"La testimonianza più bella sull'immenso passato del Mediterraneo è quella che fornisce il mare stesso. Bisogna dirlo e ripeterlo. Bisogna vedere il mare e rivederlo. Naturalmente esso non può spiegare tutto di un passato complesso, costruito dagli uomini con una dose più o meno elevata di logica, di capriccio o di aberrazione, ma rimette con pazienza al loro posto le esperienze del passato, restituendo a ognuna i primi frutti della sua esistenza, e le colloca sotto un cielo, in un paesaggio che possiamo vedere con i nostri occhi, uguali a quelli di un tempo. Per un momento, di attenzione o di illusione, tutto sembra rivivere."
Massimo Caprara entra nel cuore della vita politica e culturale italiana quando la seconda guerra mondiale non è ancora finita. E da allora ne è insieme appassionato protagonista e insostituibile testimone. In un intenso e incalzante dialogo con Roberto Fontolan, Caprara racconta la "storia di una coscienza", la sua, che come in una soggettiva cinematografica attraversa le stanze della nostra storia per restituirci volti e atmosfere, parole ed eventi con straordinaria, drammatica immediatezza. Ma c'è di più. Il libro non è "soltanto" un vibrante racconto storico-politico, ma l'itinerario sofferto di chi, cercando l'ideale, ha trovato il suo contrario, l'ideologia.
GLI AUTORI
Massimo Caprara ha da poco passato gli ottanta anni. A partire dal 1944 è stato per circa vent'anni segretario di Palmiro Togliatti, ha vissuto dall'interno gli avvenimenti fondamentali della storia del Pci. Sindaco di Portici, è stato Deputato alla Camera dal 1953 al 1973, avendo inoltre ricoperto il ruolo di segretario del Gruppo parlamentare e responsabile regionale per la Campania. Nel 1969 viene radiato dal Pci assieme al gruppo del Manifesto di cui è uno dei fondatori. Giornalista professionista ha diretto l'"Illustrazione Italiana". E' attualmente collaboratore de "Il Giornale". Ha pubblicato i seguenti volumi: I Gava (Feltrinelli 1975), L’attentato a Togliatti (Feltrinelli 1978), Ritratti in rosso (Rubettino 1989), L’inchiostro verde di Togliatti (Simonelli 1996), Quando le botteghe erano Oscure (il Saggiatore 1997), Togliatti, il Komintern e il gatto selvatico (Bietti 1999), Paesaggi con figure (Ares 2000), Gramsci e i suoi carcerieri (Ares 2001). Nel 2002 è stato nominato consulente della Commissione parlamentare di inchiesta sul "dossier Mitrokhin".
Roberto Fontolan è nato nel 1956. Vissuti i primi infuocati anni ’70 al liceo milanese Berchet (il "liceo rosso"), fin dai tempi dell’università si è dedicato al giornalismo. Un’avventura cominciata alla radio ("Supermilano", una emittente libera milanese) e proseguita poi al settimanale "Il Sabato", al quotidiano "Avvenire", alla Rai, dove ha ricoperto diversi incarichi tra cui la direzione del Centro di Produzione di Milano e la vicedirezione del Tg1, alla televisione del gruppo "Sole 24ore", della quale è stato direttore fino al dicembre 2003. Ha realizzato numerosissimi reportage e inchieste in Italia e all’estero, ha curato e organizzato programmi televisivi, ha lavorato nelle pubbliche relazioni e nell’organizzazione culturale. Attualmente si occupa di nuovi progetti di comunicazione e svolge attività di consulenza. E’ docente presso il master di giornalismo all’Università Cattolica di Milano.
Un saggio, scandito in forma di dialogo tra un sé che domanda e un sé che risponde, che parla di omosessualità, letteratura e cose della vita. Una conversazione intorno a domande ricorrenti sull'esistenza di "scrittori gay" e di una "letteratura omosessuale", con l'obiettivo primario di trovare risposte approfondite ma concrete e utilizzabili. Obiettivo principale è innescare una riflessione più ampia sul rapporto tra omosessualità, tradizione culturale e realtà contemporanea, con l'attenzione rivolta in particolare al contesto italiano. Si parla di scrittori e letteratura, ma anche di impegno politico, di identità italiana, di movimento no global e di altro ancora. La forma dialogante serve a portare alla luce problemi, dubbi, resistenze, aporie.
