Lo studio e l'osservazione delle galassie è da sempre il nodo centrale del crescente interesse per l'origine del cosmo, e rimane tuttora uno dei temi fondanti dell'astronomia. John Gribbin coinvolge il lettore in un viaggio che dalle osservazioni a occhio nudo degli antichi attraversa la storia dell'invenzione del cannocchiale e del telescopio per arrivare alle ultime frontiere della ricerca, spingendoci fino alla notte dei tempi, alle collisioni intergalattiche, giù giù in quel frammento di secondo che ha dato origine a tutto. D'altronde, come restare indifferenti a una disciplina scientifica che nei secoli è stata in grado di sondare e interrogare le profondità infinite del ciclo, di stabilirne l'incommensurabilità, di rivelarci quanto è vero che siamo "un puntino minuscolo alla periferia di una piccola galassia di un universo in continua espansione"? Quel viaggio ai limiti del tempo e dello spazio - ci dice Gribbin - altro non è in fondo che un viaggio dentro noi stessi, una scossa alle nostre inquietudini più profonde.
Rivelando gli stupefacenti collegamenti di natura chimica tra fatti apparentemente scollegati, gli autori presentano nel libro 17 gruppi di molecole che hanno cambiato il corso della storia, arrivando a determinare moltissimi aspetti della nostra vita quotidiana. Il lettore apprenderà per esempio come i bottoni delle uniformi dell'armata napoleonica, fatti di stagno, si sbriciolassero alle basse temperature, mettendo in notevoli difficoltà i soldati impegnati sul fronte russo (e, chissà, ipotecando così l'esito della campagna); come un banale incidente domestico con un grembiule detonante ebbe come conseguenza lo sviluppo dei moderni esplosivi e la nascita dell'industria cinematografica; come la passione degli europei per la caffeina, una molecola che dà una blanda dipendenza, finì per portare alla rivoluzione comunista in Cina.
Spesso l'intero progresso tecnico e scientifico è attribuito a un ristretto numero di menti geniali che si eleva al di sopra della gente comune. Ma la verità è che la scienza è sempre stata il prodotto di uno sforzo collettivo, e che di volta in volta il risultato del singolo si è avvalso di una consolidata esperienza popolare. Questo studio ripercorre il cammino della scienza dalle sue radici primitive ai nostri giorni illustrando il contributo imprescindibile dei cacciatori-raccoglitori, dei contadini, dei marinai, dei minatori, dei fabbri, delle masse anonime di lavoratori che nei secoli hanno ricavato i propri mezzi di sussistenza dal confronto quotidiano con la natura. La medicina si sviluppò attraverso le proprietà terapeutiche delle piante, scoperte dai popoli preletterati. La chimica e la metallurgia mossero i primi passi nelle antiche fucine, nelle botteghe dei vasai e nelle buie gallerie delle miniere, dove nacquero anche la geologia e l'archeologia. La matematica deve la sua esistenza e molti dei suoi progressi alle pratiche millenarie di mercanti, agrimensori, contabili e meccanici. Contro il retaggio della "tradizione eroica", la ricerca storica di Conner rintraccia le origini trascurate delle grandi scoperte scientifiche per rivelare il vero genio. Quello del popolo.
Ne parlano tutti ma nessuno l'ha mai visto: il tempo è un mistero la cui natura profonda resta ancora oscura. Ci hanno provato e sono stati sconfitti fisici e filosofi, biologi e teologi. Il tempo che noi percepiamo, che lascia il segno sul nostro viso, è lo stesso di quello degli scienziati? Ha avuto un inizio? E ha davvero una direzione? I teorici hanno provato a invertirlo. Ma, riflettendo sulla sua disperante irreversibilità, Étienne Klein avverte che il tempo non è altro che un'"enigmatico spazio" in cui però non ci si può spostare a proprio piacimento.
