio; per questo non esitò a condividere la sofferenza e la disperazione altrui nei campi di concentramento nazifascisti, fino all'olocausto di sé, in nome della carità e delle virtù cristiane." (dalla Prefazione di Maurizio Gervasoni, Vescovo di Vigevano)
Un tocco, una carezza tanto da far pendere il quadro che lo ritrae. È questa l'esperienza che, più volte al giorno, è capitata nella Curia di Buenos Aires al ritratto di sant'Agostino Roscelli al passaggio del cardinale argentino divenuto Papa. Perché un povero sacerdote italiano è uno dei santi venerati da Papa Francesco e non solo da lui? Che cos'ha di straordinario questo umile prete ligure per entrare nel cuore di chi lo accosta? Questo libro traccia l'itinerario di un'esistenza segnata dal Vangelo che non ci insegna il che cosa fare ma il come lo si fa. Libertà e rispetto, audacia e coerenza, umiltà e misericordia, fede e preghiera si intrecciano con giustizia e lealtà offrendo una prospettiva formidabile all'essere credenti. Tuttavia non basta. Sant'Agostino Roscelli è andato oltre regalandoci una via nuova, affidabile, percorribile da tutti. In questo è racchiuso l'attraente fascino della sua santità presentata dall'agile penna di Valerio Lessi.
Tutta la vita di santa Gianna Beretta Molla esprime una tensione verso l'amore per Dio e per il prossimo. La "Dottoressa", così la chiamavano i suoi pazienti, aveva quel coraggio che non calcola il tempo da donare, le energie da spendere, le risorse da mettere in campo. La conosciamo per il suo gesto finale, l'aver dato la propria vita per la vita che portava in grembo. Ma quel sacrificio è inquadrato in uno stile quotidiano che ha radici assai profonde. A rivelarle, in questo libro, sono le testimonianze di chi l'ha conosciuta vivendole accanto. La figura di Gianna - medico, moglie e mamma - diventa così attuale per ogni credente che si interroga non su quale gesto eroico potrà capitargli di compiere per giungere alla santità, ma su quale quotidianità può fondare la propria fedeltà al Signore.
"Mi è preso quasi un colpo quando ho visto quelle luci abbaglianti nella stanza della casa di Renzo, ed è apparsa la mia Rita! Mi sono reso immediatamente conto che stavo assistendo ad un fenomeno paranormale e che avrei dovuto divulgarlo a tutti". Questa è la testimonianza del Dr. W.T. Polick jr, noto angiologo romano, che ha vissuto un'incredibile avventura che troverete descritta in queste pagine.
La biografia di don Andrea Santoro, ucciso nella città turca settentrionale di Trabzon, l'antica Trebisonda, nel febbraio del 2006. Don Andrea venne ucciso nella chiesa parrocchiale di Santa Maria con un colpo di pistola da un sedicenne fuggito gridando: "Allah Akbar". Il movente è rimasto sconosciuto. Don Andrea era impegnato da anni nel dialogo interreligioso; su di lui, sulla sua morte e su questo libro, Andrea Riccardi ha scritto nella Prefazione: "La morte di don Andrea Santoro getta luce su un'intera vita e spinge a interrogarsi su chi fosse questo personaggio. È un interrogativo che Augusto D'Angelo ha raccolto da storico, attento ai grandi problemi della vita religiosa contemporanea, capace di leggere il tessuto spirituale e umano di una vicenda".
Ricco di date, nomi, luoghi e persone, ma soprattutto di una filigrana ininterrotta di eventi straordinari, il volume di Antonio Furioli mette in rilievo la persona di Giustino de Jacobis quale strumento salutare ed efficace di grazia nelle mani di Dio per la rinascita della Chiesa cattolica in Abissinia. Il suo straordinario itinerario missionario, iniziato a fine ottobre 1839, era culminato nell'agosto 1855 con il martirio di abba Gabra Mikael, prova inconfutabile dell'elevato grado di maturità umana e cristiana raggiunta dalla piccola comunità ecclesiale abissina coagulatasi attorno alla persona e al carisma fuori del comune di Giustino de Jacobis. Come Paolo di Tarso, Giustino de Jacobis ha testimoniato che la sofferenza non è stata una realtà cupa e ingrata del suo tenace impegno missionario in Abissinia, ma segno di una straordinaria fecondità apostolica, che ha caratterizzato una delle stagioni più geniali e feconde nella storia dell'evangelizzazione di questo antichissimo e nobile popolo africano.
