In poche parole: L'autoritratto di un santo mistico dei nostri giorni che ha portato la santificazione nella vita ordinaria del cristiano.
L'autobiografia emozionante, ordinaria e mistica al contempo del co-fondatore di Fede & Cultura morto in concetto di santità (Tregnago 14 giugno 1926 - Verona 10 gennaio 2017).
«Fu durante quel canto che il mio sguardo si fermò su un'immagine della Madonna che stava su un piedistallo a parete, al lato destro dell'altare. [...] Raffigurava Maria ritta in piedi con il suo bambino in braccio. Il suo sguardo non era rivolto al bambino, che aveva la guancia affettuosamente appoggiata alla sua, ma guardava davanti a sé, verso un eventuale devoto. In quel momento il mio sguardo di bambino incontrò lo sguardo di Maria e avvenne l'imprevedibile. Improvvisamente io mi accorsi che una persona mi stava guardando già da prima, senza che io lo sapessi, e mi stava guardando personalmente, come se vedesse i pensieri e lo stato d'animo che mi portavo dentro. Quella persona era una madre, e mi guardava con un sorriso che sprigionava affetto e tenerezza. Si rivolgeva a me senza parole, ma sentivo chiaramente che mi diceva: "Bambino mio, non temere. Sono io tua madre. Ti terrò sempre con me, come questo bambino. Qui, tra le mie braccia, non ti accadrà nulla di male"».
«Una sera uscivo dallo studio per recarmi in cappella. Entrato nel corridoio completamente al buio fui attratto da un tenue chiarore che illuminava un'immagine collocata sopra la porta. Era l'immagine di Gesù che teneva in mano, nell'atteggiamento di offrirlo, il suo cuore ferito e sanguinante, circondato da spine, avvolto dalle fiamme e sormontato da una croce. Il suo sguardo intenso e dolcissimo si incontrò con il mio e subito mi ricordai delle sue parole: "Ecco il cuore che ha tanto amato gli uomini e da essi non riceve che ingiurie e indifferenza". Quel tenue chiarore sul volto luminoso di Gesù che accennava a un sorriso delicato e insieme severo mi lasciò profondamente turbato e mi parve di intuire che senza dolore è difficile capire l'amore. Così mi sentii spinto a chiedere con insistenza al Signore di soffrire molto per poter vivere più profondamente l'intimità con Lui. Forse fu presunzione, forse superficialità o incoscienza, ma credo che il Signore abbia accolto, almeno in parte, la mia preghiera, perché nella mia vita non ho mai saputo cosa fosse il benessere fisico».
Il lavoro è un aspetto costante nella vita di ogni uomo. Fonte di soddisfazione e di gioia per alcuni, di fatica per tutti. Milioni di persone ogni giorno sono affannosamente alla ricerca di lavoro. Molti, però, lo considerano soltanto uno strumento per ottenere altri beni. Spesso, il lavoro in sé non è percepito come un bene fondamentale per lo sviluppo della persona e della società.
In un discorso del 2008 al Collège des Bernardins, Benedetto XVI ha mostrato che nella tradizione cristiana si può trovare la chiave per comprendere il vero senso del lavoro. Uomini e donne sono chiamati a partecipare all’opera creatrice di Dio mediante il lavoro, assumendo il compito di perfezionare la creazione, guidati dalla sapienza e dall’amore. Lo stesso Figlio di Dio fatto uomo ha lavorato per lunghi anni a Nazareth. «Ha santificato il lavoro e gli ha conferito un peculiare valore per la nostra maturazione» (Papa Francesco, Laudato si’, 98).
In occasione del 500º anniversario della Riforma protestante, il Convegno The Heart of Work (Roma, 19-20 ottobre 2017), organizzato dalla Facoltà di Teologia della Pontificia Università della Santa Croce e dal centro di ricerca Markets, Culture and Ethics, ha cercato di approfondire l’idea cristiana del lavoro professionale. La teologia cattolica recente, d’accordo con i riformatori del XVI secolo, riconosce il lavoro professionale come vocazione dell’uomo, ma lo considera anche come un cammino per la crescita della santità del cristiano (Gaudium et spes, 34) e lo propone ai laici come mezzo di santificazione (Catechismo della Chiesa Cattolica, 2427).