Ogni calendario riflette la storia, le tradizioni, la religione di un popolo: sul filo dei giorni si snodano infatti miti e leggende, riti e usanze, spesso frutto di memorie antiche. In questo libro Alfredo Cattabiani ripercorre il nostro calendario per ricostruire l'origine, il significato e la funzione delle sue feste religiose e profane. Seguendo il ciclo del sole, dalla rinascita simbolica nel solstizio d'inverno fino al declinare nell'autunno, si attraversano tutte le grandi ricorrenze che segnano i diversi periodi dell'anno e le memorie di santi che hanno un'importante funzione calendariale, da san Nicola a santa Lucia e sant'Antonio abate, da sant'Anna a san Michele e san Martino. Quello proposto in queste pagine non è però solo un percorso storico-simbolico e folkloristico, ma anche un "viaggio celeste", perché alle radici del calendario vi è una visione astrologica basata sull'osservazione delle stelle e dei pianeti che segna anche le principali feste cristiane legate ai solstizi e agli equinozi.
La storia della più nota astrofisica italiana raccontata ai giovani con la spontaneità, la passione e l'impegno che hanno caratterizzato tutte le sue scelte. L'educazione aperta e tollerante ricevuta dai genitori, i successi sportivi, gli affetti, le prime ricerche, l'affermazione internazionale, l'impegno civile e politico: ricordi belli, dolorosi e divertenti. 70 pagine di biografia, gli approfondimenti su l'astrofisica, il testo teatrale, e alla fine l'intervista di Sylvie Coyaud a Margherita, per un colloquio quasi diretto ed immediato coi giovani lettori. Età di lettura: da 10 anni.
Un'opera illustrata da più di 16.000 segni, tavole e documenti: un'enciclopedia dei numeri che racconta in termini accessibili a tutti la storia delle cifre: dall'epoca dei sassolini ai nostri computer, indagando le diverse albe dei numeri in civiltà lontane (gli egiziani, gli ebrei, i maya, gli arabi). Il testo è preceduto da una introduzione di Piergiorgio Odifreddi, che sottolinea come "le storie del numero e dell'uomo siano in realtà intrecciate in maniera inestricabile, e come i progressi e regressi dell'uno siano andati di pari passo coi progressi e regressi dell'altro".
Cosa c’entra la scienza con il senso della vita? Può uno scienziato rispondere a questa domanda sapendo che,mentre l’uomo vuole certezze e promesse,la scienza non offre né queste né quelle? Esiste, al contrario, una struttura razionale dell'universo che attende di essere scoperta dalla curiosità umana? E può l’esperienza religiosa fornire ispirazione per l’indagine scientifica? Due punti di vista opposti vengono presentati in questo libro, da due autorevoli personaggi del mondo della scienza. L’ampiezza dei temi trattati dai due autori – la fisica e le sue leggi,la natura,il tempo e lo spazio,i minimondi delle molecole e maxi mondi dei pianeti,l’osservazione scientifica,la ricerca del senso – e l’abile scrittura di entrambi che li porta a dire cose difficili con parole facili, producono una vera e propria introduzione alla fisica e alla ricerca scientifica,per tutti.
AUTORI
Edoardo Boncinelli è laureato in fisica presso l'Università di Firenze con una tesi sperimentale di Elettronica Quantistica (Relatore:Giuliano Toraldo di Francia).Nel 1968 una borsa di studio presso l'Istituto Internazionale di Genetica e Biofisica,CNR di Napoli,lo ha introdotto nel mondo della genetica.È stato direttore del Laboratorio di Biologia Molecolare dello Sviluppo presso l’Istituto Scientifico dell’Ospedale San Raffaele e Direttore di Ricerca presso il Centro per lo Studio della Farmacologia Cellulare e Molecolare del CNR di Milano. Ha dedicato molti anni allo studio dei geni che regolano la disposizione e la formazione delle varie parti del corpo umano,ottenendo risultati apprezzati in tutto il mondo.È stato direttore della SISSA,Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste.
George Coyneè un astronomo e sacerdote gesuita statunitense.È stato direttore della Specola Vaticana,l’osservatorio astronomico della Chiesa cattolica situata a Castel Gandolfo e sul monte Graham in Arizona,dal 1978 al 2006.È tutt'ora è a capo di un team di ricercatori presso l'università dell'Arizona.
