Gesù, il Messia atteso da Israele, stravolge le aspettative del suo popolo. Il suo insegnamento sconvolge anche noi, il nostro modo di pensare, le nostre abitudini? È il maestro straordinario che non si accontenta del solito tran tran ma ci indica strade nuove per raggiungere la gioia piena. Gli episodi della sua vita raccolti in questo libro ci mostrano la novità del suo messaggio e la sua forza dirompente.
Oggi più che mai la comunicazione è un tema di grande attualità. I suoi processi, infatti, incidono profondamente sulla nostra vita e la modificano in modo radicale: per rendersene conto basta accendere la televisione, aprire un giornale, collegarsi a internet. Oggi più che mai, tuttavia, l'agire comunicativo richiede di essere definito, regolato, orientato. Bisogna far emergere i criteri in base ai quali sia chi comunica sia chi fruisce della comunicazione compie determinate scelte. Il volume intende chiarire che cosa significa comunicare bene e motivare all'assunzione, in ambito comunicativo, di alcune scelte piuttosto che di altre. In altre parole, esamina come e perché comunicare, e soprattutto come e perché comunicare bene. Ne risulta un libro non solo per gli addetti ai lavori - giornalisti, comunicatori, web editor -, ma per chiunque, in vario modo, è coinvolto nei processi comunicativi e si interroga sui loro scopi, condizioni e conseguenze.
Con i suoi quattordici capitoli, la storia di Giuseppe è decisamente l'unità letteraria più lunga nelle Scritture di Israele. Nella posizione che occupa all'interno del libro della Genesi, essa costituisce il necessario ponte letterario dalle narrazioni patriarcali al libro dell'Esodo. È attraverso questa storia, del resto, che Giuseppe, donando una possibilità di vita a suo padre e ai suoi fratelli, diviene l'elemento-chiave grazie al quale i figli di Giacobbe potranno moltiplicarsi fino a divenire il popolo di Israele. La storia del patriarca Giuseppe viene qui proposta in una nuova traduzione dal testo originario ebraico e con un ricco commento esegetico e teologico. La storia del patriarca Giuseppe in una nuova traduzione dal testo ebraico, con commento esegetico e teologico.
Il progetto di Gesù è così grandioso che ci disorienta. La carità, la carità come la vuole Cristo, è la novità più strepitosa della terra, che potrebbe cambiare il volto del mondo se fosse veramente accolta dagli uomini. La carità cambia il volto delle persone, cambia il volto delle famiglie, cambia il volto delle comunità, cambia il volto della Chiesa. L'amore è la potenza trasformante dell'uomo; l'uomo che ama è rigenerato, il suo tessuto umano diventa un altro: quando amo, io cambio nei pensieri, nelle parole, nei sentimenti, nelle azioni e nelle reazioni. Gesù vuole che attraverso la carità e l'amore, gli uomini diventino "uomini nuovi". Chi non ha il coraggio di scegliere una vita nuova, pulita, generosa, viva, non entra nella carità di Gesù.
La scelta di condivisione chiesta da Gesù come la prima delle vie alla beatitudine non è più eludibile. L'economia delle relazioni di dono e della giustizia verso i diritti umani e anche verso il creato intero deve trovare nell'azione dei cristiani una forza essenziale. Un simile impegno nel servizio alla giustizia, più grande di ogni criterio di interesse, di merito e di colpa, non può che essere una benedizione per tutta l'umanità. Solo in questo caso parole come fede, libertà e amore - e persino la parola resurrezione perdono ogni risonanza retorica, per assumere invece la forza di comunicare a chiunque un senso di luce e di respiro nel cammino della vita.
Riprendendo alcune delle omelie più significative tenute da don Primo Mazzolari in occasione della Settimana Santa, il testo delinea in Cristo il volto della passione di Dio per l'uomo. Una passione che raggiunge ogni creatura, dai vicini ai lontani, dai giusti ai peccatori, da chi vive nella luce a chi giace nelle tenebre. Nessuno può dirsi escluso da tale amore. Tra le meditazioni più significative quella su Giuda che fa leva sul termine "amico" usato dal Maestro di Galilea, e che presenta Giuda come uno dei due accompagnatori del Cristo all'ingresso in Paradiso (l'altro è il ladrone pentito).