Con gli scritti raccolti in questo III volume degli Atti del Convegno The Heart of Work si vuole offrire un contributo allo sviluppo di un’anima del lavoro professionale: una spiritualità del lavoro inteso come attività che perfeziona l’uomo, cooperando alla sua felicità e al progresso della società, e che diventa per il cristiano luogo e materia di santificazione e di compimento della missione della Chiesa nel mondo.
Nei vari contributi di questo volume emerge spesso la figura di san Josemaría Escrivá (1902-1975) come il maestro di vita cristiana che ha indicato nella santificazione del lavoro il cardine della santità nella vita quotidiana. Il lavoro di un figlio de Dio – egli scrive – «nasce dall'amore, manifesta l'amore, è ordinato all'amore» (È Gesù che passa, 48).
Solco e Forgia, apparsi postumi, completano con Cammino una trilogia che guida il cristiano contemporaneo sulle vie della preghiera contemplativa. L'edizione in volume unico, rilegata su carta India, di queste opere di san Josemaria è corredata di un nuovo indice delle parole e dei concetti chiave che facilita la ricerca rapida e precisa dei riferimenti ai frequentatori di questi classici della spiritualità. Questa nuova edizione di lusso è arricchita da un elegante cofanetto blu per gli amici che si vorranno stupire con questo distinto regalo.
Dopo aver a lungo guidato – dal 1984 al 2006 – la Sala Stampa della Santa Sede come Portavoce di Papa Giovanni Paolo II, con cui instaurò un legame filiale connaturato da reciproca stima e amicizia profonde, Joaquín Navarro-Valls (1936-2017, medico e giornalista) nel 2007 ha accettato l’incarico di Presidente dell’Advisory Board dell’Università Campus Bio-Medico di Roma e dal 2013 ha affiancato il Presidente Paolo Arullani per la nascita e la messa a fuoco delle finalità della Biomedical University Foundation guidandone il Comitato dei Garanti. Anche in questo contesto ha lasciato un’impronta indelebile, con grande beneficio delle istituzioni sanitarie e dei pazienti.
Questo volume, voluto e curato da Paolo Arullani, amico di una vita di Navarro-Valls, che lo ha coinvolto nell’avventura del Campus Biomedico, è diviso in due parti: nella prima si tratteggia la figura del Protagonista del libro; nella seconda Navarro-Valls prende direttamente la parola attraverso la pubblicazione finora inedita di alcuni suoi importanti contributi sul senso dell’esistenza, sul valore della persona umana, sulla sofferenza e sul senso della malattia, sul rapporto paziente-persona, sulla missione dell’uomo, sulla fede in Dio e la speranza della vita eterna. Pagine intense dentro cui riaffiora prepotente e dolcissima la paterna figura di Papa Wojtyla.
Alcuni contributi autorevoli, fra cui spiccano quelli del Cardinale Stanislao Dziwisz, già segretario di Giovanni Paolo II, di Gianni Letta, Beatrice Lorenzin, Sergio Marchionne e Mario Moretti Polegato, impreziosiscono il ricordo di Navarro-Valls completandone un ritratto poliedrico e umanissimo.
Il lavoro è un elemento costante nella vita umana, fonte di soddisfazione e di gioia, ma anche di fatica. È sorgente di sviluppo personale e di miglioramento della società, ma può essere ridotto a mero strumento per soddisfare desideri egoistici. Per i cristiani il lavoro è un mezzo di santità e di apostolato, in quanto lo stesso Figlio di Dio fatto uomo ha lavorato per lunghi anni a Nazareth, «ha santificato il lavoro e gli ha conferito un peculiare valore per la nostra maturazione » (papa Francesco, Laudato si', 98). Alla luce di questa realtà, la santificazione del lavoro costituisce una delle grandi novità del pensiero cristiano contemporaneo, che si traduce in esperienza pratica nella vita di molti fedeli. "Lavoro e santità" è un breve volume che potrà essere utile a chi vorrà riflettere sul significato del lavoro. Fulcro del libro è il colloquio di numerosi professori e studiosi con mons. Fernando Ocáriz sul messaggio di san Josemaría Escrivá, uno dei grandi maestri di spiritualità laicale e secolare, che ha insegnato a santificare il lavoro, a santificarsi nel lavoro e a santificare gli altri con il lavoro. Presentazione di Navarro Luis.
