
Lo sguardo di Daniel Arasse ha fatto innamorare generazioni a quell'avvenimento unico che chiamiamo "Rinascimento italiano", la sua nascita e le sue figure. Tra queste, l'irripetibile itinerario di Leonardo Da Vinci, finalmente in edizione italiana.
Questo libro nasce dallo speciale fascino che nel tempo i labirinti hanno esercitato su Franco Maria Ricci. Pagina dopo pagina, grazie a una ricchissima ricognizione illustrata nell'arte, nel mito e nella storia, ne sfilano numerosi: nella forma delle conchiglie, nei mosaici pavimentali o incisi sulle monete, dipinti in miniature o in progetti di architettura e per giardini. Una ricca e raffinata collezione che segna l'atteso ritorno di Franco Maria Ricci all'editoria, curata con la stessa attenzione al dettaglio e alla qualità che ha segnato per cinquant'anni la sua attività. Un libro tributo a un luogo dalla storia millenaria in cui siamo invitati a perderci. Introduzione di Umberto Eco.
Luigi Serafini, artista celebre in tutto il mondo per il "Codex Seraphinianus", torna in libreria con un'enigmatica sinfonia per immagini dedicata a Pulcinella. Composta tra il 1983 e il 1984 a partire dai bozzetti nati in occasione del Carnevale di Venezia, l'opera viene ora aggiornata e arricchita di nuove sorprendenti tavole.
L’immagine di Cristo ha rappresentato uno dei riferimenti essenziali per la costruzione della soggettività dell’uomo occidentale. A partire dal XV secolo i caratteri della sua influenza si modificano radicalmente. Il saggio intende esplorare questa trasformazione epocale a partire dalla figura del Salvatore che i pittori veneziani elaborano tra la fine del Quattrocento e gli inizi del XV secolo e prende in esame le rappresentazioni più importanti, e a volte sconosciute, che gli hanno dedicato artisti quali Antonello da Messina, Giovanni Bellini, Tiziano e tanti altri. Questo studio cerca di applicare al suo oggetto i metodi della storia dell’arte e della cultura, parte da una prospettiva di carattere antropologico per aprirsi, infine, all’interpretazione teologica di un fenomeno non ancora compreso totalmente nella sua profondità.
GLI AUTORI
FRANCESCO SARACINO, biblista e teologo, si occupa dell'interpretazione della tradizione figurativa occidentale all'interno di un progetto ermeneutico inteso a rivendicare un accesso "figurativo" alla dimensione dello Spirito.
Il secondo volume conclude la pubblicazione de L’Arte Cristiana nel tempo e completa il percorso cronologico iniziato nel primo: umanesimo, rinascimento, riforma, concilio tridentino, i secoli dell’illuminismo e del romanticismo fino alle grandi tragedie e speranze del “secolo breve”. Contemporaneamente l’autore prende in considerazione i punti cardinali della storia dell’arte in questo periodo.
Juan Plazaola Artola (San Sebastián 1919) È stato rettore del Centro umanistico della Compagnia di Gesù a Salamanca, professore di estetica all’Università di Deusto (San Sebastián), ordinario di storia dell’arte all’Università di Guipúzcoa (San Sebastián).
Maria Antonietta Crippa (Milano 1946), architetto e storico dell’arte, è professore di prima fascia di Storia dell’Architettura al Politecnico di Milano. Tra le sue numerose pubblicazioni ricordiamo Un’architettura sacra. Il santuario della Madonna della Vena a Cesenatico (Milano 1998), Gaudí. L’uomo e l’opera (Milano 1999). Fa parte della redazione italiana di Communio.
La pietà mariana, oltre che con preghiere, si è sempre manifestata anche con immagini e i frati Servi di Maria non costituirono eccezione: fin dalle origini, nel dedicare le loro chiese a Maria, le ornavano con bellissime immagini della Vergine, esprimendo così il loro amore per la Madre di Dio. Questo modo di intendere la devozione mariana fu denominato «via pulchritudinis». “Splendore di bellezza” è una raccolta, dalle origini al XV secolo, di alcune tra le più belle immagini, che esistevano o esistono ancora, presenti nelle Chiese dei Servi di Maria. Esse permettono di contemplare Maria, l’immagine della bellezza assoluta.
Destinatari
Studiosi dell’arte; devoti di Maria.
