Pensiero e linguaggio viene pubblicato per la prima volta in Russia nel 1934. Nel 1936 è di fatto messo al bando a causa di un decreto governativo che proibisce la diffusione e l'applicazione in campo pedagogico delle teorie di Vygotskij. L'opera ricompare nel 1956; l'edizione americana del 1962, su cui si basa in parte la presente edizione, fa conoscere Vygotskij in Occidente. Secondo l'autore le operazioni mentali superiori, specificamente umane, si sviluppano da funzioni naturali, organicamente determinate, a mano a mano che il fanciullo interiorizza gli strumenti culturali che mediano e guidano il suo pensiero. I principi teorici formulati in Pensiero e linguaggio sono basati sullo studio della formazione concettuale; in questo ambito l'autore si confronta con la teoria piagetiana del linguaggio egocentrico (in appendice è riportato un Commento di Piaget stesso alle osservazioni critiche di Vygotskij) e analizza temi come le interazioni fra sviluppo mentale e istruzione scolastica e il rapporto fra apprendimento dei concetti scientifici e sviluppo dei concetti spontanei.
Una nuova via per raggiungere il benessere: i metodi delle neuroscienze e della psicoterapia uniti alla pratica buddista della "piena conoscenza". Un nuovo approccio che unisce le più recenti acquisizioni della neurologia e della psicologia a un'antichissima pratica buddista così da permetterci di penetrare all'interno di noi stessi, compiendo una vera e propria operazione alchemica, tramutando quello che a prima vista può apparire piombo in oro.
Evelyne Pewzner, dopo un breve excursus storico, analizza le potenzialità ma anche i limiti di una classificazione che separa la psichiatria dalla psicopatologia. Descrivendo gli aspetti più critici delle malattie mentali, sottolinea la necessità di un approfondimento clinico rigoroso per avvicinarsi con efficacia al problema della diagnosi, nodo principale della psicopatologia. Gli esempi clinici e i testi presentati mettono in rilievo gli aspetti semiologici e relazionali più caratteristici e le osservazioni dell'autrice indicano che la ricerca di un senso è subordinata all'approccio empirico dei fatti patologici.
L'aggressione (letteralmente: "procedere verso qualcuno") è una forma di energia vitale indispensabile all'incontro con se stessi, con gli uomini, con l'ambiente. Adottando una prosa vibrante e ricorrendo all'esempio di numerosi casi umani registrati nel corso della sua attività professionale, l'autore analizza le cause dell'aggressività distruttiva e dei disturbi della relazione, fornisce spunti per il loro superamento e fa dell'aggressione una forza vitale essenziale, fondamento di rapporti sani e proficui. Un libro illuminante per tutti, adatto ad una riflessione personale o a migliorare il rapporto con se stesi e con gli altri. Interessante l'approccio dell'autore anche per psicologi, psicoterapeuti, assistenti sociali, educatori. Karl Frielingsdorf (n. 1933) è professore di psicologia pastorale e di pedagogia religiosa alla Philosophisch-Theologische Hochschule Sankt Georgen di Francoforte sul Meno. Delle sue opere le Edizioni San Paolo hanno già pubblicato: ?Ma Dio non è così. Ricerca di psicoterapia pastorale sulle immagini demoniache di Dio (1995); Il segreto della felicità. Come imparare a volere ciò che si ha (1999[2]).