
Ci sono registi che ci portano lontano, scrittori capaci di mostrarci il mondo attraverso una pagina soltanto e note destinate a segnare certi luoghi per sempre. Si può davvero viaggiare senza allontanarsi da casa? Sorvolare il Kenya con i protagonisti di "La mia Africa", ballare all'Avana sui ritmi cubani e risalire il Nilo in compagnia di Hercule Poirot. "Viaggiare in poltrona" è una selezione di 500 film, libri e musiche che vi condurranno dalle mete più vicine a quelle più remote. Per sognare ad occhi aperti e poi, magari, partire davvero. Attraversate il deserto guardando "Il paziente inglese", esplorate la giungla davanti a "La foresta di smeraldo" e lasciatevi guidare da Indiana Jones nell'antica città di Petra. Viaggiate al suono della musica pop e rock da Manchester alla California passando per Memphis e ballate ai ritmi del funk brasiliano e del tango argentino. Fate il giro del mondo leggendo avvincenti romanzi noir, racconti di avventurieri e storie d'amore Concedetevi una fuga nei castelli bavaresi di Ludwig con Visconti e scoprite i segreti dell'India grazie a "Bollywood". Allontanatevi dai sentieri più battuti ed esplorate, con un bel libro o un film avvincente, lo Yemen, la Mongolia, l'Iran, la Corea del Nord, le steppe dell'Asia centrale...
È il problema che passa nella testa di ogni visitatore di musei e gallerie, che appassiona gli amanti dell'arte e tormenta i filosofi: che cos'è mai un'opera d'arte, se oggi persino una scatola di detersivo può esserlo? Nel rispondere a questa domanda, Arthur Danto compie uno straordinario tour de force attraverso l'espressionismo astratto e la Pop Art, l'arte concettuale e il minimalismo, i racconti di Borges e i quadri di Brueghel, le poesie di Auden e i grandi nomi della filosofia analitica e continentale, costruendo quella che è diventata una pietra miliare della filosofia dell'arte e un punto di riferimento imprescindibile per la critica d'arte contemporanea.
Un'«archeologia del presente» dedicata al Novecento italiano in tutta la sua inquietudine e complessità. Un libro che attraverso il prisma di contrapposizioni insieme artistiche, politiche e religiose, indaga il problema della difficile sopravvivenza della cultura italiana dopo la prima e la seconda Guerra mondiale; e i rapporti tra «nazione politica» e «nazione culturale», laicismo e Chiesa. Sfilano qui artisti, scrittori, critici di orientamento ideologico diverso, da Berenson a de Chirico, da Gobetti a Persico, da Carlo Levi a Pasolini a de Martino, da Burri, infine, a Fontana e Carla Lonzi, accomunati però da un'esperienza ambivalente della storia e dall'interesse per l'eredità cristiana. La ricerca si muove così su territori inesplorati: non l'arte sacra di tradizione, ma il primo e secondo Novecento, nel cuore di quel laboratorio artistico, politico e sociale che chiamiamo «modernità». In un testo che intreccia storia dell'arte a letteratura e pensiero politico e religioso, Dantini prova a tenere insieme le due metà del secolo - pur divise tra loro da laceranti cesure istituzionali e culturali - e suggerisce una nuova cornice agli studi sul Novecento in Italia.
Nel mondo occidentale le immagini dipinte o scolpite sono state per lungo tempo considerate «incarnazioni» del Divino, e hanno trovato in questa loro natura duplice, celeste e terrena insieme, la propria giustificazione. Nel divenire uomo, Cristo stesso si è fatto «figura» fondando per i Padri della Chiesa la legittimità dell'immagine. Le immagini di culto hanno dunque potuto acquistare nei millenni dimensioni affettive e liturgiche: esse sostengono, accolgono, ravvivano il vincolo che tiene insieme una comunità, così nel cristianesimo occidentale sino alla Riforma e nel cristianesimo ortodosso. Questo libro indaga e interroga i teologi della prima età moderna - Erasmo o Calvino - ma anche scrittori e filosofi - Dostoevskij e Florenskij, Heidegger, Simone Weil, Pasolini - che hanno espresso un ragionato dissenso in rapporto alle avanguardie otto-novecentesche, rivendicando invece il fondamento metafisico o religioso dell'immagine.
Tre spettacoli autonomi, eppure legati, per rappresentare i temi della povertà, della malattia e della vecchiaia. In Acquasanta un mendicante rievoca la sua vita da marinaio, ancorato alla prua di una nave immaginaria: ’O Spicchiato è stato lasciato a terra perché ha dichiarato il proprio amore al mare, “ ’a guagliona sua”. Il castello della Zisa è la storia di Nicola, un ragazzo down, che abitava nel quartiere popolare che dà nome all’opera. Da lungo tempo addormentato, in sogno si convince di avere una missione: difendere il castello che vede fuori dalla finestra. In Ballarini, due vecchi danzano e tirano fuori da un baule i loro ricordi: lui una bottiglia di spumante, lei un carillon. Sulle note del Ballo del mattone, festeggiano un capodanno di tanti anni prima.
