Dopo il crollo dell'Unione Sovietica e dei regimi comunisti europei abbiamo pensato che la vittoria della democrazia fosse definitiva e che il nuovo millennio avrebbe portato con sé un futuro di pace mondiale. Non è andata così. Dalla Russia di Putin, l'autoritarismo si sta espandendo in Europa e in America e, oggi, l'Occidente assiste a un impensabile ritorno di tendenze nazionaliste e populiste la cui origine è da ricercarsi nel collasso delle istituzioni democratiche. In questo suo nuovo libro, Timothy Snyder spiega i motivi che hanno provocato il crollo della democrazia in Russia. Nell'epoca dei social network e delle fake news non è stato difficile per bot e troll pilotati da Mosca influenzare le opinioni pubbliche facendo leva sul malessere serpeggiante in una società disillusa dall'economia in crisi. Dall'invasione dell'Ucraina all'annessione della Crimea, dalla Brexit alla manipolazione delle elezioni americane ai bombardamenti in Siria, Snyder ripercorre i principali eventi che in questo decennio hanno condotto allo stallo delle democrazie, convinto che la paura di un ritorno ai genocidi di cui siamo stati testimoni nel passato possa essere sconfitta solo dalla ragione della società liberale fedele ai principi di uguaglianza e solidarietà. Perché «l'individualità, la resistenza, la collaborazione, la novità, l'onestà e la giustizia non sono semplici luoghi comuni o preferenze, bensì fatti della storia».
15 settembre 1993: nel quartiere Brancaccio, a Palermo, don Pino Puglisi viene ucciso da due sicari mentre sta rientrando a casa. È il giorno del suo 56° compleanno. "Predicava troppo" e la mafia decise di farlo stare zitto. Oggi, a venticinque anni dal suo assassinio e a cinque dalla sua beatificazione come primo martire della criminalità organizzata, le parole del "sacerdote con il sorriso" sono ancora vive e attuali. Questo libro, opera di chi l'ha conosciuto e amato, raccoglie con dedizione i suoi scritti e i suoi insegnamenti. E ce lo restituisce nella sua fede e nel suo impegno civile, mai disgiunti, perché "non ha senso riempirsi la bocca di belle frasi se poi alle parole non seguono i fatti". Riflessioni "catturate" nei numerosi incontri con i ragazzi e i fedeli. Documenti (pochi), testimonianze (molte) del suo operato: da quelle dei suoi assassini - poi pentiti - ai riconoscimenti dei vertici della Chiesa sino a Papa Francesco; ma soprattutto i racconti delle donne e degli uomini comuni che gli sono stati accanto nel suo coraggioso percorso di vita e di fede. Dal Vangelo come "manuale" di libertà e di liberazione dalla mafia alla lotta contro le ingiustizie, al carisma di educatore dei giovani e di profeta della legalità: per la prima volta in un unico volume tutto il pensiero di don Puglisi è offerto e commentato. Uno strumento di riflessione per i credenti che vogliono raccoglierne la preziosa eredità e una testimonianza indispensabile anche per i laici, per comprendere un importante pezzo di storia della nostra Italia bella e terribile.
Due minuti a mezzanotte. È stato dopo Hiroshima e Nagasaki che un gruppo di scienziati ha creato l'Orologio dell'apocalisse, per sensibilizzare tutti su quanto gli esseri umani si possano avvicinare alla fine stessa del mondo, creando condizioni e situazioni scientificamente determinate. Solo una volta nel secondo dopoguerra, nel 1953, quando USA e URSS fecero detonare le bombe all'idrogeno, le lancette si sono avvicinate così tanto alla mezzanotte, l'ora fatale. Prima di adesso. Con la lungimiranza e l'acume che lo contraddistinguono, Noam Chomsky affronta senza mezzi termini i due pericoli che minacciano l'esistenza dell'umanità: il cambiamento climatico e la guerra nucleare. Due pericoli concretissimi, tanto incombenti quanto trascurati e peggio ancora mistificati, e che si sono fatti ancor più pressanti e solidi dopo le ultime elezioni americane, dal momento che la nuova presidenza Trump nega addirittura le incontrovertibili risultanze del cambiamento ambientale. Interventi devastanti come il fracking o la trivellazione dei fondali marini, il disboscamento selvaggio, la conversione di terreni agricoli alla produzione di biocarburanti, stanno accelerando enormemente la folle corsa verso il baratro. A essi si aggiunge l'escalation nucleare, con la differenza, sostiene Chomsky, che mentre una guerra nucleare richiede azione, per la catastrofe ambientale è sufficiente una volenterosa inazione, una silenziosa indifferenza ai molteplici segnali di allarme che la Terra ci manda.
