Occorre ammettere che Gesù non ha mai istituito in modo formale e puntuale il sacramento delle nozze. Per l’autore questa "lacuna" è tuttavia carica di indicazioni e prospettive teologiche e antropologiche insospettate: attraverso un’accurata indagine nell’ambito e nella prospettiva della simbolica nuziale, egli arriva infatti a concludere che la persona stessa di Cristo, nella sua Parola e nel suo gesto, è fondativa del sacramento del matrimonio.
Nell’Ultima cena Gesù siede a mensa e si comporta con i suoi apostoli come lo Sposo verso i suoi commensali che egli ha invitato quale sua ‘Sposa’ alla festa nuziale, deciso a comunicarle la propria intimità e la propria vita. Nell’eucaristia Cristo si dona nel pane e nel vino alla Comunità/Sposa per divenire con lei una sola carne.
Ma questa condizione nuziale non appartiene soltanto al tempo della storia: fin dalla fondazione del mondo Agnello Sposo e Umanità Sposa sono infatti pensati e voluti come gli Sposi delle nozze escatologiche. Inoltre questo grande mistero, che include in sé l’intera storia dell’Alleanza, dalla Genesi all’Apocalisse, non si esaurisce in quanto tale, ma è ostensione ed estensione del supremo mistero nuziale, quello trinitario.
Note sull’autore
Giorgio Mazzanti, sacerdote, docente di Teologia sacramentaria presso la Pontificia Università Urbaniana e la Facoltà teologica dell’Italia centrale, ha insegnato Patrologia presso il Pontificio seminario marchigiano "Pio IX" di Fano (PS); ha elaborato la tesi dottorale sulla cristologia di Basilio Magno sotto la direzione del p. J. Gribomont osb presso l’Istituto patristico Augustinianum di Roma. Ha scritto saggi sulla poesia di Mario Luzi ed è egli stesso poeta. Tra le sue pubblicazioni: L’ombra del velo, Forlì 1985; Nella fiamma del dono, 1986; Ultimo avvento, Roma 1992; Da una terra devastata, Forlì 1993; Il canto della Madre, EDB, Bologna 22001. In ambito teologico ha pubblicato numerosi contributi in riviste e miscellanee, nonché i seguenti volumi: Testi cristologici di Basilio Magno, Borla, Roma 1991; I sacramenti simbolo e teologia. 1. Introduzione generale, EDB, Bologna 21999; I sacramenti simbolo e teologia. 2. Eucaristia, Battesimo e Confermazione, EDB, Bologna 22000.
A differenza di quanto si sapeva finora, la traduzione in Italia del "Mein Kampf" di Hitler (che nel 1934 uscì in edizione parziale col titolo "La mia battaglia") non fu un'iniziativa dell'editore Valentino Bompiani. Fu invece il frutto di una lunga trattativa, economica e politica, tra i nazisti e Mussolini. Qui si svela e si documenta questa vicenda inedita, che si risolse in un autentico finanziamento (l'unico fino ad oggi certo) di Mussolini verso Hitler. Non si trattò di un passaggio editoriale e politico semplice, tutt'altro. Tra il 1933 e il 1934 Mussolini allestì nel paese una serie di iniziative di tipo razzista, contro gli ebrei ma non solo, la maggior parte finora del tutto sconosciute.
Una storia dei circa cinque secoli di presenza bizantina in Italia. Lo sbarco in Sicilia nel 535 d.C. delle truppe di Costantinopoli segnò l'inizio di una guerra che portò alla riconquista di tutta la penisola allora soggetta agli Ostrogoti. Già nel 568 però, l'invasione longobarda divise la penisola in due zone d'influenza. L'Esarcato di Ravenna cadde nel 751, ponendo fine al dominio bizantino al nord, mentre la Sicilia e parte della Puglia e della Calabria restarono sotto il controllo di Bisanzio. Nel IX secolo la Sicilia fu conquistata dagli arabi, mentre in Calabria, Basilicata e Puglia i bizantini ingrandirono il regno, fino all'invasione normanna che, con la conquista di Bari nel 1071, pose fine al controllo della penisola da parte di Bisanzio.
Il tempo è una categoria e un’esperienza centrale nella liturgia. Come lo è nel monachesimo. Senza il riferimento al tempo (annuale, stagionale, giornaliero...) non si capiscono né liturgia né vita monastica. Quindi non si capisce la spiritualità. Il volume approfondisce tre atteggiamenti interiori che caricano di spiritualità il tempo e il monastero: la vigilanza, la testimonianza, il silenzio. La vigilanza chiede l’attenzione ai segni dei tempi in cui ci si trova a vivere; la testimonianza spinge a rendere ragione della propria fede; il silenzio è risposta viva all’inesprimibilità di Dio.
Note sull'autore
Giorgio Bonaccorso è monaco benedettino di Santa Giustina (Padova), ove è docente di liturgia nel biennio di specializzazione in liturgia pastorale.
