La presente opéra non vuole essere nè un'analisi esegetica nè uno studio teologico, ma solo presentare semplici riflessioni sui rapporti personali di Maria: vale a dire su come, nei racconti evangelici, essa parla, tace, agisce, in rapporto alle altre persone. I vangeli delineano la figura di Maria con grande leggerezza di tocco, ma non in maniera indeterminata. La presente opera si inserisce nella riflessione che il popolo cristiano sviluppa su Maria da sempre, riconoscendo in essa tutto ciò che fa grande la donna e, proprio per questo, la sua unicità esemplare.
La Via matris, suddivisa in sette stazioni, è una forma di preghiera della pietà popolare, simile per certi versi alla Via crucis. È una meditazione sulle parole rivolte a Maria dall’anziano Simeone nel tempio. Il testo proposto è attento in modo particolare a far risaltare la somiglianza delle sofferenze di Maria con quelle di tante donne e madri, dando voce alle domande e ai bisogni espressi o taciti che, in ogni momento di dolore, ogni cuore angosciato pare innalzare al Cielo in un’estrema richiesta di aiuto.
Autore
GIUSEPPE MILITELLO, parroco nella diocesi di Savona-Noli e docente in teologia, è responsabile dell’Opera diocesana pellegrinaggi e coordinatore diocesano dei Gruppi di preghiera di padre Pio in diocesi. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Chi legge le letture? Introduzione al ministero del lettore (Effatà, 2009), Signore perché? Via crucis (Paoline, 2009), Cosa farò da grande? Storia di un’esperienza educativa (Esperienze, 2010), Nel tuo forte abbraccio. Il mese di san Giuseppe (Effatà, 2010), Alla scoperta del Concilio Vaticano II (Sugarco, 2010), I Salmi. Una preghiera giovane (EMP, 2010), Nostra Signora di Misericordia (San Paolo, 2010).
Fra i temi più sensibili affrontati su Maria si sottolineano l'inculturazione, i due dogmi pontifici, il magistero, la spiritualità mariana, l'evento di Fatima e, a proposito di quest'ultimo, lo studio mostra come Giovanni Paolo II abbia modulato il suo magistero proprio in base a questo straordinario evento, non soltanto in campo mariologico, ma anche in quello pastorale.
L’autore, affermato iconografo, intende guidarci alla contemplazione di 12 icone dellaVergine Maria.Attraverso le immagini egli mette in risalto la figura di Gesù e Maria in una riproduzione che pur rifacendosi all’iconografia tradizionale, cerca di conferire modernità di espressione.
Ogni icona è preceduta da un brano biblico, a dimostrare che le “icone” hanno origine e sono una interpretazione della Parola di Dio.
Seguono poi una “meditazione-contemplazione” sempre in riferimento all’immagine e al testo biblico e una “riflessione per la vita”. Si conclude la contemplazione di ogni immagine con la preghiera di autori sacri occidentali, orientali e dalla liturgia bizantina.
DESTINATARI
Laici impegnati, sacerdoti, religiosi
AUTORE
Antonio Bongiorno è diacono permanente della Diocesi di Lecce. Affermato iconografo, si è avvicinato al mondo della rappresentazione sacra della Tradizione orientale come allievo di Egon Sendler presso la scuola di iconografia di Seriate (Bergano). Ha poi perfezionato le sue conoscenze tecniche alla scuola di Rublev, sotto la guida di Alexander Stalnov di San Pietroburgo. Con Paoline Editoriale libri ha pubblicato: La via della croce. Il mistero cristiano contemplato con le icone (2004); Lo splendore dell’icona nelle feste liturgiche (2005); Lo splendore dell’amore. Icone del Cantico dei Cantici (2009).
Nella scansione dei suoi capitoli: Maria e la nuova famiglia di Gesù (cap. 1); “Sono fuori e ti cercano” (cap. 2); Maria – Madre della Parola (cap. 3); Perfetta Discepola della divina Parola (cap. 4); e nell’Appendice: Un sacerdote innamorato della Beata Vergine: San Tommaso d’Aquino, il libro disegna un ideale itinerario di progressiva “familiarita” con Cristo, in compagnia della persona che più gli è stato vicina e “socia” nell’opera della Redenzione.
Una raccolta di preghiere innalzate nei vari secoli da poeti e cantori alla Donna della danza e illustrate con le opere d’arte della Basilica di Santa Maria Maggiore e dell’Accademia Carrara di Bergamo. Valido contributo a una sempre più approfondita conoscenza delle radici cristiane dell’Europa e al consolidamento dell’amore per Maria, la cui intercessione aiuta i credenti a «mutare il mesto incedere in passo di danza».
Destinatari
Tutti e in particolar modo i devoti di Maria.
Autore
VALENTINO SALVOLDI, laureato in filosofia e teologia morale, docente di antropologia culturale, ha condiviso la sua competenza all’Accademia alfonsiana di Roma, in collaborazione con Bernard Häring, dopo aver insegnato per quattordici anni in Nigeria, Burundi e Zambia. Ora è «professore visitatore» soprattutto nei paesi del Sud del mondo. È anche giornalista e ha pubblicato numerosi libri tradotti in altre lingue.