Tutto quello che la gente sa sul cosiddetto caso Moro, cioè sulla strage efferata della sua scorta in via Fani, la lunga prigionia dello statista democristiano e la sua sconvolgente morte, si basa in gran parte su una ricostruzione dei fatti frutto di un compromesso volto a formulare una «verità accettabile» sia per gli apparati dello Stato italiano, sia per gli stessi brigatisti. Tutto questo provocò un processo di rielaborazione, molto tortuoso ed ex post (durato oltre dieci anni, da quel tragico 1978 al 1990), su che cosa era veramente accaduto durante l'«Operazione Fritz», il nome in codice dell'«operazione Moro». E ancora oggi, a ben guardare, noi non sappiamo tutta la verità sulla morte di Aldo Moro. Le verità emerse dalla nuova Commissione d'inchiesta Moro 2 sono sconcertanti. Quattro anni di lavoro, migliaia di documenti desecretati degli archivi dei servizi segreti italiani, centinaia di nuove testimonianze, nuove prove della Polizia scientifica e dei RIS dei Carabinieri hanno rivelato molti nuovi, sorprendenti elementi. Qualche esempio. Moro guardò negli occhi chi gli sparava, non morì sul colpo, ma in modo atroce, dopo una lenta agonia. Il suo carceriere trovò rifugio da latitante in una palazzina dello IOR, la banca vaticana. L'omicidio ben difficilmente è potuto avvenire nel box di via Montalcini 8, così com'era nel 1978. Almeno 2 terroristi della Rote Armee Fraktion potevano essere in via Fani. Fu un imprenditore israeliano che fornì i 10 miliardi del riscatto consegnati a Paolo VI. Le fazioni palestinesi giocarono un pesante ruolo nella trattativa. Durante il sequestro passarono alle BR documenti top secret della NATO. Infine emerge uno scenario internazionale del delitto che i brigatisti hanno sempre negato. Purtroppo anche in molte rievocazioni in occasione dei quarant'anni del rapimento è stata riproposta la vecchia narrativa, messa a punto come un abito su misura. Allora, la sola «verità» dicibile, ma oggi del tutto insoddisfacente.
Il latino - quello dei grandi autori, della letteratura ma anche quello quotidiano che spesso usiamo inconsapevolmente - è un tesoro di significati che continuano a parlarci e a renderci quel che siamo. Non soltanto perché attraverso questa lingua possiamo farci idee più chiare sulla provenienza di immagini, metafore, modi di dire, ma soprattutto perché continuamente ci sfida a entrare in contatto e in dialogo costante con il nostro passato, e quindi a conoscere meglio noi stessi. In questo personalissimo vocabolario ideale, spaziando tra la storia e la filosofia, tra grandi classici e scrittori moderni, Nicola Gardini sceglie dieci parole che a suo dire hanno formato e continuano a formare il nostro tempo e la nostra civiltà, e attraverso le quali è possibile leggere in controluce un frammento della storia di tutti noi. Dimostrandoci ancora una volta che, per quanto nuovo e moderno, il nostro mondo continua a svilupparsi a partire da alcune basi fondamentali dalle antichissime radici che sarebbe impossibile - oltre che profondamente sbagliato - ostinarsi a ignorare.
Perché un piccolo Paese assediato nelle sedi internazionali e sui campi di battaglia è tra i più felici del mondo? Il segreto di Israele risiede in un modello culturale opposto a quello oggi in voga in un Occidente dominato dal relativismo, dal pacifismo e dal politicamente corretto. A 70 anni dalla nascita, Israele è una delle più antiche democrazie al mondo che ha eccelso in tutti i campi dello scibile umano e uno dei più straordinari successi della società aperta. Mentre raccoglieva i Premi Nobel, compiva scoperte scientifiche, riempiva le sale da concerto e stampava il più alto numero di libri pro capite, Israele si difendeva con le unghie e con i denti. È la grande storia della "villa nella giungla". L'Occidente è quello che è grazie alle sue radici bibliche e illuministiche. Se l'elemento ebraico di quelle radici è rovesciato e Israele è perso, allora anche l'Occidente è perso. Per questo come va per lo Stato ebraico, andrà per tutti noi. Israele è la frontiera felice della civiltà occidentale.