Episodi storici curiosi, fatti esilaranti, crimini demenziali, strane creature, eccezionali abilità, comportamenti stupefacenti, corpi estremi, record impossibili. E ancora: strabilianti invenzioni, sensazionali scoperte, meraviglie della natura, straordinarie prove di resistenza, di sopravvivenza, di coraggio. Sembrano incredibili le notizie e le informazioni riportate in questo volume... eppure ognuna è stata controllata, verificata, "scientificamente certificata".
L'anima non è un insieme di neuroni e grazie all'opera d'arte riesce a sopravvivere a essi. In un confronto con lo scopritore del DNA Francis Crick, che considera l'anima un processo biochimico destinato a scomparire con la morte, Vittorio Sgarbi si pronuncia per la possibilità di una forma di immortalità non religiosa, ma conseguita attraverso le opere. Quando, cioè, l'uomo riesce in quella misteriosa operazione alchemica di trasferimento della sua anima dal corpo a quella sorta di protesi, eterna, che è l'opera d'arte. Un percorso nell'enigma dell'anima, fra tradizioni religiose e patrimonio artistico dell'umanità.
"L'Olocausto si è dimostrato un'indispensabile arma ideologica." "L'anomalia dell'Olocausto nazista non deriva dall'evento in sé ma dallo sfruttamento industriale che è cresciuto attorno a esso." "La campagna in corso dell'industria dell'Olocausto per estorcere denaro all'Europa in nome delle 'vittime bisognose dell'Olocausto' ha ridotto la statura morale del loro martirio a quella di un casinò di Montecarlo." Sono solo alcune delle tesi provocatorie sostenute in questo libro da Finkelstein, ebreo americano e figlio di sopravvissuti allo sterminio, che in questo libro mette in discussione due dogmi: l'Olocausto è un evento storico unico ed è il punto culminante di un'odio irrazionale ed eterno dei gentili contro gli ebrei.
Un manuale per diventare editori, per divertirsi e imparare da soli o con gli amici, con i genitori o con gli insegnanti. Illustra passo per passo le tecniche per produrre libri di ogni tipo, dal libro fisarmonica al mini-libro, dal libro valigia al libro d'artista, senza dimenticare il "libro-libro". Età di lettura: da 8 anni.
Rovine e monumenti addossati alla vita quotidiana dell'uomo, statue e quadri in un museo, epitaffi e tombe lungo strade antiche, alture silenziose che si sporgono su città-formicaio, file di donne che indugiano il venerdì in conversazioni tra le tombe come per le strade di una città antica... Così da Siviglia ad Atene, dalla Provenza all'Africa del Nord, Grenier attraversa quella "morfologia sensibile al cuore" che "costituisce lo spirito mediterraneo".
Un libro che raccoglie tre scritti inediti di Luigi Meneghello: il primo è sulla natura della bellezza in poesia (da quella dei gattini del Belli a quella del bottone del Re Lear), il secondo sull'uso moderno e non moderno nella lingua e nella poesia (dal rapporto sogno e realtà in testi come l'"Alice" di Lewis Carroll alla verminosità nei "Fiori del male"), il terzo sulla virtù segreta degli scritti di Fenoglio.
Cari E. Schorske, uno dei massimi studiosi contemporanei della cultura mitteleuropea, propone un'analisi della Vienna asburgica tra fine Ottocento e inizi Novecento: una città che è stata epicentro di quella vasta disgregazione politica e sociale cui l'autore attribuisce l'origine di gran parte del pensiero e dell'arte moderni. È di questo periodo infatti la nascita della psicoanalisi con Freud, la rottura - in musica con Schönberg e in arte con Klimt e Kokoschka - di tradizioni e incrostazioni decorative del passato. Analogo fenomeno si verifica in letteratura, dove l'opera di Schnitzler e Hofmannsthal riflette rivelatrici connessioni tra crisi della morale borghese e implicazioni psicoanalitiche.
Dalla strage di Bologna a quella di Ustica, dall'omicidio di Pier Paolo Pasolini a quelli di Alceste Campanile, di Beppe Alfano e di Wilma Montesi, dai delitti del bandito Giuliano e della mafia a quelli del mostro di Firenze, Carlo Lucarelli torna a indagare la parte nascosta dell'Italia, gli intrecci tuttora inspiegati fra politica, crimine e società in un nuovo libro basato sulla trasmissione televisiva "Blu notte". La narrazione, attraverso gli strumenti letterari del giallo, consente di approfondire le storie rispetto alla sceneggiatura televisiva, ma mantiene costante la fedeltà ai documenti dando voce a tutte le ipotesi e a tutte le piste.