
Nato negli anni Trenta, il musical è l'unico genere cinematografico che nel corso di quasi un secolo di intense sperimentazioni si è trasformato senza rinunciare alle sue caratteristiche distintive. Questo volume racconta la storia del musical attraverso foto di film, trame, attori e cantanti, ma anche tecniche di ripresa, ispirazioni musicali, temi ricorrenti e gli innumerevoli "trucchi" dietro le quinte.
Dumbo, Crudelia Demon, il Grillo Parlante, e poi Simba, Buzz, Shrek: icone del mondo dell'animazione che appartengono al nostro immaginario infantile e non solo. Questo volume traccia la storia di un genere cinematografico che ha conosciuto un'evoluzione tecnologica senza eguali e offre un repertorio di 100 film, svelando retroscena e segreti attraverso schede tecniche, commenti critici, backstage e immagini.
Il volume ripercorre il percorso artistico di Ennio Morricone, il grande compositore di musica di casa nostra, consacrato nel 2007 con il Premio Oscar alla carriera. Il volume, curato da Gabriele Lucci e con testi inediti scritti dallo stesso Morricone, indaga la produzione nota e meno nota del maestro, a partire dagli esordi degli anni Sessanta fino a oggi. Impreziosito dalla prefazione di Giuseppe Tornatore e dalle fotografie firmate da Gianni Berengo Gardin, il volume si completa con un CD in allegato, contenente brani scelti dallo stesso Maestro tra le diverse tipologie di composizione: musica per film, per pianoforte, da camera e sinfonica, diretta dal maestro stesso. Completa infine il volume una ricca sezione di apparati, oltre alle significative testimonianze sull'opera del maestro e a una serie di disegni di pentagrammi prodotti per l'occasione da lui in persona.
La musica ha sempre fatto parte del mondo di Giancarlo Lucariello, sin da quando era bambino, ma è stato solo in seguito a un grave incidente che ha preso la decisione di farla diventare il suo mestiere. Con incredibile anticipo sui tempi, dopo aver ottenuto un posto come assistente alla direzione presso un'importante etichetta discografica milanese, Lucariello rischia il tutto per tutto pur di seguire il suo progetto: fare il produttore artistico. E, nello specifico, il produttore dei Pooh, che allora attraversavano un lungo periodo di crisi e incertezze. Il risultato raggiunto da Lucariello è straordinario: i cinque album da lui prodotti - Opera prima, Alessandra, Parsifal, Un po' del nostro tempo migliore e Forse ancora poesia - non solo hanno dato nuova linfa al gruppo, ma hanno anche fatto scuola nel panorama della musica leggera, dove per la prima volta si sono sentiti gli echi della musica sinfonica e delle grandi arie dell'opera, grazie alla visione coraggiosa e fuori dagli schemi di un produttore che voleva fare musica e non solo canzoni di successo (per quanto il successo non mancherà: basti pensare a canzoni senza tempo come Pensiero, Tanta voglia di lei, la stessa suite di Parsifal...) Ora Giancarlo Lucariello ricorda, come in una sorta di memoir al tempo stesso personale e collettivo, la storia di questa avventura, ripercorrendo le scelte - musicali e non - che hanno portato alla nascita di questi storici album che hanno fatto cantare e innamorare intere generazioni; racconta il grande lavoro che c'è stato dietro, i retroscena di una creatività eccezionale e di un progetto controcorrente, le ore passate negli studi di registrazione: il risultato è un libro unico e ricco (di immagini, testi da leggere e canzoni da ascoltare) e assolutamente da non perdere non solo per chi ama i Pooh, ma anche per tutti quelli che di musica vivono.
Sophia Loren in una veste insolita: quella della donna di casa, che propone un libro composto da più di 200 ricette. Uscito con successo negli anni Settanta, viene riproposto in una versione arricchita da contenuti speciali: oltre alle ricette, intervallate da testi su vari argomenti (il bon ton a tavola e l'arte di apparecchiare, ma anche i ricordi di un infanzia di guerra fino all'invito, rivolto agli uomini, a prendere almeno ogni tanto le redini della cucina) la nuova edizione propone fotografie inedite che ripercorrono i momenti clou della carriera di Sophia Loren, tratte dai suoi film o da momenti pubblici della sua vita fino a oggi.
"Mi sento inquieta, non riesco a stare ferma, quindi vado nello studio. A fare cosa ancora non so. Fisso lo scaffale, sposto i libri, come se cercassi qualcosa, e sto quasi cominciando a innervosirmi, quando intravedo una scatola di legno scuro. E un tuffo al cuore. In un attimo, mi scorrono davanti agli occhi lettere, telegrammi, biglietti, fotografie". Sono parole di Sophia Loren, la nostra attrice più amata, che fino a oggi non si era mai raccontata in un libro. Ma è stato forse l'avvicinarsi di un compleanno importante, o la casualità di ritrovare una scatola di lettere e fotografie, che ora l'ha spinta a farlo. Così è nata questa autobiografia in cui si dipana la vita di una bambina magra e scura scura, una ragazza insicura ma tanto bella "da far resuscitare i morti", una giovane napoletana che in pochi anni conquista il mondo. Quella di Sophia Loren, più che una storia, sembra una favola, compresa di balli, grandi prove e principi azzurri. Eppure, dietro la star, sorride una donna timida e determinata, che ha sofferto tanto, ha lavorato moltissimo, ha amato con passione autentica, sempre tinta di ironia. È lei a riportarci alla sua Pozzuoli dilaniata dalla guerra, alla Cinecittà dei primi kolossal americani, alla Napoli in bianco e nero di De Sica. Ma ci porta anche dietro le quinte, dove batte il suo cuore di moglie, madre, nonna, intorno alla famiglia che, da sempre, considera il suo film migliore.