Don Enrico Nardi si colloca tra i grandi protagonisti della carità del secolo XX in Italia. Suoi compagni e ispiratori furono san Giovanni Calabria, don Giulio Facibeni, san Pio da Pietrelcina, il beato don Carlo Gnocchi. Nato da una famiglia povera in Toscana, don Nardi ebbe una particolare sensibilità per i poveri e gli esclusi. Per questi all’inizio degli anni Sessanta fondò l’O.A.M.I., l’Opera di Assistenza ai Malati Impediti, con l’intento di accogliere in case famiglia dei malati lungodegenti il più delle volte costretti alla solitudine e all’abbandono nel momento in cui le famiglie d’origine non erano più in grado di provvedere a loro. Con la sua iniziativa egli non solo veniva incontro a un’esigenza della società, ma rivendicava dignità e partecipazione per gli inquilini delle sue case, molte volte chiamati a compiti di responsabilità.
Scritto con sentire di storico e partecipazione emotiva, il volume introduce il lettore in un mondo niente affatto rassegnato, ma proiettato verso orizzonti di novità e di realizzazione.
Destinatari
Tutti i credenti.
Autore
Pier Luigi Guiducci, nato a Roma nel 1951, insegna Diritto della sicurezza sociale presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore (Roma), Diritto amministrativo presso l’Università La Sapienza (Roma) e Storia della Chiesa presso il Centro diocesano di teologia per laici del Vicariato di Roma. Collabora inoltre con i vescovi italiani nelle iniziative di formazione permanente degli operatori pastorali. È specialista in divulgazione della cultura religiosa (spiritualità, vita pastorale, storia della Chiesa). Tra le sue opere, Storia della Chiesa, una storia di famiglia, Leumann 1989 (con Andrea M. Erba); Aliis non sibi clemens. Spiritualità e pastoralità di Giulio Rospigliosi (1600-1669), Clemente IX (1667-1669), Pistoia 2000; Clemente IX e la comunità ebraica di Roma. Il chirografo del 1668, Pistoia 2000; Santa Maria del Rosario in Prati: una comunità in cammino, Roma 2001; La Chiesa nella storia: duemila anni di cristianesimo, Leumann 2003 (con Andrea M. Erba).
"Un grande parroco veneziano: è, forse, questa la definizione e la sintesi più felice e adatta per la figura di Luigi Caburlotto che la Chiesa indica a tutti come 'beato'. Appassionato predicatore, ispirato sempre dalle Scritture, seppe farsi 'ascoltare e capire da ogni categoria di persone, parlando il linguaggio semplice della fede e della carità'. Nella Venezia e nel Veneto dell'Ottocento, Caburlotto visse tempi assai tumultuosi e travagliati, avendo da subito quella brillante intuizione che divenne instancabile priorità d'impegno pastorale: avere cura della gioventù, soprattutto di quella più povera e abbandonata, rispondendo, con modalità differenti e appropriate, alle molte urgenze e sfide di carattere educativo che quell'ambiente e quel tempo ponevano in modo assai evidente. Il testo di Domenico Agasso offre l'opportunità di riassaporare l'intera avventura educativa di don Luigi Caburlotto: l'attività frenetica e generosa, le conquiste e le gioie, le fatiche e le difficoltà che si trovò ad affrontare, lo slancio inarrestabile e coraggioso del carisma (fondò la congregazione delle suore Figlie di san Giuseppe) e anche le raffinate 'perle' di saggezza educativa che rendono la sua figura di straordinario significato anche per la società e la comunità ecclesiale del terzo millennio." (Francesco Moraglia, patriarca di Venezia)