Ormai è raro che il potere venga conquistato attraverso un golpe militare o comunque con la forza. Quasi tutti i paesi tengono regolarmente elezioni. Le democrazie muoiono ancora, ma con altri mezzi. Dalla fine della Guerra Fredda a oggi, a determinare la morte di una democrazia non sono quasi mai generali e soldati, ma gli stessi governi eletti. Leader eletti hanno sovvertito le istituzioni democratiche in Venezuela, Georgia, Filippine, Nicaragua, Perù, Polonia, Russia, Sri Lanka, Turchia, Ucraina e Ungheria. Oggi il tracollo di una democrazia comincia nelle urne. Steven Levitsky e Daniel Ziblatt attraversano la storia recente per identificare i passaggi cruciali e le condizioni che si ripropongono, seppure in diverse declinazioni, ogni volta che una democrazia viene gradualmente trasformata in regime autoritario da un leader eletto Un processo messo in atto dall'interno delle istituzioni e con mezzi legali. Introduzione di Sergio Fabbrini.
Un libertino che ha giocato un ruolo fondamentale nell'evoluzione della cultura europea, un irriducibile ribelle per le sue idee politiche, filosofiche e religiose. Nella ricorrenza del 450° anniversario della nascita, Luca Addante ribalta le interpretazioni dominanti sul filosofo, raccontando Tommaso Campanella attraverso le sue rappresentazioni e smascherando l'incredibile stratificazione di miti e di usi politici e apologetici della sua figura, che ne hanno stravolto le originarie fattezze.
Il contenuto di questa pubblicazione è il lavoro di tesi in Storia moderna per la Laurea magistrale in Scienze filosofiche conseguita dall'autore nel novembre 2019. L'oggetto dello studio sono le animadversiones, cioè le osservazioni alla santità nella causa di canonizzazione di fra Giuseppe Maria Desa scritte dal noto Promotore della fede Prospero Lambertini, futuro Benedetto XIV. Lo studio archivistico-documentario cerca di dimostrare come la lunga causa del frate copertinese è divenuta un caso da manuale che ha fatto giurisprudenza anche grazie alle obiezioni alla santità portate dal Lambertini.
Il circo rappresenta molto più che un mestiere: essere circensi è un'arte e un modo di concepire l'esistenza. Attraverso interviste, incontri e testimonianze dirette, il volume risale ai motivi per cui la convivenza sotto il tendone funziona meglio che altrove. Ne emerge un affresco variegato di alcune famiglie italiane di circensi, arricchito dalle molte culture dei migranti che entrano in carovana come artisti, maestranze e operai. C'è una misteriosa caparbietà nell'azione dei circensi; una tradizione orgogliosa che si tramanda da generazioni e non viene scalfita neanche dal disamore del pubblico o dalla critica animalista. L'essere circo è come una religione identitaria. Nel definire chi non fa parte del circo, gli artisti usano il termine i fermi. I fermi siamo noi: gli stanziali, quelli che non sono in grado di usare il proprio corpo per creare "attrazioni". Che non girano in carovana. Quelli che si spostano ma non viaggiano. Noi fermi, però, abbiamo un'opportunità unica da cogliere: imparare molto dalla resilienza del circo. Rispetto, divertimento e vita comunitaria sono gli indispensabili ingredienti di una convivenza più umana.
Di quanti scrittori un Sommo Pontefice ha detto: «Era più cristiano di me»? Forse nessuno, prima che papa Francesco lo dicesse di Charles Péguy. Chi era costui? Non proprio un Carneade: è stato studiato da centri universitari piccoli ma agguerriti, ripetutamente riproposto all'interno di importanti movimenti ecclesiali (ad esempio CL), rappresentato in circuiti teatrali di base. L'opera poetica di Péguy gode di una stabile presenza editoriale da decenni. Più difficile trovare in Italia la sua produzione saggistica: acutissima e nient'affatto superata analisi del pensiero «moderno». Questa ampia antologia, composta da traduzioni del tutto nuovo, vuol colmare tale lacuna. Prefattore: Julian Carron.
Chi sono i sovranisti e che cos'è davvero il sovranismo, l'ideologia alla quale dicono di ispirarsi? Come hanno fatto a diventare così importanti tanto che in Paesi come l'Italia o la Francia non si può accendere la televisione o leggere un giornale senza sentir parlare di loro? Di solito la risposta cambia moltissimo a seconda delle persone a cui si fa questa domanda. Per i suoi sostenitori, il sovranismo è un movimento politico che rivendica l'importanza di tornare a pensare agli «affari di casa propria» in un mondo che è diventato sempre più globale e interconnesso e che rischia di dimenticare le sue radici. Per i suoi avversari, il sovranismo è soltanto un elegante sinonimo di nazionalismo e i sovranisti non sono altro che politici cinici e spregiudicati che alimentano la xenofobia e sfruttano la paura del diverso per ammassare facile consenso. In questo libro si spiega perché tutti questi aspetti sono legati, andando a fondo, punto per punto, nella verità storica e nell'analisi dell'attualità politica. Per capire cosa c'è di vero in quel che dicono i sovranisti e i loro nemici e cosa invece è soltanto propaganda politica.
