Vengono riportati i contenuti di centinaia di lettere e di altri documenti inviati a Padova dalla Congregazione romana del Sant'Ufficio dal 1567 al 1660 con direttive, valutazioni, riprensioni concernenti processi di imputati in corso all'Inquisizione di Padova, in particolare sulla carcerazione di Tommaso Campanella (1594).
Questo libro è la versione francese della biografia della Fondatrice delle Suore Apostole del Sacro Cuore: un testo divulgativo, in grado di farsi leggere da un pubblico più vasto, quindi non solo dai membri della Congregazione e dai simpatizzanti, e dalla cerchia degli studiosi e degli estimatori. Solo così, infatti, è possibile estendere la conoscenza di una figura che ha molto da dire non solo alle sue Figlie, ma anche a ogni credente. Per tale motivo, non si è voluto collocare il volume nella collana dei “Fondatori”, bensì in quella dei “Protagonisti”. Con questa scelta si spera di dare a Maria Gargani la possibilità di “parlare”, anche oggi, con la sua vita esemplare di laica impegnata e di fondatrice, a tutti coloro che avranno l’umiltà di mettersi in ascolto del suo messaggio, che corre da oltre un secolo lungo il binario della preghiera e della carità, in particolare agli insegnanti e ai catechisti.
Stefano Campanella è nato a Putignano (Bari) il 1° novembre 1964. Giornalista professionista dal 1995, è direttore responsabile delle testate Tele Radio Padre Pio e Padre Pio Tv. Ha pubblicato numerosi saggi storici riguardanti san Pio da Pietrelcina. È autore di diversi documentari di argomento religioso e ha pubblicato i seguenti libri: Fra Pio, la giovinezza del santo (2002); Il Papa e il Frate (20062); La missione di Padre Pio (2008); Obœdientia et pax. La vera storia di una falsa persecuzione (2010).
Andrea Maori traccia brevemente un profilo di Comunione e Liberazione attraverso le numerose carte depositate all'Archivio centrale dello Stato dagli uffici di pubblica sicurezza del Ministero dell'Interno. Emerge un'organizzazione che oltre a svolgere la propria missione evangelica ed organizzare incontri spirituali ed ecumenici, dal referendum sul divorzio del 1974 comincia ad avere un rapporto molto stretto con la politica e con la Democrazia Cristiana in particolare e a creare una rete di potere che si svilupperà negli anni successivi. Il volume è aperto da una accurata prefazione di Massimo Bordin.
Il 17 novembre 1962 il nome di Galileo Galilei risuona inaspettatamente nella basilica di San Pietro, divenuta aula del concilio Vaticano II, solennemente aperto da Giovanni XXIII. La citazione, dopo quattro secoli in cui il «caso» ha offerto cornice a innumerevoli dispute e battaglie intellettuali che hanno coinvolto scienza, diritto e teologia, non è astratta o casuale, ma rientra nel vivo delle discussioni sulla rivelazione ed è in stretto rapporto con il timore di una condanna della curia romana al gesuita Teilhard de Chardin, morto nel 1955.
Contrariamente a quanto si è sempre creduto, l'indiretta citazione di Galileo si riduce, con un'abile mossa, alla rievocazione di un celebre e censurato libro del dotto monsignore Pio Paschini. In questo modo il riferimento allo storico caso, per come esso appare nel Vaticano II, ripropone con forza il tema della funzione del magistero nella vita della Chiesa.
Sommario
Premessa. I. I «casi Paschini». II. Galileo e Teilhard. III. Galileo e il De fontibus. IV. Galileo e il De Ecclesia. V. Processo al Sant'Ufficio. VI. Galileo e la Chiesa. VII. Fede e scienza. VIII. Galileo ad Ariccia. IX. Fuochi finali. Note.
