"L'Italia nel Novecento" è una storia del Paese-Italia e non soltanto della nostra nazione che ripercorre le tappe di una difficile modernizzazione tra l'Europa e il Mediterraneo. Con un taglio divulgativo ma un'impostazione scientifica rigorosa, il libro si rivolge a un pubblico ampio grazie a una prosa chiara. Il lavoro presenta soprattutto due originalità. La prima: affronta i classici nodi della storia italiana con piena consapevolezza dei dibattiti revisionistici che hanno attraversato il confronto storiografico negli ultimi trent'anni, ma al tempo stesso li storicizza depurandoli della loro origine ideologica e militante. La seconda: offre una lettura sintetica, ma generale, di una serie di fenomeni - movimenti sociali, violenza politica, lotta armata, stragismo, terrorismo interno e internazionale - nell'arco lungo 1966-85, che ha dei tratti di novità e di presa di distanza, dovuti, anche in questo caso, a una ragione di tipo generazionale.
A ottobre il tempo è ancora indeciso. Un giorno fa caldo, quello dopo il freddo e l'umidità ridestano la gente dall'illusione di una vacanza perenne e la riportano alla realtà. Anche il crimine, però, si risveglia. Un uomo viene trovato in un cantiere della metropolitana privo di documenti e di cellulare; qualcuno lo ha aggredito e percosso con violenza. Trasportato in ospedale, entra in coma senza che nessuno sia riuscito a parlargli. Di far luce sull'episodio sono incaricati i Bastardi, che identificano la vittima: è un americano in villeggiatura a Sorrento con la sorella e la madre, un'ex diva di Hollywood ora affetta da Alzheimer. Recandosi a più riprese nella cittadina del golfo, vestita fuori stagione di un fascino malinconico, i poliziotti si convincono che la chiave del caso sia da ricercare in fatti accaduti là molti anni prima. Incrociando il presente con un passato che hanno conosciuto solo al cinema, i poliziotti di Pizzofalcone, ciascuno sempre alle prese con le proprie vicende personali, porteranno alla luce un segreto custodito con cura per cinquant'anni, una storia d'amore e di sacrificio indimenticabile come un vecchio film.
Daniel Arasse ha sempre privilegiato un efficace approccio critico all'iconografia e alla storia dell'arte fondato su una modalità di esercizio particolare dello sguardo, in costante ricerca degli intimi significati artistici delle opere e delle motivazioni profonde che le hanno generate. Questo libro, uno dei primi dell'autore, ricostruisce «ciò che gli uomini del XIV e del XV secolo cercavano attraverso le immagini» e offre al lettore un doppio punto di vista, sempre oscillante tra la nozione di individualità e quella di scuola, in grado di restituire per intero la ricchezza e la complessa evoluzione di due secoli di pittura. Arasse sottolinea l'originalità e la varietà degli esperimenti locali, da affiancare al modello toscano, ed elabora gradualmente il profilo dei primitivi non solo come precursori ma anche come «altri» del moderno. Giotto, Masolino, Paolo Uccello, Masaccio, Piero della Francesca, Foppa, Botticelli, Mantegna, Pinturicchio, Antonello da Messina... tutti i principali artisti che operarono in Italia nel Trecento e nel Quattrocento misero a punto nelle loro opere «una nuova formula di figurazione del mondo e dell'uomo, fondata su una coscienza progressiva delle proprie dimensioni storiche e che talvolta si configura come un appello a farsi carico della storia nel suo insieme».
L'Annale «Thinking Democracy Now: Between Innovation and Regression» mette a tema le trasformazioni che interessano le democrazie contemporanee, sviluppandosi intorno a un significativo paradosso: la democrazia oggi gode di un'indiscussa egemonia al punto che anche chi la mette a repentaglio lo fa in suo nome, promettendo di accrescerla o di estenderla, non di umiliarla o superarla. Rinata nel Secondo dopoguerra in contrapposizione alle dittature di massa, la democrazia costituzionale è un ordine politico che non ha un fine predeterminato se non la propria sopravvivenza ed è sempre esposta al rischio. A partire da questa premessa, il volume accompagna il lettore attraverso una riflessione che spazia dalle questioni teoriche e istituzionali alle esperienze e sfide politiche più rappresentative in ciascuno dei cinque continenti. Il volume curato da Nadia Urbinati, grazie al concorso di studiosi e interpreti internazionali, prende in esame la trasformazione dei processi democratici, analizzandone tentazioni regressive e opportunità di innovazione in un orizzonte geopolitico globale.
