"Non è possibile parlare del lavoro senza considerarlo in rapporto con le grandi domande di senso che si agitano nel cuore dell'uomo. Le risposte a queste domande caratterizzano il nostro stile di vita e, in particolare, il nostro modo di lavorare." In un mondo in cui l'ambizione e la competitività sembrano assurgere a valori supremi, e il lavoro è spesso considerato soltanto un mezzo per arricchirsi e fare carriera, la voce di Pippo Corigliano esce prepotentemente dal coro, suggerendo una chiave di lettura tanto inconsueta quanto profonda dell'attività professionale, un aspetto fondamentale nell'esistenza di ogni uomo: la vita ordinaria come scenario di una vita santa e il lavoro quotidiano come strada verso l'unione con Dio. Esiste dunque un legame inscindibile tra le sfere della spiritualità e dell'agire pratico, un nesso che diventa evidente anche nell'atteggiamento con cui ciascuno di noi affronta le incombenze di ogni giorno: la capacità di svolgere con impegno e allegria i compiti che ci spettano, di ascoltare gli altri, di essere attenti ai loro bisogni dipende, sostiene Corigliano ispirandosi all'insegnamento di san Josemaría Escrivá, da ciò che abbiamo nel cuore e dalla consapevolezza che, con il nostro lavoro, stiamo collaborando alla grandiosa opera di Dio. Prenderne coscienza, coltivare la propria spiritualità, corroborarla con la preghiera e far sì che traspaia da ogni gesto è il primo, indispensabile passo verso quella "santità laica" di cui il mondo lamenta sempre più la mancanza.
Questo volume che l'autrice, medico-chirurgo, ha pensato e scritto come proposta di riflessione da condividere con i medici e gli ospedalieri che vogliano rinfrescare le ragioni profonde della loro vocazione e del loro servizio ai malati, si rivela, in realtà, una lettura molto utile per tutti. In queste pagine, infatti, si offre una delicata meditazione sul senso cristiano della sofferenza e della malattia. Ogni capitolo è introdotto da un passo del Vangelo che ispira l'atteggiamento umano e professionale dell'autrice: elle si accosta ogni giorno al suo lavoro domandandosi cosa farebbe al suo posto Gesù, il medico del corpo e dello spirito, che dai portici di Betzaetà al pozzo di Samaria, passando per la casa di Giairo o da quella di Pietro, è portatore di Vita eterna.
"È opportuno, meglio ancora necessario, che, in quanto teologi, ascoltiamo la parola dei santi per cogliere il loro messaggio, un messaggio che è molteplice, poiché i santi sono vari e ognuno ha ricevuto il suo carisma particolare, e nello stesso tempo unitario, poiché tutti i santi ci rimandano all'unico Cristo, a cui ci uniscono e la cui ricchezza ci aiutano ad approfondire. In questa sinfonia molteplice e unitaria, nella quale, come avrebbe detto Möhler, consiste la tradizione cristiana, che accento porta con sé il beato Josemaría Escrivá? Che impulso riceve dunque la Teologia dalla sua luce?" (J. Ratzinger, Messagio del 12-X-1993 a un Convegno teologico su san Josemaría). Questo volume raccoglie le relazioni presentate al Convegno "San Josemaría e il pensiero teologico" che ha avuto luogo a Roma, presso la Pontificia Università della Santa Croce, dal 14 al 16 novembre 2013. Specialisti di diverse aree della Teologia, del Diritto Canonico e della Filosofia si sono interrogati sulle domande poste dall'allora cardinal Ratzinger, poi Benedetto XVI, e hanno offerto un contributo per il rinnovamento delle rispettive aree del pensiero mediante l'ascolto della parola dei santi.
In questo volume sono raccolti i contributi presentati al Convegno "Vir fidelis multum laudabitur", organizzato dalla Pontificia Università della Santa Croce in occasione del centenario della nascita di Mons. Álvaro del Portillo. Del Portillo, secondo le parole trasmesse da Papa Francesco a S.E.R. Mons. Javier Echevarría, proprio in occasione del Convegno, fu un "sacerdote zelante che seppe coniugare una intensa vita spirituale fondata sulla fedele adesione alla roccia che è Cristo, con un generoso impegno apostolico che lo rese pellegrino nei cinque continenti, seguendo le orme di San Josemaría, meritevole della biblica frase tratta dal libro dei Proverbi: 'vir fidelis multum laudabitur'". La sua figura è approfondita secondo tre aspetti fondamentali. In primo luogo, la sua relazione con l'Opus Dei, sia come figlio e collaboratore del Fondatore, sia come suo primo successore. In secondo luogo, il suo amore per la Chiesa che si è poi tradotto, da un lato, in un contributo di notevole spessore al Concilio Vaticano II e alla nuova Codificazione canonica e, dall'altro, nel servizio alle Chiese particolari. Infine, alcuni temi salienti del suo messaggio spirituale - eco degli insegnamenti di San Josemaría - che vanno dalla Nuova Evangelizzazione, al sacerdozio, alla riflessione sui fedeli e laici nella Chiesa e ad altri aspetti correlati.
