Rivista bimestrale n. 146/marzo-aprile 2005. Il fascicolo e dedicato ai Teologi protestanti del XX secolo.
Rivista bimestrale n. 148/luglio - agosto 2005.
Sermons des dimanches et des fêtes ' I. Du dimanche de la Septuagésime au dimanche de la Pentecôte.
Autore
Introduction, traduction et notes par Valentin Strapazzon, ofm conv
Latourelle presenta in questo volume le 15 discipline ecclesiastiche che formaano l'ossatura della teologia in un volto nuovo, frutto di esperienze e di riflessioni profonde, e traccia a grandi linee i cardini della teologia attuale.
Una ricerca che sviluppa la tesi della centralita della Risurrezione di Gesu nel Cristianesimo, a partire dai dati storico-teologici neotestamentari, letti con l'aiuto dell'esegesi contemporanea. Tutta la dottrina e la prassi cristiana prendono luce e significato dalla risurrezione di Gesu. Eppure a molti non viene in mente di inserire la risurrezione nel perno della fede cristiana. Che essa sia il centro della fede e un'affermazione che oggi torna a dividere anche i teologi. E' quanto si vuole mostrare in questo libro, che si inserisce nel dibattito attuale e sempre vivo sulla risurrezione di Gesu, senza altra pretesa se non quella di offrire un quadro generale sul tema ed alcune riflessioni di carattere teologico-fondamentale sulla centralita della risurrezione.
C'e relazione tra gioco e filosofia? Se si, di che natura e? Su quale facolta riposa il nesso tra gioco e filosofia? Il testo si rivolge a studenti e docenti di filosofia, teologia e cultori delle discipline. L'uomo e un animale ludico": se la filosofia ha piu volte trattato del gioco e del suo rapporto con mondo, tuttavia di rado si e cercato di valorizzare il gioco nell'ambito della tradizione religiosa. Il volume analizza i motivi che rendono il gioco e il giocare una risorsa per il dire teologico, evidenziando altresi che la spensieratezza del gioco non e negazione della fecondita speculativa. "
Il tema della morte: una delle grandi sfide cui il rinnovamento della teologia deve saper rispondere. Oggi si prende sul serio la morte? Quali strumenti per potersi misurare sulla questione della morte? Per una riflessione teologica e necessario uscire dalla concezione della morte concepita come una semplice raccolta di frutti delle azioni passate e, contemporaneamente, allontanarsi dal vedere la stessa come il momento prodigioso da dove Dio e obbligato a salvare la propria creatura. L'escatologia delineata in questo testo si interessa alla possibilita di una riuscita definitiva della liberta finita, mettendo in risalto il carattere irrevocabilie del tempo vissuto nella convinzione che l'uomo, decidendo di se, decide della verita.
Un confronto interreligioso tra giganti del monoteismo nel tentativo di far luce su un interrogativo provocatorio. E se Dio rifiuta la religione"? Un interrogativo provocatorio, che, in un certo senso, sembrerebbe essere stato posto dallo stesso Gesu di Nazareth alla sua gente, guardando la realta del Tempio, dei riti, dei divieti. Una religione che adora un Dio irrangiugibile che punisce, scomunica e non tollera. Una religione che pero Dio rifiuta. E se Dio rifiuta la "religione"? Una domanda intrigante, alla quale i contributi raccolti nel volume cercano una risposta attraverso un confronto tra esponenti ed esperti delle tre religioni monoteistiche (cristianesimo, islam e ebraismo) e del buddhismo. Il tema viene qui sviluppato su piu piani: biblico, teologico, pastorale e della fenomenologia delle religioni. "
«Dio non è ineffabile nel senso che sia inintellegibile, ma è ineffabile perché resta sempre al di là di tutto ciò che ne possiamo dire» (Henri de Lubac): in questa definizione è racchiuso il paradosso che caratterizza la teologia negativa o apofatica, che è il tentativo di pensare ciòche si sottrae a ogni pensabilità, di pensare e di parlare di Dio ricorrendo alle negazioni piuttosto che alle affermazioni. Ripercorrendo il formarsi della teologia negativa lungo i secoli, a partire dalla filosofia greca, passando per la letteratura ermetica, i primi autori cristiani e il neoplatonismo pagano e cristiano, fino ad approdare all'Alto Medioevo e alle soglie della prima età moderna con Giovanni Scoto Eriugena, Meister Eckhart e Niccolò Cusano, il presente saggio intende offrire un contributo alla comprensione del significato e dell'importanza della tradizione apofatica, che ha segnato momenti decisivi del pensiero del passato e continua a farlo fino a oggi.
