
Il Barocco e il Rococò sono gli stili della meraviglia, dell'inaspettato, capaci di continue e sorprendenti novità costruttive. La necessità di affermare l'autorità politica e religiosa, minata dai drammatici contrasti che a partire dal Seicento attraversano l'Europa, si traduce in linguaggi architettonici fortemente rappresentativi, tesi ad allestire una rinnovata retorica del potere, perennemente sospesi fra modi classici e invenzione spregiudicata. Il volume racconta la nascita e la sorprendente diffusione dei due stili, e ne delinea gli elementi significativi. Avvalendosi inoltre di un cospicuo apparato di immagini, piante e disegni, descrive i momenti, i temi e i luoghi cruciali delle nuove architetture, di cui si propone come una solida, ineludibile guida: la Roma della Controriforma, la Torino dei Savoia, Napoli e il Meridione, la Francia assolutista, l'Impero russo, l'Inghilterra, il Portogallo e la Spagna, l'Impero asburgico e la Baviera.
Durante i primi quarant'anni del Novecento alcuni dei più dotati architetti di sempre hanno cominciato a muovere i primi passi: Auguste Perret, Adolf Loos, Walter Gropius, Frank Lloyd Wright, Le Corbusier, Ludwig Mies van der Rohe, Erich Mendelsohn, Richard Neutra, Alvar Aalto. Il volume racconta uno dei periodi artistici più fertili della storia dell'arte universale, attraverso l'opera delle figure di riferimento dell'architettura del XX secolo. Le nuove tendenze non hanno conosciuto confini e il germe della modernità si è diffuso ignorando ogni limite geografico e politico. La causa di questa rivoluzione è stata una generazione di architetti in perenne ricerca, viaggiatori in un mondo devastato da due conflitti mondiali. L'apparato fotografico, accompagnato da un repertorio di disegni, piante e progetti, sarà una guida per conoscere i nomi, i temi e i luoghi cruciali dell'architettura moderna.
La scultura italiana negli anni trenta vive una stagione di grande fermento, sia per la ricerca formale, che in alcuni casi ancora indugia sugli apporti delle varie Secessioni e quindi dello stile decò, sia per l'idealità che la orienta verso un ritorno alla classicità di tradizione, mediata spesso dalla conoscenza approfondita dei grandi scultori classici francesi, da Rodin a Maillol a Bourdelle, ma sostanzialmente impostata sul recupero dell'antico. L'aspetto monumentale della scultura di questo periodo, sicuramente il più interessante dal punto di vista dell'innovazione, non è il focus di questo studio, che invece vuole osservare, attraverso una selezione di opere e di artisti che è sicuramente parziale, derivando dalle collezioni precostituite della Galleria nazionale d'arte moderna, uno spaccato artistico di grande suggestione, ricomponendo per una volta, forse la prima nella storia della Galleria stessa, un insieme di opere di artisti in gran parte dimenticati, che negli anni trenta hanno trovato spunti e suggestioni dalla tradizione italiana e italica anzi, facendone spesso la ragione prima del loro operare artistico.
Il rock è storia. Di più: il rock ha cambiato la storia del mondo. E continua a farlo, come raccontano queste pagine dove, con il rigore dell'inchiesta giornalistica, s'intrecciano la conquista della Luna e Woodstock, il Vietnam e John Lennon, il killer di JFK e Bob Dylan, il Sessantotto e i Rolling Stones, le nuove rivelazioni sulla misteriosa morte di Jim Morrison, la pacificazione della Giamaica e Bob Marley, la Generazione X e Kurt Cobain, il Bataclan e gli U2, Bruce Springsteen e Trump. Ricco di aneddoti, di star, di personaggi rimasti finora nell'ombra, di verità ufficiali smontate dai retroscena, questo è un libro in cui ciascuno può ritrovarsi, perché il rock è anche la colonna sonora della nostra memoria.
Esiste un mondo prima e un mondo dopo John Lennon: pochi artisti come lui hanno saputo incarnare un'epoca e mutarla nel profondo, unendo la sperimentazione alla capacità di conquistare un pubblico vastissimo grazie alla fantasia, alla bellezza, alla libertà creativa e intellettuale. Tutti conoscono il genio immaginifico del John Lennon musicista, eppure Lennon mescolò per tutta la vita l'attività musicale con quella di giocoliere della parola, rivelandosi scrittore arguto e precoce, creatore di metafore vertiginose e omofonie esilaranti, di invenzioni che sembrano uscite da Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll. "Immagina" raccoglie brani in prosa, poesie e disegni tratti dagli unici due libri pubblicati in vita da Lennon, scritti mentre i Beatles stavano diventando un fenomeno culturale planetario. Le sue pagine, influenzate da Ginsberg, Ferlinghetti e dagli altri poeti della Beat Generation, sono lo specchio attraverso cui addentrarsi in un mondo fantastico, grottesco, a volte malinconico, capace di accendersi di rabbia e tenerezza e di lasciarsi contaminare dagli echi della politica, dell'amore, della musica.
Il volume si propone quale punto d'inizio per lo studio del cinema, fornendo al lettore le nozioni e le conoscenze di base e tentando al contempo di instillare curiosità e interesse per futuri approfondimenti. A partire dall'inquadratura, il testo prende in esame tutte le componenti del linguaggio cinematografico, guardando da un lato alle definizioni teoriche e dall'altro alle forme storiche in cui sono state tradotte. Il percorso si snoda attraverso l'analisi dei fattori elementari dai movimenti della macchina da presa al montaggio, dalla dimensione figurativa a quella audiovisiva per affrontare infine i problemi più complessi relativi alla narrazione e alle sue regole.