Prefazione di Enzo Ciconte
Il tema dei poteri occulti è essenziale per comprendere il nostro Paese. Troppo spesso schivato, riposto nell’angolo tra i misteri non comprensibili, spinto nel buco nero di una matassa ingarbugliata e impossibile da sciogliere, o, peggio, tra le favole di cui ridere, è, invece, il cuore della nostra costituzione materiale. È necessario però che la tematica dei poteri occulti non venga esiliata nell’inutile sfera del complottismo e che, al contrario, abbia la sua parte nella comprensione delle faccende italiane. È indispensabile quindi riempire gli spazi vuoti della nostra memoria collettiva, dando ai poteri occulti la parte che “meritano”. La loro storia, infatti, appartiene non ad una vicenda criminale complessa ma è un segmento criminale della storia d'Italia. È inoltre, un argomento attuale perché il prepotente dilagare di organismi non elettivi e non soggetti a forme di controllo democratico ripropone in modo drammatico e urgente il tema dei poteri invisibili e del danno irreparabile agli ingranaggi democratici.
Questa raccolta di saggi e racconti brevi è una sorta di biografia privata dell'autore, ma è anche un'analisi critica che spazia su vari temi della realtà attuale, osservata con lo sguardo acuto che gli appartiene.
Si può dilatare la giovinezza? E invertire il processo di invecchiamento? La risposta è sì, l'età non è uguale per tutti. Questo libro racconta come educare se stessi a restare giovani, nel corpo e nello spirito, in base alle ricerche scientifiche più attendibili. A 30, 50 o 70 anni. E, per la prima volta in Europa, il tema è affrontato grazie al contributo multidisciplinare di medici e ricercatori di un grande centro clinico e di ricerca: l'ospedale universitario Humanitas. Perché succede che l'età biologica non coincida con l'età anagrafica? Qual è il segreto per trattenere gli anni dorati del corpo e della mente? Sono gli interrogativi di chi tiene all'estetica e di chi vuole allontanare malattie come diabete, cancro, patologie cardiovascolari, reumatologiche e neurodegenerative. La chiave per restare giovani è spegnere l'infiammazione, gettare acqua sui piccoli fuochi che ardono dentro di noi: a volte protettivi, a volte distruttivi come ogni fiamma che si rispetti. Eliana Liotta racconta come in un romanzo le battaglie tra bene e male che avvengono nel nostro corpo, con i soldati del sistema immunitario ingaggiati in una guerra quotidiana che nessuno immagina di combattere. Nella seconda parte del libro, ogni lettore troverà una guida facile e pratica, con illustrazioni esplicative, per applicare alla propria quotidianità i risultati delle ricerche scientifiche: dalla dieta antinfiammatoria, con i cibi smart della giovinezza, agli esercizi e ai consigli contro lo stress.