Note sull'autore
ALBERTO MELLONI (1959) è ordinario di Storia del cristianesimo all'Università di Modena-Reggio Emilia e titolare della cattedra Unesco sul pluralismo religioso e la pace all'Università di Bologna. Allievo di Giuseppe Alberigo, dirige la Fondazione per le Scienze religiose «Giovanni XXIII» di Bologna. Collabora con la Rai e con il Corriere della Sera. Ha lavorato alla Storia del Concilio Vaticano II diretta da Giuseppe Alberigo e ha condotto l'Edizione nazionale dei diari di A.G. Roncalli (Istituto per le scienze religiose, 2003-2008), il Dizionario del sapere storico-religioso del Novecento (Il Mulino, 2010) e Cristiani d'Italia. Chiese, società, Stato 1861-2011 (Istituto della Enciclopedia italiana fondata da Giovanni Treccani, 2011). Per EDB ha curato Sette proposte per il Conclave. Attualità e limiti di un memorandum (2013).
Il libro di Mario Miegge ripercorre la vicenda del monaco, teologo e riformatore Martin Lutero a partire dai rapporti tra chiesa e società nel Medioevo. Con Lutero, infatti, la lunga storia della protesta contro il potere temporale dei papi e la corruzione del clero cominciata nel XII secolo pervenne a una svolta decisiva che diede impulso, in larga misura, alla nascita del mondo moderno. Fu una svolta che prese anche percorsi diversi da quelli della Germania luterana: nelle città libere della Svizzera di lingua tedesca e a Ginevra fu infatti deliberata dal voto dei consigli comunali sotto la guida di riformatori di cultura umanistica impegnati, come Zwingli e Calvino, al rinnovamento non soltanto della Chiesa ma dell'intera vita pubblica. Una storia che si prolungò nella rivoluzione puritana inglese del secolo XVII e nella fondazione della "Nuova Inghilterra" americana.
Il volume, attraverso l'approfondimento di qualificati studiosi, cerca di cogliere il contributo offerto alla costruzione della nazione dell'Azione cattolica, che è stata la prima realtà associata a sorgere all'indomani dell'unificazione del Paese, quando ancora il processo non si era completato, e a fregiarsi del titolo "italiana", quando ancora l'intransigentismo improntava l'atteggiamento del mondo cattolico verso i "fatti compiuti". La raccolta di saggi non intende ripercorrere la storia della più antica associazione ecclesiale, ma piuttosto mettere a fuoco alcuni passaggi significativi, che hanno concorso a "fare l'Italia". La serie di istantanee che si susseguono lasciano intravedere un filo rosso che si distende lungo l'intero arco temporale dell'Italia unita: per quanto subita, contrastata, accettata, compenetrata, guidata, la storia della nazione non è pienamente comprensibile se non si tiene adeguatamente conto del contributo offerto ad essa dall'Azione cattolica italiana.
Fu un uomo di potere egoista e indifferente alla religione oppure il sovrano che illuminato da una visione ("in hoc signo vinces") si pose al servizio di Dio? I giudizi sull'imperatore Costantino (274-337) variano. Come che sia, fu lui a fare la mossa decisiva per la definitiva ascesa del cristianesimo, con la promulgazione dell'Editto di Milano nel 313 che pose fine alle persecuzioni dei cristiani. E fu ancora lui con la fondazione di Costantinopoli a dare origine all'impero bizantino, che durò mille anni: la vita e l'opera di Costantino erano destinate a lasciare un segno decisivo e duraturo.
Esaltata e ricercata per le sue qualità religiose e intellettuali; temuta per la sua intraprendenza; accusata di tramare per la conquista del mondo, la Compagnia di Gesù è tra le espressioni più importanti di quel rinnovamento della Chiesa cattolica che nel Cinquecento seguì la crisi provocata dalla riforma protestante e che portò alla nascita di numerosi ordini religiosi. Espressione della forte personalità di Ignazio di Loyola, seppe interpretare al meglio le esigenze della società di antico regime impegnandosi nei campi più disparati, da quello educativo a quello missionario a quello spirituale, mantenendo d'altra parte uno stretto legame con il potere politico.
