"English for Lawyers" è il nuovo manuale di inglese giuridico per gli studenti delle facoltà giuridiche e per gli operatori del diritto. Il volume tiene conto delle più recenti direttive del Common European Framework of Reference sulla didattica dell'English for Specific Purposes (ESP), e dei programmi d'insegnamento universitari. Utile per il lavoro in classe o per lo studio autonomo, il libro introduce una varietà di temi legali ed economici, tratti da fonti autentiche del sistema legale inglese. La proposizione di testi autentici guida gli studenti alla padronanza di una cultura linguistico-giuridica. "English for Lawyers suggerisce": le strategie di reading, le attività di writing, l'acquisizione di una linguistic competence nella terminologia giuridica. I Test of Legal English Skills e Test of Legal English Correspondence contengono un apparato di esercizi per la preparazione agli esami, oltre che le chiavi di risoluzione di tutte le esercitazioni. Completa il volume un glossario dell'inglese giuridico utile nella pratica professionale con riferimenti ai termini di derivazione latina.
"Un aureo libretto questo di Stefano Rodotà, intriso di passione, di delusione mascherata, ma anche di volontà di mutar registro, di rendere la politica degna delle sue responsabilità e i cittadini più consapevoli" (Corrado Stajano, Corriere della Sera). "Contro l'illegalità dilagante, e la vera e propria barbarie che esplode improvvisa a devastare il senso stesso della vita umana, 'Elogio del moralismo' è un vibrante pamphlet che diventa più che un segno di rivolta. Esso è un anticorpo nei confronti di questo virus micidiale e insieme un invito alla ricostituzione dello spirito pubblico" (Roberto Esposito, la Repubblica). "Non si arrende, Stefano Rodotà, e invita tutti a fare altrettanto" (Benedetta Tobagi, la Repubblica). "Rodotà ci invita a ricordare che democrazia non vuole dire soltanto governo del popolo ma anche governo 'in pubblico', e dunque sono inammissibili tanto la menzogna, quanto la pretesa da parte dei politici di non rendere conto dei propri comportamenti" (Maurizio Viroli, il Fatto Quotidiano).
Il testo tratta il ruolo della religione nelle diverse forme di Stato, dal Risorgimento ai giorni nostri, e indaga l'influenza delle istituzioni europee sul principio di sovranità dello Stato per quanto riguarda la disciplina della materia religiosa. Sono presi in esame anche i diritti umani affermati dalla normativa europea e la funzione riservata da quest'ultima alle grandi organizzazioni religiose, nonché il ruolo delle corti di Strasburgo e del Lussemburgo. In particolar modo, i capitoli affrontano i principali aspetti delle discipline di merito in materia di religione nel nostro paese. In primis, sono analizzate In maniera critica le leggi costrittive, che impongono il pensiero unico della maggioranza parlamentare e ignorano il ricco pluralismo culturale che caratterizza l'Italia. Gli autori entrano nel merito di alcune questioni già normate (divorzio, aborto) e altre, molto attuali, che riguardano l'accanimento terapeutico, l'eutanasia e il testamento biologico. Infine sono presi in esame gli aspetti specifici delle regole religiose (alimentazione, simboli, abbigliamento, riti, festività religiose). Il volume propone un innovativo esperimento scientifico e didattico, anche in riferimento all'auspicata modernizzazione dell'impianto legislativo interno dell'Italia.
"Non possono esistere tentennamenti, dubbi, filosofie, opinioni diversificate perché, come diceva Madre Teresa di Calcutta, ogni aborto è un assassinio. Eppure Madre Teresa ha visto sfruttamento, strumentalizzazione, miseria, morte dell'infanzia, ma, nonostante ciò, mai, in nessuna situazione, ha cessato di predicare l'aborto come sinonino di assassinio. [...] E il diritto? Cosa ne fa il diritto della equazione di Madre Teresa di Calcutta tra aborto ed assassinio? È evidente che, se limiti a questa equazione sono conosciuti dalla morale e dalla filosofia, a maggior ragione non possono non appartenere al mondo del diritto, di quello secolare però, non di quello canonico." (dalla Presentazione di Carlo Taormina).
"L'opera qui tradotta, Grundlegung zur Rechtsphilosophie (Tübingen, 1935), può essere considerata come un'introduzione incisiva, sintetica e completa alla seconda edizione della Philosophie des Rechts." (Dall'Avvertenza di Antonio Giolitti).
Le pagine qui presentate sono una ricerca a partire dall'attività di ricerca dell'autrice presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Cassino e del Lazio meridionale. Si tratta di una nuova, proficua esperienza che continua il periodo da ricercatore nell'Università degli Studi di Roma "La Sapienza" e la fase di studio trascorsa tra le Università di Heidelberg, Essen, Parigi e da ultimo San Paolo del Brasile.
Nella lunga e complessa trama storica delle tradizioni costituzionali è determinante l'incontro con le tradizioni religiose. Se è noto il percorso che, durante duemila anni, si è sviluppato fra cristianesimo, nelle sue varie denominazioni, e costituzionalismo occidentale, sicuramente meno conosciuta, se non attraverso stereotipi che contribuiscono a renderla oscura, è la storia che si impone da quasi 1400 anni nel contesto culturale islamico. Il volume, che apre la Serie "Religioni e Costituzioni", mette in luce come in realtà i due itinerari si siano intrecciati in modo complesso, con accelerazioni e ritorni, contrasti ma anche reciproche influenze: essi si sono affermati attraverso una storia reale, primariamente ed eminentemente relazionale. Ripercorrerli, nella prospettiva di creare ponti, può portare a scoperte e a sorprendenti analogie che, superando antichi e duraturi stereotipi, possono favorire il dialogo fra queste due grandi aree geopolitiche.
Il libro ferma lo sguardo sulle categorie giuridiche nitidamente modellate nel secolo XII (furono dogmi, allora), per il coraggio di chi seppe opporsi al dominante sistema feudale e signorile. Fra tanti, i giuristi e il diritto vi ebbero parte decisiva. Per secoli è stata una partita vincente. Oggi si pone una domanda: servono le categorie giuridiche, rimodellate di epoca in epoca, per liberare l'uomo da obblighi involontari o casuali o arbitrari e per formare un ordine sociale condiviso?
Dagli abbozzi di legislazione sanitaria contenuti nei regolamenti napoleonici alla prima legislazione unitaria italiana, che diede un'organica disciplina alla materia, passando attraverso l'istituzione del SSN e al suo decentramento in capo agli enti locali, fino al recentissimo d.l. n. 158/2012, il manuale offre un panorama esaustivo del diritto sanitario italiano: competenze, organizzazione, attività di prestazione.
Fonti e principi del Diritto amministrativo; Organi dello Stato; Regioni ed Enti locali; Funzioni e mezzi della Pubblica Amministrazione; Pubblico impiego; Procedimento ed atti amministrativi; Contratti della Pubblica Amministrazione; Servizi Pubblici; Crescita e spending review; Giustizia amministrativa; Indici sistematici, cronologici e analitici.