Cosa ci raccontano i primi undici capitoli della Genesi? Il Sogno di Dio per un mondo bello e buono e la realtà delle nostre ombre. Attraverso il linguaggio simbolico della Scrittura e le moderne scoperte sui sistemi motivazionali, questo libro ci aiuta a riflettere sulla competizione per imparare ad abbracciare una via alternativa: quella della collaborazione. Non si tratta di negare il caos, ma di scoprire come Dio, paziente alleato dell'uomo, agisca con discrezione, per ri-creare la vita, di principio in principio, e orientarci verso la pienezza che cerchiamo: la felicità in un compimento!
La Speranza non si coniuga con l'attesa passiva ma con il lavoro e con l'impegno; non racconta una situazione di stasi ma di dinamismo; non indossa le pantofole ma le scarpe da tennis. La Speranza è figlia del desiderio e del sogno ed è frutto dell'inquietudine di dentro: racconta un "non ancora" da realizzare a fronte di un "già" esistente. Per questo la Politica è una grande testimonianza di Speranza: perché è l'impegno finalizzato a costruire un futuro più bello rispetto al presente da migliorare. Il libro di Giovanni Liviano affronta questi nodi tematici intrecciando l'esperienza concreta con una riflessione profonda, ricordandoci che l'impegno pubblico, nella sua accezione più alta, non è soltanto un mezzo per amministrare ma un'opportunità per trasformare il mondo in uno spazio di giustizia, solidarietà e umanità condivisa.
«Il testo di don Daniele ed Elena racconta il desiderio di Dio presente nell'uomo, ma anche lo "accompagna" verso quella che è la maturità del sentimento religioso, il quale si esprime in una religiosità che non rimane astratta, ideale, disincarnata, individuale, ma richiede una partecipazione attiva, garantita dalla viva adesione ad una esperienza di fede comunitaria, alla sua espressione attraverso le preghiere condivise e i riti. Potrei dire che sebbene il testo tratti perlopiù della preistoria e delle prime fasi della storia (indagando con minuzia di dettagli la nascita e gli sviluppi della scrittura) credo che abbia molto da insegnare all'uomo di oggi, che sempre più considera il fatto religioso come una questione privata, slegata da un sentire comune e affidata solo alla sua individuale esperienza» (dalla Prefazione del Cardinale Edoardo Menichelli).
In questo componimento l'uomo e la donna scoprono il vero senso del rapporto d'amore: un'unione in cui sono coinvolti stabilmente cure, anima e corpo. La loro unione, giunta dopo un'attesa, e a scapito di alcuni pericoli, è narrata come un momento di grande piacere e gioia in cui il il giardino dell'amore dischiude le sue delizie paradisiache. Il Cantico rende così una testimonianza poetica a tutte le fasi della relazione d'amore, e mostra come il contesto entro il quale vivere la più ricca delle relazioni umane è quello del piano di Dio per il matrimonio tra un uomo e una donna.
lain M. Duguid, già missionario in Liberia. e con un PhD conseguito presso l'Università di Cambridge, insegna Antico Testamento presso il il Grove City College in Pennsylvania, dove è anche pastore di una chiesa locale. Oltre commentare altri libri veterotestamentari ha collaborato anche alla traduzione, in inglese, di alcune versioni della Bibbia.
Raccontare la bellezza del diaconato permanente è lo scopo di questa pubblicazione promossa in occasione dei trent'anni dalle prime ordinazioni avvenute in diocesi di Imola. Per secoli il diaconato è stato semplicemente un momento di passaggio in vista del sacerdozio. Richiamandosi ai primi tempi della Chiesa, il Concilio Ecumenico Vaticano II ha voluto restituire alla vocazione diaconale la propria natura specifica, come richiamo al fatto che la vita ha senso se si fa servizio e come "ministero della soglia", punto di uscita della Chiesa nel mondo e punto di ingresso del mondo nella Chiesa in virtù della duplice appartenenza del diacono alla gerarchia e al laicato. Il libro si compone di tre parti. La prima è dedicata alla vocazione al diaconato e ai diversi servizi ai quali sono chiamati i diaconi. La seconda ricostruisce la storia della nascita del diaconato nella diocesi di Imola attraverso le memorie lasciate dai sacerdoti che più da vicino ne favorirono l'istituzione, mentre la terza raccoglie le testimonianze dei delegati vescovili e dei diaconi ordinati. Il volume è arricchito da una riflessione sul diacono «servitore con Cristo, per Cristo e in Cristo», che vive e opera non solo "dentro le mura" della Chiesa, ma immerso nelle varie fasce della società.
