La fine della Seconda guerra mondiale ha segnato l'inizio di una fase di straordinaria accelerazione dello sviluppo economico, di mutamenti profondi nella demografia e nella società, di riassetto degli equilibri politici ed economici mondiali. Il libro si propone di descrivere questo periodo nel suo complesso, individuandone e spiegandone le caratteristiche portanti. Per la sua semplicità di esposizione, si rivolge a un lettore privo di preparazione economica specifica.
Il volume traccia un profilo storico che va dagli inizi dell'età minoica sino all'incorporamento dei regni ellenistici nell'impero romano. Partendo dai palazzi minoici e dalle rocche micenee, la descrizione conduce attraverso i secoli bui agli inizi delle città-stato greche e all'espansione della civiltà greca nel Mediterraneo. Vengono analizzate le forme di governo della tirannide, dell'aristocrazia e della democrazia, e il grande antagonismo tra Atene e Sparta, la contrapposizione tra le quali poté essere superata soltanto per un breve periodo durante le guerre persiane. La guerra del Peloponneso, l'ascesa della Macedonia, la costruzione dell'Impero di Alessandro e le lotte dei diadochi completano la parabola della Grecia antica.
Il libro raccoglie gli scritti di Daniel Stern dagli anni '70 a oggi, disegna il percorso di ricerca e gli sviluppi clinici di questo studioso americano, figura innovativa nel panorama psicoanalitico. I primi scritti sulle interazioni precoci madre-bambino aprono nuove prospettive di studio non solo nel campo dei modelli dello sviluppo infantile ma nella stessa teoria del funzionamento psichico. La fertilità di questo approccio si rivela anche decisiva per rileggere le stesse esperienze cliniche e in particolare la psicoterapia madre-bambino, come risulta negli scritti degli ultimi anni. Dall'intersezione fra gli studi infantili e il lavoro clinico si viene a delineare questo nuovo campo di esplorazione.
Come e perché la scienza più astratta riesce a spiegare con efficacia insuperabile i fenomeni concreti, dall'estremamente piccolo all'estremamente grande, dall'atomo all'Universo e alla sua storia. John D. Barrow (Londra, 1952), astronomo e matematico di fama mondiale, insegna all'Università di Cambridge.
«Che cos'è la paura? Che significa "aver paura"? Se io dovessi definirla con una sola indicazione - io dovrei recitare la paura». (Ludwig Wittgenstein) «La spregiudicata indagine witttgensteiniana riconduce i concetti della psicologia alle forme di vita degli uomini e ai dintorni del loro agire». (Aldo G. Gargani)
Attingendo ai lavori di sociologi, storici della cultura, politologi, studiosi della comunicazione, Thompson traccia un itinerario attraverso una serie di temi interrelati: il sorgere dell'interazione mediata, la creazione di nuove forme di visibilità sociale, la trasformazione della tradizione, la ridefinizione del processo di formazione individuale, i mutamenti nello statuto della sfera pubblica. Il volume colloca lo studio dei mezzi di comunicazione in un contesto interdisciplinare che ha per oggetto l'affermazione e l'evoluzione dei caratteri costitutivi delle società moderne.
L'uomo contemporaneo ha imparato a vivere come se Dio non esistesse e mai come oggi sembra sperimentare l'ampiezza senza misura del proprio potere. Divenuto 'signore del mondo' grazie agli strumenti della tecnica, deve tuttavia constatare l'illusorietà della pretesa di farsi 'signore dell'essere', padrone della propria origine e del proprio destino. Sintomo evidente di questa dolorosa quanto ineliminabile contraddizione è la rimozione operata nei confronti della morte, il silenzio rivolto alla frontiera ultima, dove angosciosa compare l'ombra del nulla. Eppure la domanda che nasce dalla prospettiva della fine resta ineludibile. Essa sta all'inizio non solo del pensiero filosofico, ma di ogni riflessione che rifugga la casualità di un'esistenza ripiegata su se stessa per tentare la serietà della vita. Da qui lo svolgersi dell'intensa meditazione di questo saggio che procede su più livelli: dalla chiacchiera quotidiana ai diversi filoni del pensiero contemporaneo, passando per l'esperienza cruciale e fondante della morte dell'altro che ci è caro, la quale, spezzando la possibilità di relazione, nega un aspetto della nostra identità e si fa anticipazione della nostra stessa morte. Così, anziché minaccioso e inesplorabile non-senso, che induce al silenzio e alla sospensione del giudizio, il mistero della fine si configura come momento di verità, spazio di significato, direzione e compimento.