La donna associata allo zelo sacerdotale è il secondo grande libro (dopo Appunti di teologia pastorale) scritto dal giovane sacerdote Giacomo Alberione negli anni 1912-1915, periodo in cui è sorta la Famiglia Paolina. La prima edizione fu stampata nel 1915, ad Alba, dalla neonata Scuola tipografica «Piccolo operaio».
Anche se non vengono menzionate né la Società San Paolo, né le congregazioni religiose femminili, si ha l’impressione che le pagine de La donna associata allo zelo sacerdotale contengano una qualche teoria o visione prospettica che sta alla base del progetto fondazionale di don Alberione.
La lettura di quest’opera – insieme a quella degli Appunti di teologia pastorale – è quindi fondamentale per la riscoperta del carisma di Famiglia Paolina che caratterizza le fondazioni di don Alberione.
Un testo di riferimento per la comprensione del carisma paolino.
Tra il 1895 e il 1897, nella Francia della Belle époque e del crescente entusiasmo per i sempre più spettacolari progressi della scienza e della tecnica, una giovane carmelitana poco più che ventenne ricevette dalla sua Priora, nel convento di Lisieux, l'ordine di stendere un testo autobiografico, nel quale testimoniare, a futura memoria, il suo specialissimo itinerario spirituale. La giovane seppe tracciare, in tre successivi manoscritti, un vero e proprio trattato sulla fede e sulla speranza cristiana, nella forma di un vivace racconto in prima persona. Storia di un'anima è il titolo con cui sono stati pubblicati questi celebri manoscritti. Qui vengono riproposti in una nuova traduzione basata sulle più recenti edizioni critiche pubblicate in Francia in occasione del Centenario della morte di Teresa di Lisieux, Dottore della Chiesa dal 1997.
Questo libro, in cui Tommaso d'Aquino fornisce la sua risposta, in forma dialogica, al problema del male, è frutto dell'insegnamento universitario dell'Aquinate all'Ateneo di Parigi tra il 1252 e il 1258. Come è possibile che Dio permetta l'esistenza del male e che ruolo gioca in esso la libertà dell'uomo? Era forse preferibile non essere liberi, ma lontani dal male? Il male è un problema teorico e pratico ineludibile e sempre di attualità, poiché tutta la storia umana può essere letta nella prospettiva della lotta contro di esso. La ricerca di Tommaso mira a capire che cosa sia il male e a dischiudere ipotesi di liberazione da esso, senza trascurare il tema della libertà che chiama in causa la responsabilità dell'uomo.
Questo scritto di Agostino percorre, e a sua volta ripropone, la difficile strada della riflessione filosofica, volta a indagare, mediante la ragione e secondo il criterio dell'evidenza, le verità che interessano l'uomo e alle quali egli si riferisce per vivere.
Teresa di Lisieux, una giovane donna della fine dell’Ottocento, è stata definita la più grande santa dei tempi moderni.
Con una prosa accattivante l’autrice racconta il suo cammino d’amore verso Gesù. La piccola Teresa rivela precocemente la vocazione alla vita religiosa, ma si sente troppo debole e fragile per “salire la dura scala della perfezione”. Con fiducia totale si abbandona allora all’amore infinito di Dio, che abbraccia tutte le sue creature, anche le più deboli e povere. Accettando la propria fragilità, Teresa si affiderà senza riserve all’amore di Gesù, certa che Egli la solleverà “nelle sue braccia come un ascensore”.
Un racconto piacevole, animato da rapidi flash e brevi dialoghi.
Scritta tra il 397 e il 400, questa è una delle opere della maturità di Agostino d'Ippona, sicuramente la più originale sia dal punto di vista letterario che da quello dell'introspezione psicologica e che ci dà la misura della profondità del suo travaglio e della acutezza della sua mente speculativa. Le Confessioni di Agostino sono, da una parte, la considerazione delle ambiguità e degli errori che accompagnano l'esistenza umana e, dall'altra, la confessione dell'amore e della misericordia di un Dio che non si fa cercare invano. La presente edizione si avvale di una introduzione che colloca Agostino e la sua opera nel contesto storico, culturale e ecclesiale del suo tempo, fornendo in questo modo alcune chiavi di lettura del suo pensiero. Volume curato da L. Landi.
Queste tre opere, raccolte in un unico volume curato da A. Clerici, sono da considerarsi tra i capolavori della primissima letteratura cristiana, quando il Vangelo si affacciava nel mondo greco-romano con la sua carica di novità. Compilati tra la fine del primo e del secondo secolo, questi scritti indicano le dimensioni irrinunciabili della vita di fede: la catechesi (Didachè); l'apologia (A Diogneto); il martirio (Lettere di Ignazio d'Antiochia).