
Maghi, draghi, troll, folletti, eroi e principesse, paladini del Bene impegnati in una lotta titanica contro le forze del Male: l'universo fantastico del Fantasy ha trovato spazio sul grande schermo fin dagli albori del cinema muto, appassionando milioni di spettatori. Molto spesso il Fantasy trae ispirazione dalla tradizione letteraria. "Il Signore degli anelli" ne è un esempio paradigmatico poiché diventando film dà finalmente un volto ai personaggi di Tolkien che generazioni di lettori avevano fin lì solo immaginato. Alla saga del "Signore degli Anelli" si deve anche riconoscere il merito di avere ridato vitalità a un genere cinematografico un po' dimenticato, che pure vanta una storia gloriosa di cui questo libro vuole evidenziare la ricchezza. Il dizionario riporta notizie su: Attori, registi, produttori, direttori della fotografia e specialisti che hanno scritto la storia del fantasy.
Il volume è il catalogo della mostra di Mantova (Palazzo Te, 2 settembre - 8 dicembre 2002). Da Mantegna a Tiziano, da Correggio a Rubens e Guido Reni, per circa tre secoli tutti i grandi maestri hanno intrattenuto rapporti con i Gonzaga, una dinastia di grandi mecenati e raffinati cultori dell'arte che dall'inizio del XV secolo al terzo decennio del Seicento ha raccolto una delle principali raccolte d'arte in Europa, comprendente quasi 20000 oggetti e oltre 1300 dipinti. La mostra, attraverso una selezione di circa 300 dipinti e oggetti, intende offrire uno spaccato della collezione Gonzaga all'apice della sua completezza nel 1626, anno della morte del duca Ferdinando Gonzaga.
Un saggio accattivante che documenta la creazione di Roma barocca. Corrado Augias
È difficile catalogare quest’opera, che è dettagliata come un saggio di architettura e avvincente come un romanzo storico. Morrissey racconta la storia di due uomini, le loro eccezionali carriere e la grande rivalità che si sviluppò tra loro. La storia del loro antagonismo e della superba architettura che ne nacque. “Il Foglio”
«Bernini ebbe successo superando le aspettative; Borromini sbalordì tutti, sfidandole. Insieme e separatamente, lavorarono al meglio delle proprie capacità per produrre un’arte che il tempo non potesse intaccare. Ci riuscirono. E divennero immortali lasciandoci in eredità una città che, grazie a loro, è infinitamente più bella.» La vita di due geni, un racconto di ambizione e desiderio, competizione e speranza.
Indice
Capitolo 1 L’inizio e la fine – Capitolo 2 Talento e ambizione – Capitolo 3 «Perpetuità et bellezza» – Capitolo 4 Una collaborazione nel bronzo – Capitolo 5 Il cerchio e il triangolo – Capitolo 6 «Ignoranti e copisti» – Capitolo 7 Un bue e un cervo – Capitolo 8 Estasi e saggezza – Capitolo 9 Le ristrutturazioni di un papa – Capitolo 10 Acqua e delusione – Capitolo 11 Affetto e capricci – Capitolo 12 Addestrare l’occhio a vedere – Capitolo 13 Nessun maggior favore, nessuna fine più triste – Capitolo 14 Un’eredità di pietra – Note – Riferimenti bibliografici – Ringraziamenti – Referenze iconografiche – Indice analitico
Malgrado la distanza epocale che ci separa dagli scritti raccolti in questo volume, le parole di Morris appaiono oggi di una sorprendente attualità. Con una forte critica alla società moderna troviamo infatti la speranza in un'arte che riporti al centro l'individuo e la sua creatività. William Morris è considerato un precursore dei moderni designer, e ha avuto una notevole influenza sull'architettura del suo tempo. Sostenitore dell'artigianato nelle sue forme più tradizionali, come la pittura su vetro e su carta da parati, ha dato un importante contributo al rilancio delle arti tessili e ha fondato la Società per la protezione degli edifici antichi.
Tutte le volte che un artista si appresta a realizzare un ritratto non può fare a meno di interrogarsi sulla posa da dare al soggetto. Lo raffigurerà in piedi, seduto oppure disteso? Quale sentimento trasparirà dall’espressione del suo volto? Le mani saranno incrociate sul petto o intente a compiere qualche rito apotropaico? Certo, un dipinto ci cattura in primo luogo per la qualità della pittura e per l’identità del protagonista, ma ogni gesto, espressione o postura del corpo è in realtà la chiave di uno scrigno all’interno del quale si possono scovare tracce dei costumi di un particolare periodo storico e retaggi di culture lontane nel tempo e nello spazio.
E chi meglio di Desmond Morris poteva raccogliere la sfida di raccontare una storia del linguaggio del corpo che fosse anche una delizia per la curiosità del lettore? Coniugando le sue due anime di etologo e di artista surrealista, l’autore ci guida in un singolare percorso attraverso le pose che per secoli − dalla statuaria romana fino alla cultura pop − hanno solleticato l’attenzione degli appassionati d’arte.
Due amici si incontrano e discutono. Discutono del mondo e del loro lavoro, perché non sono soltanto amici, si muovono anche nello stesso universo artistico. Uno realizza cinema, l'altro realizza musiche per il cinema. È così che nascono queste pagine densissime, animate dalle domande di Giuseppe Tornatore, che riportano i suoi lunghi colloqui con Ennio Morricone. Pagine nelle quali il cinema è un tema ed è un pretesto, qualche volta in primo piano, qualche altra sullo sfondo dei loro incontri. Ne parlano, lo affrontano, lo rigirano da ogni parte per capire cosa sia stato, cosa sia oggi e che futuro abbia, lo osservano da cineasti, lo osservano da appassionati, lo osservano anche da spettatori. Intrecciano le loro opinioni, i loro racconti, le loro sensazioni. Ogni tanto sembra che i loro ruoli si invertano. Tornatore cerca una sua musica delle immagini, Morricone una misteriosa visibilità dei suoni.
"Questa lunga esplorazione, questa lunga riflessione, a questo punto della mia vita è stata importante e persino necessaria. Entrare in contatto con i ricordi non significa solamente malinconia di qualcosa che sfugge via come il tempo, ma anche guardare avanti, capire che ci sono ancora, e chissà quanto ancora può succedere." Questo libro è il risultato di anni di incontri fra Ennio Morricone e il giovane compositore Alessandro De Rosa. E un dialogo denso e profondo, e allo stesso tempo chiaro ed esatto, che parla di vita, di musica e dei modi meravigliosi e imprevedibili in cui vita e musica entrano in contatto e si influenzano a vicenda. Morricone racconta con ricchezza di particolari il suo percorso: gli anni di studio al Conservatorio, gli esordi professionali per la Rai e la Rca dove scrive e arrangia numerose canzoni di successo - sua, tra le tante, Se telefonando, interpretata da Mina -, le collaborazioni con i più importanti registi italiani e stranieri, da Leone a Pasolini, a Bertolucci e Tornatore, da De Palma a Almodovar, fino a Tarantino e all'ultimo premio Oscar. In pagine che danno vertigine a chiunque ami la musica e l'arte, il maestro apre per la prima volta le porte del suo laboratorio creativo, introducendo il lettore alle idee che stanno al cuore del suo pensiero musicale e fanno di lui uno dei più geniali compositori del nostro tempo.

