Il dolore, la morte, il conflitto, il dominio, la sicurezza, la libertà ma anche il sesso, il gioco, il bar, il calcio, la pizza, il cretino, il niente sono tra i temi di questi "Scritti selvaggi". Se ne compone una filosofia del quotidiano ad altissima temperatura umorale emanata, come per esplosione atomica, dalla perenne belligeranza tra pensiero e vita. I due poli si attraggono e si erodono, si influenzano e si completano: "La vita - afferma il filosofo selvaggio - risale al pensiero e chiede di essere compresa e risanata. E il pensiero, una volta compiuta la sintesi, si rida in pasto alla belva che lo divora". In queste pagine vi è soprattutto un metodo, non convenzionale, di guardare ai fatti del mondo attraverso i registri del pamphlet o del diario in pubblico, dell'invettiva o dell'oracolo che ogni spirito libero può far proprio e applicare a se stesso. Un libro scorretto, vitale, antiaccademico, letterario, a volte anche sboccato (mai incivile), in cui si avverte il tono di grandi maestri, da Nietzsche ad Heidegger a Croce, o ci si imbatte, inaspettatamente, in Ennio Flaiano e Indro Montanelli, Totò e Franco Califano, Manlio Sgalambro e i Baustelle.
Coltivare la terra, prendersi cura di creature viventi, stare all'aria aperta, fare un lavoro manuale, ascoltare i ritmi delle stagioni, comprendere le esigenze profonde di un fiore: gesti che ci fanno sentire bene e ci aiutano a capire meglio il nostro percorso. Sagge e silenziose compagne di viaggio, le piante hanno molte cose da insegnarci. Un manuale di vita, ricco di suggestioni e consigli di Gian Lupo Osti su come vivere in armonia con la natura e rimettersi in contatto con la nostra parte più autentica.
Da chi scrive di Medio Oriente ci si aspettano dotte disquisizioni, acrobatiche dietrologie, cultura altissima e barricate obbligatorie, da una o dall'altra parte. Ma Israele, Palestina, Giordania, Gaza, prima di essere al centro di intrighi forse irrisolvibili, sono popolate da milioni di persone, ognuna con status diverso e destini spesso incredibili. Con la vivacità del giornalismo di costume, "Mediorientati" racconta storie straordinarie da cui non si evince nessuna morale, nessuna classifica fra buoni e cattivi. Perché i leader firmano la Storia, ma le vicende umane la tessono. Con la "Prefazione" di Franco Di Mare.
"Il libro che avete tra le mani è il risultato di una lunga serie di conversazioni, interviste e ricerche sui fondamentali dell'educazione oggi. L'essenziale per crescere affronta il tema spinoso delle scelte educative fondamentali per chi ha figli da 0 a 13 anni. Perché diventare mamme e papà è un po' come essere assunti (senza corsi di formazione) per svolgere un mestiere bellissimo e allo stesso tempo impegnativo, complesso e totalizzante. E anche se è normale commettere degli errori, avere l'opportunità di evitarne qualcuno, grazie alle informazioni di chi ha più esperienza o le conoscenze scientifiche necessarie, è davvero una preziosa occasione."
Quando nel 1947, dopo due secoli di dominio britannico, l'India divenne indipendente, adottò subito un regime di democrazia parlamentare, che garantiva il pluralismo politico, la libertà di parola e di stampa, e la tutela dei diritti di ogni cittadino. Scomparse le terribili carestie dell'era coloniale, alla stagnazione economica subentrò un'impetuosa fase di crescita, accelerata negli ultimi decenni a ritmi tali da fare dell'India una delle prime potenze commerciali del mondo. Eppure, questi successi non hanno determinato una reale inclusione sociale delle fasce più svantaggiate della popolazione e non hanno migliorato le condizioni della stragrande maggioranza delle persone. Jean Drèze e Amartya Sen individuano la causa dei principali problemi dell'India nella mancanza di attenzione ai bisogni essenziali della gente, specialmente dei poveri e delle donne. Per affrontare queste enormi questioni, dicono i due autori, non serve che l'India abbandoni il suo impegno democratico, ma è necessario riconoscere l'importanza della relazione a doppio senso che esiste tra crescita e promozione delle potenzialità umane, tra sviluppo e progresso sociale, e sconfiggere l'illusione che il paese possa diventare una superpotenza economica con la scandalosa percentuale di bambini malnutriti che ancora la abitano e senza la piena assunzione di responsabilità del settore pubblico nel suo insieme.
