In prima traduzione italiana dal latino, la Spiegazione della XIII Tesi disputata a Lipsia sul potere del papa, testo-chiave per comprendere le ragioni profonde della Riforma protestante, viene qui inquadrata nel contesto delle precedenti 12 Tesi contro Johannes Eck, uno dei maggiori teologi cattolici dell’epoca.
Discussa nel 1519, la Tesi affronta la questione dell’antichità e legittimità del primato della chiesa di Roma attraverso un’approfondita esegesi dei passi neotestamentari collegati, nonché l’esame delle testimonianze dei Padri della chiesa, presentando il papato non come un’istituzione di diritto divino, bensì umano.
Combattuto tra il pericolo del dissolversi dell’unità dei cristiani e la difesa della verità scritturale, e pur disposto a riconoscere al papa un primato d’onore, Lutero per la prima volta avanza in pubblico il sospetto che il papato abbia un carattere anticristico. Pochi mesi dopo riceverà da Leone X la bolla di scomunica.
Dal punto di vista cristiano, la storia ha un "senso". Non è un flusso casuale e un intreccio di eventi e accadimenti, ma si offre contemporaneamente all'uomo come possibilità per affermare il suo valore, per realizzare il suo destino. La divinizzazione quale unico fine e scopo dell'uomo nella storia, presuppone la presenza e l'azione non solo dell'uomo, ma anche di Dio, nella realtà storica. La storia, in un'ottica cristiana, è una continua teofania. Eternità e temporalità, trascendenza e materialità, sovrastoricità e storicità si uniscono nella persona di Gesù Cristo, in un'unione perfetta. "Colui che assolutamente nulla può contenere è contenuto in un grembo. Colui che è nel seno del Padre sta tra le braccia della Madre", auconfinandosi entro i limiti finiti di ciò che è storico e umano. Questo è il prodigio di tutte le ere, il prodigio "straordinario" e "unico" (unicum) di tutta la storia. La presenza di Dio nella storia rende possibile l'incontro tra Dio e uomo, un incontro che si compie come dialogo redentivo del Creatore con la sua creatura, che porta alla loro unione, all'evento, cioè, della salvezza quale realizzazione dell'uomo e attuazione dello scopo della storia».
Da buon 007, Tosatti ama le sfide, e con Stilum Curiae gioca a tutto campo. Che si tratti di un’enciclica o di una nomina vescovile, di un viaggio papale o di un pettegolezzo curiale, di uno scandalo da svelare o di una grande questione culturale da sviscerare, lui è lì, impavido, e fornisce al lettore, assetato di informazioni non asservite, tutte le chiavi di lettura di cui dispone. Mettendoci la faccia.
Una volta, in un’intervista, Marco ha detto: “Un vaticanista è prima di ogni altra cosa un giornalista. Vale a dire che il suo compito è quello di informare, nel modo più veritiero e corretto possibile”. Sembra quasi un’ovvietà, ma oggi non è mica tanto ovvio. Come nella politica, anche nella “vaticanistica” ormai ci si muove in bande e si ragiona in termini partitici: pro o conto il papa, pro o contro una certa linea. Sempre con l’attenzione rivolta al palazzo, al referente di turno. Cercare semplicemente di utilizzare il cervello, per mettersi al servizio del lettore, è diventata quasi una bizzarria.
Uno studio originale e rivoluzionario sull'identità controversa del cosiddetto "Pseudo-Dionigi". I quattro trattati e le dieci lettere che compongono il Corpus Dionysiacum devono la loro straordinaria fortuna a due fattori: l'eccezionale levatura speculativa dei contenuti e lo pseudonimo dietro il quale il loro autore nasconde la propria identità: il Corpus è infatti portatore di dottrine di grande impatto teoretico su temi come l'ordine scalare dell'universo angelico e dei gradi ecclesiastici disposti in gerarchia (termine coniato proprio in questi scritti), la teologia negativa, la deificazione al termine dell'ascesa dell'anima verso Dio; opera attribuita a Dionigi membro dell'Areopago di Atene, convertito da san Paolo al cristianesimo. Per ottocento anni nessuno mise seriamente in dubbio la paternità di questi scritti, e numerose leggende fiorirono sulla biografia del personaggio. Ernesto S. Mainoldi, esperto di fama internazionale delle tematiche teologiche di area latina carolingia e proto-bizantina, propone qui gli esiti di una ricerca filologico-storica riccamente documentata e persuasiva, orientata, per la prima volta, a una dettagliata e completa ricostruzione del contesto storico-dottrinale in cui sono stati concepiti e hanno visto la luce gli scritti del Corpus.
