Un ventennio mai studiato, quello della resistenza popolare alla dominazione napoleonica d'Italia (1796-1815), eppure decisivo per la realizzazione del successivo Risorgimento. Il racconto delle insorgenze popolari controrivoluzionarie mette in luce la volontà degli italiani di rifiutare l'imposizione di un modello di vita contrario alle loro convinzioni, religiose anzitutto, anche a costo del sacrificio della vita. Infatti, oltre sessantamila italiani persero la vita per difendere le radici del proprio Paese.
"Spinoza, che non era un uomo religioso, credeva che la religione andasse bene, ma solo a condizioni rigorose. La fede doveva indurre le persone a un comportamento amorevole e pacifico, non doveva mai immischiarsi nell'indagine razionale e doveva sempre sottostare al controllo dei governanti dello Stato laico. Non sono sicuro di concordare sull'ultimo punto, ma i primi due sono ineccepibili." Il nuovo millennio si è aperto con un ritorno aggressivo della religione sulla scena pubblica, più in Europa che altrove. Basti pensare alle forti ingerenze del Vaticano sui temi della bioetica o ai movimenti fondamentalisti arabi che hanno seguito anche nel vecchio continente, Ian Buruma, saggista e giornalista di fama internazionale, si interroga sul rapporto fra religione e democrazia e sul modo in cui le società multiculturali e i regimi politici - in Europa, in America, in Asia - sono stati condizionati, nel bene e nel male, da tensioni fra autorità laiche e religiose. Per concludere che la verità rivelata può influenzare le opinioni di un individuo, nel bene e nel male, ma non le si dovrebbe concedere alcuna autorità politica. "Confucio, il buon vecchio saggio cinese, non aveva mai udito parlare di democrazia, ma quando il suo discepolo gli chiese come servire gli spiriti e gli dei rispose: lasciamo gli spiriti da parte, finché non conosceremo il modo migliore per servire gli uomini".
«Cento anni fa - il 12 maggio 1910 - avvenne la soppressione del Monastero di Monteluce, sede storica delle clarisse di Perugia, che per settecento anni era stato un punto di riferimento per l'intera città. Le autorità civili perseguirono l'obiettivo di cancellare quel luogo con un accanimento del tutto particolare: fu cacciata la comunità, stravolte le strutture architettoniche, alterato il secolare assetto urbanistico dell'area; fu salvata soltanto la chiesa. Questo volume - attraverso un dialogo a più voci, l'ausilio di documenti e testi originali e un ricco apparato iconografico - racconta un frammento prezioso della nostra storia recente. Una storia che è, per molti aspetti, esemplare del rapporto che le monache hanno saputo intessere con la comunità umana nella quale si sono inserite». (Dall'introduzione di A. Bartoli Langeli).
"L'Istoria del Concilio Tridentino" è forse la prima opera moderna che mette al centro della narrazione un grande avvenimento di vita ecclesiastica, lasciando sullo sfondo le grandi vicende politiche. Il concilio di Trento, convocato a metà Cinquecento dalla Chiesa romana per dare risposta alla Riforma protestante, viene analizzato attentamente da Sarpi, che segue le mosse dei sovrani europei nel tentativo di condizionare il rinnovamento religioso e l'azione dei vescovi per cercare di ottenere maggiore autorità nelle loro diocesi. Invece la curia romana riesce a piegare il concilio agli interessi papali e arriva a costruire una monarchia fortemente accentrata, forte di una dottrina saldamente articolata e dotata di potenti strumenti disciplinari. Il risultato sarà quella che viene chiamata la Chiesa della Controriforma. Sarpi, diventato consultore della Repubblica di Venezia in occasione del conflitto scoppiato nel primo Seicento con la Santa Sede, che pretendeva il riconoscimento di particolari privilegi, si era convinto che l'autorità papale costruita dal concilio avesse finito con l'annullare la distinzione dei poteri fra autorità spirituale e temporale. Proprio le vicende del concilio di Trento gli consentivano di spiegare come fosse avvenuta quella trasformazione, capace di colpire l'azione politica degli Stati moderni e la sua opera poteva essere dunque uno strumento di lotta in difesa del potere laico.
