Tutto nell'Eucaristia domenicale (parole, gesti, luogo, canti...) deve portare a vivere l'incontro con Gesù risorto. Tutti coloro che partecipano alla Messa debbono essere condotti, attraverso il rito", a vivere il mistero della comunione trinitaria. "
Dalla luce accecante delle coste tunisine alla penombra umida di uno scantinato nel carruggio di un paesino ligure: è lunga la strada che porta il ventenne Mohamed lontano dalla propria terra alla ricerca di un nuovo mattino, con un doloroso segreto custodito nel cuore. Il tempo è un lusso da dimenticare per chi è costretto a badare quotidianamente alla sopravvivenza, e Mohamed, dopo aver chiuso i ricordi in una giara senza fondo, si affida all'urgenza dei propri bisogni più essenziali. Ma la fortuna lo assiste quando una notte, sfinito dalla fatica, improvvisa un giaciglio e si addormenta fuori dal magazzino del vecchio Cristoforo, un carpentiere in pensione dai modi bruschi e un po' sgarbati. Vinta l'iniziale diffidenza, tra i due nasce un sentimento e fortissimo di vicinanza, come se l'età e le distanze non fossero nulla rispetto alla loro essenza comune: è il mare che con il suo linguaggio universale con i suoi gesti antichissimi -, anziché separarli, li unisce. I giorni trascorrono uno simile all'altro, sospesi in un tempo uguale che, ciascuno per le sue ragioni, né Mohamed né il vecchio vogliono misurare: piano piano, il ragazzo dimostra al "baccan" (padrone) come chiama il suo ospite di conoscere le parole e i gesti dell'arte navale: insieme si mettono all' opera per finire di costruire il gozzo che il vecchio da solo stentava a portare a termine
Da 2000 anni a questa parte la presenza del papa sulla scena mondiale e il suo ruolo al vertice della chiesa cattolica sono profondamente cambiati, ma il papa resta una figura conosciuta a livello planetario, con un'autorità morale di rilevanza universale. Chi è colui che si presenta come l'ultimo successore dell'apostolo Pietro? Quale peso ha avuto il papato nella storia? In che modo questa istituzione millenaria si confronterà con i mutamenti del complesso mondo globale?
"Fili metallici, di cotone, lana, seta, d'ogni spessore, colorati. Vetri colorati, carteveline, celluloidi, reti metalliche, trasparenti d'ogni genere, coloratissimi, tessuti, specchi, lamine metalliche, stagnole colorate, e tutte le sostanze sgargiantissime. Congegni meccanici, elettrotecnici; musicali e rumoristi; liquidi chimicamente luminosi di colorazione viariabile; molle; leve; tubi, ecc." (Manifesto della ricostruzione futurista dell'universo, Milano, 11 marzo 1915)
DESCRIZIONE: Il Cha-do, la cerimonia del tè, o appunto, più propriamente, la "via" del tè non rappresenta per la cultura giapponese una realtà di puro costume e nemmeno un tratto esclusivamente estetico. È un evento che va a lungo preparato, con precisione e cura particolari, perché è, appunto, una "via", ma dello spirito.
Maria De Giorgi ci guida in questa che è una non secondaria dimensione della cultura e della tradizione del Giappone. Per arrivare alla percezione del reale, è necessario partire da uno svuotamento dell'io, da una liberazione della mente e del cuore fino all'esperienza della pura essenzialità. Questa liberazione della mente e del cuore è appunto la mèta che si prefigge la meditazione zen e la "via del tè".
COMMENTO: In forma di intervista la missionaria saveriana, teologa e studiosa del buddhismo giapponese, introduce alla spiritualità di questo paese, passando attraverso quella via particolare che è la "via del tè": una cerimonia chiave del Buddhismo.
Negli anni di vagabondaggio da un capo all'altro dell'America, che fossero sul divano di un'amica o in qualche monolocale malridotto, sua madre faceva sempre in modo che ci si ritrovasse a tavola per cena. Quello è il segreto che Annia ha imparato fin da ragazzina: casa non è dove stai, sono le cose che fai. E una pentola sul fuoco e un aroma di prezzemolo, menta e spezie che si diffonde nell'aria è una di quelle. L'amore per i profumi e i sapori, quelli più comuni e quelli più insoliti, accompagna la vita di Annia fin dall'infanzia nella grande casa dei nonni di origine greca, dove le foglie di vite ripiene sono un piatto immancabile. Saranno quelle stesse foglie di vite a far scattare la scintilla tra lei e un ragazzo libanese, il giorno del loro primo appuntamento. E quando Annia diventa giornalista come suo marito e si trasferisce con lui in Medio Oriente negli anni caldi che seguono l'11 settembre, è la cucina che la protegge dalla nostalgia, dal senso di non appartenenza, che costruisce per lei un nuovo rifugio. Ovunque ci sia un conflitto ce n'è un altro che si svolge nell'ombra, e che non si vede in Tv. Per cui la vita diventa un'infinita sequenza di cose che non si possono più fare. Dai circoli letterari proibiti di Baghdad alle cucine di Beirut dove si preparano le ricette più antiche del mondo, Annia ci conduce in un viaggio sensoriale ed emotivo, fino nel cuore di un mondo millenario. Una ricetta per restare umani.