Autore
MARIA CECILIA VISENTIN, delle Serve di Maria Riparatrici, ha conseguito il dottorato in Teologia (specializzazione in Mariologia) al Marianum di Roma. Insegna religione in un liceo a Milano e Storia della spiritualità e dell’arte cristiana all’ISSR di Vicenza. Con le EMP ha già pubblicato il volume Bibbia e arte. Collaboratrice di Avvenire, sr. M. Cecilia si dedica prevalentemente alla ricerca storico-iconografica e pubblica studi di carattere divulgativo sui tesori letterari, artistici e musicali della pietà mariana.
A distanza di cinquant'anni dalla storica monografica curata da Franco Russoli, Palazzo Reale torna, in occasione del centenario dalla scomparsa dell'artista, ad ospitare Giorgio de Chirico (Volo, 1888 - Roma, 1978) con una grande mostra a cura di Luca Massimo Barbero L'intera straordinaria carriera artistica del Pictor Optimus verrà ricostruita in catalogo attraverso un percorso articolato in sezioni tematiche che, con un'ottantina di capolavori, narreranno l'evoluzione pittorica di de Chirico, dall'invenzione di una personale mitologia, che passa per l'interpretazione dell'Antico, alla costruzione della propria immagine - pittorica e letteraria -, sino alla Metafisica e al superamento della stessa negli anni venti, quando l'artista getta nuova luce sui valori fondanti dell'arte del passato. Oltre a un percorso esaustivo nelle tematiche sviluppate da de Chirico nel corso della sua carriera, la retrospettiva darà rilievo come mai in precedenza alla tecnica e alle straordinarie qualità pittoriche dell'artista. Una rara riflessione infatti sarà riservata al segno del maestro che attraverso la sua opera si trasforma e si reinventa in maniera sempre autentica, come a voler sottolineare i molteplici temi di suo peculiare interesse.
La Sala Bologna è uno degli spazi più inaccessibili e affascinanti del Palazzo Apostolico in Vaticano, stretta com'è tra gli appartamenti privati del pontefice e gli ambienti della Segreteria di Stato. Destinata in origine ad essere una sala da pranzo papale, fu costruita e decorata in occasione del Giubileo del 1575 per volontà del papa bolognese Gregorio XIII, Ugo Boncompagni. Il grandioso spazio interno è ancor oggi affrescato dalle monumentali mappe terrestri e celesti che furono realizzate per dare corpo a un ambizioso programma celebrativo del pontificato gregoriano. Tra queste spicca la mappa della città di Bologna, che è anche la più grande rappresentazione di città dipinta del Rinascimento. Questo libro presenta l'architettura e la decorazione della sala papale in tutta la sua magnificenza, mentre un gruppo di specialisti di fama internazionale affronta in chiave storico-critica i diversi aspetti di questo splendido ciclo di affreschi che anticipa di cinque anni la più nota Galleria delle Carte geografiche del Belvedere vaticano, costituendone il diretto antecedente. La documentazione visiva è il risultato della campagna di rilevamenti fotografici e tridimensionali eseguiti da Factum Arte per la realizzazione del facsimile della grande mappa di Bologna nella sala vaticana installato nel Museo della Storia di Bologna in Palazzo Pepoli.
Ad aprire le celebrazioni per il bicentenario della nascita di John Ruskin, che si terranno nel 2019, questo volume racconta la storia d'amore, lunga e fruttuosa, tra il famoso critico inglese e la città di Venezia. Durante la sua vita, Ruskin visitò Venezia numerosissime volte a partire dal 1835 e, in seguito ai lunghi soggiorni in città, pubblicò l'opera in tre volumi intitolata «Le pietre di Venezia», un inno alla bellezza, all'unicità e alla fragilità di questa città, destinata a diventare un caposaldo della cultura anglosassone e l'inizio del revival gotico d'epoca romantica. Tra i metodi d'indagine di cui Ruskin si serviva spiccano i numerosi taccuini, schizzi con rilievi architettonici, acquerelli, albumine, planotipi e dagherrotipi (il critico possedeva una primitiva macchina fotografica già nel 1849!). Queste testimonianze iconografiche sono l'oggetto di questo volume, e ci consentono di affrontare Ruskin da un nuovo, certamente meno conosciuto, punto di vista: come artista a tutto tondo e non solamente come scrittore. Catalogo della mostra (Venezia, Palazzo Ducale, 10 marzo-10 giugno 2018).