Tre anni, da estate 2011 a estate 2014, oltre centocinquanta cartoline, che l'autore, Pippo Corigliano, giornalista e già scrittore di successo per Mondadori, scrive settimanalmente commentando i fatti dell'attualità per invogliarci a vedere sempre il bicchiere mezzo pieno, nonostante la crisi, nonostante il governo, nonostante le alluvioni e i terremoti, nonostante tutto? Senza pretesa di insegnare nulla Pippo pagina dopo pagina sa fare breccia e donarci con un sorriso le ragioni profonde e per nulla scontate della sua speranza. Il volume esce in collaborazione con il settimanale "Tempi", dove le cartoline sono venute per prime alla luce.
"Mons. Álvaro del Portillo (1914-1994) è stato per quarant'anni il più stretto collaboratore di san Josemaría Escrivá, ed è stato il suo primo successore alla guida dell'Opus Dei. Questa intervista, uscita in prima edizione alla vigilia della beatificazione del fondatore, raccoglie la testimonianza non di un biografo meramente professionale, pur scrupoloso, bensì di un figlio spirituale che ha assimilato il messaggio e lo stile di vita del Padre, collaudandoli in prima persona. Mons. del Portillo ha registrato episodi, espressioni, gesti del fondatore non semplicemente da cronista o da storico, ma con l'affetto indelebile con cui, per fare un esempio alto, san Giovanni ha memorizzato perfino l'ora del suo primo incontro con Gesù ("Erano le quattro del pomeriggio", Gv 1,39). Da queste pagine emerge non solo la santità di san Josemaría, ma anche di colui che con tanta efficacia e con tanto affetto ha conservato memorie e documenti così dettagliati perché consapevole di dover rendere un servizio non solo ai membri dell'Opus Dei attuali e futuri, ma anche a tutti coloro che dagli esempi dei santi traggono linfa per la loro vita di fede. Alla vigilia della beatificazione di mons. Alvaro del Portillo, annunciata per il 27 settembre 2014, si può ben dire che questa intervista è la biografia di un santo, scritta da un santo." (Cesare Cavalleri)
«Il principale problema, presente nella Chiesa a proposito della famiglia», scrive nella prefazione il cardinale Fernando Sebastián, «non è il piccolo numero dei divorziati risposati che desiderano accostarsi alla Comunione eucaristica. Il nostro problema più grave è il gran numero di battezzati che si sposano civilmente e degli sposati sacramentalmente che non vivono né il matrimonio né la vita matrimoniale in sintonia con la vita cristiana e gli insegnamenti della Chiesa, che li vorrebbe come icone viventi dell’amore di Cristo verso la sua Chiesa presente e operante nel mondo».
La santità cristiana è certamente contagiosa, soprattutto in quelle anime già predisposte per la mitezza, la docilità, la benevolenza, la fedeltà, la trasparenza della propria personalità. Così è stato per il sacerdote don Álvaro del Portillo, successore di San Josemaría Escrivá de Balaguer alla guida dell’Opus Dei. Il contatto continuo con il Fondatore come suo principale collaboratore, perfezionò nella carità la sua indole umana: la sua fu una vita interamente conformata al modello di Cristo e instancabilmente spesa per il bene dei fedeli.
Gentile e riservato nel tratto, parco di parole ma penetrante nelle valutazioni: da Álvaro del Portillo (1914-1994) traspariva una profonda unione con il Signore e l'attitudine a considerare ogni persona o situazione in una prospettiva di fede e di carità.
Agile biografia di mons. Alvaro del Portillo, primo successore di Josemaría Escrivá alla guida dell’Opus Dei, concepita per quadri e immagini e ricca di spunti. «Dette prova di eroismo in particolare nell’affrontare le malattie – nelle quali vedeva la Croce di Cristo – , il carcere per un certo tempo durante la persecuzione religiosa in Spagna (1936- 1939) e gli attacchi che dovette subire per la sua fedeltà alla Chiesa. Uomo di profonda bontà ed affabilità, era capace di trasmettere pace e serenità alle anime. Nessuno ricorda un gesto poco cortese da parte sua, il minimo moto di impazienza dinanzi alle contrarietà, una sola parola di critica o di protesta per le difficoltà: aveva imparato dal Signore a perdonare, a pregare per i persecutori, ad accogliere tutti con un sorriso e con cristiana comprensione» (Decreto sulle virtù).