Tutte le grandi religioni storiche sono accomunate dalla pratica del pellegrinaggio verso i rispettivi "luoghi santi". Se per i cristiani ha un profondo valore catartico, in quanto ripercorre i luoghi di Cristo, per i musulmani è uno dei cinque pilastri dell'Islam. Nel buddhismo è la via che conduce al raggiungimento di uno stadio più avanzato dello spirito, mentre nell'induismo rappresenta un forte momento di coesione sociale. Il Dizionario analizza minuziosamente per ogni religione le fonti e i trattati, l'epica e le modalità dell'organizzazione di un pellegrinaggio: i preparativi, i canti, i raduni, i riti, i significati più profondi di ogni viaggio spirituale. Le utili cartine finali consentono di seguire ogni percorso: dalla Via Francigena alla Terra Santa, dalla Mecca ai pellegrinaggi sull'Himalaya, in India, nel Sud-Est asiatico e fino in Giappone.
È sostanzialmente il racconto di una ricerca: quella di stabilirsi nella vita monastica all’Athos, che corrisponde alla ricerca di assoluto che l’autore sentiva in cuore da diversi anni.
È il racconto del suo soggiorno all’Athos, dei suoi incontri con i grandi maestri spirituali, di cui annota le conversazioni che lo spingono a... fare un passo avanti, a superare l’instabilità e l’indecisione, a decidere della sua vita.
Malgrado lo scacco (non si farà monaco), l’autore ha un atteggiamento sempre positivo sulle persone e sulle istituzioni, e attraverso descrizioni spesso belle e calorose, per non dire affettuose, rende i personaggi simpatici e affascinanti, attraverso uno stile veramente da “scrittore nato”.
Ogni monaco, ogni monastero rimane scolpito nella sua caratteristica, tanto è tratteggiato in maniera essenziale ma con pennellate sicure.
Il testo contiene delle perle di spiritualità e di saggezza, nella migliore tradizione della spiritualità ortodossa.
«Nella liturgia, il monaco è come un bambino nel ventre della madre: non fa nulla. Eppure, per il fatto di trovarsi nella Chiesa, cresce, cresce in continuazione, fino all’ora del parto»
«Se la gallina non rimane nello stesso luogo a covare le uova, non ci saranno mai pulcini! Persevera nella preghiera di Gesù in chiesa come in cella, perché è meglio dell’ufficio stesso».
«La più grande opera che si possa fare per la Chiesa è praticare la vita evangelica; non è una via riservata a certi eletti: è l’unica via».
Destinatari
Vasto pubblico, purché sensibile al discorso spirituale.
Autore
Alain Durel, viaggiatore instancabile, uomo di teatro, attore e regista. Dopo aver rinunciato alla vita monastica, approfondisce gli studi di filosofia e scienze sociali, si impegna attivamente in ambito sociale, e infine si dedica alla scrittura di saggi e racconti che hanno come filo rosso la ricerca spirituale. Ha pubblicato La Quête. Récit d’un aventurier de l’absolu (Presses de la Renaissance, 2006) e recentemente Chemins de lumière, 365 jours avec les mystiques de l’Orient chrétien (Médiaspaul, 2009) et Les Amants du silence. Le roman de Charles de Foucauld (L’œuvre, 2009).
Punti Forti
Testimonianza diretta della vita al Monte Athos, pur se vista in modo soggettivo.
La spiritualità severa dei Padri orientali “raccontata” in modo immediato e accattivante.
Lo stile letterario che sa catturare il lettore.
Se oggi possiamo conoscere le strutture del Santo Sepolcro, non più le piante ideali, lo dobbiamo alla competenza e alla grande passione di padre Corbo, che lavorò 'con intuito d'amore verso Colui che di questo monumento è figura trionfante'. Padre Corbo: non solo un archeologo, ma un testimone in loco delle sue scoperte. (p. A. Niccacci e p. G. Claudio Bottini, SBF, Gerusalemme) "Padre Virglio Corbo non è scomparso. Egli è presente nei luoghi che ha scavato, è presente nei musei, è presente nelle biblioteche, ma soprattutto è presente dovunque c'è al mondo un aviglianese; è presente in una schiera di confratelli e di ammiratori che trasmettono con entusiasmo il suo spirito, la sua grinta, la sua fede, e in modo particolare il suo amore per la Terra Santa, dove trascorse tutta la vita". (p. S. Loffreda, SBF, Gerusalemme) Il ricordo di una delle più importanti figure dell'archeologia italiana a vent'anni dalla morte (1991-2011), nella prima ristampa anastatica della monografia curata dallo Studium Biblicum Franciscanum (1994).