'È possibile parlare di Dio? E in che modo? Parlare non è forse definire, circoscrivere,de-limitare? É possibile che l'intelletto dell'uomo stabilisca limiti all'infinita essenza di Dio?' Questo è l'interrogativo che guida l'Autore nella sua ricerca. Contro la tendenza dominante del pensiero filosofico occidentale che afferma che di Dio è possibile parlare solo negativamente, dicendo ciò che non è, l'Autore guarda al pensiero cristiano in cui non è la parola dell'uomo su Dio a rivelare ciò che Dio è, ma la Parola di Dio su se stesso. In questa riflessione l'Autore "approda" alla preghiera "che parla di Dio nell'unico modo possibile, volgendosi a Lui col Tu, segnando insieme l'estrema lontananza e l'estrema vicinanza. Consapevole dell'impossibilità di conoscerlo e di parlare di Lui ". (dalla Prefaifone)
Tema quanto mai affascinante e attualissimo, per la nuova attenzione oggi rivolta alle religioni, il fenomeno della rivelazione - della manifestazione cioè del sacro nella vita umana - chiama in causa discipline diverse come la fenomenologia della religione, la teologia, l'ermeneutica, la fenomenologia della religione e del linguaggio, la storia delle religioni. Il tema è qui affrontato con originalità e varietà di prospettive nella scansione dei tre momenti - segno, parola, gesto - che formano il nesso interno e profondo della rivelazione. La prima parte del volume contiene puntuali interventi sulle rivelazioni profetiche nel Vicino Oriente antico e nel contesto ellenistico; sulle nozioni di manifestazione, parola e rivelazione nel pensiero antico mesopotamico; sul concetto di rivelazione nelle tradizioni religiose indiane. Si affronta quindi il tema nella tradizione cristiana, con particolare attenzione alla riflessione di Agostino, per la tradizione occidentale, e di Florenskij per quella orientale. Nell'ultima sezione il fenomeno è messo a confronto con le posizioni più interessanti della filosofia moderna e contemporanea (da Kant a Derrida, da Wittgenstein a Ricoeur, a Maritain, a Husserl).
Quale identità di Dio si dà oggi a scoprire nella storia di Gesù di Nazareth? Dopo aver affrontato la negazione di Dio nel pensiero moderno, la ricerca abbandona i veli del lutto e affronta la rivelazione cristiana, muovendosi nel solco di una teologia fondamentale.
Dalla quarta di copertina:
L’opera cerca di vedere quale identità di Dio si dà a scoprire nella storia di Gesù di Nazareth. La ricerca è condotta nell’orizzonte della «morte di Dio» e della «fine della religione» che minaccia il nostro tempo e oscura il senso dell’uomo quanto quello di Dio. Il problema è costitutivo del pensiero filosofico della «modernità». Prima di interrogare la rivelazione, la teologia deve situarsi nell’ambito della ragione e chiedersi perché e come il pensiero di Dio in quell’ambito si è perduto.
L’opera inizia, dunque, con un’ampia esplorazione del problema di Dio nella filosofia, da Descartes ai nostri giorni, onde rilevare le vie attraverso le quali la non credenza si è diffusa, e osservare le reazioni della teologia e i suoi nuovi tentativi di riconciliazione tra la fede e la ragione. Una volta affrontata la negazione di Dio, il pensiero credente potrà abbandonare i veli del lutto e affrontare la rivelazione.
Il secondo capitolo si sofferma sul terreno dei vangeli, luoghi privilegiati della cristologia, senza però rimanervi chiuso. Esso dovrà, in effetti, spiegare come la tradizione cristiana ha potuto veicolare una «ovvietà» di Dio che il pensiero moderno rigetterà. Così, l’interesse del capitolo si focalizza non tanto sulla identità personale dell’uomo di Nazareth, quanto sui segni della presenza di Dio che in lui si dissimula e nel contempo si svela. Quando il pensiero della morte di Dio viene riportato nell’evento della croce di Gesù, la fede sa riconoscervi l’avvento trinitario del Dio-amore che è-per-noi.
Questa «opera magistrale» , Dio che viene all’uomo, si svolge in due volumi: il primo reca come sottotitolo Dal lutto allo svelamento di Dio, e si muove nel solco di una teologia fondamentale; il secondo, che avrà come sottotitolo Dall’apparizione alla nascita di Dio, si muoverà nel solco di una teologia dogmatica. (C. Theobald)
Recensioni:
[...] Il volume, cui seguirà un’altra opera di taglio dogmatico i cui capitoli sono sommariamente illustrati dall’A., è strutturato in due lunghi capitoli, ulteriormente suddivisi in sezioni e sottotitoli, articolati in quattro tappe, seguite da una rilettura. Il lettore è aiutato a orientarsi in questo ricco é stimolante percorso dall’introduzione premessa ai capitoli, dalla presentazione che apre ciascuna sezione e dalle note bibliografiche che corredano il testo. Nonostante ciò, l’opera non è di facile lettura; essa suppone conoscenze previe, ad esempio per quanto concerne gli autori citati (filosofi e teologi), con i quali il Moingt si confronta su aspetti specifici, che rimandano ovviamente a un insieme più complesso e articolato. Ma si tratta altresì di un’opera ricca di spunti e di provocazioni, perché ci sembra indubitabile che il confronto dialogico con la cultura occidentale (e pensiamo che non sia indebito estendere questo pensiero anche alle altre culture) sia oggi per il cristianesimo la grande sfida, a livello teorico e pratico, dal quale esso non può esimersi.
S. Mazzolini, in La civiltà cattolica 156 (23/2005) 519-521