I gruppi sociali più svantaggiati si trovano oggi a ricoprire un ruolo essenziale non solo nell'assistenza agli anziani fragili, ai minori, alle persone con disabilità che necessitano di un supporto costante, ma sono anche chiamati a farsi carico dei rifiuti e degli scarti del sistema estrattivo, produttivo e di consumo. La riproduzione della parte più ricca della popolazione mondiale è, dunque, garantita anche mediante la "violenza lenta" dei processi di inquinamento, della distruzione delle condizioni ambientali, biosferiche e atmosferiche che sostengono la vita. Questo avviene grazie a un'infrastruttura sociale globale che, mentre abilita tale modello di riproduzione, disabilita tacitamente la riproduzione delle altre popolazioni e nasconde i processi strutturali che sostengono questa ingiusta distribuzione delle condizioni di vita. In altre parole, ciò si verifica in quanto l'Antropocene è anche un Agnotocene, un sistema che si avvale della produzione di zone di ignoranza e di strategie volte a invisibilizzare i danni prodotti dal sistema produttivo e a deresponsabilizzare coloro che occupano una posizione di privilegio.
Il messaggio di suor Faustina Kowalska sulla Divina Misericordia ha attraversato il tempo, toccando il cuore di milioni di fedeli. Enzo Gabrieli e Raffaele Iaria ci conducono in un percorso di scoperta tra la sua biografia, il suo straordinario Diario e gli insegnamenti di san Giovanni Paolo II. Papa Francesco nella Dilexit Nos ha posto la riflessione sul mistero del Cuore di Cristo al centro del suo magistero e dei suoi costanti richiami alla Misericordia. In un mondo lacerato da solitudini e incertezze, questo libro è un invito a tornare al cuore di Dio, fonte inesauribile di amore e speranza. Con la prefazione di Renato Colizzi S.I., direttore nazionale della Rete Mondiale di Preghiera del Papa, e una testimonianza di Claudia Koll, questo volume si presenta come un'opera esaustiva per tutti quelli che desiderano comprendere e vivere la spiritualità del Cuore di Gesù come cammino di fede personale e comunitario.
Ho cercato di raccontare la mia vita con la massima semplicità ed onestà. Non è stato facile ripercorre momenti difficili, molto spesso i ricordi portano solo sofferenze, ma oggi posso dire con certezza che questo cammino è servito per un solo ed unico scopo, avvicinarmi a Lei, la Madre del nostro Signore.
È stata una strada a volte difficile ed accompagnata da quello zaino pesante di peccati che mi porto dietro.
Questo libro vuole essere un atto d'amore per Lei e per tutti voi fratelli e e sorelle in Cristo che state leggendo.
La figura di Paolino di Nola è oggetto di un rinnovato interesse da parte della critica. Studi recenti hanno posto in risalto l'importanza della sua poesia nello sviluppo della letteratura tardoantica e l'apporto da lui fornito alla coeva cultura letteraria. Meno indagati sono tuttavia la riflessione di Paolino, il suo contributo alla definizione di un sistema di pensiero cristiano, i rapporti con scrittori ancora poco studiati e non facilmente etichettabili in semplicistiche definizioni, i modelli filosofici ai quali egli si richiama. Una corretta contestualizzazione dell'opera del Nolano dimostra come la fitta intertestualità con pensatori precedenti sia decisamente volta a utilizzare la sapientia pagana trascendendola in una nuova creazione, al cui autore va riconosciuto un posto di rilievo nella fusione di Antike und Christentum. A un'attenta lettura, Paolino, esponente di una generazione a cavallo fra due mondi profondamente diversi, si rivela un anello importante nella catena di trasmissione del pensiero classico e di codificazione di concetti destinati a larga fortuna in epoca moderna e contemporanea.