Nei primi anni dell'Unità d'Italia, le chiese metodiste di Gran Bertagna e Stati Uniti giunsero nel nostro paese per impegnarsi attivamente in un'opera di evangelizzazione volta a sostenere il Risorgimento sul piano spirituale e delle libertà. Alla loro predicazione si deve la nascita del motodismo italiano. Senza acribia critica, partendo da corrispondenze familiari, raccolte di sermoni e vecchie fotografie, Valdo Benecchi ci presenta venti storie di fede e testimonianza evangelica, ovvero venti ritratti di figure che nei primi settant'anni del Novecento contribuirono a rendere più unita l'Italia tramite una rete di rapporti tra comunità diverse e distanti tra loro, tanto geograficamente quanto socialmente.
Si tratta di una raccolta ragionata di testi di Paolo VI sull’Epifania, tema cardine del calendario liturgico cristiano. La figura di Paolo VI, noto soprattutto come un Papa di grande spessore culturale, emerge in queste pagine come quella di un vero maestro spirituale, appassionato di Cristo e testimone della gioia del vangelo.
Omelie molto significative, capaci di mostrare la reale natura dell’Epifania: uno dei più importanti passaggi liturgici del tema del dialogo Chiesa-mondo.
Il tema rende il volume indicato ad un pubblico quanto mai ampio ed eterogeneo. Per chi desidera approfondire la conoscenza di un grande Papa, ma anche per chi cerca testi per la riflessione e la meditazione personale.
Il concilio Vaticano II, evento chiave nella storia del cattolicesimo del secolo scorso, è destinato a durare nell'interesse dei dibattiti attuali, non solo all'interno della chiesa. Pochi anni fa si è conclusa la pubblicazione degli Acta comprendenti il materiale delle congregazioni generali e della segreteria. Purtroppo essi non comprendono il cuore della dinamica del Vaticano II, il lavoro cioè delle commissioni, sia nella fase preparatoria che in quella propriamente "conciliare". Per colmare questa lacuna il volume presenta per la prima volta al pubblico il materiale prodotto dal Segretariato per l'unità dei cristiani nella fase di proposta e di preparazione del corpus conciliare, tra il novembre 1960 e il giugno 1962. Il materiale qui pubblicato - in edizione critica con i testi originali - costituisce un microcosmo di idee che troveranno in seguito accesso all'assemblea, definendo alcuni degli orientamenti principali del magistero del Vaticano II. Esso offre un importante contributo per la conoscenza diretta della dinamica conciliare.
I saggi raccolti in questo volume mettono in luce le dinamiche che tra Otto e Novecento caratterizzarono l'atteggiamento della Chiesa cattolica verso ebrei, protestanti e massoni, assurti a simbolo dei processi di modernizzazione della società italiana. Nello scontro con il potere politico per la definizione degli ambiti di competenza, la Chiesa si oppose, in nome di un rivisitato modello di "civiltà cristiana", alle minoranze che impedivano la realizzazione di uno Stato cattolico. Il pregiudizio antisemita, sollecitato da spinte politiche e sociali, e corroborato dall'apporto della tradizione antiebraica cattolica, riuscì a permeare il senso comune degli italiani e assunse forza di legge con il fascismo. La massoneria, considerata dalla Chiesa uno dei principali soggetti dell'opera di secolarizzazione, fu ritenuta dal magistero ecclesiastico e dalla pubblicistica cattolica il frutto di una collaborazione complottistica con ebrei e protestanti. La campagna antiprotestante, che a fine Ottocento si era legata alla necessità del ripristino del potere temporale del papa, divenne tra le due guerre mondiali, e soprattutto dopo il Concordato, un mezzo per rivendicare la cattolicità dello Stato italiano. L'intreccio delle posizioni assunte dalla Chiesa cattolica a livello nazionale è esemplificato nell'analisi di un caso particolare, quello della realtà veneta, capace di mettere a fuoco le modalità di rielaborazione autonoma delle direttive della Santa Sede da parte delle diocesi.