
Inaugurato nel 2004, il progetto di una serie di volumi di recensioni cinematografiche nasce con la semplice idea di offrire un servizio alle tante persone che amano il cinema e che desiderano un orientamento per scegliere un film che sia secondo i propri gusti e che li arricchisca sul piano umano e culturale, o anche semplicemente per un sano divertimento personale o familiare. Questo libro, come quelli che lo hanno preceduto, intende offrire una guida comoda e pratica attenta a una doppia prospettiva: la componente narrativa dei film e un punto di vista sapientemente radicato nell'antropologia cristiana. Tra i film selezionati: Green Book, Gli incredibili 2, Cyrano Mon Amour, Dieci giorni senza mamma, Dumbo, Ralph Spacca Internet, The Mule, Van Gogh e Stanlio & Ollio.
Scegliere un film è un'utile guida alle più interessanti uscite cinematografiche. A caratterizzare il volume sono l'attenzione alla componente narrativa del film e una lettura in ottica cristiana. Il libro si rivolge ad appassionati di cinema, a chi organizza cineforum e ai genitori che vogliono scegliere un film da godere in famiglia. Nel volume è presente una guida rapida di consultazione e di scelta: "i migliori film per tutti" e "i migliori film per i più giovani" sono film che offrono un'ottima occasione di intrattenimento con contenuti positivi. "I film per discutere" sono film a volte più problematici o meno "leggeri" che tuttavia possono essere occasione di arricchimento culturale e riflessione.
Il progetto di una serie di volumi di recensioni cinematografiche, inaugurato nel 2004, nasce con la semplice idea di offrire un servizio alle tante persone che amano il cinema e che desiderano un orientamento per scegliere un film che sia secondo i loro gusti e che li arricchisca sul piano umano e culturale, o anche semplicemente per un sano divertimento personale o familiare. Questo libro, come quelli che lo hanno preceduto, intende offrire una guida comoda e pratica attenta a una doppia prospettiva: la componente narrativa dei film e un punto di vista sapientemente radicato nell'antropologia cristiana.
"Caos Sublime è la complessità di una megalopoli risolta senza la presunzione di un urbanista-guaritore che arriva e decide di adottare un piano, di imporre un ordine che rischia sempre di aggiungere disordine al disordine". L'architettura è la forma espressiva e artistica più legata alla vita degli uomini e sempre più coinvolta nei grandi temi di discussione globali. Le città che crescono a dismisura in pochi anni, la scomparsa delle campagne, le periferie e gli insediamenti intensivi, l'abusivismo, i musei che rispondono all'esigenza di cultura di massa, si moltiplicano e rischiano di diventare in futuro aree industriali dismesse, i centri storici che si trasformano in shopping center, il problema della nuova committenza, sono solo alcuni dei temi che Massimiliano Fuksas affronta e che mette in rapporto con il mestiere quotidiano dell'architetto. Molto di più di un semplice libro di architettura, questo volume, attraverso la visione del mondo di uno dei più discussi e celebrati maestri contemporanei, affronta con forza e intelligenza i temi più caldi del Paese e del mondo, senza tirarsi indietro di fronte alle polemiche e alle scomode prese di posizione politiche.
Questo sintetico profilo definisce dapprima ambiti e oggetti di indagine dell'estetica musicale; poi presenta una breve storia del pensiero musicale dall'antichità ai giorni nostri. Questa edizione aggiornata offre preziosi spunti per ulteriori approfondimenti, in particolare sui rapporti tra natura e cultura nella musica e sulla fruizione dei nuovi linguaggi del nostro tempo.
Cosa significa essere un musicista ebreo nel mondo cristiano? In che modo l'ebraismo ha influenzato o condizionato la vocazione di un compositore ebreo? Chiaramente non c'è una risposta univoca a tali interrogativi. A partire dal Rinascimento fino ai giorni nostri troviamo un numero crescente di musicisti, compositori ed esecutori ebrei; dal modo in cui essi hanno vissuto il proprio ebraismo si potrebbe ricostruire la storia ebraica di questi secoli: le persecuzioni, i movimenti di emancipazione e di assimilazione fino al sionismo e alla nascita dello Stato d'Israele. Attraverso questa ricerca la musica si rivela ancora una volta come una delle spie, forse insostituibile, per esplorare le vicende storiche e le avventure spirituali del popolo ebraico in questi ultimi secoli.