L'affresco generale del rapporto tra l'uomo e la sua millenaria storia evolutiva si arricchisce di un nuovo importante tassello. Questa volta il protagonista è uno dei più affascinanti e misteriosi tratti distintivi di Homo sapiens: perché crediamo, e siamo convinti che possa esistere un'"intelligenza superiore" che governa e indirizza le nostre vite? Perché tendiamo con facilità a credere nel sovrannaturale, nelle religioni, nella telecinesi, negli angeli, nella fortuna (o nella sfortuna) e nel destino? La risposta, per il biologo ed ex credente Lewis Wolpert, risiede nella nostra particolarissima evoluzione di specie animale, precisamente nello sviluppo dei concetti di causa ed effetto, e nel modo in cui la nostra mente è stata "geneticamente programmata". Quando hanno sviluppato la capacità di costruire strumenti e oggetti appositamente creati per ottenere uno scopo (accendere un fuoco, macinare i semi per mangiarli o cacciare gli animali), i nostri antenati hanno scoperto nel tempo di poter estendere tale tratto, unico nel regno animale, a sfide intellettuali sempre più complesse e insidiose, fino alla nascita delle religioni. La tesi di Wolpert è che una conseguenza dell'evoluzione del cervello umano è stata quella di diventare un vero e proprio "generatore di credenze", un meccanismo utile ed essenziale per la sopravvivenza della specie.
La domanda che sta alla base di tutte le ricerche, di tutti gli studi e di tutti i dibattiti (talvolta molto accesi) che nell'Ottocento hanno dato origine alla paleoantropologia, è in definitiva quella che l'uomo si pone da sempre: da dove veniamo? Qual è il nostro posto nel pianeta che abitiamo e nella sua storia? Questa disciplina, così affascinante e per sua natura eclettica, che da più di due secoli ricostruisce faticosamente, reperto dopo reperto, le tappe della nascita e dell'evoluzione dell'uomo, sta in questi ultimi anni godendo del fondamentale apporto di altri rami della scienza. Accanto al rinvenimento e all'analisi dei resti fossili, i paleoantropologi attingono sempre più dagli studi sul clima del passato e sulle credenze magiche e religiose di popoli ormai scomparsi, dai progressi della genetica e da quelli della biologia, fino alle recenti misurazioni della geocronologia.
Dopo la pubblicazione della sua opera più celebre, "La struttura delle rivoluzioni scientifiche" (1962), Thonias Ruhn ribadì i principi fondamentali della sua teoria in una serie di interventi. È ciò che fa anche in questo piccolo libro, destinato all'ampio pubblico dei non specialisti e tuttora inedito in italiano. L'autore vi sostiene che il cammino della scienza verso la verità non procede per gradi, ma è soggetto periodicamente a rivoluzioni che comportano un mutamento del paradigma di riferimento, cioè dell'insieme di teorie, leggi e strumenti universalmente accettati. Il cuore del volume è dedicato alla presentazione di tre esempi di cambiamento scientifico rivoluzionario: il passaggio dalla concezione aristotelica del moto a quella newtoniana; il passaggio dalla teoria delle forze di contatto a quella chimica per spiegare la pila di Volta; infine il passaggio dalla derivazione di Planck della legge sulla radiazione di corpo nero a quella comunemente adottata oggi. Tre momenti cruciali nella storia della scienza, che Ruhn illustra con grande chiarezza e semplicità, per poi definire su questa base i tratti comuni che individuano la categoria di "rivoluzione scientifica".
La fisica non è forse una scienza noiosa, in grado di confondere le idee al più innocente degli studenti e di far vacillare il più convinto dei professori? Questo breve saggio è la risposta - negativa - a tale domanda. L'intento dell'autore è infatti dimostrare che la fisica può essere interessante e avvincente e che la generale diffidenza nei suoi confronti dipende in realtà dal fatto che il suo aspetto ludico non è ancora stato approfondito e divulgato adeguatamente.
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