Il 3 aprile 1917, dopo anni di esilio, Vladimir Il'ic Ul'janov, noto tra i rivoluzionari come Lenin, parte da Zurigo per far ritorno in Russia. Ad accoglierlo alla stazione Finlandia di Pietrogrado un'enorme folla festante. Dopo un lungo ed estenuante viaggio attraverso la Germania, la Svezia e la Lapponia, Lenin non appare affatto stanco. Attende questo momento da anni e a giudicare dal tripudio di bandiere rosse e manifesti che ricoprono le vie intorno alla stazione il suo arrivo è celebrato come quello di un messia. Nell'Europa sfiancata dalla Grande guerra, la Triplice alleanza e la Triplice intesa si fronteggiano ormai da anni e il conflitto sembra trascinarsi senza una fine. Gli uomini al fronte sono esausti e i governi ossessionati dalla ricerca di nuovi armamenti, nuove strategie, nuove alleanze. Spezzare le coalizioni è diventato un obiettivo primario e la contropropaganda nei paesi nemici l'arma principale. Nella Germania del Kaiser Guglielmo II, un gruppo di funzionari ha un'idea brillante: perché non alimentare il caos che domina in Russia favorendo il ritorno di Lenin e dei suoi compagni? Mentre il treno piombato messo a disposizione dai tedeschi taglia da sud a nord l'Europa dilaniata dalla guerra, le grandi potenze occidentali danno il via alle loro macchinazioni: agenti segreti, loschi affaristi, militari ribelli e idealisti appassionati, cominciano a vorticare intorno all'impassibile leader bolscevico. Con e-book scaricabile fino al 31/12/2017.
Due grandi misteri percorrono la storia della tradizione occidentale: il Sacro Graal, il "calice del sangue" usato da Gesù nell'Ultima Cena, e l'Arca dell'Alleanza, costruita dall'antico popolo israelita per contenere le tavole dei Dieci Comandamenti. La Bibbia è ricca di riferimenti all'Arca e al suo potere immenso di distruggere armate e spianare montagne, ma le sue tracce si perdono nel mistero. All'improvviso, dopo la caduta del Tempio di Salomone, ogni riferimento alla reliquia scompare dai documenti. Stessa sorte accaduta al Graal. Svanito nel nulla.
In un viaggio avventuroso tra Europa, Medio Oriente ed Etiopia, sfidando mille pericoli, Graham Hancock va alla ricerca dell'Arca, risalendo all'origine di miti e leggende, rovistando in archivi polverosi, tra reperti, documenti storici e società segrete. E riesce dove molti altri studiosi hanno fallito. Scopre che le storie del Graal e dell'Arca si intrecciano e si confondono e chiamano in causa crociati, Templari, massoni, epiche battaglie e sovrani di tutta Europa.
Avvincente come un thriller, ma riccamente documentata, una grande indagine che svela dove si trovano, come ci sono arrivati, e perché vengono tenuti nascosti due dei più simbolici manufatti della storia.
