Madeleine Delbrêl (1904-1964) figura sempre più amata, citata e apprezzata, non smette di accompagnarci sulle strade del nostro mondo. Questo nuovo libro si apre con il significato del silenzio, segno dell'importante legame che Madeleine Delbrêl stabilisce tra preghiera e silenzio. Secondo lei, nella vita della gente comune ci sono due grandi ostacoli alla preghiera: avere a che fare con molte cose e vivere in un ambiente rumoroso. Per pregare è necessario un minimo di silenzio.
Io, papà e la mia famiglia ci siamo scontrati con uno scoglio che pareva insormontabile: una diagnosi di terminalità. Poco a poco, però, abbiamo compreso qualcosa in più sul senso vero della vita e abbiamo così potuto scrivere insieme le pagine più belle della nostra storia. Abbiamo tutti temuto la morte, ma grazie ad essa siamo andati incontro alla vita con una profondità impensabile, con la fiducia che non tutto sarebbe stato perduto, che i nostri legami di cuore non sarebbero mai stati spezzati.
Questo abecedario costituisce uno strumento indispensabile per la comprensione del pensiero simondoniano. Jean-Hugues Barthélémy ci invita a risalire alle fonti della riflessione filosofica di Gilbert Simondon, ripartendo dall'originale lessico su cui si fonda il suo sistema. Barthélémy ci introduce abilmente in questa filosofia complessa e, per certi versi, ostica, esaminando analiticamente cinquanta nozioni fondamentali. L'Autore evidenzia come i termini utilizzati, spesso provenienti dalle scienze naturali e dalle tecniche, non vengano deprivati del loro "potenziale semantico originario" per il fatto di essere trasposti nell'orizzonte filosofico, ma, anzi, risultino "trasduttivamente amplificati" ed elevati al rango di autentici "concetti-chiave".
La sollecitazione a intraprendere un resoconto agiografico è venuta dalla volontà di dare risalto alla figura di San Riccardo Pampuri nel corso dell'anno giubilare indetto nel 2020 per la ricorrenza del novantesimo anniversario della sua morte e nel 2021 del trentesimo anniversario della canonizzazione. Questo testo mira a favorire una migliore conoscenza della sua esperienza spirituale che potesse giovare al cammino di conversione di ciascuno. La presente agiografia di san Riccardo al fine di raggiungere l'obiettivo prefisso di una migliore conoscenza della sua esperienza spirituale ne riferisce, seguendo l'ordine cronologico, la vita e la testimonianza, facendo luce sul contesto in cui egli ha vissuto e valorizzando in modo privilegiato la testimonianza autobiografica che ci ha lasciato nelle sue lettere.
«Ho scritto il diario sul Camino per tutto il tempo in cui sono rimasto solo. Da Puente la Reina in avanti ho preso appunti. Tornato a casa, nel settembre '92, ho cominciato il lavoro di redazione. È stato semplice e difficile allo stesso tempo. Difficile perché la fedeltà della memoria esige, se non serenità d'animo, almeno equilibrio interiore mentre stai scrivendo (nei ritagli di tempo, dopo il lavoro). Semplice perché è stato come ritornare sul Camino. La stesura originale, nella sua mole, riporta traccia di questo: sistemando gli appunti ho ripercorso il Camino; era come se dovessi dare conto di ogni passo, ogni sentiero, ogni luce nell'aria, ogni persona incontrata, ogni pensiero pensato. Nel marzo '94 ho chiesto a un amico di leggerlo. Alla fine mi ha detto: "Hai fatto fare il Camino anche a me, sono arrivato a Santiago: sono sfinito!"» L'augurio è che ogni lettore di questo libro giunga a fare questo medesimo Camino qui narrato: col cuore, con l'anima e col sangue.
La gente lo cercava, sapeva che era un uomo di Dio, per molti era un santo già quando era in vita. Ogni benedizione che egli dava operava miracoli. "Ciò che farà dopo la sua morte basterà a testimoniare la sua eminente condotta. La sua ubbidienza fu più angelica che umana" disse il superiore del monastero di Annaya mentre annotava sul registro la morte di padre Charbel. E infatti, in solo due anni dalla sua salita al Cielo furono registrati più di 2200 miracoli attribuiti alla sua intercessione. A te, caro lettore, vogliamo offrire questo libretto per conoscere la vita di questo eccezionale santo e le preghiere che la Chiesa mette a disposizione per impetrare tramite lui le grazie che ti sono necessarie.