L'autore
Massimo bettetini è psicoterapeuta, psicologo della fiaba e poeta. Collabora con riviste pedagogiche, ha vinto premi letterari nazionali e internazionali
ed è autore di libri di racconti per bambini, biografie e testi divulgativi di psicopedagogia. Per le Edizioni San Paolo ha pubblicato Che fine ha fatto Peter Pan? L’ascolto del bambino giocando in famiglia (2005) e Amici pelosi e altre bestie. La forza educativa degli animali (2006), L’affettività dei bambini da 0 a 6 anni (2007), L’affettività dei ragazzi da 6 a 12 anni (2008). Ha curato la collana «L’arte di educare» uscita con il periodico Famiglia Cristiana nell’autunno 2009 e su Facebook è il responsabile di «Essere genitori», la pagina del noto social network aperta in occasione del lancio della collana e che ha quasi 22.000 iscritti.
«Quando verrà scritta la sua biografia», suggeriva mons. Javier Echevarría, Prelato dell’Opus Dei, «tra gli altri aspetti rilevanti della sua personalità soprannaturale e umana, questo dovrà avere un posto di risalto: il primo successore di san Josemaría Escrivá alla guida dell’Opus Dei è stato – prima di tutto e soprattutto – un cristiano leale».
Álvaro del Portillo (1914-1994) è stato il grande sostegno del Fondatore, e gli è rimasto accanto da quando era molto giovane fino alla sua morte. Ha svolto un ruolo rilevante nel Concilio Vaticano II ed è stato ordinato vescovo da san Giovanni Polo II nel 1991. Sarà proclamato beato il 27 settembre 2014.
L’autore ha compiuto un profondo lavoro di ricerca, costruendo il testo sulla base di lettere, documenti e testimonianze, mettendo a punto una biografia commovente e rigorosa.
L'autore
Javier Medina Bayo (Vizcaya 1950) si è trasferito a Roma nel 1970, e da allora è vissuto accanto a mons. álvaro del Portillo fino alla sua morte, nel 1994. È laureato in Scienze dell’educazione presso l’Università di Navarra (1975) e ha conseguito il dottorato in Filosofia presso la medesima Università (1979) e presso la Pontificia Università della Santa Croce di Roma (1992). Ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale nel 1975. Ha collaborato all’edizione del Missale Romanum, iuxta ed. typicam tertiam, pubblicato da Midwest Theological Forum (Chicago 2005) e ha diretto l’edizione popolare della Bibbia di Navarra (Midwest Theological Forum, Chicago 2008).
Nel 2011 ha pubblicato Dora del Hoyo. Una luz encendida, profilo biografico della prima numeraria ausiliaria dell’Opus Dei.
"La relazione della Chiesa con il mondo può essere riassunta nella celebre affermazione di sant'Agostino: Mundus reconciliatus, Ecclesia; la Chiesa, nella sua dimensione di Popolo di Dio, è il mondo stesso in quanto riconciliato con Dio; e, pertanto, si rapporta al mondo come forza, come sacramento, mediante il quale Cristo continua nella storia la sua missione di salvezza, vincendo la resistenza che il mondo stesso contrappone alla propria riconciliazione con Dio". Questa affermazione, a p.69 del volume, è l'orizzonte entro cui il Vicario generale dell'Opus Dei analizza la situazione della Chiesa nella contemporaneità, con particolare riguardo al ruolo dei laici cristiani. In risposta alle incalzanti domande di Rafael Serrano, mons. Ocáriz spazia dai problemi teologici attuali all'eredità del Concilio Vaticano II, alla qualità della "nuova" evangelizzazione, ai temi sociali del lavoro e della povertà. Una lettura autorevole e serena della realtà in cui viviamo, orientata alla riscoperta della felicità e responsabilità di essere cristiani.
L'Opus Dei è la prima e finora unica prelatura personale della Chiesa cattolica. Ma che cosa sono, esattamente, le prelature personali previste dal Concilio Vaticano II? Questo studio ne traccia il nitido profilo teologico e canonico, attingendo anche all'esperienza pastorale dell'Opus Dei, fondata da san Josemaría Escrivá nel 1928. L'innovativa interpretazione dell'autore si basa sul rapporto tra il sacerdozio comune dei fedeli laici e il sacerdozio ordinato dei chierici, che innerva la struttura della Chiesa stessa.