Un testo del famoso teologo protestante dedicato a un tema oggi quanto mai discusso: Dio e il problema del male, in confronto con i classici della filosofia.
Secondo Martin Buber la problematica antropologica si ripropone sempre nelle epoche in cui l'uomo perde la sua posizione "sicura" nel mondo, perché "la perdita di certezze in grado di favorire un ritrovarsi tranquillo nell'universo lo costringe a riproporre la domanda su se stesso, sulla sua essenza, sul senso della vita. E' il caso del nostro tempo". L'autore dà una risposta unitaria e sistematica a quest'ansia di ridefinizione, elaborando un discorso antropologico aggiornato e non limitato alla teologia manualistica.
Il volume contiene numerosi saggi editi e inediti dell'autor che da più di trent'anni coltiva un sempre più maturo interesse per il rapporto tra la teologia e l'estetica, e più in generale tra l'estetica (dottrina dei sensi, degli affetti) e l'uomo (filosofia, psicologia). L'intreccio tra fede ed estetica è talvolta solo banalmente e retoricamente affrontato. L'affondo teorico delle questioni che l'estetica teologica e filosofica comporta stenta a decollare e ad assumere un profilo di carattere assolutamente decisivo in ordine alle questioni del senso e della fede. Precisamente contro questa deriva del tema e in ordine al merito da esso obiettivamente suscitati si rivolgono i saggi qui raccolti. I confronti puntuali della riflessione estetica dell'autore con la teologia, la spiritualità, la liturgia, la filosofia, la psicologia, le arti (musica, architettura e pittura in specie) e, non ultimo, con l'attuale attenzione del magistero alle questioni della bellezza e dello stile cristiano costituiscono un affresco che incanta e convince.
La salvezza costituisce il messaggio centrale del Nuovo Testamento. L'approccio della teologia ortodossa al tema è tuttavia assai diverso rispetto a quello della teologia latina: la salvezza non rimanda primariamente alla colpa dell'uomo, ma al progetto primitivo di Dio Trinità che consiste nel rendere partecipi della sua vita altri esseri da lui creati per amore. L'incarnazione del Verbo non è quindi provocata dal peccato originale, ma sta al centro del disegno originario di Dio. Partendo dalla teologia trinitaria, l'autore offre una trattazione del mistero della salvezza secondo l'oriente da cui non mancano anche alcuni accenni al fondamentale ruolo dello Spirito Santo e della Madre di Dio.
Il volume riformula il trattato sulla Chiesa usando come punto di riferimento centrale la Trinità. Anzitutto l'articolazione di Padre, Figlio e Spirito viene proiettata a definire alcuni modi d'essere della Chiesa nella storia; la missione, la relazione Chiesa-mondo e la mariologia si presentano in prospettive rinnovate, perché il mistero di Dio è conformativo della vita e del mistero della Chiesa. La Chiesa si colloca all'interno di una dinamica soprannaturale, che ha certamente una caratterizzazione storica, ma secondo la natura della storia della salvezza. I criteri di identità della Chiesa sono gli stessi di Cristo, i suoi dinamismi sono legati all'azione dello Spirito Santo, il fine è la glorificazione del Padre.
Il volume - fornito di imprimatur - nasce finalizzato allo studio teologico; è dunque uno strumento utile per chiunque domandi una conoscenza seria e sistematica sui temi della morale sessuale. Il quadro antropologico che soggiace all'intero itinerario è segnato da una duplice scelta: l'antropologia dell'indigenza e la conseguente attenzione all'alterità. L'antropologia dell'indigenza nasce dalla convinzione che l'uomo non basta a se stesso, non riesce ad autogiustificarsi. La cifra del bisogno è iscritta dentro la sua costituzione, per cui, per realizzarsi, egli non può che accogliere l'aiuto da parte degli altri. La presenza dell'altro nell'esperienza di ciascuno, prima ancora che diventare una dimensione etica, appare come un dato di fatto. Questa situazione è particolarmente evidente nella struttura della sessualità: un dimorfismo che proietta la persona al di fuori di se stessa e la spinge verso l'altro sesso. Così la sessualità rappresenta al vivo, nella propria carne, la condizione indigente della persona. La risposta al bisogno può avvenire in diversi modi, che passano o attraverso la negazione dell'alterità, oppure per la sua accoglienza piena. Da qui la strutturazione manualistica del volume: dopo un quadro d'insieme in prospettiva storica e biblica sulla "morale sessuale", si definisce la natura della sessualità umana in rapporto alla persona; per poi passare ad esaminare la condizione di vita omosessuale e l'autoerotismo...