“Venezia giace ancora davanti ai nostri sguardi come era nel periodo finale della decadenza: un fantasma sulle sabbie del mare, così debole, così silenziosa, così spoglia di tutto all’infuori della sua bellezza, che qualche volta quando ammiriamo il languido riflesso nella laguna, ci chiediamo quasi fosse un miraggio quale sia la città, quale l’ombra. Vorrei tentare di tracciare le linee di questa immagine prima che vada perduta per sempre, e di raccogliere, per quanto mi sia possibile, il monito che proviene da ognuna delle onde che battono inesorabili, simili ai rintocchi della campana a morto, contro le pietre di Venezia”
- John Ruskin, The Stones of Venice
Uno straordinario viaggio tra arte, politica e società attraverso opere di artisti come Renato Guttuso, Lucio Fontana, Alberto Burri, Mario Schifano, Mario Merz e Michelangelo Pistoletto per raccontare e riflettere sui contrasti, le trasformazioni e le nuove tendenze artistiche in Italia tra la fine del secondo conflitto mondiale e gli anni della contestazione: dall'antagonismo tra Realismo e Astrazione nel dopoguerra al trionfo dell'Informale negli anni cinquanta, fino alla Pop art e all'Arte povera e concettuale negli anni sessanta. Catalogo della mostra (Firenze, Palazzo Strozzi, 16 marzo-18 luglio 2018).
Frutto di un'intera carriera di studi, il libro è il primo quadro d'insieme sull'urbanistica e l'architettura di Venezia e sugli interventi veneziani nelle città dei suoi territori in un'epoca che coincide da un lato con l'espansione della Repubblica in terraferma, dall'altro con l'aprirsi del confronto mediterraneo tra il potere marittimo veneziano e quello ottomano. In questo contesto, sono ridelineati i rapporti fra Venezia e i nuovi saperi tecnici e architettonico-militari fra cui le relazioni con la cerchia di Francesco di Giorgio Martini e con fra' Giocondo, così come il finora enigmatico apporto di Leonardo da Vinci ai piani di difesa del Friuli.
Conoscere se stessi attraverso una graduatoria di preferenza applicata ai colori è possibile solo se dei colori conosciamo fino in fondo i simboli, i significati, la storia, le corrispondenze. Perché diciamo «giornata nera, «restare al verde», «andare in bianco», «vedere rosso», «feeling blue» come malinconia? Studiati da sempre quasi con distacco, raccontati da letterati e «maghi» con la soggezione imposta da ogni dimensione «misteriosa», fin dai primi vagiti della psicanalisi i colori sono entrati scientificamente nell'indagine dell'individuo per aiutarci a scoprire chi siamo davvero. Attraverso le nostre preferenze o il nostro rifiuto di un colore emerge chiara una tendenza, una caratteristica del nostro carattere che forse non conoscevamo: ogni colore con la sua simbologia, con la sua storia racconta e ci racconta. Ma come si è arrivati ad assegnare ai colori un particolare significato, quella particolare corrispondenza? Quanto hanno influito la storia, le vicende politiche, le religioni, la superstizione, il mito, nella definizione intellettuale di un colore? Perché nell'immaginario popolare il giallo è il colore dell'indagine poliziesca, del delitto, della gelosia, il verde è associato alla speranza, il blu alla meditazione? E il rosso è ancora il colore del potere? Perché la superstizione assegna al viola messaggi di riservatezza e di mestizia? E il bianco è davvero il colore dell'innocenza o è anche..? A questi interrogativi intriganti e misteriosi si è rivolta la ricerca che fa di questo libro una sintesi di quanto è stato scritto da studiosi, scienziati, poeti e «cercatori d'anima» per arrivare con la scienza dei colori al ritratto di noi stessi, senza alibi. Rivolta esclusivamente alla cultura occidentale, questa «indagine sull'arcobaleno» di Luciana Boccardi si avvale delle immagini suggestive di Vittorio Pescatori e del messaggio di Ludovico De Luigi che affida il compito di «traghettatore», di guida ideale per ogni colore, a Pulcinella: «maschera napoletana che - afferma il pittore - interpreta tutta l'ironia del carattere veneziano».