Teologia, Josemaria EscrivàJosemaría Escrivá de Balaguer nacque in Spagna, a Barbastro, il 9 gennaio 1902. Dopo aver ricevuto una educazione cristiana dai suoi genitori fu ordinato sacerdote il 28 marzo 1925. Il 2 ottobre 1928 fondò l’Opus Dei. Si trasferì a Roma nel 1946, dove risiedette fino al giorno della sua morte, il 26 giugno 1975.
Il 17 maggio 1992 è stato beatificato da San Giovanni Paolo II e dieci anni dopo, il 6 ottobre 2002, fu proclamato santo.
La presente opera in tre volumi espone teologicamente l’insieme del messaggio di San Josemaría sulla santificazione del lavoro professionale e dell’intera vita quotidiana.
A tre anni dal volume primo, Pippo Corigliano rilancia con la nuova serie delle sue «cartoline». Lo spirito è sempre lo stesso: guardare le sfide e le difficoltà del tempo presente con uno sguardo positivo per spronare sé stesso e i lettori a rinunciare alle polemiche e a impegnarsi per un mondo migliore. Il suo metodo è il sorriso e la valorizzazione dell'altro. Come nota ancora Vittorio Messori nella sua affettuosa Prefazione «Corigliano non aggredisce nessuno, in ciascuno si sforza di scorgere il bene che, dice, non manca in alcuno».
Le due omelie che qui presentiamo sono accomunate da una caratteristica particolare, che giustifica il loro accorpamento: vertono entrambe solo sulla preghiera. Esse vengono riproposte oggi nel desiderio di permettere al lettore di capire attraverso san Josemaría l'altissima funzione che la pratica dell'orazione può svolgere nella sua vita cristiana.
Minore di otto fratelli, Javier Echevarría Rodríguez nasce il 14 giugno 1932 a Madrid (Spagna). Destinatario, nel corso degli anni, di una stima e di una fiducia sempre maggiori da parte di Josemaría Escrivá, fondatore dell'Opus Dei, Javier è da lui scelto come segretario personale. Nel 1994 prenderà il timone della Prelatura, che terrà per 22 anni fino alla morte, nel 2016.
Gli inizi dell'Opus Dei accanto al fondatore
«Così è, così dev'essere l'orizzonte del tuo apostolato: bisogna attraversare il mondo. Ma non ci sono vie tracciate per voi... Le treccerete, attraverso le montagne, col battere dei vostri passi». San Josemaría Escrivá
«Mi inginocchiai lì, dove tante volte avevo pregato accanto al nostro fondatore, tra le migliaia di pellegrini che ricorrevano alla sua intercessione... Ringraziai Dio che si fosse realizzato nella vita di tante persone quanto ci diceva in quegli incontri intimi e familiari della domenica pomeriggio... assicurandoci che, se fossimo stati fedeli alla nostra vocazione divina, la nostra vita si sarebbe trasformata in una storia meravigliosa, al di là dei sogni più audaci». Pedro Casciaro
Solco e Forgia, apparsi postumi, completano con Cammino una trilogia che guida il cristiano contemporaneo sulle vie della preghiera contemplativa. L'edizione in volume unico di queste opere di san Josemaría è corredata di un nuovo indice delle parole e dei concetti chiave che facilita la ricerca rapida e precisa dei riferimenti ai frequentatori di questi classici della spiritualità.
Un’accurata ricognizione della bibliografia italiana del beato Álvaro del Portillo, includendo anche testi di non facile reperibilità per il vasto pubblico, ha consentito a Gabriele Della Balda di articolare questa antologia che permette di ricostruire il ricco pensiero del primo successore di san Josemaría Escrivá alla guida dell’Opus Dei, su temi qualificanti come la chiamata universale alla santità, la santificazione delle realtà temporali, il laicato, il lavoro, la vita familiare, l’apostolato. È un mosaico di 928 citazioni che spazia dalla teologia alla spiritualità, all’ascetica, al diritto. L’antologia, leggibile per arricchimento culturale e catechetico, offre anche spunti per la preghiera personale. I 22 capitoli comprendono 928 punti: il numero vuol essere un omaggio all’anno di fondazione dell’Opus Dei (2 ottobre 1928).
Nella Prefazione il card. Julián Herranz illustra il servizio ecclesiale del beato Álvaro del Portillo durante la preparazione e lo svolgimento del Concilio Vaticano II.