Muovendosi tra filosofia e teologia, Bernhard Welte, uno dei maggiori filosofi della religione e teologi fondamentali tedeschi del XX secolo, ha contribuito a chiarire i legami tra le due discipline, dimostrando che il pensiero novecentesco come tale non è ostile alla fede, ma può anzi aiutare la teologia cattolica a comprendere meglio il mistero divino. Nell'epoca dell'assenza di Dio, Welte indica una nuova possibile esperienza di Dio: al di là del nichilismo, anche oggi parlare di Dio ha senso, anche oggi è possibile delineare un terreno d'incontro tra umano e divino.
Il volume raccoglie le interviste, già apparse sulla rivista «Vita pastorale», a note teologhe italiane: Carla Ricci, Elena Velkova Velkovska, Elena Lea Bartolini, Maria Luisa Rigato, Serena Noceti, Marinella Perroni, Cristina Carnicella, Teodora, Margherita Maria e Teresa Francesca Rossi, Nuria Calduch Benages, Cristina Simonelli, Daria Pezzoli Olgiati, Lilia Sebastiani, Stella Morra, Carmen Aparicio Valls, Morena Baldacci, Letizia Tomassone, Valeria Trapani, Miriam Diez Bosch, Valeria Ferrari Schiefer, Maria Campatelli, Benedetta Selene Zorzi, Marcella Farina, Gabriella Clara Aiosa, Manuela Terribile, Silvana Manfredi, Sandra Mazzolini, Adriana Valerio, raccolte e introdotte da Cettina Militello.
L’agnosticismo è impraticabile: l’uomo non può vivere neanche in istante senza prender posizione su un problema che inesorabilmente lo sfida. Un sacerdote catanese, Francesco Ventorino, che ha speso la sua vita nell’educazione alla fede di tante generazioni secondo il metodo imparato da don Luigi Giussani, affronta l’ineludibile questione di Dio insieme a Pietro Barcellona, studioso di diritto e militante comunista con quarantacinque anni di insegnamento laico e di impegno politico sulle spalle. Questo libro, in due atti e un epilogo, affianca al saggio del teologo rigoroso il saggio dell’intellettuale inquieto e si conclude con un dialogo appassionato e appassionante tra loro. Non è una contrapposizione di teoremi, ma un paragone fra uomini; e riesce tanto più significativo in quanto sorge e si sviluppa sul terreno di un’amicizia.
“La questione dell’esistenza di Dio non è un itinerario pacifico che aspira al paradiso dopo l‘inferno della valle di lacrime del dolore e della sofferenza. È l’esperienza di un corpo a corpo feroce fra l’idea che io sia tenuto alla “carità” di una legge eterna e fuori dalla storia e l’esperienza di un doloroso tentativo di prendere sulle proprie spalle l’esperienza dello stare al mondo insieme ad altri uomini"
Una parrocchia tutta casa e strada. Oltre le sacre mura, le case e tutti i luoghi della vita diventano ambiente pastorale nell'intreccio di incontri e dialoghi, attese e desideri, speranze e compimenti, solitudini e compagnie. Mentre si snoda la strada del quartiere, si delinea il cammino della vita e se ne svela il senso. Una "teologia della strada" che entra in dialogo diretto con il lettore e lo conduce a scoprire "la bellezza dell'essere cristiani e la gioia di comunicarlo".
"Lo scopo del saggio è di fornire delle chiavi di lettura per orientarsi tra i sommovimenti epocali che stiamo vivendo. Esiste una "stella polare" cui riferirsi per interpretare la nostra storia collettiva? Don Lorenzo Rossetti, accogliendo l'espressione di Paolo VI "Civiltà dell'amore", individua proprio in questa "proposta" sociale della Chiesa il criterio normativo che consente un discernimento cristiano sulle vicende storiche. L'autore vede nella fratellanza/fraternità il fondamento ontologico della solidarietà come determinazione personale e sentimento di condivisione, ma sottolinea pure che in chiave teologica bisogna distinguere tra fraternitas naturale e soprannaturale. Tale distinzione ci riporta al linguaggio classico: essa giova a cogliere il punto di continuità e quello di novità tra società umana e comunità ecclesiale: questa è il "fermento" di quella. E proprio in forza dell'esistenza di tale principio soprannaturale può vedersi illuminata e appunto vitalizzata quella realtà creaturale che, ahimè, sembra spesso giacere nelle tenebre. Si capisce allora il motivo per cui la Civiltà dell'amore possa definirsi con l'ossimoro "utopia concreta": una meta, un traguardo possibile, arduo, ma non assurdo o velleitario da perseguire." (dalla presentazione del cardinale Ruini)
The Gospel of John is a "Spiritual Gospel" in the theological sense of the word; the Fathers of the Church had already accredited John with the title "Theologian" and modern exegeses retain the same appraisal. Studies of our time have brought to light that the author of the fourth Gospel isn’t a neo platonic mystic, who dreams of escaping from the reality of our world, but a man who deeply knows first century Palestine from the geographical, topographical, chronological viewpoint; and one who gives great importance to facts and true-life accounts of Jesus in the context of his environment. Though, he focused his entire attention and contemplation on Jesus-the Man, and why is revealed in Him the Word made flesh: the meeting with Jesus had been for John an unforgettable event, and the Gospel he left us is the fruit of that progressive discovery of Christ and of the lived experience with Christ. John’ skill is to penetrate, and to help us also penetrate with him, the mystery of the Son of God beyond the outward facts of Jesus’ life. In this sense, Jesus becomes for John, as Massimo the Confessor inspiringly used to say, "Symbol of Himself": in as much as Jesus manifests himself externally to men, he leads them towards himself, yet remaining unfathomably hidden.