Perché, verso la fine del Trecento, la Chiesa accolse in affreschi e miniature i temi macabri? Svolgono argomenti che in sé non hanno nulla di cristiano, dato che al fedele dovrebbe interessare la sorte dell'anima e non quella del corpo. La spiegazione offerta in "Senza misericordia" collega tale novità, sorprendentemente, alla nascita, all'incirca verso l'inizio del Duecento, del purgatorio. A Clusone, sulla facciata dell'Oratorio dei Disciplini, si dispiega una vera e propria antologia di temi macabri, rara per la sua completezza e di immediata comunicazione visiva: l'"Incontro dei tre vivi e dei tre morti", il "Trionfo della Morte", la "Danza macabra", dipinti nel 1485 da Giacomo Busca. Il libro, partendo da una nuova campagna fotografica dei coloratissimi affreschi, individua sia personaggi fino ad oggi rimasti senza nome, sia personaggi la cui esatta tipizzazione era sfuggita. Senza misericordia gli scheletri che, ben aggiornati, adoperano anche la polvere da sparo, senza misericordia i chiusi e laboriosi componenti della società che si rappresenta nel dipinto: assenti le donne, non c'è posto per i vecchi, per i poveri, per i malati, per i bambini. Il nome del pittore dello straordinario manifesto è finalmente individuato in modo più sicuro, ricostruito con serrati confronti nella sua personalità artistica. Infine una sorridente e puntuale ricerca documenta la fortuna degli affreschi, con le incomprensioni e i fraintendimenti dei primi «scopritori» ottocenteschi. Chiara Frugoni e Simone Facchinetti si sono divisi le pagine secondo le differenti competenze, augurandosi che i lettori vogliano accogliere la loro visita guidata, ricca di sorprese.
La voce di Chiara Frugoni torna a parlare, con la freschezza e l'entusiasmo che i suoi lettori conoscono bene, delle sue origini bresciane e del suo fare storia, che collega la ricerca delle fonti e l'analisi delle immagini e ci ha permesso di riscoprire figure (a partire da quella, da lei studiata a fondo, di san Francesco), relazioni, passioni, paure del Medioevo. Lo fa attraverso una serie di interviste, pubblicate dal 2013 al 2022, seguendo il ritmo scandito dall'uscita dei suoi libri e di quelli del padre Arsenio. Chiara Frugoni racconta se stessa e la sua professione di storica: le sue parole sono state qui raccolte con fedeltà assoluta e nel rispetto del "bell'italiano" che caratterizzava i suoi libri e le sue partecipatissime conferenze.
All'inferno, ma ancora al lavoro, giudici, mercanti, notai, artigiani, continuano con i propri ferri del mestiere gli inganni esercitati in vita. È uno dei tratti più sorprendenti del Giudizio Universale della chiesa della SS. Annunziata a Sant'Agata de' Goti. Con la guida di un sapiente saggio di Chiara Frugoni, un percorso a più voci, per immagini e parole, alla scoperta degli affreschi di grande godibilità e freschezza dell'intera chiesa.
Chiara Frugoni ha scritto una guida della Cappella Scrovegni in stretto rapporto con il DVD. Oltre alla spiegazione del ciclo di Giotto, l'autrice ne presenta un'interpretazione nuova che ha per protagonista il committente Enrico Scrovegni, per nulla pentito delle ricchezze accumulate e dell'ombra del peccato d'usura. Il DVD documentario contiene le splendide riprese della Cappella degli Scrovegni a Padova, eseguite dopo i recenti restauri del 2002. Esso consente di esaminare tutti gli affreschi di Giotto, ascoltando il commento di Chiara Frugoni che ne illustra il significato e il contesto. Un modo particolare per ammirare la Cappella, consacrata 700 anni fa, il 25 marzo 1305.
Dante pose tra i dannati dell'Inferno il padre di Enrico Scrovegni, Rainaldo, bollandolo come usuraio. Per molto tempo questa condanna ha portato ritenere che il figlio avesse fatto erigere la cappella padovana per espiare i propri peccati di usura, e quelli del genitore.
Il libro di Chiara Frugoni capovolge questa tenace interpretazione, accolta ancora di recente. Enrico, banchiere, imprenditore e uomo politico, attraverso Giotto volle proclamare il buon uso delle ricchezze, se impiegate in opere caritative, e presentarsi con il volto del mecenate. A questa tesi l'autrice giunge esaminando da una parte numerosissimi documenti d'archivio e il lungo e appassionato testamento del committente - rimasto fino ad oggi inedito, e qui pubblicato, tradotto e puntualmente commentato da Attilio Bartoli Langeli -, dall'altra analizzando scena per scena gli affreschi, riprodotti nel ricco apparato illustrativo. Un'attenzione particolare è riservata da Chiara Frugoni alla fascia dei Vizi e delle Virtú alternati a finti marmi (questi ultimi indagati nel loro significato da Riccardo Luisi), letta come la parte piú personale di Enrico.
Il saggio, intrecciando con grande finezza fonti testuali e iconografiche, disegna una biografia nuova e sorprendente di Enrico Scrovegni, desideroso di catturare attraverso il programma pittorico il consenso e la gratitudine dei concittadini.
«A cosa mirava Enrico, quando, all'incirca sulla trentina, cominciò a costruire la "parva ecclesia"? Che cosa avrebbe voluto diventare? Probabilmente in questa fase della vita l'ambizioso Scrovegni vedeva per il suo futuro più profili possibili: grande banchiere, influente uomo politico, uomo di potere e forse addirittura al potere; per questo cercava di tenere aperta ogni eventualità. [...] Attraverso gli splendidi affreschi Enrico Scrovegni volle istituire un colloquio continuo con la sua città e presentarsi ancora con un altro profilo, quello del mecenate. Facendo un uso caritatevole delle ricchezze accumulate le rimetteva in circolo, beneficando i padovani di doni spirituali. Inoltre, chi si ricorderebbe oggi di Enrico se non ci fosse stato Giotto? In definitiva quelle pitture furono il migliore affare del grande finanziere».

