
La gioia è contagiosa, passa da persona a persona, in modo impercettibile. Si genera stupore quando chi trasmette una buona notizia lascia intendere che prima ha toccato con mano, ha sperimentato in prima persona. La comunità cristiana condivide quello che ha udito, visto e toccato e, così, chi ascolta sente "a pelle" che ci si può fidare. Una credibilità che traspare dal testimone che pone tutto se stesso a servizio dell'annuncio. Nella Quattro giorni delle Comunità educanti, i catechisti, battezzati, discepoli missionari, ricevono il mandato di annunciare la gioia del Vangelo e della vita cristiana, accompagnati e incoraggiati dalle parole dell'Arcivescovo. Poi sono convocati per riflettere insieme sulla dimensione corporea e sensibile della trasmissione della fede. Innanzitutto, si desidera esplorare come la catechesi possa coinvolgere i sensi per accedere al mistero di Dio e della persona. Non si manca di approfondire, inoltre, l'esperienza sportiva che è centrale nella vita dei ragazzi e perciò può entrare in dialogo con la catechesi e, non da ultimo, il linguaggio espressivo teatrale che coinvolge il corpo e può aiutare a "toccare" il testo biblico.
Tra voi, però, non sia così. Con questo titolo l'Arcivescovo rivolge alla diocesi la proposta pastorale annuale, che ha come obiettivo la ricezione della sinodalità nella prassi quotidiana di ogni comunità cristiana perché sia veramente missionaria. Ma che cosa significa questa ricezione della dimensione sinodale per la vita e la missione della Chiesa?Noi ci troviamo di fronte a un cammino di sinodalità che ha ricevuto un impulso decisivo da papa Francesco. Lui stesso ha riconosciuto valore di magistero petrino al documento finale dell'assemblea dei vescovi. Questo processo è stato impegnativo, prolungato, a volte complicato, con consultazioni capillari in tutto il mondo che hanno riscontrato una risposta straordinaria come interesse, come numero di persone che hanno desiderato esprimersi. E tuttavia, nonostante la diffusione del termine tra gli addetti ai lavori, per molte persone la parola "sinodalità" rimane o sconosciuta o enigmatica. È dunque fondamentale tradurre il concetto nella vita ordinaria delle comunità.La sinodalità - come ha detto l'arcivescovo Mario ai decani - è «un rinnovamento spirituale» e «una riforma strutturale».«Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore» (Mc 10,42-43).
Un ricchissimo e intenso commento spirituale ai Salmi, che intreccia sapientemente la ricchezza della tradizione biblica, la saggezza monastica e l'esperienza personale dell'autore, per rendere questi testi fonte viva per la meditazione e la preghiera contemporanea.Il Salterio ritma da sempre la preghiera del popolo biblico: ne conosciamo a memoria molti versetti, anche se non ne abbiamo sempre coscienza. È parola di Dio ma è anche il più "umano" tra i libri biblici perché, nei centocinquanta poemi che lo compongono, troviamo tutte le preghiere possibili e tutte le dimensioni dell'esperienza umana, individuale e collettiva, anche quelle più oscure.Gioia e disperazione, speranza e lamento, trionfo e vendetta, fiducia in Dio e disillusione: il Salterio è il libro in cui dare voce a ogni situazione esistenziale, senza paura e senza vergogna.L'otre di Dio raccoglie tutte le lacrime (cf. Sal 56,9) e l'orizzonte del credente è avvolto di benedizione, nonostante tutto. Uno a uno, l'Autore commenta tutti i centocinquanta salmi con indicazioni testuali, riferimenti alla tradizione rabbinica e a quella dei Padri della Chiesa, spunti di esegesi, collegamenti alla liturgia della Chiesa e riferimenti alla vita spirituale.La preghiera dei salmi è portata avanti da un ambiente fatto di fedeli e di poveri che, come pellegrini, camminano spalla a spalla verso un futuro che essi attendono dal Signore, dalla sua benevolenza. Solo un popolo di poveri può aver tramandato il Salterio di generazione in generazione.
La domanda di fondo è chiara e urgente: come e perché Dio è stato "messo tra parentesi" proprio nell'Occidente cristiano, un tempo culla del pensiero teologico? E ancora: che cosa è successo all'esperienza religiosa - e in particolare alla fede in Dio - nella cultura occidentale contemporanea? La profonda riflessione di Pierangelo Sequeri, a partire da questi interrogativi, è occasione di una nuova comprensione che apre prospettive inedite su una fede viva e rinnovata.