Scriveva Primo Levi che niente è più necessario della conoscenza per evitare il ripetersi della tragedia, soprattutto se essa prende forma lentamente nella progressiva seduzione delle masse. A un secolo di distanza da quando Adolf Hitler dettava il suo manifesto politico in una cella di Landsberg am Lech, quelle pagine sono diventate uno dei simboli del male assoluto, e come tali sottoposte all'anatema laico che ne ha fatto un libro proibito. Ma questo cono d'ombra, figlio di una freudiana rimozione, ha contribuito ad accrescerne la mitologia fino a quando, nel 2016, la Germania ha deciso di consentirne nuovamente la distribuzione in libreria proprio per smontarne la leggenda e percepirne gli echi nel presente, con la consapevolezza che niente può distruggere l'orrore più del senso critico, e dunque la riconversione del mostro nei perimetri della realtà. Sì, perché "Mein Kampf" è in fondo solo l'autobiografia di un trentacinquenne delirante alla ricerca di capri espiatori e di sfoghi esistenziali, con l'aggravante però di una spiccata propensione all'empatia, agli albori di un Novecento che nel carisma avrebbe eletto la propria apoteosi. Da questa formula, ripetibile e tuttora emulata a ogni latitudine, discende l'urgenza di confrontarci ora più che mai con un testo mai morto, capace di riproporsi sotto marchi e colori diversi soprattutto in un'epoca in cui la propaganda si è ramificata online, e ci raggiunge ormai capillarmente. Dopo molti anni di ricerca e di scrittura, notomizzando parola per parola del testo originario, con l'innesto di centinaia di discorsi e dichiarazioni dello stesso Hitler, Stefano Massini ci consegna la sua biopsia del testo maledetto, un feroce distillato in cui la religione nazista di rabbia e paura, il culto dell'io e l'esaltazione della massa ci appaiono in tutta la loro forza di potentissimo déjà-vu.
Da quando Haven ha incontrato la pazza famiglia Lively, la sua vita è cambiata. Dopo aver rinunciato all'incontro con Hades e ai soldi, la ragazza ha un'ultima opportunità per saldare i debiti del padre: cedere ai giochi dei Titani Crono e Rea, sull'Olimpo. Entrare nel Labirinto del Minotauro potrebbe essere infatti l'occasione per chiudere ogni conto in sospeso. Nessuno può rivelarle cosa si nasconde dentro quel luogo misterioso, ma Haven è determinata a vincere. Come Teseo sconfisse il Minotauro alleandosi con Arianna, però, anche lei deve capire di chi fidarsi. L'altra parte della famiglia, che conosce gli orrori di cui Crono è capace, vuole aiutarla. Ma mentre trapelano nuovi segreti e antiche figure del passato tornano a perseguitarla, il filo rosso che rappresenta la sua unica via d'uscita si rivela essere più fragile di quanto sperasse. I suoi ricordi sono stati manipolati, e la verità è nascosta dalle bugie che il Titano ha abilmente costruito fin da quando lei era piccola. Haven e Hades dovranno lottare per la loro ascesa al Paradiso, ma con i giochi dei Lively, spesso per vincere la partita bisogna essere disposti a perdere qualcosa.
Già il titolo di questo volume può sembrare provocatorio: non c'è stata forse prima la creazione e poi il peccato? Sì, certamente, se si allude alla creazione dei nostri progenitori nel paradiso terrestre, ma è pur vero che in conseguenza del loro peccato è avvenuta una nuova creazione che ha posto nell'esistenza una miriade di esseri umani, non tutti discendenti fisicamente da Adamo. Questo asserto, che verrà ampiamente dimostrato, trova la sua radice nell'aver segmentato i primi undici capitoli della Genesi in tre parti, nella consapevolezza che essi richiedono approcci interpretativi diversi. La storia dell'uomo, posto originariamente in una condizione assai diversa da quella attuale, trova il suo esplicito inizio solo in Gen 2,4b-3. Invece, Gen 1-2,4a non va a costituire, come per lo più è stato affermato, il primo racconto della creazione, bensì un prologo all'intera Scrittura. I restanti capitoli 4-11 raccontano, infine, episodi dell'umanità primitiva, nella discendenza diretta di Adamo.
Questo lavoro di Luca Gallesi intende ricostruire le vicende che hanno portato Ezra Pound, oramai anziano, alla reclusione prima in una gabbia per animali a Pisa e successivamente alla detenzione per tredici anni in un manicomio criminale statunitense, senza processo. Il valore del saggio sta nell'analizzare dettagliatamente il contenuto di tutti i Canti pisani, senza trascurare le vicissitudini legate al conferimento del prestigioso Premio Bollingen, vinto da Pound con questa opera nel 1949.
Scott Hahn, teologo di fama internazionale, racconta il ruolo essenziale che l'Opus Dei ha avuto nella sua conversione al cattolicesimo con la scoperta che la fede riempie di significato le attività quotidiane e trasforma ogni tipo di relazione. Qui spiritualità e materialità si incontrano e illuminano: attraverso riflessioni sul suo lavoro, sul matrimonio, sull'esperienza di genitore e sulle attività in comunità, Hahn affronta i temi più disparati come preghiera, sacrificio, ambizione, workaholism, amicizia e sesso. Coinvolgente e illuminante, il libro è insieme una storia personale commovente e un importante saggio di spiritualità contemporanea.
Uno studio sul consenso condizionato al matrimonio, previsto dal diritto canonico solo in situazioni assolutamente incerte e non future.