
"Un ricordo al futuro" è la raccolta delle conferenze tenute da Luciano Berio a Harvard tra il 1993 e il 1994. Scardinando vecchie strutture di pensiero e senza timore di sfidare le convenzioni, Berio ci guida in un viaggio teorico in sei tappe, ciascuna articolata attorno a uno specifico tema: dal legame fra teoria e pratica alle possibilità inventive della «traduzione» musicale (la trascrizione, l’adattamento), dal processo creativo della composizione al provocatorio concetto di «dimenticanza», inteso come atto di rinnovamento. Incontro dopo incontro, Berio ripercorre le tracce dei suoi maestri - quelli più antichi e quelli più recenti -, in un fruttuoso confronto alla pari, dove la musica si intreccia con la letteratura, la poesia, la filosofia. Un prezioso inedito arricchisce le lezioni di Harvard in questo volume curato da Talia Pecker Berio. Si tratta delle lezioni magistrali che, su invito di Umberto Eco, Berio tenne nella primavera del 2000 presso la Scuola Superiore di Studi Umanistici di Bologna. Questo affiancamento consente al lettore di seguire gli sviluppi di una riflessione in continuo divenire e la creatività di un artista, di un pensatore che amava riscrivere se stesso perennemente, ogni volta rinnovandosi. L’orecchio allenato riconoscerà tra le voci del passato e la melodia del presente il suono di una penombra lontana: l’avvenire. Ed è un ascolto che accetta la sfida e la responsabilità di dover ogni volta «reinventare il senso». Berio amava spesso ripetere il motto «rem tene, verba sequentur»: la sua affascinante scrittura testimonia e rispecchia questa convinzione, rivelando un orizzonte di pensiero, non solo musicale, eccezionalmente ricco e profondo, che da decenni non smette di interrogare il nostro presente e il nostro futuro.
In questo volume si raccoglie una selezione di interviste e colloqui con Luciano Berio, uno dei maggiori protagonisti della musica del Novecento. Le modalità del dialogo e il carattere informale del genere intervista aprono prospettive mobili, immediate e talvolta inattese sulle vicende artistiche e biografiche del compositore, restituendone un profilo al contempo affine e complementare a quello che emerge dai suoi testi teorici. Il corpo centrale della raccolta - 51 colloqui tra interviste, conversazioni e inchieste, condotti in lingue e Paesi diversi - traccia un percorso cronologico che va dal principio degli anni Sessanta fino a pochi mesi prima della scomparsa di Berio nel 2003. È la parabola di un musicista immerso nella contemporaneità, che qui si intreccia con quella dei suoi interlocutori, tra cui spiccano firme di rilievo della pubblicistica italiana e internazionale, nonché i nomi di compagni di vita quali Umberto Eco e Renzo Piano. I temi centrali dell'orizzonte creativo di Berio - dal teatro alla ricerca elettroacustica, dalla voce al linguaggio, dalle tradizioni popolari all'impegno del musicista nella società - si snodano attraverso le interviste con la chiarezza di un linguaggio che, senza mai rinunciare all'approfondimento e all'acume critico, mira a raggiungere un bacino di lettori largo e variegato. Molteplici i riferimenti alle opere più note di Berio, da Thema (Omaggio a Joyce) a Laborintus II, da Sinfonia alle Sequenze, da Coro a Stanar, o ai lavori di teatro musicale da Passaggio a Cronaca del Luogo; e ancora a progetti, incarichi e istituzioni che videro il compositore e l'uomo di cultura coinvolto come ideatore o collaboratore sempre attento alla funzione educativa della musica e alla sua capacità di costituirsi critica attiva della realtà.
"Cercare di definire la musica è un po' come cercare di definire la poesia: si tratta cioè di un'operazione felicemente impossibile. La musica è tutto quello che si ascolta con l'intenzione di ascoltare musica". Un grande maestro racconta le proprie idee ed esperienze e, in pagine di grande suggestione, tratteggia un panorama della musica postdodecafonica fino alle elaborazioni elettro-acustiche ed elettroniche, in un grande invito alla libertà di ascolto.

