Annamaria Testa, esperta del mondo della comunicazione, accompagna il lettore alla scoperta della pubblicità, delle sue tecniche, dei suoi meccanismi, delle sue strategie e delle sue regole. Scorre le tappe fondamentali della sua storia, dai primi manifesti del '600 ai nostri messaggi online, fino a introdurci nei luoghi dove la pubblicità nasce e si sviluppa. Cosa è e cosa si fa in un'agenzia, quali sono, dall'account ai creativi, dal media planner ai PR, le figure professionali che operano al suo interno, quale la loro formazione, il loro ruolo, le loro attitudini.
Si tratta di un pamphlet contro la comunicazione massmediatica e i suoi effetti deleteri nella cultura, nella politica e nell'arte. Essa sembra trasformare l'inconcludenza e la confusione da fattori di debolezza in prove di forza; inoltre, nel suo rivolgersi direttamente al pubblico, saltando tutte le mediazioni essa ha un'apparenza democratica, ma è in realtà una forzatura che omologa ogni differenza. Il volume si interroga sulle origini, sui dispositivi e sulla dinamica della comunicazione di massa, individuando un'alternativa a questo tipo di modello comunicativo in un'economia dei beni simbolici che, pur restando vicina ai bisogni, non sia vittima del guadagno immediato e del successo ad ogni costo.
I saggi di questo libro sono altrettante analisi semiotiche di informazione giornalistica e telegiornalistica: un articolo di quotidiano su una scoperta scientifica; la trattazione giornalistica del delitto di Cogne sulle pagine di "la Repubblica"; la rappresentazione visiva, su quotidiani e riviste, di leader politici; l'articolo di Oriana Fallaci "La Rabbia e l'Orgoglio", apparso sul "Corriere della Sera"; la diretta della CNN della mattina dell'11 settembre. Gli oggetti di analisi sono accomunati non dai temi ma dalla metodologia: il libro vuole infatti illustrare come gli strumenti della semiotica testuale possano essere applicati ai discorsi e alte immagini dell'informazione.
Un'agile introduzione a un inedito campo di indagine che studia i nuovi media come testi, fornisce la grammatica dei loro sistemi di segni, presenta concetti e teorie, offre gli strumenti per compiere analisi testuali, discutere e riflettere. Giovanna Cosenza insegna Semiotica del testo e Semiotica dei nuovi media all'Università di Bologna. Si occupa di filosofia del linguaggio, di teorie della comunicazione, di nuove tecnologie. ha pubblicato "Intenzioni, significato, comunicazione. La filosofia del linguaggio di Paul Grice" e "La pragmatica di PauI Grice".
Le caratteristiche che il Web, come nuovo media, introduce o potenzia sono l'interattività, l'ipertestualità e la multimedialità. Esso ha assunto una dimensione autonoma anche dal resto del fenomeno Internet, sviluppando linguaggi, grammatiche, sintassi e semantiche che cominciano ad avere una loro solidità e universalità. Non senza confusioni e "orrori" figli di un medium ancora in divenire e sottoposto a tensioni divergenti: è il caso delle spinte alla commercializzazione dei diritti di proprietà intellettuale, contrapposte alla vocazione della Rete come bene pubblico e aperto. Questo studio mantiene legati contenuti e forma, rilevando l'emergere di formati, stili e generi, con una attenzione al giornalismo online tradizionale e a quello emergente.
i ragazzi e l'uso dei media
Senza un'informazione libera e pluralista, può darsi una società democratica aperta al dialogo e al confronto? Per voci, tutte le questioni giuridiche legate all'informazione e al sistema dei media, dalla stampa a internet alla televisione, alla luce anche delle recenti riforme e delle innovazioni connesse al digitale. Pasquale Costanzo insegna Diritto costituzionale e Diritto dell'internet nella Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Genova.
L'approccio etnografico applicato al campo dei media studies rappresenta uno degli strumenti di analisi più originali e fecondi della sociologia contemporanea. Uno strumento innovativo oggi sempre più indispensabile per conoscere pratiche e strategie dell'universo mediatico. Federico Boni insegna Sociologia della comunicazione all'Università degli Studi di Milano.
Una nuova opera di questo atipico pensatore che riflette in modo originale sull'impatto che i media hanno sulla nostra vita. Il mondo codificato in cui viviamo non è più sinonimo di progresso, ormai non racconta più storie, e vivere in esso significa smettere di agire. Quando qualcosa perde di significato si parla di "crisi dei valori". Questo perché siamo ormai dipendenti dal testo, anche per la storia, per la scienza, per la politica, per l'arte. Noi "leggiamo" il mondo, ad esempio dal punto di vista logico, o matematico. Ma la nuova generazione, che dipenderà dalla tecnologia non condivide i nostri "valori". E noi non sappiamo ancora attraverso quale nuovo significato la tecnologia che ci circonda, ci programmerà.