Le missioni organizzate dai gesuiti nei territori dell'impero portoghese nella seconda metà del '500 sollevano inedite questioni di carattere morale. Casi di coscienza e interrogativi sull'amministrazione dei sacramenti si inquadrano nel tentativo di stabilire un nuovo ordine in grado di replicare ai Tropici, anche con modalità aggressive e intransigenti, i principali caratteri delle società europee. Attorno al rito del battesimo si elaborano le teorie di legittimazione del colonialismo, al matrimonio si attribuisce il compito di integrare coloni e popolazioni locali, mentre la confessione si dimostra lo spazio privilegiato per colmare la distanza fra codici e norme dell'Europa cristiana e quelli di un mondo che si presenta all'espansionismo lusitano nella sua multiforme, sorprendente differenza.
IL TESTO DI Marie-Dominique Chenu qui presentato, dato alle stampe per la prima volta da Morcelliana nel 1963, nel pieno fermento del Concilio Vaticano II, esprime la presa di distanza del teologo dl modello di Chiesa costantiniana, intesa come complesso mentale, istituzionale e spirituale di lungo periodo. Il tentativo di ritrovare il primato della Parola soprattutto nello stile di vita radicale di Gesù fa di queste pagine un classico in grado di parlare alla Chiesa di oggi. La prospettiva dello storico, Mauro Pesce, mostra l'attualità e la pregnanza della riflessione di Chenu: uno sguardo sulle origini del cristianesimo, al di là delle opposte interpretazioni del Concilio come svolta o sostanziale continuità nella Chiesa.
Il 24 maggio 2012 il Collegio Ghislieri ha organizzato un convegno di studi dedicato al proprio Santo Fondatore, in occasione del terzo centenario della sua canonizzazione. L'intento del collegio è stato quello di celebrare la grande figura storica di San Pio V, le cui opere sono state e sono oggi oggetto di continui dibattiti e di differenti interpretazioni, anche per l'apporto di nuovi documenti d'archivio a disposizione degli studiosi. L'indiscussa grandezza della sua personalità è sottolineata dal fatto che è stato l'unico papa elevato alla santità fra Celestino V (vissuto tre secoli prima) e Pio X (vissuto tre secoli dopo), mentre le controversie nella lettura delle sue opere sono provate dalla particolare accuratezza del lungo processo di canonizzazione.
Gli interventi di papa Ghislieri nel condizionare gli avvenimenti del suo tempo sono stati molteplici: dalla lotta contro gli infedeli e gli eretici all'attuazione della riforma tridentina, dalla vittoria di Lepanto contro i Turchi agli interventi nella politica europea, all'attuazione di riforme sociali alla particolare attenzione per la formazione giovanile. La trattazione di questi argomenti è stata svolta da autorevoli Relatori, che hanno apportato nuovi elementi di riflessione e discussione, e hanno fornito spunti originali per una più precisa definizione del profilo storico di San Pio V.
Il volume ricostruisce le relazioni intercorse tra la Santa Sede e il fascismo negli anni compresi tra il 1919 e il 1925, concentrandosi sul momento iniziale del loro rapporto, quello finora maggiormente lasciato in ombra dagli studi storici. Ripercorrendo le fonti già edite sul tema, e aggiungendo a esse lo spoglio sistematico delle carte conservate presso gli archivi vaticani relative al pontificato di Pio XI (1922-1939), Guasco esplora l'iniziale atteggiamento di diffidenza della diplomazia vaticana nei confronti delle squadre in camicia nera; i mutamenti intervenuti in San Pietro all'indomani della marcia su Roma e della costituzione del primo governo Mussolini, con il suo doppio volto di attenzione nei confronti dell'autorità romana e di attacco contro il clero e il laicato cattolico; il progressivo abbandono del Partito popolare e la liquidazione politica di don Sturzo; la campagna elettorale del 1924 e la drammatica conclusione della crisi innescata dal delitto Matteotti. Corredano il volume 150 documenti, editi e inediti, fonti ecclesiastiche, politiche e diplomatiche che consentono al lettore l'accesso diretto alla documentazione dell'epoca.