Mi trovavo appeso a un chiodo piantato nella roccia. Aveva iniziato a cadere la neve, leggera ma insistente. Il paesaggio era avvolto da una nebbia spettrale: gli alberi avevano perso il loro verde naturale, la verticalità della parete, così tristemente grigia, cominciava a imbiancarsi con i primi fiocchi che si posavano lievi. Sullo sfondo, le cime scure e immobili svettavano nel cielo, come ombre allungate ai margini del bosco. Procedevamo lentissimi, di tanto in tanto il mio compagno spariva nelle nuvole e soltanto il suono forte del martello che conficcava qualche chiodo nella roccia disturbava quel silenzio assoluto.
Nonostante temperature rigidissime, gocce di sudore bagnavano la mia fronte per la paura di cadere. Il fiato si condensava in vapore nell’aria gelata. Gli appigli erano bagnati e scivolosi. Mi chiedevo: «Perché rischi tanto?». Ma sapevo che era impossibile scalare senza rischio. Le parole uscirono da sole, quasi con un grido: «Ma chi te lo fa fare?».
«Come?» chiese in lontananza il mio compagno in sosta. «Nulla… niente di importante! Parlavo con la roccia!»risposi in tono scherzoso.
Con il fiato sospeso mi allungai verso una cavità piccolissima, chiusi gli occhi e con molta attenzione inserii un altro chiodo. Martellai, ma entrò solo di pochi centimetri. Non avevo alternative, dovevo caricarlo di peso. L’avrei fatto con tutte le precauzioni.
«Terrà o non terrà?» mi chiesi. All’improvviso lo osservai piegarsi paurosamente.
«Tieni! Devi tenere!» gridai. E sentii gli acidi dello stomaco salirmi in bocca. Stavo cadendo! Il vuoto mi risucchiava verso il basso. Mi lasciai andare, accusai un primo duro colpo, per poi precipitare ancora a testa in giù. Istintivamente pensai che fosse finita. Chiusi gli occhi aspettando il botto. All’improvviso sentii uno strattone e vidi che ero sospeso nel vuoto. Provai un senso di nausea: dopo un volo di oltre venti metri tremavo come una foglia. Tutta la mia prestanza fisica, il mio carattere forte e baldanzoso, la mia abitudine alle grandi sfide non erano più niente: avevo paura! Ero ancora vivo, consapevole però di come la morte mi avesse sfiorato. Il mio compagno si fece il segno della croce. Lo guardai meravigliato e gli gridai: «Sono un uomo fortunato!».
Come riconosceva papa Giovanni Paolo II a proposito di quelle versate dal bassorilievo della Madonna di Siracusa, le lacrime di Maria parlano di tenerezza, di conforto, di misericordia divina, ma anche di dolore. Papa Wojtyla aggiungeva che le lacrime della Madonna sono in ogni caso “il segno di una presenza materna e un appello a convertirsi a Dio, abbandonando la via del male per seguire fedelmente Gesù Cristo”.
La vita di Santa Caterina Labourè, le apparizioni della Madonna a Rue du Bac e la richiesta di far coniare la Medaglia Miracolosa, i numerosi miracoli ottenuti attraverso la Medaglia.
Nel 1612 il nobile Wolfgang Langenmantel si era sposato con Sophie Imhoff. Pochi anni dopo, il loro matrimonio entrò in crisi. Wolfgang decise di consultarsi col padre gesuita Jakob Rem. Egli ebbe l'illuminazione di affidare la situazione a Maria attraverso la preghiera e si mise a pregare insieme al nobile. Un giorno, padre Jakob Rem, davanti all'immagine della Vergine, sollevò il nastro matrimoniale dei coniugi Langenmantel, chiedendo che si sciogliessero tutti i nodi. Il nastro era legato a una precisa tradizione dell'epoca: durante la celebrazione del sacramento le mani congiunte degli sposi venivano legate da un nastro bianco, come segno di un nodo invisibile e indissolubile che li avrebbe uniti per tutta la vita. A ogni discussione Sophie aveva fatto un piccolo nodo sul suo nastro matrimoniale; quello stesso nastro, pieno di nodi, fu affidato al padre gesuita per la speciale preghiera. I nodi si sciolsero miracolosamente e il nastro divenne bianco come nel giorno del matrimonio. Dopo questo fatto, la coppia sperimentò gli effetti positivi della preghiera, evitando così il divorzio. Siamo soffocati da tanti nodi che ci tolgono la gioia dal cuore e la volontà di continuare a vivere? La Vergine Maria ci viene in aiuto: attraverso la novena lei scioglierà i nodi, i problemi familiari, i rancori che le presentiamo uno dopo l'altro!
Questo piccolo libretto raccoglie delle meditazioni sul Vangelo e sulla figura e il ruolo di Maria. Nate da catechesi con gli universitari sono ora raccolte come brevi meditazioni e preghiere in preparazione alla festa dell’Immacolata.