Solo poco più di un secolo fa un manoscritto di un monastero di Costantinopoli ci ha restituito la Didachè o Insegnamento degli apostoli, di cui all'età dei Padri si erano perse le tracce. Questo breve ma importante documento, la più antica regola di una comunità cristiana, contiene disposizioni per l'istruzione catechistica fondamentale, per la celebrazione del battesimo e dell'eucaristia, per il discernimento dei carismi e delle funzioni ministeriali. La presente edizione - con introduzione, testo, traduzione e note di G. Visonà - con testo greco a fronte, ripercorrendo l'ampio e contrastato dibattito della critica, giunge a sottoscrivere la grande arcaicità di un testo che viene situato entro il I secolo s.C., a ridosso dell'età apostolica, nel medesimo contesto in cui hanno la luce i vangeli. Alcune tradizioni che esso ci trasmette, come la liturgia e le preghiere eucaristiche, ci portano a diretto contatto con la fede e il culto della Chiesa primitiva. La Didachè, infatti, affonda le sue radici negli strati più profondi delle origini cristiane, là dove è ancora viva e fluida la tradizione su Gesù, dove appare tuttora vitale il legame con il patrimonio del giudaismo e dove ancora si avverte l'eco delle prime liturgie e risuona l'annuncio degli antichi profeti cristiani.
L’opera, che fa seguito a un volume dedicato all’esegesi patristica nell’Antico Testamento, si propone di diffondere anche presso un pubblico di non specialisti il pensiero dei Padri, nutrito com’è dalla Parola di Dio, da loro incessantemente meditata, spiegata e attualizzata. Contro le tendenze separatiste di matrice gnostico-marcionita, il merito dei Padri fu di salvare l’unità dei due Testamenti, e quindi l’essenza del messaggio cristiano, grazie al fatto che essi riconobbero in entrambi la presenza e la centralità di Cristo.
Nel contesto moderno di una diffusa e qualificata ricerca sull’esegesi patristica, di fronte al disagio suscitato dalle esasperazioni allegoriche dei Padri, dalle loro spiegazioni talora un po’ deboli e non sempre precise, sorge spontanea una domanda: che valore hanno i loro commentari biblici per l’esegeta di oggi? Al di là di polemiche vecchie e nuove, ai Padri viene ampiamente riconosciuta una singolare ricchezza di spiritualità e di teologia, che non di rado scarseggia in commentari “moderni”. Il che fa ancora dell’esegesi patristica un eccezionale tesoro, capace di arricchire e in certo modo integrare l’esegesi dei nostri tempi.
L'autore, nel presente volume, non mette insieme testi dispersi del Dottore mistico, ma preferisce strutturare la sua esposizione per nuclei cristologici", come fa Giovanni della Croce. "
Lo studio intende dimostrare come le tecniche mistico-ascetiche dei padri esicasti (Cristianesimo orientale) non siano che l'eredità diretta delle pratiche di elevazione filosofica già note ai filosofi greci (presocratici-cinici-stoici-platonici, ecc.). Figura di costante riferimento per tutte le tematiche affrontate è S. Nikodemo, colui che raccolse la famosa Filocalia. Il volume si impone per la ricchezza del materiale considerato e per il taglio che risulta accessibile anche per i non specialisti.
Questo volume contiene la traduzione completa delle quarantaquattro orazioni di Gregorio di Nazianzo, il quale, insieme a Basilio e a Gregorio di Nissa, costituisce la triade dei grandi Padri Cappadoci. Grande teologo e cristiano dedito al servizio della Chiesa, Gregorio di Nazianzo può essere considerato come il più grande scrittore cristiano di lingua greca, perché unì ad una formazione teologica derivata da Origene e da Basilio una cultura classica estremamente raffinata. Questo volume è stato curato da Claudio Moreschini, uno dei massimi esperti di Gregorio di Nazianzo. Testo greco a fronte.
Uno dei grandi pensatori medievali è affrontato nella sua singolarità che è compartecipe e trascende le appartenenze tanto alla teologia monastica quanto a quella scolastica. In questo volume l'attenzione è rivolta alla genesi, all'elaborazione e al compimento del suo metodo teologico per comprendere il mistero che è multiforme e va dal coinvolgimento affettivo a quello intellettuale, tra i più esigenti, con l'impiego di una logica sottilissima. è molto presente in lui anche la preoccupazione di rendere le verità contemplate in modo parabolico, con esempi tratti dalla vita quotidiana e dall'esperienza comune degli uomini. Una multiformità che costituisce un'occasione privilegiata per riflettere sull'essenza e sulle forme del lavoro teologico.
Il volume contiene due scritti di Agostino: i dieci discorsi del "Commento alla Prima Lettera di Giovanni" e il secondo discorso del "Commento al Vangelo di Giovanni". I temi comuni sono quelli della natura di Dio come amore e come bene supremo, della conoscenza dell'uomo in rapporto a quella divina, e della conoscenza di Dio da parte dell'uomo. Quest'edizione, curata integralmente da Giovanni Reale, si distingue oltre che per la terminologia moderna adottata, anche per la nuova e originale scansione delle parti dei Commenti. Le note al testo, brevi ed essenziali, chiariscono i passi più difficili. Le parolechiave sono un valido aiuto per entrare nel nucleo filosofico degli scritti. La ricca appendice bibliografica conclude l'opera. Testo latino a fronte.