La Trilogia degli occhiali è un’opera vulcanica, dolce e paradossale, che ci parla della nostra capacità (o incapacità) di vedere. Emma Dante conferma un talento poetico unico in Italia in questo nuovo lavoro che, alla ricchezza del mondo creativo dell’autrice, affianca una ricerca linguistica straordinaria sui dialetti dell’Italia del sud.
Pino Daniele è ancora qui: la sua musica è più che mai attuale, soprattutto per la capacità di emozionarci e di raccontarci, come sanno fare i grandi artisti, quelli che ti hanno accompagnato per un tratto di strada. In questo libro, attraverso centinaia di fotografie, i suoi versi e le parole di chi lo ha conosciuto, possiamo respirare il sogno di un ragazzo coi capelli lunghi che è diventato uno dei più grandi musicisti italiani di tutti i tempi. Con i testi di Joe Amoruso, Renzo Arbore, Clementino, Fabio Massimo Colasanti, Chick Corea, Gaetano Daniele, Enzo Decaro, Tullio De Piscopo, Stefano Di Battista, Al Di Meola, Stefano Dinarello, Tony Esposito, Fabrizio Facioni, Enzo Gragnaniello, Dorina Giangrande, Lorenzo Jovanotti Cherubini, Peppe Lanzetta, Gianni Minà, Gianluca Podio, Sandro Ruotolo, Roberto Saviano, Pasquale Scialò, Peppe Servillo, Toni Servillo, Ferdinando Salzano, Giuliano Sangiorgi, James Senese, Michele Vannucchi, Rino Zurzolo.
Il libro affronta l'arte del Beato Angelico (fra Giovanni da Fiesole) dal punto di vista teologico e dalla particolare esperienza di frate domenicano dell'artista. Così abbinate alle 40 tavole a colori, riproducenti opere del Beato Angelico, l'Autore presenta la teologia che soggiace a ciascuna di esse insieme alla formazione domenicana del «beato pittore del vangelo».
Gli studi sull'arte dell'antico Egitto sono in costante evoluzione anche e soprattutto grazie alle scoperte che si susseguono senza interruzione. Questo volume propone al lettore i capolavori più noti dell'arte egizia accanto alle ultime scoperte e alle teorie più recenti. Le immagini sono corredate di testi che descrivono dettagliatamente le opere e ne tracciano la storia. Si sorvola il panorama artistico dell'Egitto antico, dalle sue radici, passando per la nascita delle piramidi, il "mistero" artistico e storico della sfinge, le statue e i volti dei faraoni e dei nobili o della gente umile; e i tesori del Nuovo Regno, Akhenaton, Tutankhamon, Ramses II, fino alle sue manifestazioni finali, apparse presso i Greci e i Romani.
Un contributo all'organizzazione della Cappella musicale antoniana di Padova, a partire dal XVI secolo fino all'epoca moderna.
La storia del cinema europeo, dal neorealismo al Sessantotto, è anche la storia di una serie di problematiche legate alla vita e allo spirito. Il neorealismo rappresenta il primo squillo della rivoluzione estetica dalla quale nasce il cinema moderno. La «politica degli autori» a livello teorico, la successiva nouvelle vague e soprattutto il «nuovo cinema» d'autore affermatosi a livello planetario negli anni Sessanta, non rappresentano, come molti sostengono, solo una «forma» nuova. La «forma» naturalmente ha una rilevanza non trascurabile. Ma se oltre alle questioni meramente formali, ampliando il campo di osservazione, si evidenziano le tensioni etiche presenti nelle opere cinematografiche, ne viene fuori una storia molto più complessa, caratterizzata da una forte tensione filosofica, morale e spirituale. Il neorealismo è animato dal desiderio di guardare in faccia le tragedie umane, e il passo successivo compiuto dalla ricerca del cinema d'autore europeo orienta lo sguardo cinematografico verso la descrizione della libertà di autodeterminazione, tratto peculiare della modernità, le cui conseguenze sono intimamente connesse con le filosofie dell'esistenza proprie dell'età dell'eclissi del sacro. Alla conclusione dello straordinario decennio - gli anni Sessanta - di effervescenza, originalità, profondità e creatività incarnate dal cinema d'autore europeo, proprio nel ribollente crogiolo culturale del Sessantotto, alla disumanizzazione estetica finisce per legarsi una virulenta ideologia politica, anticristiana e impegnata a rappresentare la «privatizzazione esistenziale». Il cinema diventa militante, a stretto contatto con la realtà ribollente. La macchina da presa deve riprendere l'esistenza nella maniera più spontanea possibile, partecipando così al cambiamento, saldando tecnica e ideologia.