Il Concilio Vaticano II è il momento in cui la coscienza storica diviene decisamente l'orizzonte della teologia e della vita della Chiesa. La difficile «conversione intellettuale» che ha segnato il post Concilio giunge con papa Bergoglio a un kairos. Per questo si rivela importante il confronto tra il pensiero di Francesco e quello del gesuita Bernard Lonergan, considerato uno dei maggiori teologi del Novecento. «Non dico che Francesco abbia letto Lonergan», osserva Whelan; «suggerisco che il loro pensiero sia convergente, tanto che Lonergan può risultare utile a comprendere Francesco quale "segno dei tempi" per la teologia e per la vita della Chiesa».
La Replica a Giuliano imperatore è il primo testo composto da un autore cristiano, intorno al 380 d.C., in risposta all'opera Contro i Galilei, scritta dall'imperatore poco prima di morire nel 363. Autore della Replica è il più importante teologo della scuola esegetica di Antiochia, Teodoro di Mopsuestia. Dell'opera sono rimasti solo ampi frammenti, pubblicati da Augusto Guida nel 1994 nella collana di Biblioteca patristica. Solo in seguito è emerso un nuovo ampio passo che arricchisce notevolmente l'opera, al quale si aggiungono le ricerche condotte negli ultimi decenni sull'opera di Teodoro e sul testo della Replica. La nuova edizione critica si compone di: introduzione, testo critico dei frammenti greci con traduzione italiana; commento filologico e storico; appendice su altri testi di Teodoro riguardanti obiezioni pagane ai Vangeli; indice completo del testo greco. L'opera si presenta quindi non solo arricchita di nuovi passi e testimonianze, ma completamente rivista e aggiornata in base agli studi più recenti riguardanti sia Teodoro e il suo metodo esegetico sia le controversie fra pagani e cristiani nel IV secolo, uno degli argomenti divenuti centrali in questi ultimi anni negli studi storici sul Tardo antico.
La vita consacrata attraversa una stagione di crisi che gli abusi nella Chiesa hanno ulteriormente accentuato. Come si può esprimere oggi l'identità ecclesiale dei consacrati? Come determinare la maturità umana e spirituale dei giovani attratti da queste forme di vita? Le comunità religiose possono ammalarsi, ma possono anche guarire se riescono a considerare pienamente i bisogni affettivi e psicologici delle persone consacrate. Questo il libro percorre due strade, una di psicologia sistematica e una di teologia spirituale. L'approccio psicologico esamina le forme con cui un gruppo - una comunità - si struttura e matura, in fedeltà alla propria missione e vocazione, mentre la dimensione spirituale approfondisce soprattutto i processi formativi anche come modalità di prevenzione degli abusi.
La prima è Ipazia, astronoma e studiosa eclettica nella dotta Alessandria tra il IV e il V secolo, rimasta vittima di un pogrom ante litteram. Poi vengono Ildegarda, la visionaria che intuì l'importanza del corpo (idea pericolosamente controcorrente nel Medioevo), Madame de Chatelet, compagna di Voltaire, e Sophie Germain, amica di Gauss, entrambe amanti della scienza e donne anticonformiste nell'Età dei Lumi. Questo è solo l'inizio di una meravigliosa sfilata femminile, anch'essa controcorrente. A essere presentate in Il genio delle donne non sono infatti le classiche top models ma menti brillantissime che dovrebbero essere considerate "vere modelle" da ambo i sessi. È una sfilata che, per fortuna, diventa sempre più numerosa man mano che passa il tempo, grazie alla graduale caduta degli stereotipi sessisti e degli ostacoli nell'accesso agli studi scientifici. Con maschile ammirazione, Odifreddi ricostruisce i percorsi di vita, le difficoltà affrontate, i colpi di genio, la dedizione assoluta e la libertà di pensiero di figure quali Rita Levi Montalcini e Maryam Mirzakhani (prima Medaglia Fields in rosa), Marie Curie e l'astronauta Judith Resnik, l'imbattibile scacchista Judit Polgár e la farmacista cinese Tu Youyou, Nobel per la Medicina. La lettura di questo libro è un viaggio entusiasmante nella versatilità della mente femminile, capace di raggiungere le massime vette in tutte le discipline portando avanti il cammino dell'umanità. Al tempo stesso può servire da sprone alle ragazze di oggi, affinché finalmente si affaccino agli studi scientifici senza un ingiustificato senso di inadeguatezza.
