Uno dei più noti e apprezzati giornalisti italiani - firma fissa di giornali come «La Stampa», «La Gazzetta dello Sport», «Il Foglio», «Vanity Fair», «Io Donna» - lancia la nuova collana di Edizioni Clichy, «les petits éléphants», libri piccoli nel prezzo e nel formato ma grandi nei temi e nei contenuti.
Diamo inizio a questa avventura con un «instant book» su Jorge Mario Bergoglio, Papa Francesco, il pontefice venuto da un altro mondo, che quasi solo apparendo ha lanciato una rivoluzione forse inarrestabile nella Chiesa mondiale e, a catena, in tutti gli altri ambiti politici e culturali.
È possibile, nella società opulenta in cui vive l'Occidente, pretendere una Chiesa povera e che si rivolga soprattutto ai poveri e agli ultimi? È possibile ribaltare i cerimoniali, i riti, gli orpelli scardinando la nostra stessa idea di che cos'è un Papa? Con i suoi primi gesti, con le sue prime parole, papa Francesco ci ha detto che non solo possiamo, ma che dobbiamo imboccare questa strada. Come fecero, a suo tempo, papa Giovanni XXIII e papa Luciani.
In questo libro da leggere tutto d'un fiato, l'uomo venuto da lontano viene raccontato, secondo lo stile di Dell'Arti, per frammenti, frasi, decine di dettagli che ricostruiscono l'uomo e coloro che lo hanno eletto, il Conclave e le basiliche, le lotte e gli slanci, fino al calcio, al tango, e alla scandalosa sobrietà con cui Bergoglio ha condotto e intende continuare a condurre la sua vita. Un libro da leggere in un'ora, per capire Francesco e intravedere la mèta verso cui vuole condurci, un orizzonte
di carità, di speranza, di pace.
Il libro racconta i decenni che dalla fine dell'800 alla Grande Guerra portarono alla dissoluzione dell'impero ottomano e alla nascita della Repubblica turca nel 1923. Gli eventi sono letti nel quadro del crescente processo di globalizzazione: dai tentativi di riforma delle strutture imperiali alle spinte secessioniste dei movimenti nazionali, dalla crisi violenta della coabitazione islamo-cristiana alla nascita di uno Stato-nazione turco riconosciuto a livello internazionale, ma anche indebolito dalla fine del suo pluralismo interno.
L’uomo credente non è solo colui che ascolta la parola di Dio e le obbedisce, ma anche colui che sente, vede, percepisce, tocca quella stessa Parola. Nel cristianesimo, religione del Dio fatto uomo, l’uomo non è obbedienza senza essere emozione, non è conoscenza senza essere passione, non è ascolto senza essere contatto, non è parola senza essere spazio e tempo, gesto e azione, immagine e suono, musica, danza, arte. Il volume intende proporre alcuni orientamenti significativi per riconoscere quell’esperienza estetica che attraversa l’arte e confrontarli con quell’esperienza religiosa che appartiene al rito.
Giorgio bonaccorso è monaco benedettino e docente presso l’Istituto di Liturgia Pastorale di Santa Giustina (Padova). Studioso delle radici profonde del rito, approfondisce e commenta testi di antropologia, teologia, filosofia e letteratura. Tra i suoi libri ricordiamo: Il rito e l’Altro. La liturgia come tempo, linguaggio e azione (20122); La liturgia e la fede. La teologia e l’antropologia del rito (2010); Il corpo di Dio. Vita e senso della vita (2006); Il tempo come segno: vigilanza, testimonianza, silenzio (2004).