"La Storia della Magliana" comincia in una palude preistorica, percorsa da cervi giganti e ippopotami. In quelle acque si sospingono i primi Homo Sapiens come il celebre "cacciatore della Muratella" e poi gli Etruschi, infaticabili raccoglitori e mercanti di sale.In 10 capitoli il volume racconta le evoluzioni successive del territorio, attraverso protagonisti, curiosità e aneddoti.Questo volume accompagna il lettore nel passato emozionante e ricco di colpi di scena di uno dei quartieri più noti e controversi di Roma. Appassionante come il romanzo corale di una comunità, ma puntuale e rigoroso in tutte le sue ricostruzioni, il volume è arricchito dalle fotografie in bianco e nero dei luoghi come appaiono oggi.
"Fin dal titolo questa labirintica, concentrata raccolta di Maria Clelia Cardona coglie il lettore sulla soglia, ambigua e incerta, in cui l'inverno sembra toccare il culmine del gelo e della desolazione, e insieme annunciare l'avvento di una nuova primavera, quando «conflagrano/ i semi della vita», e noi sentiamo di appartenere a una «forza ignota» che scompiglia ogni nostro pensiero, e ci immette nel grande flusso delle cose del mondo. Maria Clelia Cardona ci ha abituato fin dal libro dell'esordio, che fu prefato da Mario Luzi, a una scrittura limpida e colta in cui un lessico di fiammante e nobile proprietà si alterna con neologismi contemporanei e improvvise dissonanze espressive, slanci lirici convivono con poemetti narrativi, il verso libero si alimenta della memoria metrica della nostra grande tradizione, la libertà del pensiero di un confronto continuo, serrato con i grandi maestri della letteratura di ogni tempo, che costituiscono spesso come una soglia immaginativa, un motto, una nota su cui va a modularsi la poesia. Ma in questo libro di «pensieri stellari», di meditazioni intime, di riflessioni civili, è soprattutto il mondo della natura a costituire come un archivio privilegiato di figure e di immagini, a volte veri e propri apologhi, in cui si rispecchiano le vicende umane: ed ecco l'acacia nel vaso, o la gatta tartaruga Santippe, «monacata a forza», o il topo che «viveva di interrogativi», ma anche i «cento bulbi di iris» ordinati on line, «che altri affideranno/ alla terra, che per altri fioriranno». Perché Maria Clelia Cardona sa bene come le parole siano quasi inevitabilmente condannate a ritrarsi «di fronte alla vita», e come spesso ci appaiano «chiuse da sbarre, filo spinato», nel quale gli stessi ricordi si impigliano, inaridendo come foglie secche: nondimeno, è proprio della poesia questo improvviso fulgore di un'immagine, di un suono, «un tremolio d'oro fino, polvere di un nulla pregiato/ sulle dita» in cui qualcosa sembra poter restare, proprio quando tutto pareva ormai perduto." (G.P.)
Una sorta di tavolo anatomico sul quale sta distesa la vita dei lavoratori precari, temporanei, a termine. Una raccolta di voci che si leva dall'inferno del lavoro non-lavoro, del lavoro senza significato e senza speranze, del lavoro che abbruttisce dolcemente, del lavoro ridotto a pura forza: forza-lavoro. Uno sguardo crudele e disincantato che, raccogliendo un coacervo di microstorie, flussi di coscienza, dialoghi, istruzioni, narrazioni fredde, soliloqui, ritrae quello che è oggi il presente di molti, quello che forse sarà il futuro di tutti.
Tentare di realizzare delle macchine che si comportino come un uomo ha avuto straordinari effetti sullo sviluppo della tecnologia e ci ha dotato di strumenti di enorme efficacia che, se soggetti a finalità dotate di senso, agevolano il lavoro e la vita quotidiana. Dimostrare che l'uomo è una macchina si è rivelata un'impresa senza altri effetti se non quello di un impoverimento sul piano conoscitivo. La necessità di fare un uso crescente delle macchine, di adattarsi ai modi della loro "vita" può indurre modifiche sostanziali nei comportamenti umani, abituando gli esseri umani a considerare naturale l'identifcazione del ragionamento con i procedimenti logici delle macchine e a introiettare un'immagine puramente quantitativa del tempo.
Quando nasce il cristianesimo? Quando ci si trova di fronte a una religione cristiana diversa da quella giudaica? L'opinione tradizionale ha sempre considerato fondatori del cristianesimo Gesù di Nazaret e Paolo di Tarso. Ma studi recenti affermano che soltanto molto più tardi si può parlare di una religione cristiana distinta da quella giudaica e che per lungo tempo il cristianesimo altro non è stato se non una setta all'interno del giu­daismo.
Confrontandosi costan­temente con questa opinione pa­radossale e con la consueta pa­dro­nanza delle fonti giudaiche, profane e cristiane, questo nuovo saggio di Giorgio Jossa illustra le tappe fondamen­­ta­li che hanno condotto al sorgere di una «identità cristiana» specifica, fornendo così un contributo chia­rificatore alla soluzione del problema della nasci­ta del cristianesimo.