Gibilterra, 1815: il porto è un'immensa distesa deserta, nessun segno della vita di un Paese in tempo di guerra. Tutti gli occhi sono puntati all'orizzonte, sulla media distanza, dove una nave ammiraglia inglese ha appena virato, mettendosi con mure a dritta. Un'insegna familiare sventola sull'albero maestro: quella del comandante Jack Aubrey. In città lo attende un nuovo incarico, qualcosa che metterà a dura prova lui e il suo equipaggio. Napoleone è da poco fuggito dall'Elba e sta raccogliendo consensi, vuole tornare al potere. Si parla di trecentosessantamila uomini, cinque corpi d'armata lungo la frontiera settentrionale, trentamila soldati su quella meridionale. E non solo... Anche nelle remote terre arabe qualcosa sembra covare nell'ombra: forse un'alleanza musulmana che pare spalleggiare Bonaparte, e che coinvolge gli Stati della Barberia, Algeri, Tunisi, persino il Marocco e il piccolo regno di Azgar. Non c'è che dire, il quadro è a dir poco disastroso: l'Inghilterra deve correre ai ripari, se non vuole essere travolta. Ma come? A Aubrey non resta che partire per una nuova missione sull'amata Surprìse, con l'aiuto dell'amico di sempre, il chirurgo di bordo Stephen Maturin, e del nuovo arrivato, il dottor Jacob, un giovane che vanta una perfetta conoscenza del turco e dell'arabo, oltre ad amicizie altolocate. Cosa gli riserverà, questa volta, il destino?
Alberto Melloni, uno dei maggiori conoscitori di papa Giovanni, ci fa entrare con una presentazione nel testo posto a fondamento di azioni e decisioni che hanno cambiato il corso della storia della Chiesa. Vera autobiografia spirituale del "Papa buono", "il Giornale dell'Anima" si colloca all'origine delle meditazioni fatte nel corso dei suoi ritiri. Un soliloquio, come lo chiama egli stesso utilizzando un termine caro a Sant'Agostino. Di fatto l'itinerario dai quattordici agli ottantadue anni di una vita cristiana serenamente radicata nella Bibbia e in una spiritualità sacerdotale dove il Vangelo vissuto prevale su ogni preoccupazione di ruolo o d'immagine. Come ci ricorda nella prefazione il cardinale Loris F. Capovilla, il Giornale "si legge, si rilegge, ci si sente afferrati, tirati fuori dal rumore, dalla confusione, dal pressapochismo del nostro tempo".
Il volume, illustrato a colori con vivaci disegni di Franca Vitali, riporta il testo integrale del Vangelo di Marco nella versione interconfessionale in lingua corrente, un ricco corredo di note e commenti per la comprensione, e spunti per la riflessione e l'attualizzazione. È un contributo scientificamente documentato e pastoralmente qualificato a guidare alla conoscenza della Parola di Dio. Può essere un ottimo strumento catechistico e pastorale, ma anche un sussidio per lo studio e l'approfondimento personale.
«Hakuna matata» diceva il Re Leone di Walt Disney per essere ottimista e prendere i problemi con filosofia. Sì, perché la vita nella savana non è affatto semplice. Bisogna andare a caccia, affrontare le sfide cercando di non lasciarci la pelle, affermarsi all’interno del branco e proteggere i propri cuccioli. E nel frattempo, se possibile, trovare anche il tempo per un po’ di svago e un pisolino all’ombra di un baobab.
Come d’altronde, prescindendo dal contesto, dobbiamo fare tutti. Ecco che, allora, i leoni possono insegnarci molto. Dalla forza del gruppo all’importanza del territorio. Da quando mostrare i denti a come conquistare una leonessa. Dall’arte di mantenere sempre la propria dignità, anche sotto una pioggia tremenda che ti infradicia la criniera, a quella di saper prendere le cose con il necessario distacco, facendoci sopra un bello sbadiglio. Per non lasciarsi mai sopraffare dalle difficoltà quotidiane e vivere ogni giorno da re della foresta.
Il testo contenuto in queste poche pagine racchiude il messaggio che Papa Francesco ha rivolto ai giovani in occasione della XXXI Giornata Mondiale della Gioventù 2016. Tema principale della GMG di Cracovia 2016 è il Giubileo della Misericordia che per l'occasione diventerà un vero e proprio Giubileo dei Giovani a livello mondiale. All'interno del messaggio il pontefice riprende il motto del Giubileo "Misericordiosi come il padre" e attraverso esso cerca di indurre alla comprensione della misericordia divina e invita i giovani a diventare uno strumento della misericordia di Dio.