Guida pastorale per le celebrazioni liturgiche 2025/2026 – Rito romano. Questa guida è lo strumento che accompagna la vita delle comunità cristiane dall'Avvento a Cristo Re, fornendo le indicazioni essenziali per la celebrazione quotidiane dell'Eucaristia, della Liturgie delle Ore, in conformità al Calendario generale Romano e diocesano.
È l’ardore del giovane seminarista don Luigi Crosta ad animare le pagine dei suoi diari spirituali. Lo vediamo oscillare tra la trepidazione dei propositi di preghiera e il pentimento per la propria pigrizia, tra la nobiltà d’animo e gli inciampi con i compagni, tra il desiderio di essere sacerdote per la vita e la paura di non essere all’altezza della vocazione.
Non è un tipo che si accontenta di poco e, con l’aiuto di Dio, punta in alto. Non gli basta scegliere il sacerdozio, perché attorno a sé riconosce esempi da non emulare: tanta pietà e poca carità. Per diventare un «Santo prete», secondo l’ideale proposto dal cardinal Schuster, deve imparare a entrare in relazione con gli altri, sporcarsi le mani, come il pastore con le pecore.
Un ritratto fedele di ciò che sarà la vita di don Luigi Crosta, spesa nel ministero pastorale nelle parrocchie prima di Gavirate, poi di Lonate Ceppino, fino alla fine.
Indicazioni sul momento presente e sulle urgenze pastorali, alla luce delle riflessioni scaturite durante questi tempi ricchi di incognite e nuove sfide.Una proposta incentrata sul cammino sinodale e sull'importanza della sinodalità come metodo per dare corpo a forme inedite di annuncio del Vangelo.Un metodo che chiama alla corresponsabilità per la missione: «Tutti i battezzati hanno il diritto e la responsabilità di prendere la parola per contribuire all'edificazione della Chiesa, alla conoscenza della verità del Vangelo, all'annuncio della salvezza a tutte le genti».
Un viaggio tra le porte aperte le porte chiuse della nostra vita di famiglie cristiane, imparando dallo stile di Dio che apre passaggi nel mare e strade nuove nel deserto, dallo stile di Gesù che apre gli occhi del cieco, la tomba di Lazzaro, la comprensione delle Scritture e il cuore dei discepoli in fuga verso Emmaus. È la nostra identità, la nostra missione, il senso, il lievito, l'orizzonte che possiamo essere, come famiglie cristiane, per il mondo, per ogni donna e ogni uomo, per chi si è smarrito e per chi cammina sicuro, per chi sa ancora tenere il cuore aperto agli altri e per chi l'ha chiuso a doppia mandata.
«Per l'essere umano la preghiera, sia essa individuale o comunitaria, è sempre risposta a Dio che parla.»Nella scoperta sorprendente di un Dio che parla e che cerca interlocutori, Laura Invernizzi descrive, con semplicità e in vista di una pratica personale, l'inizio della preghiera, la consapevolezza di una percepita familiarità con Dio, tra parole e silenzi, e l'invito a rileggersi in essa. Una mappa essenziale, perché ciascuno inizi il proprio cammino. Una riflessione approfondita sulla preghiera nel contesto biblico, che risponde a domande cruciali sulla sua natura, le sue modalità e il suo significato nella vita dell'uomo.
Per i cerimonieri e per quanti sono chiamati a guidare i ministranti nel loro servizio, per vivere appieno quell'esperienza di comunione con il mistero di Dio che è il cuore di ogni celebrazione liturgica. Un volume che nasce per rispondere all'esigenza di formare al meglio adolescenti e giovanissimi che scelgono di esprimere nelle comunità di appartenenza un servizio come responsabili dei ministranti, collaboratori del gruppo liturgico, animatori delle celebrazioni, alla luce delle significative modifiche introdotte con la nuova edizione del Messale ambrosiano. Non solo preziose indicazioni rubricali e operative sul "come" celebrare ma approfondimenti sul senso dei riti: per educarsi e educare alla preghiera liturgica, ricordando che come «a pregare si impara pregando», così «a celebrare si impara celebrando».