Di fronte alla crescita delle competenze professionali e al proliferare dei compiti affidati ai bibliotecari, soprattutto nei settori contigui alle nuove discipline dell'informazione e della comunicazione, "Il Manuale di biblioteconomia", giunto alla quinta edizione, si conferma uno strumento di grande utilità. Il volume offre non solo le nozioni di base della biblioteconomia, ma anche un'introduzione di ampio respiro relativa alla formazione professionale e all'organizzazione bibliotecaria nel suo complesso, allineandosi per quanto riguarda la catalogazione alle nuove REICAT. La prima parte introduce alla storia del libro e delle biblioteche, alla biblioteca come istituzione e servizio, alla sua struttura e tipologia. La seconda tratta, fra l'altro, di organizzazione del lavoro in biblioteca, dei servizi offerti, dell'impiego degli strumenti informatici e delle risorse elettroniche. Per maggiore documentazione, il manuale è corredato di un ricco apparato bibliografico, di una serie di appendici normative e di un glossario dei termini biblioteconomici.
Un pratico sussidio che guida sul cammino dell'Avvento. Ogni giorno è proposto un percorso così strutturato: L'ascolto del Vangelo proprio del giorno; Una riflessione sugli spunti più importanti che ne emergono; Un pensiero del santo del giorno; Una breve preghiera; Il proposito personale della giornata: un piccolo gesto che aiuterà a mettere in atto la Parola del Vangelo ascoltata e meditata.
Vissuto tra i grandi conflitti sociali ed economici della Francia post-rivoluzionaria - in una temperie culturale non così diversa dall'attuale, segnata profondamente dalla modernità, dal laicismo e dal materialismo d'impronta scientifica -, Frédéric Ozanam (1813-1853), fondatore della Società di San Vincenzo de' Paoli, non maledisse il suo tempo né si lasciò sedurre dalla violenza. Si indignò invece di fronte all'ingiustizia e alla povertà, trovando sempre il coraggio di rialzarsi dalle sconfitte personali e di immaginare strade nuove. Precursore della dottrina sociale della Chiesa, ma soprattutto testimone dell'impegno per una società più giusta, Ozanam è l'icona di un cristianesimo giovane, e non solo per motivi anagrafici: giovane fu il suo temperamento, il suo idealismo, la sua voglia di cambiamento. Come pure il suo modo di leggere il Vangelo. Ed è bello ricordare come Giovanni Paolo II - in occasione della beatificazione del 1997 - ne abbia sottolineato l'"ardore", l'impazienza, la febbre da futuro che dovrebbe essere il termometro della vitalità di ogni comunità cristiana, sempre ma specialmente nei periodi di crisi.
Se dico legge, molto probabilmente tu pensi subito a una legge scritta, farraginosa e complicata. Qui non parlo di queste leggi, ma delle leggi morali, cioè di tutti quei tipi di giudizi sapienziali che mettono ordine nel nostro agire.
Le leggi morali sono leggi di libertà: ci emancipano dal mero determinismo delle leggi bio-fisiche e metafisiche, non si pongono a noi come queste ultime, cioè come ineluttabile necessità, ma essendo giudizi della ragione illuminano conoscitivamente la nostra intelligenza ed essendo doverose inclinano la nostra volontà verso la scelta retta. Educano così la volontà a superare il timore, la soggezione o la costrizione. Ed essendo ordinamenti sapienziali ci notificano l’amabilità del fine e quindi ci educano alla virtù, in particolare all’amore di carità.
Che rapporto c’è tra tutte quelle realtà che noi chiamiamo legge? E tra tutte queste e la sapienza? Perché più insisti sulla legalità e più aumentano gli abusi e il disagio sociale? Un altro paradosso moderno sembra essere costituito dalla moltiplicazione delle dichiarazioni solenni dei diritti umani e contemporaneamente dalla più palese e planetaria violazione di essi: come si è reso possibile? La legge, o meglio la sovrapproduzione legislativa diventa fonte di anarchia? Perché nella tradizione che fa capo all’evangelista Giovanni non si parla mai di legge, e sempre in termini di “comandamento nuovo”? In cosa consiste questa novità?
Molti sono convinti che la carità sia il fare l’elemosina, oppure consista nell’altruismo o nella solidarietà.
