È una catechesi/riflessione sul Triduo pasquale, fulcro dell'intero Anno liturgico e centro della fede dei cristiani. Il testo parte dalla Domenica delle Palme, che apre la Settimana Santa, accenna brevemente ai primi giorni: Lunedì-Giovedì, prima della Cena del Signore, che concludono la Quaresima e preparano al Triduo pasquale. Presenta una sobria, ma esauriente, spiegazione dei singoli giorni: Ciascuno dei quali ha una sua propria fisionomia: Il Giovedì santo è il giorno dell'istituzione dell'Eucaristia e del sacerdozio; il Venerdì santo è il giorno della passione e della morte in croce di Gesù; il Sabato santo è il giorno del silenzio e della riflessione; la Veglia pasquale e la Domenica di Pasqua celebrano la risurrezione di Cristo.
Per il 2015, ogni giorno un prezioso aforismo. Ogni domenica il Vangelo di Ermes Ronchi e Angelo Casati. Ogni mese dedicato ad una riflessione sul tema dell'anno: Rischiare il coraggio". "
Questo volumetto raccoglie, seguendo il calendario liturgico della Chiesa Cattolica, le riflessioni di Padre Theodossios Maria della Croce, sacerdote greco scomparso nel 1989, fondatore della Fraternità della Santissima Vergine Maria. Le riflessioni, inizialmente pronunciate dal sacerdote ai suoi confratelli, e successivamente raccolte con lo scopo di conservare nella loro memoria gli insegnamenti spirituali ricevuti nella Fraternità, vengono ora divulgate a tutti i fedeli come perle di saggezza e spiritualità per meditare quotidianamente sul paterno amore di Dio che sostiene l'uomo in ogni momento della sua vita.
Rinchiuso nella prigione di Palazzo Vecchio, detta l?Alberghettino, Savonarola mette per scritto tutto d'un fiato il suo ultimo «Miserere». Il volume ripercorre il filo delle ultime meditazioni e riflessioni di Savonarola attraverso la traduzione e il commento di Sorgia.
Stefania Rossini, donna tuttofare, madre di tre figli, un solo stipendio (quello del marito, metalmeccanico) e un mutuo da pagare, ci indica una strada per risparmiare e vivere in modo più sobrio, ma con gioia! Una strada fatta di semplici accorgimenti e praticabile da chiunque abbia voglia di mettersi un po' in gioco, senza stravolgere la propria esistenza. In questo piccolo manuale di decrescita felice impareremo a creare un orto urbano, a preparare gustose ricette con le verdure che vi cresceranno, a riutilizzare creativamente gli indumenti dismessi (ma non solo: nulla si spreca, tutto può rinascere a nuova vita!), ad autoprodurre in modo economico i detersivi per la pulizia della casa, i detergenti per la persona e anche i prodotti per la cosmesi, a realizzare borse, collane, orecchini e molto altro, a fare la spesa - se proprio è necessario - in modo più attento, consapevole e responsabile. Riscopriremo l'economia del baratto (non tanto per scambiare oggetti, ma per condividere valori, saperi e solidarietà) e vedremo come è possibile economizzare anche là dove sembra più difficile (su luce, gas, acqua). Questo libro è un inno al fare piuttosto che al comprare, all'essere piuttosto che all'avere, ed è soprattutto un invito a ricercare il "benessere" nostro e della Madre Terra.
Una donna ancora giovane, serena e appagata, tutt'altro che inattiva nel cerchio sicuro della famiglia, viene abbandonata all'improvviso dal marito e precipita in un gorgo scuro e antico. Rimasta con i due figli e il cane, profondamente segnata dal dolore e dall'umiliazione, Olga, dalla tranquilla Torino dove si è trasferita da qualche anno, è risucchiata tra i fantasmi della sua infanzia napoletana, che si impossessano del presente e la chiudono in una allenata e intermittente percezione di sé. Comincia a questo punto una caduta rovinosa che mozza il respiro, un racconto che cattura e trascina fino al fondo più nero, più dolente dell'esperienza femminile.
Giovanni ha smesso con la coca, e ha anche smesso di vendere prodotti finanziari ad alto rischio. Per disintossicarsi si occupa a titolo gratuito di creature misteriose e non troppo tranquillizzanti che si chiamano tutte Ruggero e Isabella, e appartengono a una razza pregiata di suini neri. Mary ha smesso anche lei con la sua vita precedente, ed è arrivata in Italia dagli Stati Uniti alla ricerca di certi parenti adottivi che vivono nello stesso paese dove lavora Giovanni, e che si chiamano anche loro Ruggero e Isabella. La prima curiosità che questo libro suscita è come possano incontrarsi due personaggi così, uno in fuga da e l'altro alla ricerca di un paradiso in terra - tanto più in un posto troppo fangoso e dimenticato da dio anche solo per ricordarlo, il paradiso. Ma la sorpresa è che invece sì, incontrarsi possono, se affrontano un viaggio in treno a Milano per conquistare insieme un congresso di allevatori, una farsesca e commovente lotteria suina nel basso Lazio, e una strana notte - italiana - del 4 di luglio; e se queste premesse riportano tutti e due per vie diverse in America, a Miami, dove la commedia recitata fin qui diventa, senza quasi che il lettore abbia avuto il tempo di accorgersene, un thriller hitchcockiano.