The commentary on the fourth Gospel, presented here in a revised and updated edition, proposes a new synthesis between critical exegesis and search for the "spiritual sense", according to the spirit of the Fathers, particularly important for the Church and today’s world.
Come rendere conto – mediante l’intelligenza teologica – della fede cheabita il cattolicesimo? Questa domanda ha sempre accompagnato il gesuita Bernard Sesboüé nel suo percorso di studi e di ricerche e nella sua lunga esperienza di docente. Con l’aiuto delle domande di Marc Leboucher, Bernard Sesboüé delinea un panorama straordinario della teologia dell’ultimo secolo, un periodo di rinnovamento teologico segnato dalla presenza di grandi autori come de Lubac, von Balthasar o Rahner, dal Vaticano II e dalle sue conseguenze, finoa oggi. Vengono affrontate le questioni centrali della teologia: come parlare di Dio? Che cos’è la Rivelazione? Che cosa significa l’espressione “Gesù della storia e Cristo della fede”? Abbiamo bisogno della Chiesa? Nel rispondere non si dimenticano i temi più attuali e scottanti:il rapporto tra la Chiesa ela secolarizzazione,le nuove forme di religiosità,l’evoluzione del cattolicesimo,il dialogo ecumenico. Lo stile rigoroso e critico di un grande teologo si unisce qui alla passione e alla speranza nell’avvenire della fede cristiana.
AUTORE Bernard Sesboüé,nato nel 1929 a Suze-surSarthe (Francia centro-occidentale),è entrato nella Compagnia di Gesù nel 1948 e, dopo gli studi filosofici e teologici,ha insegnato in varie università teologia e patrologia.Ha fatto parte della Commissione teologica internazionale,è copresidente cattolico del Groupe de Dombes e professore emerito presso il Centre international d’études pédagogiques di Sèvres. È autore di numerose opere, di cui molte pubblicate in italiano dalle Edizioni San Paolo – Gesù Cristo nella tradizione della Chiesa. Per una attualizzazione della cristologia di Calcedonia (1987); Gesù Cristo l’unico mediatore: I. Problematica e rilettura dottrinale(1991),II.I racconti della salvezza:soteriologia narrativa(1994); La personalità dello Spirito Santo. In dialogo con Bernard Sesboüé(a cura di S.Tanzarella, 1998); «Fuori dalla Chiesa nessuna salvezza». Storia di una formula e problemi di interpretazione(2009) – e presso altre case editrici: Riconciliati in Cristo(1990);Storia dei dogmi (4 volumi,in collaborazione con altri autori, 1996-1998); Cristologia fondamentale(1997);Credere. Invito alla fede cattolica(2000).
Il volume elegge come campo d’indagine l’epistemologia teologica di Edward Schillebeeckx, seguendone il progressivo assestarsi ermeneutico-critico e studiandone il maturo esercizio in campo cristologico. L’approccio al metodo del teologo domenicano non si ferma al rilevo critico dei punti di forza e dei lati più problematici dello stesso (trattati nella 1a parte), ma si sviluppa (nella 2a parte) in un intreccio, all’interno del quale Luigi Pareyson e Paul Ricoeur sono convocati e coinvolti per tentare di dar seguito ai “sentieri interrotti” di Schillebeeckx.
Destinatari
Studenti di teologia e filosofia.
Autore
VALENTINO SARTORI è un presbitero della diocesi di Verona. Ha studiato a Roma, presso la Pontificia Università Gregoriana, dove ha conseguito la licenza in Teologia fondamentale e difeso la tesi di dottorato in Teologia. Attualmente insegna Antropologia teologica presso lo Studio teologico San Zeno, introduzione alla Teologia fondamentale presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose a Verona. È coinvolto nella formazione dei catechisti.