Per sapere davvero cos’è la carità, occorre andare alle fonti: alla rivelazione biblica. Scopriamo così che essa è anzitutto l’identità stessa di Dio: Dio è amore (1 Gv 4,8), letteralmente agape. Essa è poi l’amore con cui Dio ci ama e che rende noi capaci di amare lui e il prossimo: Poiché io ho amato voi, anche voi amatevi gli uni gli altri (Gv 15,12). Donando a noi la carità, Dio ci fa partecipi della sua stessa potenza di amore, elevando la nostra volontà e rendendo noi capaci di amare realmente nel modo in cui lui ama.
Vivere questa virtù teologale, con le sue manifestazioni di gioia, benevolenza, elemosina, servizio e apostolato, sembra quindi l’unico modo ragionevole di corrispondere a quell’amore così grande che abbiamo ricevuto.
L’aspetto originale di queste pagine è tentare di fondare la teologia morale sulla teologia dogmatica: la virtù della carità sulla teologia trinitaria e delle missioni divine, e presentare la sequela di Cristo come divinizzazione della persona umana.
Contenuto
Un omaggio al «Santo» di Padova nel 750° del ritrovamento della sua Lingua incorrotta (1263-2013). Testi commentati delle Messe votive, spiegazioni ai bassorilievi raffiguranti i miracoli presenti presso l’Arca del Santo nella sua Basilica di Padova, documenti del magistero sulla figura di Antonio e omelie in suo onore tenute da vescovi e cardinali pellegrini alla sua tomba. Suggestive immagini impreziosiscono il volume.
Destinatari
Devoti tutti.
Autore
GIORGIO LAGGIONI, vicerettore della Pontificia Basilica di Sant’Antonio. ANDREA MASSARIN, liturgista, cerimoniere della medesima Pontificia Basilica.
Una serie di proverbi e citazioni, in tono spesso leggero e umoristico, sui temi della vita. Un proverbio è una piccola opera d'arte, è un modo discreto per entrare in punta di piedi nella vita e nella cultura di un popolo, è una perla di saggezza che prende forma in poche parole, limitando l'inutile. In questo libro, assieme ai proverbi, troverete parecchie citazioni molte delle quali umoristiche; scoprirete così come la vita possa essere vissuta con saggezza ma anche in leggerezza.
La famiglia ha ancora un futuro? Oppure il nucleo familiare dovrà cedere il passo ad altre forme di rapporto fra uomo e donna? O dovrà scoprire nuove prospettive della paternità e della maternità? In dialogo con la cultura contemporanea, il volume affronta questi interrogativi attraverso un’attenta analisi della famiglia e della sua evoluzione: dai cambiamenti generazionali alle nuove dimensioni dell’erotismo, dal difficile rapporto fra spontaneità dei sentimenti e istituzione alla relazione tra pubblico e privato.Alla sfida della società tecnologica, dove regnano il dominio e l’efficienza, la famiglia può rispondere solo se recupera la dimensione “conviviale” la capacità di esprimere gioia e serenità, di incarnare nella vita quotidiana lo stile della gratuità, sviluppando la “logica del dono” e del dialogo.
Questo scritto fu pubblicato per la prima volta nel 1946 per conto del Consiglio Federale delle Chiese Cristiane Evangeliche d'Italia che ne aveva affidato la redazione a Giorgio Peyrot (1910-2005). Con esso si intendeva porre all'attenzione dei Costituenti la necessità di affermare una libertà religiosa eguale per tutti e senza discriminazioni, con il superamento delle disposizioni più illiberali. Ad esempio l'impedimento al ministro di una determinata confessione acattolica, sprovvisto di approvazione governativa, di esercitare liberamente gli atti conseguenti al proprio ministero in privato e in pubblico. Giorgio Peyrot è stato Docente di Diritto Ecclesiastico presso la Facoltà Valdese di Teologia e all'Università di Perugia. Fu personalita? di rilievo nel panorama degli studi giuridici e delle relazioni tra societa? civile e societa? religiosa e strenuo difensore delle minoranze religiose.