Domenica 6 gennaio 1980. Un giovane dagli occhi di ghiaccio s’avvicina all’auto della famiglia Mattarella ed esplode alcuni colpi d’arma da fuoco verso il guidatore. La moglie, seduta accanto al leader democristiano, assiste pietrificata. Piersanti Mattarella muore dopo un’inutile corsa all’ospedale.Chi è il killer? La vedova Mattarella lo ha visto bene in faccia e indica una somiglianza: per lei è Valerio Fioravanti, appartenente ai Nuclei armati rivoluzionari, frangia dell’estrema destra extraparlamentare. Falcone imbocca la pista nera e nel 1991 chiede il rinvio a giudizio per Fioravanti e Gilberto Cavallini. L’indagine scava nell’attività politica del Presidente della Regione e nell’opera di moralizzazione da lui intrapresa in Sicilia: una svolta che aveva dato fastidio a molti. Ma al processo a pagare con l’ergastolo sono solo i mafiosi della cupola di Cosa nostra, e nessuno dei killer verrà mai più individuato.Piersanti Mattarella, fratello maggiore dell’attuale presidente della Repubblica, era intenzionato a proporre nell’isola l’alleanza Dc-Pci, la stessa linea indicata da Aldo Moro. La direttrice politica dei due esponenti democristiani si interseca anche nel tragico epilogo: entrambi gli omicidi restano tutt’oggi segnati da troppe ombre.Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza “riaprono” il caso Mattarella, proponendo documenti d’archivio e nuove rivelazioni, partendo dalle indagini avviate dal giudice Giovanni Falcone, ucciso nel 1992 nella strage di Capaci; analizzando il ruolo della P2 e dell’eversione “nera”, passando dalle lotte intestine al vertice di Cosa nostra fino alle manovre ambigue di don Vito Ciancimino; vagliando l’ipotesi che Mattarella, proprio come Moro, sia caduto in una trappola di ispirazione atlantica scattata per impedire in Italia “aperture” politiche incompatibili con gli equilibri internazionali.
Pippo Fava era un giornalista a caccia di notizie. Un giornalista che aveva un «concetto etico» del suo lavoro. Un cronista coraggioso, se è vero che il suo omicidio è stato preceduto da numerose minacce, che però non sono mai riuscite a condizionare la sua attività. Eppure Fava non aveva la vocazione dell'eroe. Quando, giornalista e scrittore all'apice della fama, decide di tornare in Sicilia per raccontare la sua Catania, la semplice scelta di fare con passione il proprio mestiere diventa una sfida eroica, lanciata contro il sistema di potere mafioso che governa la città. Massimo Gamba racconta questa sfida, portata avanti prima con l'esperienza del Giornale del Sud e poi con quella de I Siciliani, rivista senza soldi e senza padroni, che fin dal primo numero esprime una forza di denuncia travolgente e diventa in poco tempo un insuperato esempio di giornalismo antimafia. Pippo Fava pagherà con la vita, e il potere criminale cercherà di ucciderlo una seconda volta, seminando sospetti, calunnie e menzogne sulla sua morte. Troverà giustizia solo dieci anni dopo, quando l'antieroe che amava la vita e odiava Cosa nostra si sarà trasformato, suo malgrado, in un eroe. Le pagine di questo libro ricostruiscono gli ultimi anni della sua vita, raccontando la lotta, titanica e disperata, in nome della libertà di stampa, unica arma che, ieri come oggi, può cambiare la realtà.
Non tutto il cibo che arriva sulle nostre tavole è dannoso per la salute o frutto di filiere illegali, ma i draghi e i camaleonti che camuffano prodotti di largo consumo spacciandoli per genuini, buoni e giusti sono un pericolo da cui imparare a difendersi.
L'agroalimentare "tira". Muove oltre 270 miliardi di euro e occupa 2,5 milioni di persone. È un pilastro dell'economia nazionale. Il principale fattore di traino è l'eccezionale appeal del made in Italy, un potentissimo ambasciatore di qualità ovunque nel mondo. E quel che "tira" logicamente "attira", per le opportunità che offre, trovando soggetti senza scrupoli pronti a sfruttare, sofisticare, adulterare. Le conseguenze sono opacità, scorrettezze e veleni che ci ritroviamo a dover consumare e avallare senza saperlo. Pur riconoscendo l'attenzione crescente riposta nel cibo buono, sano e giusto, questa autorevole e accurata indagine sul campo – condotta da Gian Carlo Caselli, oggi Presidente del Comitato scientifico dell'Osservatorio sulla criminalità nell'agricoltura e sul sistema agroalimentare, e da Stefano Masini, docente di Diritto Agroalimentare all'Università di Tor Vergata – denuncia l'esistenza di una vera e propria task force criminale, che allinea di volta in volta operatori prepotenti, spregiudicati e maliziosi, in grado di offendere i diritti essenziali alla salute e di deludere le lecite aspettative del consumatore in termini di gusto, natura e autenticità. Eppure sconfiggere i draghi avvelenatori del cibo è possibile. C'è bisogno di conoscerli e stanarli per riporre al centro della nostra spesa ciò che vogliamo in termini di sicurezza e qualità.