Lo studio della pittura francese del XV secolo negli ultimi decenni si è notevolmente arricchito permettendo di riportare alla luce molte personalità da tempo cadute nell'oblio e di ricostruire l'attività di numerosi centri artistici che costituiscono anelli essenziali della catena di scambi europei. Questo libro cerca di rintracciare tale complessa geografia artistica a partire dall'analisi dell'interazione delle corti francesi e dell'ambiente parigino ai tempi del gotico internazionale, per approfondire le modalità di diffusione dell'"ars nova" e la sua parziale assimilazione nel regno di Francia ai tempi di Carlo V e Luigi XI. Evidenzia infine la normalizzazione di un linguaggio propriamente francese, fondato sul modello di Jean Fouquet.
"Una impressionante analisi dei documenti: i discorsi del Duce, ovviamente, ma anche i suoi articoli da giornalista, i suoi tentativi letterari di scrittore; e, accanto a questi, le veline del Min.Cul.Pop., i testi ideologici collettivi, e i testi di altri rappresentanti del fascismo che a loro volta derivano da quella del Duce la loro comunicazione, imponendo un effetto-coro di rara efficacia. L'impianto del libro di Simonini appare così davvero completo. Si comincia con l'individuazione degli stereotipi lessicali e sintattici, e si perviene alla definizione di uno stile come idioletto mussoliniano, si passa per l'analisi ritmica dei discorsi, e si individua lo studio delle cadenze come formatore di passioni." (Omar Calabrese)
In Occidente e in Israele è nota come "guerra dei sei giorni", ma nel mondo arabo è chiamata la "guerra di giugno" o semplicemente "la disfatta". In sei giorni di intenso combattimento, nel giugno 1967, Israele ha ottenuto il controllo della Striscia di Gaza e dei Territori, sbaragliando una coalizione di Stati arabi guidata da Siria ed Egitto. Già consigliere della delegazione israeliana presso le Nazioni Unite, membro dello Shalem Center di Gerusalemme, Oren individua in questo evento la radice di tutti i successivi sconvolgimenti che hanno scosso il Medio Oriente: la guerra dello Yom Kippur, la guerra in Libano, la controversia su Gerusalemme e sugli insediamenti dei coloni ebrei.
Dalle dinastie dell'epoca musulmana alla colonizzazione britannica, fino alla sofferta indipendenza e alle imponenti trasformazioni nella seconda metà del Novecento, il saggio offre una ricognizione storica completa del subcontinente indiano. Al di là delle scansioni cronologiche e delle interpretazioni ideologiche che si sono susseguite nella storiografia, gli autori identificano e analizzano categorie sociopolitiche costanti e giungono a ridiscutere concetti ormai consolidati quali quelli di "casta", "indù", "musulmano" e quello stesso di "India". Giungendo fino alle soglie del XXI secolo, illustrano gli eventi degli anni Novanta, i recenti cambiamenti economici, il nazionalismo religioso e l'emergere dell'India come potenza nucleare.
Com'è cambiato il mondo nel Novecento? Quali sono gli aspetti caratteristici del secolo e quelli che hanno determinato l'attuale assetto mondiale? L'approccio di questo studio pone al centro, più che una semplice successione di eventi, una serie di temi tra i quali politica e guerre hanno una rilevanza marginale. Il Novecento, dunque, appare caratterizzato da un tumultuoso processo di appropriazione dell'ambiente: una conquista di conoscenze che hanno esteso la presa dell'uomo sull'ambiente e sulle altre specie viventi. Poi vengono i grandi mutamenti demografici, lo sviluppo delle città e delle comunicazioni, i nuovi raporti sociali, l'esplosione della produzione e del consumo dei beni, le guerre mondiali e la fine del colonialismo.
Come ha potuto una pianta dell'Himalaya, in origine utilizzata solo da qualche remota tribù, conquistare il resto del pianeta? L'incomparabile, sorprendente storia del tè, l'innocua fogliolina che ha cambiato la società e la cultura, influenzato l'arte, creato e dissolto imperi.
Che l'arte sia un piacere è un'idea così lontana dalle più recenti manifestazioni e tanto poco dichiarata da non essere oggi nemmeno pensata. Questo saggio pone in primo piano il piacere da ricercare nelle quattro arti visive -la pittura, la scultura, l'architettura e il design- cominciando a proporsi come una guida per la loro conoscenza. Renato De Fusco è professore di Storia dell'Architettura all'Università di Napoli. Dal 1964 dirige la rivista "Op. cit." di selezione della critica d'arte contemporanea.
La Bellezza non è mai stata, nel corso dei secoli, un valore assoluto e atemporale: sia la Bellezza fisica, che la Bellezza divina hanno assunto forme diverse: è stata armonica o dionisiaca, si è associata alla mostruosità nel Medioevo e all'armonia delle sfere celesti nel Rinascimento; ha assunto le forme del "non so che" nel periodo romantico per poi farsi artificio, scherzo, citazione in tutto il Novecento. Partendo da questo presupposto, Umberto Eco ha curato un percorso che non è una semplice storia dell'arte, né una storia dell'estetica, ma si avvale della storia dell'arte e della storia dell'estetica per ripercorrere la storia di un'intera cultura dal punto di vista iconografico e letterario-filosofico.
Attraverso le cinque conversazioni che compongono questo volume, l'arco di Costantino, nelle parole di Federico Zeri, diviene il paradigma di un'ampia panoramica sulle civiltà di tutti i tempi e sulle loro forme di espressione artistica: attingendo a un repertorio inesauribile di opere, dalle più famose a quelle meno note ma non per questo minori, l'autore provoca continui "cortocircuiti", nuovi e in ogni caso affascinanti, tra i più diversi campi del sapere, dimostrando quanto un approccio filologico al dato artistico non sia che il punto di partenza per una migliore comprensione della storia e dell'uomo.
L'eredit‡ dei secoli passati nel territorio della nostra penisola: un affascinante percorso storico attraverso lo sguardo della fotografia aerea.
All'interno del progetto Patrimonio Artistico Italiano, questo volume intende documentare la complessa stratificazione artistica italiana attraverso uno sguardo assolutamente peculiare e di straordinario fascino: la fotografia aerea con riprese da elicottero. Viene cosÏ reso appieno il contesto ambientale in cui il manufatto architettonico o urbano Ë inserito, senza perderne la tridimensionalit‡, la plasticit‡ e perciÚ stesso il valore formale e la qualit‡ artistica. Le riprese sono effettuate in modo da abbracciare in una sola visione monumento e contesto, architettura e territorio, qualit‡ plastiche e valori ambientali.
La storia parte dal paesaggio geometrico dell'epoca romana e individua successivamente via tipologie che perdurano nel tempo, lasciando la loro chiara impronta nell'Italia odierna.
La veduta "a volo d'uccello" permette di abbracciare con lo sguardo interi monumenti, borghi, castelli, abbazie, grandi opere urbane gotiche, rinascimentali o barocche.