
Francesco De Gregori si racconta per la prima volta attraverso una serie di conversazioni condotte da Antonio Gnoli. La sua vita e il suo mondo emergono in una successione di pensieri, ricordi ed emozioni. L'intima intelligenza delle sue canzoni fa da sfondo alle nostre esistenze intrecciate con la storia italiana. Chiunque si sia posto domande su che cos'è l'arte e la bellezza, il tempo che passa e ci trasforma, Dio e le religioni, l'oggi che comprendiamo sempre meno, troverà in questi dialoghi risposte di sorprendente sincerità e acutezza. Scoprirà inoltre le numerose esperienze che De Gregori ha vissuto con coerenza e desiderio: i libri letti e amati; l'America con i suoi miti e la politica con i suoi equivoci e il senso di cosa abbia voluto dire per lui essere di sinistra senza lasciarsene condizionare. Il mondo poetico di De Gregori ne esce in sintonia con il battito del suo cuore e della sua mente. Tra la musica che ha scritto e quella che ha amato. In un finale sorprendente Francesco De Gregori riflette, ragiona e affronta con umiltà lo spirito del nostro tempo, così segnato dalle passioni tristi. Non ci sono ricette, né messaggi edificanti. Solo la sommessa convinzione che la vita migliore è quella che si interpreta con passo d'uomo.
Il volume, in lingua italiana e inglese, offre una vasta panoramica sull'arte fra il XIII e il XVIII secolo. Dal Medioevo al tardo Cinquecento i temi dell'Annunciazione, della Natività e dell'Adorazione dei Magi stimolarono la fantasia di pittori e scultori che, su commissione o liberamente ispirati, interpretarono gli episodi sacri nei modi più diversi. La Madonna assunse nei secoli le connotazioni più varie: umile e timida fanciulla, dolcemente protesa verso Gesù Bambino o ricca dama avvolta in stoffe preziose. Il lettore potrà confrontare la sobrietà di Arnolfo di Cambio con lo sfarzo del Pinturicchio, l'intima religiosità della pittura di Beato Angelico con il fasto di quella del Parmigianino, in un viaggio nell'arte dei maggiori autori europei.
Con questo volume si intende offrire una panoramica esemplare delle straordinarie opere d'arte uscite, nel corso dei secoli, dalle più prestigiose botteghe d'arte e confluite, per molteplici ragioni, nei musei, nelle chiese e nei castelli di tutta Europa. E' data inoltre testimonianza del lavoro dei più noti scultori e pittori italiani chiamati dai principi stranieri a decorare regge e palazzi. Le riproduzioni fotografiche sono commentate da schede circostanziate che, oltre ad inquadrare le singole opere nella storia dell'arte italiana, si soffermano sul ruolo della committenza e sulle vicende che hanno condotto tanti capolavori all'estero.
In occasione dell'uscita della serie Tv "I Bastardi di Pizzofalcone", Maurizio de Giovanni dà voce ai personaggi che compongono la squadra investigativa più famosa d'Italia. Ognuno di loro si racconta, talvolta quasi si confessa. E parla dei colleghi e dello strano commissariato dove, contro ogni previsione, ha trovato riscatto. Con 134 foto del set.
Gli imperatori bizantini lo elessero patrono del proprio esercito, lo invocarono prima delle battaglie e gli intitolarono chiese e città. Nel Medioevo san Teodoro conobbe una venerazione senza pari, come rivelano gli appellativi che gli vennero assegnati: trismakarios ("tre volte beato"), megalomartire e invincibile. Al principio del VII secolo il titolo di sauroctonos ("uccisore del drago") accrebbe ulteriormente la sua fama grazie alla circolazione di colorite leggende agiografiche. La venerazione di Teodoro si diffuse dall'Oriente cristiano all'Occidente e la principessa Anna Comnena lo definì pubblicamente "il più grande tra i martiri". Queste pagine, tra testi patristici, icone antiche, racconti leggendari, immagini prodigiose, luoghi sacri e misteriose traslazioni di ossa, narrano la storia del più grande - e, al tempo stesso, meno conosciuto - santo guerriero della cristianità e offrono il fedele resoconto di un culto che supera le divisioni tra cattolici e ortodossi.
"L'immagine-movimento" e "L'immagine-tempo", i due volumi che il filosofo francese Gilles Deleuze ha dedicato al cinema, hanno radicalmente cambiato, all'inizio degli anni Ottanta, il modo di pensare l'arte cinematografica, la sua teoria e la sua storia. L'incontro originale fra filosofia e cinema ha dato vita ad un'opera concettualmente ricca e complessa, la cui influenza si è andata via via facendo sempre più grande fino ad imporsi come un punto di riferimento, fra i più significativi, nel dibattito teorico e critico contemporaneo. Il libro di Roberto De Gaetano prova a individuare e tracciare le direttrici fondamentali dell'opera di Deleuze, presentandone le istanze problematiche più rilevanti: movimento di accompagnamento, da un lato, e problematizzazione critica, dall'altro.
Il tempo è molteplicità e variazione. Pensare il tempo nel cinema contemporaneo significa seguire dei passaggi, tracciare delle mappe, individuare dei percorsi. Il problema del tempo al cinema non è più pensabile secondo il rapporto tra il Tempo (entità astratta) e il Cinema (macchina da film). Il tempo e il cinema sono effetti, non cause: il tempo è i concetti che, di volta in volta, lo hanno costituito; il cinema è il territorio "aperto" dai film. Il tempo e il cinema vengono "dopo" e non "prima" e in quanto tali delineano una geografia piuttosto che una storia, una cartografia piuttosto che una cronologia (la nozione di mondo sostituisce quella di autore). La molteplicità delle figure del tempo nel cinema contemporaneo va dalla malinconia (Terence Davies) alle cesure del tempo (Olivier Assayas), dalla dialettica della prassi (Edgar Reitz) al rapporto con l'eterno (Wim Wenders), dall'intemporalita delle pulsioni (Peter Greenaway) al tempo sub-organico (Quentin Tarantino).
L'impianto del libro si completa, nella presente edizione, con un nono capitolo relativo all'ultimo decennio del Novecento. In esso vengono prese in esame le più recenti tendenze dell'architettura contemporanea, quelle del decostruzionismo, del minimalismo, del transculturalismo, fino all'architettura telematica. Oltre a questo completamento, l'opera, riveduta e corretta, ha conservato la sua struttura originale: ogni tendenza architettonica, dall'eclettismo storicistico al razionalismo, dalle macrostrutture al postmoderno, viene rappresentata con i suoi protagonisti, inquadrata nelle condizioni storico-sociali del suo tempo e interpretata con un tipo ideale rispetto al quale sono esaminate le opere più significative.