Per l'italiano medio come per quello colto, la figura e l'opera di Giuseppe Verdi potrebbero apparire un dato acquisito, parte integrante dell'identità nazionale. Forse, però, a duecento anni dalla nascita, non è più così. O forse l'immagine di un grande artista necessita comunque di un processo continuo di messa a fuoco. Sulla scorta di una ricerca internazionale che negli ultimi decenni si è dimostrata vivacissima, il libro di Raffaele Mellace propone una ricognizione completa del personaggio Verdi e del suo teatro musicale, con la sommessa ambizione di aggirare le secche del taglio tradizionale "vita/opere". La biografia verdiana è accostata attraverso la geografia delle città decisive per la vicenda dell'uomo e dell'artista, nel percorso politico tra Risorgimento e Unità, e nelle dinamiche della vita professionale e di quella privata. Il teatro di Verdi è discusso nel complesso dei suoi fondamenti estetici e drammaturgici e dei suoi riferimenti ideali, decifrato nel microcosmo abitato dai suoi personaggi, seguito dal primo all'ultimo titolo, senza tralasciare i lavori non operistici. Una serie di apparati completa il quadro dotando il lettore/spettatore di importanti strumenti d'indagine.
Quali sono i processi intellettuali e biologici che presiedono alla nascita di un'opera musicale? è possibile capire da un punto di vista scientifico in che modo e per quali ragioni un compositore, un musicista o un direttore d'orchestra scelgano di mettere insieme una nota con l'altra? più in generale, quale relazione sussiste tra le strutture elementari del nostro cervello - le molecole, le sinapsi, i neuroni - e le attività mentali complesse, come la percezione del bello o la creazione artistica? E dunque: che cos'è la musica? che cos'è un'opera d'arte? quali sono i meccanismi della creazione? che cos'è il bello? Due protagonisti assoluti della cultura contemporanea, Pierre Boulez - il grande compositore e direttore d'orchestra - e Jean-Pierre Changeux - il neurobiologo che ha fatto del cervello l'oggetto privilegiato delle sue ricerche - affrontano questi interrogativi, insieme al musicologo Philippe Manoury, in un dialogo che rappresenta un inedito e originale tentativo di fondare una "neuroscienza dell'arte".
Il Novecento è stato un secolo particolarmente ricco di forti personalità, dotate di genialità e creatività, che hanno radicalmente trasformato la pitttura, sia nella forma che nei contenuti. Molti sono stati gli avvenimenti storici che hanno cambiato non solo l'arte, ma la cultura e la stessa società. I progressi della tecnica e della medicina hanno migliorato la qualità della vita, mentre la scolarizzazione di massa e la diffusione dei mass-media hanno aumentato il livello culturale medio. Ci stiamo avviando verso un processo di globalizzazione che coinvolge anche l'arte. L'obiettivo di questo volume è quello di offrire una sintesi, che rappresenti un'introduzione e insieme una mappa per orientarsi nello sviluppo conosciuto dalle arti nel Novecento.
Le opere selezionate nel presente volume intendono mettere in mostra le contraddizioni interne alla nascita del fenomeno moderno in architettura descrivendo quella pluralità di significati che la realizzazione di un organismo architettonico coinvolge. Ciascuna scheda, a corredo di un apparato iconografico che privilegia singoli edifici costruiti in tutto il mondo nel corso del Novecento, mira a un'autonomia formale che la rende consultabile separatamente dalle altre che compongono il volume. Una citazione, quasi sempre autografa dell'autore dell'opera illustrata, apre ciascuna scheda e introduce alle architetture selezionate dall'eredità e dalla contemporaneità del Novecento.
La Bellezza non è mai stata, nel corso dei secoli, un valore assoluto e atemporale: sia la Bellezza fisica, che la Bellezza divina hanno assunto forme diverse: è stata armonica o dionisiaca, si è associata alla mostruosità nel Medioevo e all'armonia delle sfere celesti nel Rinascimento; ha assunto le forme del "non so che" nel periodo romantico per poi farsi artificio, scherzo, citazione in tutto il Novecento. Partendo da questo presupposto, Umberto Eco ha curato un percorso che non è una semplice storia dell'arte, né una storia dell'estetica, ma si avvale della storia dell'arte e della storia dell'estetica per ripercorrere la storia di un'intera cultura dal punto di vista iconografico e letterario-filosofico.
Questo libro usa due linguaggi e li mette al confronto: la fotografia e la letteratura. Gli scatti visivi non pretendono di gareggiare con quelli dei veri fotografi; sono soprattutto appunti visivi, simili a quelli che i viaggiatori di una volta prendevano disegnando. Gli scatti verbali sono invece snelli, veloci e sintetici. Fanno pensare a delle poesie in prosa che provano a tradurre in parole le movenze nascoste della città. Il lettore inoltrandosi in questa sorta di cinema frattale entrerà in contatto con una città che di sicuro è Napoli; allo stesso tempo, però, gli verrà spesso da sospettare che Napoli sia anche l'emblema di tutte quelle città in cui la storia e la natura si sono stratificate a lungo davanti all'incessante andirivieni del mare. Uno sguardo fattosi voce narrante e descrittiva lo guiderà per scale, anfratti, scorci, paesaggi e memorie, rintanandosi nel silenzio ogniqualvolta la scoperta sarà fatta propria da chi legge e allo stesso tempo guarda.