Nell'Ottantesimo della fine della Seconda guerra mondiale, un racconto sulle vicende dei preti uccisi nel dopoguerra nel bolognese, basato su materiali e fonti d'archivio. Le storie dei sacerdoti uccisi sono state spesso narrate in funzione anti-comunista. Questa ricerca ricostruisce il contesto storico in cui le biografie si sono dipanate, utilizzando i documenti disponibili, per mostrare la complessità del periodo ed evitare letture semplificatorie. «La guerra non finisce mai con la firma di un armistizio, come l'odio non termina con la fine della violenza. Spesso, anzi, si radica ancora più profondamente». Così il cardinale Matteo Zuppi nell'omelia in ricordo dei sacerdoti uccisi durante e dopo la Seconda guerra mondiale. Questo libro, a partire da fonti d'archivio e documenti storici, ricostruisce le vicende di diversi preti uccisi nel dopoguerra nel bolognese, nel contesto di una violenza nata prima della guerra e acuita dal conflitto armato. Un invito a indagare la complessità e a «disarmare i cuori
Il CSGF - Centro di Studi Giuridici sulla Famiglia - ha dedicato la VI Giornata interdisciplinare di studi sull'Antropologia Giuridica, svoltasi presso la Pontificia Università della Santa Croce il 14 marzo 2024, al tema: Antropologia giuridica della famiglia e del lavoro: dalla ricerca dell'equilibrio alla scoperta della complementarietà. Il percorso di riflessione proposto si è incentrato sul complesso intreccio di relazioni esistenti tra famiglia e lavoro, cogliendo la sfida di superare la tradizionale visione dicotomica tra vita familiare e professionale a vantaggio di una prospettiva integrata in cui le due sfere si sostengono reciprocamente in una logica di complementarietà intrinseca. Il dialogo tra le differenti discipline (biblica, antropologico-relazionale, economica, psicoanalitica e giuridica), muovendo da una analisi attenta e approfondita delle dinamiche familiari e lavorative, ha evidenziato l'importanza di un approccio più evoluto che vede il lavoro e la famiglia non come mondi antagonisti ma come tessere di un medesimo mosaico, analogamente indispensabili per la piena realizzazione della persona, in quanto tale. I lavori raccolti nel presente volume rappresentano un invito a ripensare i tradizionali paradigmi di analisi del tema e, andando ben oltre la ricerca di un punto di equilibrio tra sfera lavorativa e familiare, offrono preziosi spunti per una comprensione più profonda del rapporto che le lega, ponendo il lavoro al servizio della persona in tutte le sue dimensioni, inclusa quella familiare.
Cos'è la povertà? Certamente, costituisce uno dei più grandi problemi umani e sociali. Esiste una soluzione alla povertà? Quali mezzi abbiamo a disposizione per raggiungerla? Secondo l'impostazione adottata dall'autore, che unisce qui le prospettive economica, antropologica e teologica, la povertà è un problema umano quando deriva dalla scarsità di beni necessari allo sviluppo pieno della persona umana (in etica sociale, fioritura). I beni possono essere materiali, razionali o spirituali e la scarsità di ognuno di essi comporta conseguenze diverse, più o meno gravi, sulla persona e dunque sulla società: la povertà materiale non induce necessariamente povertà razionale e spirituale, pur essendone spesso causa, mentre la povertà spirituale da ultimo genera sempre una qualche forma di povertà materiale. Il libro si propone così come un percorso intellettuale alla ricerca dell'indispensabile, articolato in diverse tappe: parte dallo studio dei beni umani, si chiede quali siano le cause della povertà, quali questioni debbano essere affrontate per superarla (il senso della vita, la questione tecnica e quella economica) e quindi esamina le strutture di povertà sociale. Possono essere specifiche circostanze sociali e persino strutture sociali vere e proprie a causare la povertà, non solo nel suo aspetto materiale ma anche in quelli razionale e spirituale. Il testo, però, non si limita a una mera analisi della povertà, ma mantiene sempre un'ottica eminentemente morale e dunque pratica: il culmine del percorso è la proposta di una via per superare, nei limiti del possibile, la povertà umana anche materiale.