Non è possibile presentare in modo esaustivo in poche pagine la complessa attività di padre Virgilio Fantuzzi (1937-2019) come critico cinematografico de «La Civiltà Cattolica» in oltre quarant'anni di lavoro. Siamo davanti a un voluminoso impegno non limitabile agli articoli scritti: il cuore della sua attività può essere considerata la relazione personale e di amicizia con i più grandi maestri del cinema italiano. L'idea di queste pagine è dunque piuttosto quella di evocare, a partire da alcuni dei suoi articoli, due delle dimensioni centrali della pluridecennale missione di padre Virgilio come critico-gesuita. Da una parte, il tentativo di cogliere l'uomo dietro il regista, le sue intenzioni profonde, il suo afflato spirituale; dall'altra l'identificazione di frammenti di trascendenza nei film presentati, a prima vista nascosti da apparenti contraddizioni e tragicità. Sono tre le sezioni in cui sono stati suddivisi i sei articoli selezionati, rappresentativi del suo personalissimo modo di fare critica cinematografica: Virgilio e i grandi del cinema italiano presenta un articolo su Pier Paolo Pasolini e un'intervista a Roberto Rossellini; in Visioni d'oltralpe: incontri francesi vi è un testo estratto da un articolo dedicato ad André Bazin, critico cinematografico francese e fondatore della rivista «Cahiers du cinéma», e alcuni estratti di un lungo pezzo dedicato al regista francese Éric Rohmer; Uno sguardo ai registi di oggi raccoglie due articoli dedicati rispettivamente al film Le Onde del destino di Lars Von Trier e ad alcune opere di Steve McQueen. Questa è solo una incompleta presentazione del lavoro di un gesuita artefice di feconde connessioni tra spiritualità, teologia e cinema. Perché non lasciarsi ispirare per rinnovare il proprio sguardo nella visione dei grandi film di ieri, oggi e domani?
Il mito di Ulisse rappresenta, forse al suo più alto grado, la civiltà del Rinascimento in quanto a esplorazione, avventura nel cosmo fisico e reale da un lato, e ad itinerario psichico di aspirazione verso un ideale morale dall'altro.
Con questo scritto proverò ad evidenziare le ragioni che inducono la Chiesa cattolica a ritenere l'arte religiosa e sacra, anche nel XXI secolo, un testimone credibile del Vangelo. Attraverso la ricostruzione storica dei primi secoli del Cristianesimo, metterò in luce l'impegno profuso dalla Chiesa nel salvaguardare le sacre immagini e nel promuoverne la diffusione e la venerazione. Particolare attenzione sarà dedicata all'attività artistica dei primi iconografi che, con ammirevole dedizione, si dedicarono alla ricerca, alla fedele riproduzione e alla trasmissione dei lineamenti autentici del volto di Cristo. Infine utilizzerò alcune opere d'arte religiosa come strumento di riflessione e catechesi.
Don Fadrique, Commendatore della cittadina di Ocaña, giunto al matrimonio di Peribáñez, contadino ricco e stimato, si incapriccia della bellissima sposa, Casilda, e comincia a corteggiarla. Non si tratta soltanto di un conflitto sentimentale: insidiando Casilda, il Commendatore attenta all'onore di Peribáñez. E Peribáñez reagisce: sguainata la spada uccide il suo signore. Il "Peribáñez" rappresenta un'interessante espressione del teatro spagnolo del primo '600, un teatro che cerca spazi di innovazione e di superamento di relazioni ormai inadeguate, pur senza metter in discussione le strutture portanti dell'ideologia monarchico-nobiliare.
«Adolf Loos e io, lui letteralmente, io linguisticamente, non abbiamo fatto e mostrato nient’altro se non che fra un’urna e un vaso da notte c’è una differenza e che proprio in questa differenza la civiltà ha il suo spazio. Gli altri invece, gli spiriti positivi, si dividono fra quelli che usano l’urna come vaso da notte e quelli che usano il vaso da notte come urna» (Karl Kraus).
In che modo vivere il cristianesimo? Per Michael Lonsdale, attore di fama internazionale, la domanda ha una risposta semplice: come amici di Gesù. Stare alla sua presenza ricolma di gioia e pace i giorni di questo attore ottantenne, noto anche per aver recitato in "Uomini di Dio", lo splendido film sui sette monaci uccisi in Algeria.C on disarmante genuinità Lonsdale racconta la propria esperienza cristiana, facendoci gustare la bellezza di una vita dedicata all'arte, una delle vie per incontrare l'Assoluto. Ha lavorato con Ermanno Olmi e Steven Spielberg, è stato Frère Luc nel film "Uomini di dio" sui monaci martiri di Tibhirine. Qui Michael Lonsdale racconta il suo cammino di fede.