Gesù ci chiede di seguirlo per tutta la vita, ci chiede di essere suoi discepoli, di "giocare nella sua squadra". Ebbene, che cosa fa un giocatore quando è convocato a far parte di una squadra? Deve allenarsi, e allenarsi molto! Così è nella nostra vita di discepoli del Signore. San Paolo ci dice: "Ogni atleta è disciplinato in tutto; essi lo fanno per ottenere una corona che appassisce; noi invece una che dura per sempre" (1Cor 9,25). Gesù ci offre qualcosa di superiore alla Coppa del Mondo! Ci offre la possibilità di una vita feconda e felice e ci offre anche un futuro con Lui che non avrà fine, la vita eterna. Ma ci chiede di allenarci per "essere in forma", per affrontare senza paura tutte le situazioni della vita, testimoniando la nostra fede. Prendendo spunto dall'invito di Papa Francesco, Cari giovani, siate veri "atleti di Cristo"! Carlo Nesti illustra: chi è l'allenatore Gesù, come si rivela in fase di allenamento, cosa chiede ai suoi atleti.
Una benedettina di oggi scrive a una grande figura del monachesimo carmelitano del passato recente, alla ricerca di una radice comune e della comprensione del "mistero del male e dell'iniquità nei nostri giorni". Come dice monsignor Corti nell'Introduzione, si tratta di pagine nate da una lunga frequentazione, quasi fraterna, da leggere con calma e nel silenzio orante: "Chi prende in mano queste pagine indirizzate a Edith Stein non deve avere fretta nel leggerle. Non solo perché nascono dal silenzio e dalla veglia notturna, ma anche perché sono suggerite da una lunga amicizia e da una sintonia spirituale che rende veramente sorelle due monache, anche se non si sono fisicamente incontrate". E ancora: "Questa lettera è un grande atto di amore per il popolo ebraico: "Se anche tutte le parole fossero da cancellare, ecco, vorrei che ne rimanesse almeno una, ed è questa: che nel cuore di Gesù Cristo e della Chiesa sento di amare immensamente, a nome di tutti i cristiani e di tutti gli uomini, il popolo che Dio ha scelto come suo primogenito, così come tu, Edith, lo hai amato appassionatamente, fino all'olocausto". Un amore ispirato certamente dai dolori patiti dal popolo ebraico, ma anche dall'esperienza di conversione di Edith al Cristianesimo".
Il libro sostiene la necessità di pensare il cristianesimo in termini di evoluzione. Nella visione abituale, i cristiani vivono nel sistema chiuso di una chiesa prescientifica, medievale, nel mondo di Platone, Aristotele, Dionigi e Tommaso. L'evoluzione, tuttavia, è il cristianesimo. Proprio in quanto "universale" (=cattolico), il cristianesimo è evolutivo. Il cambiamento non è contrario a Dio: come diceva Pierre Teilhard de Chardin, l'intera evoluzione è destinata a divenire pienezza di Cristo. Il libro si articola in nove capitoli: inizia dalla storia dell'evoluzione del cosmo, che passa attraverso il significato di Dio in evoluzione e dell'emersione di Cristo, e si conclude con nuovi modi di intendere il Cristo in evoluzione. Il quarto capitolo è particolarmente importante: tratta del significato del termine cattolico come movimento verso la pienezza e l'unità. In un mondo in cui il cristianesimo va spegnendosi, il nostro essere cattolici, nel senso pieno e profondo che questo libro vuole comunicare, può fare la differenza. È possibile pensare a un'evoluzione anche della e nella Chiesa?
Pregare vuol dire rivolgersi semplicemente a Dio. Ma in che modo e con quali parole? In questo sussidio sono contenute tutte le preghiere più comuni del cristiano: Preghiere del mattino; Preghiere della sera Preghiere per circostanze diverse; L'adorazione eucaristica; Il santo Rosario; La Via crucis; La celebrazione del sacramento della riconciliazione. Un vademecum della preghiera cristiana.
Un sussidio che attraversa con intensa sensibilità le stazioni della Via crucis; un cammino verso quella croce che l'amore di Dio per gli uomini ha trasformato in segno di salvezza.
Un sussidio per contemplare il mistero della croce attraverso la spiritualità e i testi di san Francesco e santa Chiara.