Un famoso scrittore lascia la sua casa di Salonicco per recarsi in auto all’ospedale da dove forse non uscirà più. L’incontro con un ragazzino albanese, lavavetri clandestino, lo toglie per qualche giorno dalla solitudine; il ricordo della moglie morta lo riporta a un passato troppo dedicato a sé stesso e al lavoro, troppo poco al suo prossimo. Scritto con Tonino Guerra e Petros Markaris, con la fotografia dell’abituale Yorgos Arvanitis e di Andreas Sinanos, l’11° film di Anghelopulos Palma d’oro al 51° Festival di Cannes 1998: un altro premio in ritardo è un esercizio di maestria poetica che scade nel poeticismo per accumulo di metafore, temi, suggestioni. Troppa letteratura: la figura incongrua del Poeta ottocentesco che compera le parole; il susseguirsi di finali nell’ultima parte fino alla scelta di quello più ideologico. Il che non impedisce allo spettatore capace di attenzione, ascolto e abbandono a ritmi inconsueti di ammirarne l’alto splendore figurativo e alcune sequenze memorabili come quella del rito funebre per il piccolo Selim.
Un incidente stradale in cui quasi inavvertitamente uccide un uomo mette in crisi un maturo pubblicitario a un passo dal pieno successo professionale. È, forse, l’opera più matura di E. Olmi prima di L’albero degli zoccoli. Il cambio di registro sociologico frena quella partecipazione emotiva che riscalda i suoi film precedenti, ma gli detta una maggiore lucidità critica e una durezza sommessa che gli asciugano le frange crepuscolari. Con la sordina della malinconia è anche una mesta meditazione sull’avvicinarsi della vecchiaia e sulla morte.
Un film documento di una tragedia che ha colpito un popolo intero. Un film per non dimenticare due uomini, Paolo Borsellino e Giovanni Falcone; due magistrati votati ad un "mestiere" che per loro era una missione: liberare la società civile dall'oppressione di quella "mala pianta" che è la mafia; due eroi per forza, solo perché rifiutavano il compromesso e preferivano una vita tranquilla, per questo condannati ad una fine tragica e orribile.
Farsi delle domande sulla felicità potrebbe sembrare pretenzioso, eppure non è forse vero che tutti ce le poniamo? Non è detto, però, che ciascuno di noi sia in grado di darsi risposte con la profondità riflessiva e l'arguzia narrativa che si deve riconoscere all'autrice di questo volume. In un flusso nel quale si mescolano armoniosamente esperienze personali, riflessioni spontanee e ricerca quasi scientifica, si indaga su dove si trovi la felicità (nel denaro, nel sesso? Nell'amore e nei progetti di famiglia?), se mai sia possibile conseguirla e, soprattutto, ci si chiede se per una donna di oggi tutto ciò debba avvenire in una chiave differente e particolare.
A New York, Melanie è un architetto intenzionato a fare carriera, presentando progetti importanti, Jack è un cronista che cerca di smascherare la corruzione dell'amministrazione comunale. Ma c'è un problema che li accomuna: sono separati ed hanno figli piccoli da accudire, un maschietto lei, una femminuccia lui. Una mattina, i bambini dovrebbero andare in gita scolastica, ma i genitori arrivano tardi e il pullman è già partito. Melanie e Jack si ritrovano così a dovere affrontare una giornata piena di impegni importanti, non sapendo a chi affidare i figli. Di fronte a questa emergenza, i due, sconosciuti per caso, cercano di fare buon viso a cattiva sorte, si scambiano battute pungenti, passano da un taxi all'altro, si inseguono sul telefonino, coinvolgono genitori e amici, fanno accordi per affidarsi i ragazzini in fasce orarie diverse, li perdono, li ritrovano, si lanciano reciproche accuse. Finchè Melanie, dopo un colloquio, vede approvato il proprio progetto ma rifiuta un ulteriore coinvolgimento per restare col figlio, e Jack riesce, durante una conferenza stampa, a smascherare i maneggi del sindaco. A sera, Jack va a casa di Melanie, e i due, dopo una giornata faticosissima, capiscono di volere cominciare a vivere insieme.