Nel 2006 Michele ha diciassette anni e si trova incastrato tra banchi di un liceo di provincia. E inquieto, il mondo è là, fuori dalla finestra. Ed è un mondo da cambiare. Ecco che nasce l'idea: partire per l'Africa per un'esperienza di volontariato. E quell'idea lo porta, negli anni, a partecipare alla nascita di un metodo di lavoro e di cooperazione straordinario che si concretizza oggi, in alcuni villaggi della Tanzania, in due scuole materne, un ospedale, una piccola azienda. Li ha "creati" la rete solidale YouAid, un'associazione "liquida" di cui Michele è stato promotore. Questa storia non è solo un'avventura straordinaria lunga dieci anni, ma anche un metodo di aiuto applicabile da tutti a qualsiasi problema, anche quelli fuori dalla nostra porta. Età di lettura: da 12 anni.
Questo libro nasce all'alba. Precisamente all'alba di due giorni che, con il Brexit e l'elezione di Trump, hanno cambiato la nostra storia. Siamo di fronte a sfide il cui impatto sull'Italia e sull'Europa è riconducibile all'anno di svolta 1989. Per quanto scioccanti, questi eventi possono aprire per l'Europa nuove e persino affascinanti opportunità. Di certo, nel mondo di oggi sono fondamentali reattività e tempismo. È tempo che l'Europa diventi adulta e cambi strada rispetto a errori e incertezze di questi ultimi anni. E che l'Italia sia in prima fila contro i nazionalismi risorgenti e protagonista nella costruzione di una nuova Unione, più vicina ai cittadini.
Dov'è finito il movimento per la pace dopo il 2003? Una cultura di pace deve riprendere forza e, con essa, un movimento che sperimenti percorsi nuovi per una partecipazione più attiva ai grandi temi internazionali. Il mondo globale, con le sue smisurate dimensioni e le sue radicate connessioni, ha bisogno di donne e uomini dalla coscienza globale. La cultura della pace deve diventare una passione condivisa e un appuntamento rilevante nell'educazione delle giovani generazioni. Tutto questo, però, può maturare se persone consapevoli riprendono a parlarne in tutte le sedi. Il mondo globale non è solo un grande mercato, dominato da forze economiche che non si controllano, né uno scenario dove contano solo pochi poteri. Siamo parte di questa storia globale, che ha tanti attori, piccoli e grandi. E speriamo che questa storia si sviluppi in una prospettiva di pace, che è la migliore condizione possibile per l'umanità.
Andrea Segrè ci guida nelle incredibili contraddizioni del mondo del cibo. Gli obesi sono il doppio degli affamati. Con quanto si spreca si potrebbe sfamare un terzo della popolazione mondiale. Gran parte delle produzioni agricole riempiono i serbatoi delle macchine e gli stomaci dei ruminanti che poi mangiamo. Si spende anche per non mangiare: le diete del «senza» e del «no» conquistano sempre più adepti. La "spadelling age" degli chef pluristellati oscura chi ha la responsabilità di produrre: gli agricoltori. L'illegalità si abbatte sulle filiere agroalimentari e colpisce gli anelli più deboli: lavoratori e consumatori. Il risultato di questo stato confusionale - stridente perché si svolge nelle nostre bocche, dove entrano gli alimenti ed escono le parole - è che non sappiamo più se il cibo ci nutre o ci consuma. Dobbiamo far evolvere il famoso detto «sei ciò che mangi», passare al «mangia come sei» e arrivare al «mangia come sai». Per riconoscere il cibo nella sua essenza, per rimediare alla sua assenza, per trovare un nuovo punto di equilibrio: oggi più delle narrazioni servono visioni e azioni.
«Un padre accompagna a scuola tutte le mattine sua figlia, iscritta alla prima media. I minuti trascorsi in macchina insieme a lei diventano preziosi. Per tre anni, nel parcheggio davanti all'entrata dell'istituto, i due si scambiano i pensieri in sosta raccolti, come perline di una collana, in questo breviario spirituale di pronto uso, adatto a piccoli e grandi, come una specie di guida interiore, bibliografia dell'anima, destinata agli uomini di buona volontà, quelli che rifuggono dagli schemi, non hanno timore di sporcarsi le mani e si giocano tutto in un tiro di dadi.» (dalla Prefazione di Eraldo Affinati)