"Vasta sinfonia in pietra, opera colossale di un uomo e di un popolo." Con queste parole Hugo descrive la facciata della cattedrale di Notre-Dame, teatro e incarnazione delle vicende della gitana Esmeralda, dell'arcidiacono Frollo e del campanaro Quasimodo. Alle porte della Parigi del 1482 giunge una tribù di zingari, con le loro danze, il loro teatro e il vivace accampamento, pittorescamente battezzato "Corte dei Miracoli". Sono decisi a farsi notare dai cittadini, ma è la bella Esmeralda a portare scompiglio nella città. Di lei si invaghiscono Frollo e Quasimodo, insieme a molti altri. Per lei verranno commessi delitti e rapimenti, sulla sua testa graverà una terribile condanna a morte. Un capolavoro della letteratura che traccia un vero e proprio affresco della Parigi del Quindicesimo secolo, completamente illustrato con le immagini originarie di illustratori contemporanei di Hugo. Un canto della città e una vicenda tragica, una storia che non cessa mai di essere raccontata. Introduzione di Giovanni Bogliolo.
Si possono conoscere in anticipo gli argomenti dell’esame scritto di avvocato? Serve davvero portare foglietti da nascondere nei vestiti? Quale valore hanno le opinioni dei commissari? Come gestire nel modo più saggio lo stress nei tre giorni dell’esame? Superare l’esame dipende soprattutto dalla fortuna? Sono queste alcune delle domande che affollano la mente dei 20.000 candidati i quali ogni anno sostengono la prova scritta dell’esame per diventare avvocato. Domande alle quali candidato numero 3897 risponde puntualmente, ripercorrendo in queste pagine la sua concreta esperienza di concorsi sta e riassumendola in 28 regole pratiche, indispensabili per affrontare consapevolezza e superare i tre giorni (e le tre notti) dell’esame. Attraverso un linguaggio arguto, disincantato e sincero, candidato numero 3897 demolisce uno a uno tutti gli stereotipi che accompagnano i candidati, e ci mostra le vicende dell’esame di avvocato da un punto di vista completamente nuovo.
Da sempre, di fronte ai grandi cambiamenti che investono la società in ogni ambito (politico, economico, relazionale, valoriale), questa ha fatto appello all’educazione, da cui è partita per costruire nuovi paradigmi in grado di affrontare il moderno. La società, la scuola, la Chiesa e le comunità in genere sono così chiamate oggi ad abbandonare i vecchi sistemi relazionali ed educativi basati sull’autorità e sulla forza per dare spazio a nuove capacità relazionali al cui centro stia un nuovo modo di interpretare l’uomo, non più individuo accanto ad altri individui, ma “uomo mondo”, un uomo cioè che ha come punto di riferimento non tanto la sua realizzazione o i suoi desideri, ma la comunità. Essendo un essere sociale, infatti, egli tende a realizzarsi solo nel rapporto con gli altri, all’interno della grande famiglia umana.
Il racconto della nascita dello scooter più famoso del mondo
La storia di Enrico Piaggio, il geniale industriale che nell’immediato dopoguerra credette nel progetto di un mezzo di trasporto dalla carrozzeria improbabile, adatto a essere guidato da tutti. Nacque così la Vespa, lo scooter più
venduto e conosciuto al mondo, simbolo del dinamismo creativo italiano nella sua espressione più riuscita. Da allora la storia dell’azienda Piaggio ha mutato il suo corso ma oggi, dopo oltre settant’anni da quella storica intuizione, il
marchio resta legato nell’immaginario collettivo di ciascuno di noi a uno stile di vita spensierato e ancora capace di guardare con speranza al futuro.