Enrico ha tagliato la gola a un pescatore per un commento fuori luogo; Mario ha sparato al vicino perché gli rubava la terra. Claudia doveva porre fine alle sofferenze di Lucia; Luisa aveva tutte le ragioni per brindare con la madre, alla morte del padre. Un tempo si chiamavano manicomi criminali, ora sono centri di recupero: ci arrivano persone che non hanno ucciso per interesse o per calcolo, ma in preda alla follia. Da dove vengono, cos'è scattato nella loro testa, e cosa pensano ora, come vivono, al riparo dal mondo? Con delicatezza e immaginazione poetica, senza facili morali e senza mai giudicare, Umberto Piersanti ha condensato in queste pagine le loro storie.
Le ricette sono una miscela di dosi, di ingredienti e di tanta artigianalità nel creare qualcosa per gli altri. Mani che si sporcano per creare qualcosa di bello e di buono per gli altri. Ecco il Natale che io vorrei: un'occasione artigianale di bene per gli altri, nessuno escluso. Natale è fare felici gli altri. Natale è incontro significativo, è capovolgimento dei nostri criteri umani per evidenziare che il cuore e il centro di ogni riforma, di ogni cambiamento è Cristo. Le ricette che si offrono in questo libretto sono uno stimolo a prepararsi al Natale secondo il Vangelo. Sono ricette di un cuoco che è papa Francesco. Egli ci aiuta ad essere buoni come Gesù in questo cambiamento epocale. Siamo tutti amati, non esistono dei privilegi se non quello di farsi prossimo a tutti coloro che si incontrano nella propria esistenza quotidiana.
Il "calendario liturgico dell'Ascolto" è un calendario a strappo giornaliero con le indicazioni per la Celebrazione dell'Eucaristia feriale e Domenicale, i Santi del giorno, la Liturgia delle Ore. Ogni giorno dell'anno evidenzia una frase diversa tratta dalle letture quotidiane della Santa Messa accompagnata da un breve commento tratto dalla Patristica, dagli scritti dei Santi, dal Magistero della Chiesa. Un invito alla riflessione personale che aiuta a vivere più serenamente la giornata: un piccolo dono per farsi ricordare tutto l'anno e per far giungere a tutti la Parola di Dio. Nel suo pratico formato, si adatta sia a essere appeso che a un utilizzo da scrivania.
Il "calendario liturgico dell'Ascolto" è un calendario a strappo giornaliero con le indicazioni per la Celebrazione dell'Eucaristia feriale e Domenicale, i Santi del giorno, la Liturgia delle Ore. Ogni giorno dell'anno evidenzia una frase diversa tratta dalle letture quotidiane della Santa Messa accompagnata da un breve commento tratto dalla Patristica, dagli scritti dei Santi, dal Magistero della Chiesa. Un invito alla riflessione personale che aiuta a vivere più serenamente la giornata: un piccolo dono per farsi ricordare tutto l'anno e per far giungere a tutti la Parola di Dio. Nel suo pratico formato, si adatta sia a essere appeso che a un utilizzo da scrivania.
Dall'antichità ai primi decenni del XVIII secolo le epidemie di peste coinvolsero ovunque tutti i possibili aspetti della vita economica, politica e sociale, con analogie impressionanti: la psicosi collettiva, la caccia ai potenziali untori, la negazione delle prime avvisaglie del contagio per timore degli effetti economici che avrebbero innescato; le devastanti conseguenze sul commercio e sull'economia (in primis la "crisi del '300"), dovute alle misure restrittive; i tentativi dei governi di sanare il deficit con prestiti, emissione di titoli del debito pubblico, nuove tasse, e di soccorrere con sussidi i disoccupati; gli assalti ai forni per paura della quarantena. È sconcertante come gli strumenti di prevenzione disponibili ai nostri giorni siano gli stessi elaborati nel '300, a partire dal Nord della Penisola, recepiti tardi dal resto dell'Europa (tardissimo dall'Inghilterra), e adottati con successo fino al 1720, quando l'ultimo cordone sanitario (a Marsiglia) debellò quasi del tutto il morbo dal Vecchio Continente. Il ricorso a forme di vera e propria "dittatura sanitaria" fu dal '300 al '700 il metodo comunemente adottato per cercare di far rispettare le misure restrittive.