Il teologo gesuita Karl Rahner (1904-1984), perito del Concilio Ecumenico Vaticano II, nell'immediato postconcilio si procurò la fama di uno dei più grandi teologi cattolici e interpreti. Tuttavia la sua interpretazione del si pone in rottura e non in continuità rispetto alla Tradizione cattolica, e la sua visione si distacca dalla dottrina dogmaticamente definita: Rahner è infatti uno dei principali responsabili della riduzione della teologia ad antropologia, come conseguenza dell’assunzione della modernità come categoria filosofica di riferimento.
Prima assoluta traduzione italiana con testo armeno a fronte di alcuni scritti di Eliseo, accomunati dal tema cristologico. Sono meditazioni e omelie su episodi della vita di Gesù. L’interesse teologico è dovuto al fatto che questi testi ci tramandano uno dei pochi esempi della cristologia armena più antica, precedente allo scoppio delle polemiche post-calcedonesi del VI secolo. Questi scritti costituiscono, inoltre, una testimonianza evidente della ricca e profonda spiritualità armena. L’analisi stilistica e il confronto linguistico hanno permesso di restituire a Eliseo anche uno splendido testo Sulla risurrezione di Lazzaro, finora pubblicato tra le opere di Mambre.
Sommario
1. Questioni fondamentali
1.1 Attribuire un peso etico alla sicurezza umana e renderla utilizzabile sul piano politico (pag. 27)
Erny Gillen
1.2 «Forte rocca è il nostro Dio»: necessità e limiti della sicurezza (pag. 39)
Regina Ammicht Quinn
2. Prospettive teologiche
2.1 Fra paura e abbondanza
Per una teologia del bisogno di sicurezza (pag. 52)
Knut Wenzel
2.2 «Effetto della giustizia sarà la pace, frutto del diritto sicurezza per sempre» (Is 32,17)
Sicurezza individuale e collettiva alla luce della Bibbia ebraica (pag. 62)
Rainer Kessler
2.3 Chiesa e sicurezza in Argentina
Fluttuazioni di un legame controverso (pag. 73)
Matías Omar Ruz
3. Insicurezza, povertà e violenza
3.1 Una teologia emergente della sicurezza umana: il contesto filippino (pag. 81)
Jojo M. Fung
3.2 Perdere ogni sicurezza
Le migrazioni forzate in Colombia (pag. 91)
Pilar Mendoza
3.3 Insicurezza e violenza: effetti sulla sicurezza degli individui (pag. 101)
Elias Opongo
3.4 Da una discreta sicurezza ad una libertà insicura (pag. 110)
Michael Kaplánek
3.5 Ripensare la sicurezza umana nella Penisola coreana: mettere in pratica una pace giusta (pag. 122)
Jude Fernando
Forum teologico
1. Ruth Pfau (1929-2017)
In memoriam (pag. 137)
Harald Meyer-Porzky
2. Claude Geffré (1926-2017), domenicano, docente onorario dell’Institut Catholique
In memoriam (pag. 143)
Bruno Demers
3. Gregory Baum (1923-2017), pioniere dell’ecumenismo e del dialogo
In memoriam (pag. 149)
Solange Lefebvre, David Seljak
La pubblicazione periodica (trimestrale) della rivista rientra nelle
iniziative di promozione di attività di studio e ricerca della Facoltà.
Costituisce, infatti, l'ordinario canale di pubblicazione delle molte
ricerche analitiche avviate nel quadro della scuola di teologia.
I filoni più frequentati dai contributi di carattere monografico sono
certamente quelli relativi alla riflessione teologico-fondamentale,
alla dogmatica, alla spiritualità ed alla pastorale.
Il volume contiene 17 studi presentati in occasione Dell 80 anniversario della morte di Pavel Florenskij (1882-1937) all’interno di un convegno internazionale che ha visto la partecipazione di alcuni tra i massimo studiosi del pensiero dl filosofo, teologo, scienziato e presbitero della chiesa Ortodossa Russa.